I serpenti

di Nicolò Zappa, febbraio 2022

Ciao amanti dei serpenti !

Oggi sono qui a scrivere questo breve articolo giusto per darvi qualche curiosità sui nostri amici animali striscianti ….

I serpenti sono cacciatori letali che abbattono le loro vittime nei modi più diversi.

Le loro lingue biforcute “assaggiano” l’aria alla ricerca della prossima preda mentre i serpenti che cacciano di notte, riescono ad avvertire il calore corporeo delle prede vicine.

Oggi volevo parlarvi dei serpenti più velenosi al mondo.


Il primo serpente più velenoso è il Mamba Nero. La reputazione spaventosa del Mamba Nero, il più grande serpente velenoso dell’Africa, è del tutto giustificata “AVVICINATEVI TROPPO E VI INSEGUIRA’ AD UNA VELOCITA’ FENOMENALE”.

Il Mamba Nero caccia di giorno su terreno aperto, scivolando in crepe rocciose o in termitai per digerire il suo pasto.

Solitamente evita le persone ma se disturbato mostra un terrificante avvertimento di minaccia alzandosi, prima di attaccare con le sue zanne letali, la lunghezza massima che può raggiungere il nostro serpente è di 4,3 metri e le sue migliori prede sono piccoli mammiferi e uccelli.

Le sue “armi” sono le zanne velenose che usa inseguendo una vittima ad alta velocità.

Il Mamba Nero vive nell’africa orientale e meridionale, dal nord del Sudan al centro del SudAfrica e dallo Zaire al Mozambico. Il serpente abita nelle savane erbose, radure, macchie e boschi aperti. Di notte dopo aver mangiato a sazietà, il mamba si rifugia in luoghi oscuri e appartati come caverne, crepe rocciose e termitai. Il Mamba Nero è il serpente più veloce di tutti, il record è di 16 – 19 Km/h su una distanza breve. Una persona allenata, che parte con un vantaggio iniziale, potrebbe correre più veloce del mamba su terreno aperto. Nell’ erba alta, invece, il serpente non potrebbe mai essere superato. A parer mio il Mamba Nero è uno dei serpenti più pericolosi, ma allo stesso tempo esteticamente più affascinanti.

Per ora è tutto, la prossima uscita vi parlerò di un altro spettacolare serpente.

Il buco dell'ozono sull'Antartide si è chiuso

di Silvia Santini, gennaio 2021

"Il 28 dicembre 2020 il buco dell’ozono, situato sopra il Polo Sud, si è chiuso. La comunicazione è arrivata dall’organizzazione mondiale della meteorologia (Omm, in inglese Wmo).

Il buco dell’ozono negli ultimi mesi aveva raggiunto le dimensioni record di 24,8 milioni di chilometri quadrati di estensione e, intorno ai 20-25 chilometri di altitudine, le concentrazioni di ozono erano arrivate a zero. L’Omm ricorda che “è stato il buco più duraturo e esteso dall’inizio del monitoraggio 40 anni fa”.

MA CHE COSE’È L’OZONO?

L’ozono è un gas formato da una molecola di tre atomi di ossigeno (O3), situato a 15-50 chilometri di altitudine. Lo strato di ozono protegge la vita sul pianeta Terra dai raggi ultravioletti del Sole, dannosi per la salute. I buchi nell’ozono sono provocati da forti vortici polari nella stratosfera ma anche da altri gas come i clorofluorocarburi (CFC) che contengono cloro e bromo.

Il buco nell’ozono si forma ogni anno in Antartide ed essendo un evento naturale è impossibile stabilire un “trend”. Tuttavia, proprio perché la formazione del buco dell’ozono in Antartide è un evento in parte anche naturale, è necessario applicare a livello internazionale il protocollo di Montreal per limitarne l’estensione.

IL PROTOCOLLO DI MONTREAL

Il protocollo di Montreal è un un accordo globale, firmato nel 1987 ed entrato in vigore nel 1989. Lo scopo di questo accordo è di proteggere lo strato di ozono e ridurre i gas che lo danneggiano, come i clorofluorocarburi. Questo protocollo sta piano piano rimarginando le ferite del buco dell’ozono di quest'anno e con gli attuali ritmi nel 2050 si potrà arrivare ad un “guarigione” definitiva e completa.

FINALMENTE UNA BELLA NOTIZIA!

La salvaguardia dell’ambiente è molto importante, ne va della nostra salute e quindi anche della nostra vita. Sono molto interessata a questo argomento anche perché riguarda noi ragazzi e le prossime generazioni. Scrivendo questo articolo ho scoperto cose che non sapevo. Spero che il protocollo di Montreal serva a migliorare la situazione e che nel 2050, o anche prima, il mondo sarà guarito da questa brutta “malattia”.

Questa notizia mi ha fatto tornare il sorriso, perché in questo periodo buio servono notizie belle come questa, che ci facciano vedere uno spiraglio di luce in un corridoio buio. Il mondo ci sta dimostrando che può vivere senza di noi, mentre noi non possiamo vivere senza di lui, per questo dobbiamo impegnarci a prendercene cura. Spero che abbiate imparato anche voi molto da questo articolo e che vi abbia fatto tornare il sorriso. In attesa di altre buone notizie…. #savetheplanet!

Fonti: repubblica, focus e ansa A&E inquinamento

Il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi

di Tommaso Manco, gennaio 2021

Il 5 gennaio 2021 la Sogin (la società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi), in accordo con i ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

Il deposito nazionale permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi prodotti dal settore sanitario, dall’industria e dalla ricerca, consentirà all'Italia di allinearsi a quei Paesi che da tempo hanno sul proprio territorio depositi simili, o che li stanno costruendo, rispettando così gli impegni nei confronti dell’Unione Europea, ma anche di valorizzare a livello internazionale le competenze italiane.

Il progetto comprende anche la realizzazione di un Parco Tecnologico le cui attività, tra le altre cose, stimoleranno la ricerca e l'innovazione nei settori dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, creando nuove opportunità per professionalità di eccellenza.

La strada per individuare l’area è ancora lunga, ora si apre una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati possono formulare osservazioni e proposte tecniche, all’esito della quale si terrà (nell’arco dei 4 mesi successivi) il seminario nazionale.

Staremo a vedere cosa accadrà. Nel frattempo abbiamo pensato di chiedere maggiori informazioni a persone esperte. Seguiranno interviste e approfondimenti. Continuate a seguirci!

Rifiuti radioattivi

Aree individuate per la collocazione del deposito

Copertura multistrato del deposito nazionale

Intervista al dott. Fabiano di Marco

di Emma Clerico e Tommaso Cazzaniga, dicembre 2020

"...una prova di orgoglio, di senso della misura e di responsabilità,"

Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concluso il suo discorso alla cerimonia di consegna delle onorificenze al merito della Repubblica, tenutasi il 20 ottobre 2020 al Quirinale. Qualche attimo dopo, in quella stessa stanza, il dott. Fabiano Di Marco - primario di Pneumologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Professore associato presso l'Università degli Studi di Milano - riceve questo prestigiosissimo riconoscimento per "aver saputo raccontare la tragica situazione della città e dell'ospedale" e per aver affrontato quei giorni difficili con lucidità, forza e professionalità, con quella corazza che racconta di indossare per difendersi dal dolore e dalla sofferenza.

Gli abbiamo chiesto di dedicarci un po' del suo tempo: vi proponiamo la chiacchierata intensa e ricca di informazioni che abbiamo avuto.

Intervista dott. Fabiano Di Marco.mp4

Pandemia e ambiente

di Basant Elashry, dicembre 2020

“Alla natura non serve”, meme e video emozionali dall’hashtag #buttalibene sono il concept su cui si fonda la campagna di comunicazione del ministero dell’Ambiente, in collaborazione con la Guardia Costiera, Ispra, Iss, Enea e la commissione Colao, per sensibilizzare al corretto smaltimento di guanti e mascherine. Eh sì, questi dispositivi così importanti per proteggerci e fermare la diffusione del virus sono diventati un problema per l'ambiente.

Le mascherine, in particolare, non sono fatte in materiali riciclabili e spesso vengono buttate per terra contribuendo all'inquinamento ambientale. Secondo Ispra in Italia si ha una produzione giornaliera di rifiuti da mascherine pari a circa 410 tonnellate, con un valore medio per la fine del 2020 di 100.000 tonnellate di rifiuti.

Non è il tempo di stare a guardare. E' il tempo della responsabilità individuale e collettiva. Ancora una volta la pandemia ci fa capire quanto sia forte il legame tra la salute e l'ambiente.

E' il tuo aiuto quello che serve!

Coronavirus e scienza

di Clara Baudini, Gabriele Drago, Erik Zhou


La fine del 2019 e, ancor più, il 2020 è stato brutalmente segnato da un avvenimento inaspettato e impensabile.

Un avvenimento che ha segnato il presente e il futuro, un evento storico che costituisce un denominatore comune alle vite di tutti e che, molto probabilmente, finirà con il cambiare punti vista e abitudini del tempo futuro.

Un po’ come la seconda guerra mondiale, ma stavolta si tratta di un virus… di un’epidemia mondiale!

Il virus che ha stravolto le nostre vite è il COVID-19, dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "19" per l’anno in cui è stato identificato.

Questo virus fa parte di una vasta famiglia di Coronavirus - chiamati così per la loro forma somigliante ad una corona- , virus che attaccano il sistema respiratorio, e non solo.

I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie gravi come la MERS e la SARS.

I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione. Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo.

Per quanto ne sappiamo questo virus può causare diversi sintomi. Dipende dal sistema immunitario di una persona e dalle sue condizioni generali, ma non sempre.

I sintomi più comuni con cui la malattia si presenta possono essere diversi:

-tosse

-febbre

-stanchezza improvvisa

-difficoltà a sentire i sapori

I sintomi più gravi, invece, possono essere:

-polmonite

-gravi difficoltà respiratorie

che possono portare alla morte.


Come si trasmette

di Clara Baudini, Gabriele Drago, Erik Zhou


Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo

  • contatti diretti personali

  • le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi

In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale.

Normalmente le malattie respiratorie non si tramettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.

Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228#1

Come difendersi

di Sophia Bruzual, Viktor Kachan


Questa pandemia di coronavirus ha messo in evidenza l’importanza di adottare misure di igiene adeguate a prevenirlo.

Il lavaggio delle mani con sapone o con un disinfettante a base di alcol è fondamentale per proteggersi dal COVID-19, che solitamente si contagia quando entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso o la gola, così come ricordano le autorità sanitarie. Di frequente il contagio del virus da una persona all’altra avviene attraverso le mani.

Una corretta igiene delle mani non solo è la chiave per proteggerci individualmente, ma anche per proteggere il personale sanitario dalle infezioni e prevenire la diffusione del coronavirus e delle altre infezioni all’interno dei centri di salute.

NORME IGIENICHE

  • Lavarsi spesso le mani

  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.

  • Evitare abbracci e strette di mano.

  • Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro.

  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.

  • Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie o nel gomito flesso).

  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

  • Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

ATTENZIONE:

Regione Lombardia mediante specifica ordinanza ha disposto l'obbligo di coprire naso e bocca ogniqualvolta ci si rechi fuori dalla propria abitazione.

  • Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.

É nelle nostre mani prendersi cura degli altri... sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo,tutto andrá bene se stiamo insieme.

Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci domani.


Fonte: Ministero della salutehttp://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228#1

#Covid-19

per viaggiare in sicurezza!

Igiene e natura!

DETERSIVO PER IL BUCATO ECOLOGICO ALL'EDERA

di Emma Clerico

Questa pandemia ha scritto pagine tristi nel libro delle nostre vite, ci ha fatto riscoprire la bellezza di cose che non facevamo più, ha ispirato riflessioni profonde, leggere, oneste, e... in alcuni casi molto strane! Una cosa è certa, abbiamo capito che la natura e l'igiene personale sono importanti, e che con un po' di attenzione possiamo curarle entrambe!

E allora, perché non preparare un sapone in casa, a voi le belle cose...

INGREDIENTI PER POCO MENO DI UN LITRO DI DETERSIVO PER IL BUCATO:

-Circa cinquanta foglie fresche di edera rampicante, che contiene saponina (nome scientifico: Hedera helix)

-Un cucchiaio di bicarbonato di sodio (facoltativo)

-Un litro d'acqua

-Guanti (per piegare l'edera, che può essere irritante per le pelli sensibili)

-Una grande casseruola / pentola

-Un coperchio

-Una bottiglia o un contenitore per mettere il detersivo alla fine

PROCEDIMENTO:

  1. Dopo aver raccolto l'edera, sciacquatela con acqua fredda per rimuovere eventuali impurità.

  2. Accartocciate le foglie di edera e mettetele nella pentola.

  3. Aggiungete l'acqua e mettete il ​​coperchio.

  4. Scaldate fino ad ebollizione e quindi cuocete le foglie per 15 minuti.

  5. Dopo 15 minuti spegnete il fuoco e lasciate raffreddare il tutto durante la notte, sempre con il coperchio.

  6. Il giorno successivo, filtrate il detersivo (potete usare un vecchio collant) e trasferitelo nel vostro contenitore.

  7. Se volete potete aggiungere un cucchiaio di bicarbonato di sodio al detergente e mescolare delicatamente fino a quando non si è sciolto.

Ecco qua! Finito! Facilissimo, vero?

Questo detersivo dura fino ad un mese, conservato in un luogo fresco. In estate è meglio tenerlo in frigo. È liquido e abbastanza scuro, è normale, non aver paura. Non lascia tracce sul bucato e non ostruirà i tubi della lavatrice.

Quando fai una lavatrice, aggiungine un po' più del solito!




Le mani curano!

Le mani pulite sono un gesto d'amore

#COVID-19 non ti temo!

Nella fase 2 della lotta a Covid-19 sarà importante fare ancora più attenzione alle nostre abitudini.

Curiosità!

Nuove e vecchie parole al tempo del COVID-19

della classe 1A

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