Emozioni e pensieri, parole e immagini: il nostro sentire in questo strano tempo

Il Bonus Recupero

di Pietro Martello, Francesco Signanini, Cristian Casali, febbraio 2024


La settimana della flessibilità è una settimana del periodo scolastico in cui i ragazzi più preparati aiutano quelli con delle difficoltà in attività di recupero e contemporaneamente si svolgono attività laboratoriali. 

Le classi seconde e prime sono state unite in più gruppi tali che persone con diverse capacità potessero condividere le loro competenze con altri; gli alunni di terza sono rimasti ciascuno nella propria classe. Questo progetto, prima di essere stato abbandonato con il CoViD-19 era diverso: venivano selezionate solo i coetanei (appartenenti allo stesso ordine di classe) ed era tutto come nelle High School americane: gli alunni si iscrivevano a laboratori diversi dalle materie scolastiche, come musical, teatro, arte, poesia e molto altro ed erano loro stessi a doversi spostare nelle aule in base all’orario assegnato a ciascun laboratorio. Questa rimodulazione è stata proposta in due momenti dell’anno scolastico: la prima è stata tra il 27 novembre e l’1 dicembre 2023 e si prevede che ce ne sarà un’altra nel 2° quadrimestre, tra il 5 e il 9 febbraio 2024. Anche l’orario è stato modificato secondo il criterio della settimana corta: le lezioni si sono svolte dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 14:00 per un totale di 6 ore al giorno permettendo di avere il sabato libero. 

Ecco il video con le nostre interviste ai ragazzi di prima e seconda media dove esprimono la loro opinione riguardo questa iniziativa scolastica.

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BergamoScienza & Rob_E_Geometriche

di Beatrice Decio, Rossella Merino, Elisa Ferretti, dicembre 2023


BergamoScienza, il festival annuale dedicato alla scienza e alla tecnologia, ha illuminato la città e la provincia di Bergamo con un programma ricco di eventi. Fondata nel 2003, questa iniziativa ha l’obiettivo di rendere la scienza accessibile a tutti, soprattutto giovani e scuole, affinché possano migliorare la propria formazione tecnico-scientifica e accrescere i propri interessi.

L’edizione XXI di BergamoScienza, che si è svolta dal 29 settembre al 15 ottobre 2023, ha registrato un grande successo di partecipazione. Più di 406.870 persone hanno seguito gli eventi in presenza e online, dimostrando l’interesse e l’entusiasmo per la scienza e la tecnologia.

Il festival ha proposto una vasta gamma di attività, tra cui conferenze, mostre, laboratori e spettacoli, coinvolgendo scuole, famiglie e appassionati di tutte le età. 

Il nostro Istituto ha partecipato per la prima volta al festival con il laboratorio Rob_E_Geometriche e con il gioco urbano UrbanaMente, di cui ci parla Pietro nel prossimo articolo. 

Il laboratorio Rob_E_Geometriche ci ha permesso di unire robotica e geometria, di dare forma a concetti astratti utilizzando linguaggi moderni. Abbiamo accolto decine di classi, dalla quinta primaria alla seconda della scuola secondaria, provenienti da Bergamo e provincia, ma anche da Milano e Monza. E nel fine settimana abbiamo ospitato ragazze, ragazzi e genitori, alcuni molto appassionati di robotica.

Partecipare a BergamoScienza è stata una magnifica esperienza. Scoprire, imparare e condividere la passione per la scienza con tanti altri giovani è stato un viaggio emozionante nel futuro. Non vediamo l’ora di tornare nella prossima edizione per continuare ad esplorare il mondo che cambia attraverso la lente della scienza.

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UrbanaMente: alla scoperta di Bergamo 

di Pietro Bassanelli, dicembre 2023


Bergamo, città dalle antiche radici e dalla cultura vibrante, si rivela in un modo nuovo e coinvolgente grazie a "UrbanaMente", il gioco urbano ideato dalle scuole per le scuole nell'ambito del festival  "BergamoScienza". Questa esperienza coinvolgente ha visto la partecipazione di 279 studenti e 34 docenti provenienti da dodici scuole diverse. Ma cosa rende UrbanaMente così speciale?

UrbanaMente è un'avventura che si snoda attraverso le strade e i vicoli di Bergamo, coinvolgendo giovani studenti dai 12 ai 17 anni. Durante i giorni feriali della settimana, dalle 9:00 alle 12:30, i partecipanti si immergono in un mondo di indizi, quiz culturali ed enigmi scientifici. L'obiettivo? Scoprire la città, i suoi luoghi, le persone e le attività che hanno contribuito a rendere la Città Alta di Bergamo un centro culturale di rilievo nei secoli.

Dodici tappe, ognuna legata a un personaggio illustre di Bergamo, conducono i giocatori attraverso luoghi connessi alla scienza, alla musica e all'arte. Le scuole curatrici hanno dedicato ciascuna tappa a un bergamasco benemerito, e gli studenti partecipanti hanno avuto l'opportunità di scoprire la rilevanza culturale di queste figure storiche.

Una volta raggiunta la tappa di partenza, i giocatori ricevono il primo indizio dagli studenti delle scuole ideatrici. Gli "helper", gruppi di 3-4 studenti della scuola curatrice, assistono i partecipanti nel risolvere enigmi scientifici di varia complessità, spaziando dalla matematica alla fisica. Se l'enigma viene risolto, la squadra riceve un timbro sul proprio passaporto dedicato e l'indizio per raggiungere la tappa successiva.

La nostra scuola ha avuto una tappa presso la Biblioteca Civica Angelo Mai, dedicata ad "Angelo Mazzi", storico direttore della biblioteca e intestatario della nostra scuola. Questo luogo è stato un punto di riferimento per la cultura bergamasca, e attraverso UrbanaMente, gli studenti hanno potuto esplorare la sua storia e il suo impatto sulla città.

UrbanaMente non è solo un gioco, ma un modo per esprimersi, inventare, giocare e scoprire Bergamo in modo avvincente. Grazie a questa iniziativa, la cultura e la storia della città si fondono con la passione dei giovani, creando un legame unico tra passato e presente.

Il 17 novembre 2023, la nostra scuola e le altre che hanno organizzato questo meraviglioso gioco sono state premiate come uno dei migliori laboratori di BergamoScienza 2024. È un riconoscimento straordinario per l’impegno e la creatività dimostrati da tutti i partecipanti. 

Qui accanto trovate un'interessante intervista alla prof.ssa Anna Maria Gritti, mente e cuore di Urbanamente. E' stata una chiacchierata in cui la prof.ssa ci ha raccontato il gioco urbano, la volontà da cui nasce e da cui abbiamo potuto cogliere tutta la passione per l'insegnamento e per la scienza. 

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Voci dall'Istituto Comprensivo: prime impressioni e bilanci finali

di Pietro Martello, Francesco Signanini, Cristian Casali, dicembre 2023


Quest'anno le aule delle nostre scuole si sono arricchite di nuovi volti, provenienti dalla classe 2012. Gli studenti di prima media sono stati protagonisti delle nostre interviste, raccontandoci le loro prime impressioni su questo nuovo percorso. Contemporaneamente, abbiamo raccolto i pensieri degli studenti di terza media, che si apprestano a concludere il loro triennio scolastico.

L'indirizzo musicale si è rivelato un'opportunità straordinaria per i ragazzi di prima media, definendolo un vero dono. Inizialmente preoccupati di incontrare insegnanti severi e di adattarsi al nuovo ambiente, sembrano aver superato brillantemente queste sfide. Tuttavia, persiste la nostalgia per vecchi insegnanti e amici che hanno scelto altre strade scolastiche.

Lo spettro dello studio preoccupa i nuovi arrivati, che già nei primi mesi temono insufficienze e persino la bocciatura. Il timore legato allo studio è comune a tutte le classi, con la parola "studio" che suscita paura, soprattutto quando la voglia di farlo è scarsa.

I ragazzi di terza media condividono preziosi consigli per chi sta iniziando il percorso:  consigliano questa scuola per la competenza e la comprensione dei professori. Non mancano le critiche verso atti di bullismo e litigi nelle classi, mentre emerge il desiderio di migliorare gli interni della scuola, soprattutto per quanto riguarda buchi e graffi sui muri.

L'anno scolastico volge al termine e le classi terze si preparano all'esame di terza media. Le paure più comuni riguardano l'impreparazione e l'esposizione all'orale. Tuttavia, le loro ambizioni per le superiori sono positive: sperano di trovare professori come quelli incontrati alle medie e di integrarsi facilmente come hanno fatto in prima.

Infine, i ragazzi di terza dedicano un consiglio ai più giovani: "Studiate costantemente e ricordate che i professori saranno sempre al vostro fianco nelle difficoltà." Un invito a perseverare e a cogliere le opportunità di crescita offerte da questa straordinaria avventura educativa.

Combattere il bullismo: un appello all'Empatia e alla Prevenzione

di Kaur Manmeet, Olivia Leidi , dicembre 2023


Il bullismo, una forma di violenza che si manifesta attraverso atti verbali, fisici e psicologici, rappresenta un fenomeno serio e diffuso nelle nostre scuole. Organizzati in gruppi, alcuni ragazzi forti tormentano intenzionalmente quelli più deboli, spesso motivati dalla meschinità e dalla loro infelicità personale.

Affrontare questo problema è cruciale: parlare con persone di fiducia, insegnanti o contattare la linea di ascolto gratuita 1.96.96 di Telefono Azzurro, attiva 24 ore su 24, sono opzioni importanti.

Il nostro colloquio con una vittima di bullismo rivela il triste panorama in cui bulli le avevano inflitto parolacce, insulti, spintonamenti e perfino il ribaltamento della cartella.

Il bullismo si manifesta attraverso azioni quali violenza fisica, rovina di oggetti personali, estorsione di denaro o cibo, insulti e minacce. Se inizialmente alcuni gesti possono sembrare scherzosi, possono provocare danni gravi come fobie, PTSD, problemi di autostima e calo del rendimento scolastico.

Non solo un fenomeno delle scuole superiori, il bullismo colpisce maggiormente i più giovani, con gli undicenni che rappresentano il 18,9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze vittime. Il cyberbullismo, manifestazione online del fenomeno, aggiunge un livello di complessità, coinvolgendo minacce, insulti e violazioni della privacy attraverso i social media.

Affrontare il bullismo richiede un impegno collettivo. La scuola gioca un ruolo cruciale, con iniziative come la "BLUE BOX", una scatola blu presente in molte scuole che consente alle vittime di denunciare anonimamente. Gli insegnanti intervengono solo quando necessario, basandosi sui contenuti dei biglietti inseriti.

Abbiamo intervistato gli studenti per comprendere come la scuola affronta il bullismo. Le risposte indicano che professoresse e consigli di classe adottano provvedimenti disciplinari, dall'emissione di note al coinvolgimento dei genitori. La giornata del 7 febbraio, dedicata al bullismo, è occasione per sensibilizzare e promuovere iniziative di prevenzione.

La figura del referente per il bullismo, come la prof.ssa Tritella nella nostra scuola, svolge un ruolo chiave. Organizzando attività preventive, dialogando con famiglie, operatori e studenti, contribuisce a creare un ambiente sicuro. La sensibilizzazione al tema, il dialogo e l'ascolto emergono come fondamentali nella lotta contro il bullismo.

In conclusione, la prevenzione del bullismo richiede sforzi collettivi. Chiediamo ai lettori, compagni di scuola e adulti di praticare l'empatia, rispettare gli altri e intervenire attivamente. Solo con un impegno diffuso possiamo sperare di creare ambienti scolastici inclusivi e sicuri per tutti.

Unghie, che Passione!!!

di Giulia Colleoni, Ginevra Marras, Daira Gutierrez, dicembre 2023


Unghie: perché parlarne? Dopotutto sono un elemento del corpo come altri, hanno la funzione di facilitare la presa, contribuire alla stabilità strutturale delle dita e limitare l'usura delle estremità. 

Questo dal punto di vista fisiologico, ma andiamo a vedere che cosa rappresentano le unghie oggi e perché molte persone le curano con passione. 

Sebbene possa sembrare una moda recente, decorare le mani, in particolare le unghie, è una pratica sorprendentemente molto antica.

Le prime tracce di nail art risalgono a più di 4mila anni fa, fra i popoli dell’India, della Mesopotamia e in Egitto.

La decorazione e cura delle mani e delle unghie non era una semplice moda e non era affatto prerogativa femminile; uomini e donne nobili o potenti dipingevano e decoravano le mani per distinguersi dal resto del popolo. 

Il tipo di decorazione, colore e lunghezza rappresentavano diversi tipi di potere e ruolo sociale.

Oggi le motivazioni sono ben altre, per lo più rispondenti a ragioni estetiche. 

Molte persone ricorrono alla ricostruzione delle unghie o al semipermanente, oppure alla nail art.  

La ricostruzione con il gel è un allungamento delle unghie che viene fatto appunto con il gel; il semipermanente, invece, è uno smalto che sotto la luce blu si secca e dura più a lungo.

Sulle unghie oltre a fare il semipermanente o la ricostruzione si può praticare la nail art, ovvero la decorazione con disegni. 

La pratica di ricostruzione c'è da tanti anni, da metà del 900.

L’ha inventata un dentista americano, Fred Slack, a Philadelphia negli anni ‘50. 

Molte ragazze iniziano a curare le unghie da giovani, anche se l’unghia è in fase di crescita e questo potrebbe danneggiarne lo sviluppo. 

Non a tutte le ragazze piace “fare le unghie” perché non è nel loro stile, perché non si fidano. 

Abbiamo intervistato  Tiziana Scarpati che è un’estetista di successo bergamasca, che insegna il mestiere alle ragazze che vogliono diventare estetiste.

Lei dice che per scegliere un’onicotecnica, ossia un tecnico specializzato nella ricostruzione delle unghie, bisogna essere certi che adotti tutte le norme igieniche necessarie, che non usi le lime già utilizzate per altri clienti o che sterilizzi gli attrezzi; deve avere i titoli che dimostrano che è un onicotecnica specializzata e deve aver seguito corsi per diventare estetista.

Abbiamo intervistato delle ragazze della nostra scuola di nome Michelle, Giulia e Daira che hanno fatto la ricostruzione o il semipermanente.

Michelle ha fatto la ricostruzione per la prima volta a 12 anni, non la pratica regolarmente ma solo d'estate, e lo fa perchè la fa sentire meglio e le piace come diventano le sue unghie.

Giulia ha fatto la ricostruzione per la prima volta a 13 anni; non la pratica per un motivo preciso, ma semplicemente perché le piace.

Infine Daira, che ha fatto il semipermanente per la prima volta a 15 anni, cura le sue unghie per sentirsi più femminile. 

L'angelo della Lotto

di Alberto Colella,  Jacopo Gavoci, maggio 2023


Qualche settimana fa, come tutte le mattine, siamo arrivati a scuola, la secondaria Lorenzo Lotto. Alcuni compagni delle prime commentavano… la scuola era stata vandalizzata! Sul muro dell’ingresso c’era un disegno incompleto. Un po’ strano però questo vandalo, non aveva scritto parolacce e il disegno era bello, una creatura con le ali. Forse un po’ inquietante per gli occhi vuoti.

Noi però sapevamo cos’era successo: un amico di seconda aveva invitato uno di noi per iniziare a disegnare, il pomeriggio prima. Ma non è un vandalo… ha deciso di partecipare a un progetto lanciato dalla professoressa d’arte, Valentina Nani, e curato dal professor Filippo Fadini. Che, se lo googlate, è un pittore abbastanza giovane, ma ha fatto tante cose.

Chi vi scrive non ha potuto contribuire al murales: i prof volevano solo ragazzi più grandi. Però hanno offerto delle caramelle. E poi ci è venuta l’idea di intervistare la professoressa, per sapere qualcosa di più del murales.

Abbiamo scoperto che il progetto prevedeva quattro incontri, ma probabilmente servirà più tempo e dovranno lavorarci anche i professori da soli. Comunque la partecipazione è buona: a ogni incontro partecipano circa quindici studenti di seconda e terza, soprattutto ragazze, che stanno aiutando a disegnare e colorare il bozzetto del prof. Fadini. 

“Professoressa, cosa rappresenta il murales?”

“La scuola si chiama “Lorenzo Lotto” e mi è venuto in mente di far capire e ricordare a tutti gli alunni chi era Lorenzo Lotto. Una delle immagini che mi colpiscono sempre della produzione di questo autore sono gli angeli, e volevamo anche noi lavorare su questa figura, che può essere non solo religiosa ma di spirito anche laico… la figura di un angelo che accompagna l’ingresso degli alunni nella scuola, uno spirito positivo che accompagna i ragazzi nel percorso scolastico. Abbiamo scelto un angelo della Sacra conversazione del Lotto rivisitato in chiave contemporanea, un po’ fumettistica.”

Per la professoressa è molto bello che i ragazzi e le ragazze facciano propria una parte della scuola, la possano sentire come un loro spazio e abbellirla. I ragazzi coinvolti poi non stanno solo colorando il disegno di un altro, ma hanno scelto le parole e le frasi scritte sulle ali: “Cogli l’attimo”, “I sogni son desideri”, “Amicizia Speranza Libertà Pace”... Le ali sono il simbolo del volo, e queste parole fanno volare lo spirito.

Il murales è realizzato ad acrilici e non con bombolette spray, come fanno molti writer, perché le bombolette sono tossiche. Ma anche perché i professori hanno deciso di far fare ai ragazzi l’esperienza della pittura come nel periodo rinascimentale, del Lotto. 

Non abbiamo potuto fare a meno di chiedere: “Le prime non sono state coinvolte, perché?"

La professoressa ci ha spiegato che solitamente gli studenti di prima non hanno abbastanza manualità per un lavoro come questo e sono meno autonomi. Ma non c’è bisogno di protestare: “Lo rifaremo ancora, c’è da abbellire tutta la scuola!”

Prepariamo i pennelli: l’anno prossimo tocca a noi!

Il nostro primo esame

di Antonio AmatoGiulia Facoetti,  maggio 2023


Finalmente siamo giunti alla fine di quest’anno scolastico: ciò significa che, tra poche settimane, noi alunni di terza media dovremo sostenere l’esame.

Le prove che ci attendono consistono in tre esami scritti e in un temutissimo colloquio orale. Molto temuto perché ci troveremo da soli davanti alla commissione di professori, per esporre uno dei due percorsi preparati nelle settimane precedenti.

L’attesa per la fatidica prova suscita in noi studenti diverse emozioni. Per far emergere i pensieri più frequenti di questo periodo abbiamo consultato un campione rappresentativo dei nostri compagni.

“E se ti dicessi che manca un mese all’esame? Come ti senti?” Abbiamo posto questa domanda ai ragazzi, e possiamo dire che la maggior parte di loro ha ammesso di essere parecchio impaurita e ansiosa per via dell’esame di terza media.

“Mi sento impaurito più che altro perché non so com’è”, “Sono in ansia perchè non ho ancora preparato il discorso”... Come ci dicono Macsim e Pietro, alcuni motivi per i quali siamo agitati e spaventati dall’esame sono il non sapere cosa ci aspetta e la paura di non riuscire a prepararci in tempo.

Ma, per fortuna, un’altra parte dei ragazzi che abbiamo intervistato è carica e determinata nell’andare incontro all’esame. “Mi sento bene, sono pronto per affrontare l’esame e non ho paura.” “Mi sento sollevata perché concludiamo un capitolo importante quali sono le scuole medie.” Arjey e Kristel ci mostrano come affrontare l’esame con lo spirito giusto!

In questi tre anni la maggior parte di noi si è impegnata e messa in gioco, dando il massimo per poter arrivare all’ultimo livello, cioè l’esame. Per questo vediamo l’esame come una possibilità di far valere gli sforzi e l’impegno che ognuno di noi ha impiegato durante il proprio percorso scolastico.

Abbiamo inoltre chiesto ai nostri compagni se si sentono pronti per andare alle superiori. Pietro dà voce ai timori e alle speranze di tutti noi studenti con queste parole: “Ci sono due aspetti: c’è la paura che le superiori siano troppo difficili rispetto alle medie, ma anche un lato positivo, perché studierò le materie che mi piacciono e mi farò nuovi amici.”

Noi pensiamo che, per sostenere l’esame nel modo giusto e per essere più tranquilli, basti essere costanti nello studio durante tutti i tre anni e proporsi senza troppa ansia, ma con quel pizzico che serve per avere la grinta giusta!

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Qui trovate una breve e sincera intervista ad alcuni compagni di terza.

Scuola allo Stadio: un progetto da serie A

di Kim Camungao, maggio 2023


A Bergamo lo stadio è un punto di riferimento che conoscono tutti: alcuni ci sono stati a seguire una partita, magari col papà o con un cugino più grande; molti altri, pur non essendoci entrati, sanno dov’è e non si perderebbero se qualcuno dicesse: “Pomeriggio vediamoci davanti allo stadio”. Ma, grazie alla ventesima edizione  del progetto “Scuola allo Stadio”, quest’anno alcune classi della nostra scuola hanno potuto perfino scoprire il “dietro le quinte” dello Stadio Atleti Azzurri d’Italia: siamo stati sugli spalti, in panchina e perfino negli spogliatoi!

Naturalmente non eravamo soli: c’erano i piccolini dell'istituto Montessori e di quello di Presezzo, e poi classi di secondaria dell'istituto Imiberg, di Cene, Gazzaniga, di Carobbio degli Angeli. In tutto eravamo circa 275 studenti, una grande squadra!

Purtroppo l’unica ora di pioggia del mese ci ha impedito di correre sul manto erboso del Gewiss. Ma, mentre aspettavamo il nostro turno per entrare, abbiamo giocato a calcio al Lazzaretto sotto la pioggia, sull’erba scivolosa: un po’ pericoloso, ma molto divertente…

Quando finalmente siamo entrati, ci hanno accolto in una stanza piena di immagini della ninfa Atalanta, e ci hanno raccontato la sua storia. Abbiamo visitato gli spogliatoi, moderni e semplici, e i bagni degni di una Spa. Ma la cosa che mi è piaciuta di più nella visita è stato attraversare il tunnel che i calciatori usano per entrare in campo: un posto che ti fa sentire importante, dove senti l’eccitazione e l’ansia per la partita… insomma, ti senti un giocatore di serie A.

Mi sono sentita una vera VIP anche quando ci siamo seduti sulle panchine dei calciatori, ma anche nella tribuna delle autorità, da dove si poteva vedere tutto il campo per bene.   

Poi è arrivato il momento più emozionante per i compagni che sono tifosi dell’Atalanta: abbiamo incontrato Davide Zappacosta, difensore titolare, un giocatore che non conoscevo per niente ma mi è sembrato molto buono e anche sicuro di sé. Si è presentato e ha raccontato la sua storia, poi è stato il momento delle domande: all’inizio ero molto ansiosa, perché sapevo che avrebbe risposto anche alle mie, ma alla fine ce l’ho fatta e ho apprezzato le sue risposte molto complete, lunghe e anche personali. Ci ha detto che da ragazzo non giocava pensando di diventare un professionista, ma perché era il suo modo preferito di divertirsi con gli amici, e che oggi si considera fortunato a fare un lavoro che ama.

Ecco la risposta che mi è piaciuta di più:

"Qual è l'aspetto migliore di essere un calciatore?"

"Mah...Sicuramente l'affetto che mi arriva dai ragazzi come voi, dai bambini  o dalle altre persone, ma specialmente dai bambini nuovi: diciamo che poi, quando giochi a calcio, sai di essere un esempio e cerchi sempre di dare il massimo, per il pubblico e per la squadra… penso che non ci sia cosa più bella di vedere la gioia negli occhi dei bambini piccoli, e almeno per me quella resta l’emozione più forte, di andare allo stadio e vedere, non so, magari anche tanti di voi in curva che esultano, che gridano i nostri nomi e che ci supportano. Credo che sia questo l’aspetto più bello.”

Insomma, un campione molto umano. È stato bello visitare lo stadio, ma il suo vero cuore sono gli atleti che lo animano.

Calcio femminile: una passione da difendere

di Martina Cariccia, maggio 2023


Il calcio femminile è una mia passione da sempre. Tutto è iniziato quando mio fratello è entrato in fissa con l’anime di   Capitan Tsubasa e da lì ho cominciato anch’io ad appassionarmi al calcio. Il pomeriggio smettevamo anche di litigare per tifare insieme per la Nankatsu!  Inoltre mi incuriosiva come parlavano della partita i maschi della mia classe: commentavano i gol, si confrontavano sulla partita e sugli allenamenti,  parlavano quasi solo di calcio! Io però non avevo la possibilità di dedicarmi a quello sport, perché  praticavo nuoto (niente di serio) e per mia sfortuna nelle vicinanze non c'era neanche un campo da calcio. Per giunta, mio nonno era convinto che dovessi diventare la classica ragazza che pratica danza con il tutù rosa e lo chignon, anche se io ero tutto il contrario.

Per quest’articolo ho fatto qualche ricerca: ho scoperto che in realtà non sono l’unica ragazza ad amare così tanto questo sport e che anche molte altre la pensano così. Ho scoperto anche che mio nonno non è l’unico a pensare che le ragazze stiano meglio sulle punte che coi tacchetti!

UN PO’ DI STORIA

Anche se in Gran Bretagna le donne hanno iniziato a giocare a calcio nel 1881, la prima vera sfida risale solo alla Prima Guerra Mondiale. E in Italia?

Alcune ragazze milanesi fondarono nel 1933 la prima squadra di calciatrici, il Gruppo Femminile Calcistico, ma la Federazione diede loro il permesso di giocare solo senza pubblico. Nello stesso anno però queste atlete furono costrette dal regime fascista a dedicarsi all’atletica o al basket, considerati sport un po’ più femminili. In genere, poi, il fascismo insisteva perché le donne restassero a casa a fare le mogli e le madri! Solo con la Repubblica si ricominciò a parlare di calcio femminile, e le prime squadre nacquero nel 1946 a Trieste e a Napoli. Il primo campionato nazionale si giocò dopo più di vent’anni, nel 1968 (lo vinse il Genoa), ma soltanto nell'86 le calciatrici italiane entrarono nella Figc, per giunta come atlete dilettanti. 

Quanto al primo Campionato del Mondo, si è svolto solo all’inizio del 1991, in Cina, e si è concluso con la vittoria degli Stati Uniti. Le italiane arrivarono undicesime su dodici squadre, e finora non hanno mai vinto.

Ma c’è sempre una prima volta! Nonno… hai visto le mie scarpe coi tacchetti?

La Fiera dei Mestieri

di Giulia Colleoni, Manmeet Kaur, Ginevra Marras, maggio 2023 


La fiera dei mestieri è un evento organizzato dalla provincia di Bergamo e da Confartigianato Imprese Bergamo con gli IeFP, rivolto alle classi seconde della scuola secondaria di primo grado.

Le scuole di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) durano generalmente tre anni e ti consentono di lavorare per un'azienda.

Questo evento è stato organizzato per fornire ai ragazzi informazioni sulle scuole IeFP e per aiutarli a scegliere consapevolmente le scuole superiori.

Nel cortile del Palazzo della Provincia, in rappresentanza delle 12 aree dei mestieri, circa 500 studenti dei corsi professionali di 23 Istituzioni scolastiche e formative e degli Istituti Professionali del territorio bergamasco, insieme ai loro docenti, hanno mostrato il loro saper fare nelle diverse attività produttive, animando gli stand e garantendo l’accompagnamento dei diversi gruppi classe e le visite guidate ai quasi 2300 studenti in visita e ai loro insegnanti (109 classi).

All’inizio siamo stati condotti nella parte superiore dell’edificio dove due rappresentanti di Confartigianato ci hanno mostrato un video ed esposto un discorso di cui alcuni aspetti fondamentali erano la formazione continua, cioè il fatto che non si smetterà mai di formarsi ma continueremo a farlo anche dopo la scuola, all’interno delle aziende, e la difficoltà di intraprendere una scelta così importante. Successivamente ci hanno accompagnato agli stand, dove erano presenti tavoli allestiti con strumenti riguardanti le diverse attività proposte dalle scuole.

Un gruppo di ragazzi ci spiegava quello che fanno e imparano nelle scuole che frequentano.

Lo spazio era diviso in aree: area moda, area del turismo e dello sport, meccanica, area alimentare, grafica, area agricola, area edile/sistema casa, servizi alla persona, chimica, area elettrica, elettronica, servizi commerciali.

Per capire quanto questo evento sia stato interessante per i ragazzi abbiamo intervistato sei alunni della nostra scuola.

Dalle informazioni raccolte emerge che la Fiera dei mestieri ha aiutato molto i ragazzi a riflettere su una scelta difficile e a capire le proprie passioni. Alla domanda “l'avete trovato utile?” tutti hanno risposto che è risultato molto utile.

BookTok, quando la lettura fa tendenza

di Giulia Colleoni, Manmeet Kaur e Ginevra Marras, febbraio 2023


Molti adulti pensano che i social siano pericolosi e che influenzino in modo negativo i ragazzi. Ma forse non conoscono BookTok, l’hashtag di TikTok che fa venire voglia di leggere.

Sulla celebre piattaforma di condivisione di video, infatti, non troviamo solo balletti divertenti o sfide pericolose, ma anche consigli di lettura che ottengono migliaia di visualizzazioni e che hanno fatto aumentare le vendite dei libri consigliati. 

I booktoker realizzano video in cui recensiscono, discutono e, soprattutto, esprimono emozioni sui libri che leggono. Talvolta si travestono come i personaggi del libro che vogliono consigliare. Ad esempio, nel caso dei libri fantasy, indossano abiti da maghi, streghe ed elfi. Altri offrono consigli su come riordinare i libri sugli scaffali. Alcuni si limitano a mostrare le copertine dei libri preferiti, altri ancora leggono ad alta voce le frasi che maggiormente hanno colpito il loro cuore.

I libri più citati dai creator sono storie d’amore: “It ends with us ”, “It starts with us”, “Il fabbricante di lacrime”, “Dammi mille baci”. Per chi ama il genere giallo oppure thriller è consigliato “Come uccidono le brave ragazze”.

Questo fenomeno è iniziato pochi anni fa negli Stati Uniti e poi si è diffuso in gran parte del mondo, inclusa l’Italia.

E alla Mazzi?

Abbiamo realizzato un sondaggio per scoprire quanti ragazzi e ragazze della nostra scuola scelgono le loro letture attraverso i consigli di BookTok. 

Dal sondaggio è emerso che solo il 28,7 % di chi conosce TikTok è a conoscenza del fenomeno BookTok.

Abbiamo deciso di intervistare una ragazza che ci ha detto di aver letto alcuni libri consigliati su BookTok. Questa ragazza si chiama Sveva e ha letto molti libri tra cui “It ends with us” e “It starts with us”, che considera stupendi, emozionanti. In realtà Sveva è venuta a conoscenza di questi titoli non direttamente da TikTok, ma tramite il passaparola delle amiche che utilizzano la piattaforma. Non dimentichiamo, infatti, che l’iscrizione all’app è vietata ai minori di 13 anni.

Ci dice Sveva: “ Mia mamma non mi lascia vedere TikTok perché per lei è un social negativo”. Tuttavia, è importante sottolineare che Sveva, prima della scoperta di questi libri, non era solita leggere. La maggior parte dei libri che ha letto  sono di genere “dark romance”, cioè storie d’amore con relazioni spesso complesse, problematiche e contrastate.

Un’altra ragazza che abbiamo intervistato è Manmeet che ha letto “Il Fabbricante di lacrime”.

Dice che lo considera un romanzo bellissimo, intrigante e anche molto emozionante. Anche lei, come Sveva, adora il genere dark romance.

Prima di conoscere questo genere, che ora tanto l’appassiona, leggeva solo fumetti o libri di poche pagine. 

Curiosando tra le librerie del nostro quartiere, abbiamo scoperto che anche le librerie hanno una sezione dedicata ai libri di tendenza su BookTok. Qui accanto trovate una fotografia che abbiamo scattato in una libreria di via San Bernardino. La riconoscete?

La nostra scuola ha una bellissima biblioteca. Siamo ancora troppo piccole per questo social, ma abbiamo realizzato un video simile a quelli che ci sono su TikTok per pubblicizzare i libri che ci sono particolarmente piaciuti.

Ecco a voi il video e un book trailer realizzato da Marianna Bono della 2E del plesso Lotto. 

Cosa ne dite? Vi è venuta voglia di leggere? 


Verso la nostra scelta: incontro con gli ex alunni 

di Kristel Kapidani, febbraio 2023


Ormai siamo a gennaio e per noi ragazzi di terza media è arrivato il momento di prendere un’importante decisione, scegliere la scuola superiore. 

In molti hanno già le idee chiare: sanno per cosa sono portati, cosa gli piace fare e sanno già dove iscriversi.

Altri però hanno difficoltà a scegliere la scuola superiore. E, dato che è una scelta che va presa con molta responsabilità, le nostre professoresse hanno deciso di aiutarci a schiarirci le idee. Hanno organizzato per noi un incontro con degli ex studenti della nostra scuola che adesso frequentano le scuole superiori, per permetterci di confrontarci con loro, che sono già stati nella nostra situazione e sanno come affrontarla.

Così il 16 dicembre noi ragazzi delle terze della Mazzi e della Lotto abbiamo incontrato 25 ex alunni del nostro istituto, a cui abbiamo esposto i nostri dubbi sulla scelta della scuola superiore.

Erano presenti alunni da diverse scuole: licei, istituti tecnici e professionali, IeFP.

Tutti ci hanno parlato delle scuole che frequentano, di come organizzano lo studio a casa e soprattutto del fatto che alle superiori ci sarà richiesto un impegno maggiore rispetto a quello delle medie. 

Mi ha colpito molto una ragazza che ci ha detto che dovremo affrontare tantissime difficoltà. Che ci saranno momenti in cui vorremo mollare tutto, ma non dobbiamo arrenderci: che con costanza, impegno e dedizione riusciremo a superarle tutte. 

L’incontro ovviamente non ha chiarito i dubbi di tutti, ma è stata un’occasione utile per confrontarci con dei ragazzi della nostra età che conoscono l’origine delle nostre insicurezze.

La scuola nel mio PAESE

Un viaggio tra i sistemi scolastici del Mondo nel racconto di chi quelle scuole le ha frequentate o le ha vissute attraverso le parole di familiari e amici.

In questa uscita parliamo di India

di Mahymuna Rahaman, Gurleen Kaur, Manmeet Kaur, Parmeet Kaur, gennaio 2023


Il sistema scolastico indiano ha 4 gradi di istruzione: Infanzia (da 3 a 6 anni), Primaria inferiore (da 6 a 11 anni), Primaria superiore (da 11 a  14 anni) e Secondaria superiore (da 14 a 16 anni).

In India tipicamente la scuola inizia a giugno e finisce ad aprile, ma le date possono variare nei diversi Stati  e in relazione all'ordine scolastico.

Nella scuola indiana l’uniforme è obbligatoria, sia nelle scuole pubbliche sia nelle scuole private. Eh si, in India l'istruzione è pubblica ed obbligatoria fino ai 14 anni ed esistono le scuole English Medium (EM) e Malayalam Medium (MM). Nelle prime, espressione della colonizzazione inglese, i libri sono in Inglese e l'iscrizione costa un bel po'; le seconde sono pubbliche e non sempre adeguatamente organizzate, soprattutto nei villaggi. Ma torniamo all'uniforme: le femmine solitamente indossano una camicia e una gonna, i maschi indossano una  camicia e dei pantaloni  neri o blu, o comunque scuri.

Abbiamo chiesto maggiori informazioni alla nostra compagna Manmeet che ha frequentato alcuni anni scolastici in India. 

Manmeet ci ha raccontato che, rispetto al sistema scolastico italiano, nella scuola indiana se non si svolgono i compiti, se non si studia o non si rispettano le regole, si viene puniti con un bastone di legno o addirittura con gli schiaffi, per poi finire in presidenza con tutta la famiglia. 

In queste scuole solitamente di mattina quando si arriva in classe, ci si reca in cortile, ci si mette in fila e si canta la preghiera della scuola; per pregare si deve avere le unghie tagliate, coprire il capo ed è vietato venire truccati perché è contro le regole.

Si studiano Matematica, Inglese, Hindi, Studi sociali (Storia, Geografia, Economia, Educazione Civica), Scienze (libro unico di Biologia, Chimica e Fisica), Informatica, Educazione fisica. In ogni scuola si deve studiare la lingua del posto, ad esempio se un alunno frequenta la scuola in Punjab studia la lingua Punjabi.

Le lezioni iniziano alle 8:30 e terminano alle 14:30, l'intervallo dura 30 minuti e il sabato e la domenica si resta a casa. A dicembre c'è una settimana di vacanza e ad agosto un mese intero.

Manmeet ci ha anche raccontato "La cosa che non mi piaceva era la punizione che si subiva anche per qualche sbaglio, oltre a quello mi piaceva tutto di quella scuola. E, Sinceramente, mi piace molto di più la scuola Italiana perché qua non hai paura di sbagliare, non hai paura di esprimere le tue e i tuoi pensieri."

La Sant Raghbir Singh AIMS senior secondary school è la scuola frequentata dalla nostra compagna Manmeet

I miei amici animali

di Giulia Colleoni, Ginevra Marras, novembre 2022


Nel tempo il rapporto tra uomo e animali è cambiato fino a trasformarsi in una forma di vera e propria amicizia. Ovviamente ci riferiamo agli animali domestici.

Ci sono persone che trattano il loro animale come una persona: per alcuni è un figlio, per altri un fratello, per molti è comunque parte della famiglia. Ci siamo chiesti come i nostri compagni trattino i loro animali, quanti ne hanno e quali tipologie, se sono animali che si vedono spesso in giro o animali particolari.

I risultati non ci hanno stupito particolarmente  perché la maggior parte dei ragazzi ha animali tradizionali, per esempio cani e gatti, altri hanno pesci, tartarughe, pappagalli  e conigli ma nessuno ha animali esotici come serpenti o scimmie.

Lisa è una delle ragazze che abbiamo intervistato: lei ha un gatto di nome Amur, lo reputa parte della famiglia, ha tre anni ed è libero di andare in tutta la casa.

Poi abbiamo intervistato Gabriele il quale ha un cane di nome Neve, di cinque anni, che ama giocare e ha uno spazio tutto suo in giardino.

Un altro ragazzo della scuola, Federico, ha un coniglio di nome Neo che adora fare i dispetti. Neo ha due anni e può stare dove vuole, in giro per casa.

Marina ci ha parlato del rapporto che ha con il suo pesce di  nome Bau. La loro magica amicizia è nata il 20 dicembre 2021. Bau vive nella sua boccia di vetro, in salotto sopra un tavolino.

Infine abbiamo intervistato Marta,che ha un cane di quattro anni di nome Kira,un pastore tedesco.

Ogni volta che Marta torna a casa Kira le fa le feste, si vogliono un sacco di bene.


“Gli amici veramente fedeli sono gli animali, non tradiscono mai. Li puoi trattare male, ma tornano sempre da te. Non chiedono niente in cambio, soltanto il tuo affetto e un po' di cibo.” 

                                                                                                                            Romano Battaglia

amici animali.mp4

Noi, You Tube e gli You tuber

I più piccoli del Tubo

di Martina Cariccia, novembre 2022


Avete mai sentito parlare dei Baby Youtubers? Si tratta di una tendenza nata in America ma sempre più famosa anche in Italia: bambini influencer, che dedicano la maggior parte del loro tempo alle attività sui social. In molti casi i Baby Youtubers, spinti dalle famiglie, mettono in mostra i loro talenti artistici, ma alcuni si occupano soprattutto di pubblicizzare prodotti con i cosiddetti unboxing (i video di “spacchettamento” che a tutti è capitato di vedere!). Ryan Janeiro, per esempio, ha 30 milioni di followers (più degli abitanti dell’Australia!) e nella sua carriera su YouTube ha guadagnato più di 250 milioni di dollari: non sarà un po’ eccessivo per un ragazzino di undici anni?

Guadagnare spacchettando regali con video di pochi minuti può sembrare il massimo, e tanti altri ragazzini o bambini hanno cercato di imitare Ryan. Ma se sei uno youtuber professionista devi mantenerti attivo, condividendo sempre nuovi video e rispondendo ai commenti dei tuoi followers: se non ci fosse partecipazione, il canale fallirebbe, e questo costringerebbe i bambini con molti iscritti a stare attaccati allo schermo per troppo tempo. 

Questo schermo luminoso parlante del resto attrae anche i bambini che non hanno un canale, e sono piccoli per capire che l’eccesso di social fa male. Dovrebbero essere i genitori a impedire ai propri figli di abusarne, ma in certi casi non è così: sono i genitori a fare scoprire il mondo dei social, e addirittura a volte il telefono è considerato una specie di babysitter che “fa stare buoni” i bambini. Meno male che, quando io ho il pc acceso troppo tempo, la mia famiglia mi manda a giocare fuori! 

Lotto e You Tube

di Jacopo Gavoci, novembre 2022


Per capire come i ragazzi usano YouTube, abbiamo intervistato molti alunni della Lotto, precisamente tre per classe, e siamo rimasti sorpresi da alcune risposte su come viene usato questo social.

Leggendo l’articolo di Martina sui Baby Youtubers, per esempio, pensavamo che i nostri compagni passassero molto tempo su YouTube. Invece sembra che nessuno dei nostri intervistati passi più di due ore sul social! (Ma avranno detto tutti la verità?)

I contenuti sono i più vari e non sempre quelli che ci saremmo aspettati. Abbiamo scoperto una ragazza di prima con la passione dei giochi di combattimento, e una di seconda che usa YouTube per cercare contenuti sui fantasmi… insomma, le ragazze della Lotto non sono tipe da canali di cucina!

Abbiamo anche chiesto ai nostri compagni se siano interessati a diventare youtuber: per scoprire quanti abbiano questo sogno, e cosa preferirebbero fare gli altri, vi invitiamo a leggere i nostri grafici e a guardare le interviste. Vi anticipiamo solo che abbiamo trovato un compagno che preferisce i gatti veri a quelli dei video, e vorrebbe fare il veterinario.

E gli altri social? Se vi interessa ascoltare altre interviste come queste, ma su TikTok o Instagram, fatecelo sapere e noi indagheremo!

You Tube e dintorni: parola ai nostri compagni.mov

Interviste a cura di Martina Cariccia, Alberto Colella , Jacopo Gavoci e Francesco Signanini.  Montaggio a cura di Serena Salazar

Qualche Numero


La mia Maestra 3.0

di Francesco Signanini, novembre 2022


La maestra YouTuber, fantasia o realtà? Vi sembrerà strano ma esistono anche gli insegnanti che usano You Tube per aiutare noi studenti ad imparare meglio.  Ed è per questo che ho deciso di intervistare la maestra Gisella Borgonzoni. Una maestra 3.0 con tanto di sito internet e canale Youtube.

La mia mitica maestra, per aiutarci ad imparare alcuni concetti matematici con più facilità, ha creato un suo canale: un modo per incuriosirci con video in perfetto stile You tuber…come darle torto! Il canale contiene video sulla geometria, l’aritmetica, il coding. Stessa cosa il sito. Tutto è presentato sotto forma di gioco, tanti disegni colorati, simpatici e carini. 

Per noi alunni il  vantaggio di avere un canale youtube di riferimento vuol dire avere un archivio dove trovare i contenuti, sempre a disposizione, anche da casa. 

Ma quali sono i trucchi di un maestro youtuber? La maestra Gisella ce ne ha raccontato qualcuno: come rendere un canale accattivante, come ha imparato a montare i video e tante altre cose. Per saperne di più  guardate l'intervista e mi raccomando iscrivetevi al suo canale youtube, link qui sotto!!!

Intervista alla maestra Gisella Borgonzoni.mov

Montaggio video a cura di Serena Salazar

Canale You Tube

Guerra e Pace

di Jada Islam e Pietro Bortolozzo, novembre 2022


Il 24 febbraio 2022 il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha invaso l’Ucraina dando il via all’operazione, come ama definirla, di “smilitarizzazione” del Paese. I carri armati russi sono entrati nella capitale e in altre città. Nelle prime settimane del conflitto, nonostante il grande numero di armamenti e soldati, l'avanzata dei russi si è dimostrata molto più complicata del previsto a causa della decisa resistenza ucraina e forse di qualche problema organizzativo tra le file dei russi.

Con il trascorrere dei giorni l'intensità degli attacchi russi è aumentata, non sono stati risparmiati ospedali, scuole, supermercati, linee elettriche e telefoniche, così molti civili ucraini sono stati costretti a fuggire e rifugiarsi in altri Paesi.

La comunità internazionale ha dimostrato, sin da subito, solidarietà verso il popolo ucraino. Raccolte di cibo, medicine, abbigliamento e beni primari non si sono fatte attendere.

Nell’articolo che segue gli alunni delle classi quinte dell’anno scolastico 2021-2022 e le loro maestre hanno condiviso con noi delle bellissime riflessioni sulla guerra e l'importanza della cura e della vicinanza, anche quando non è possibile prendersi per mano.

Alla scoperta del valore della pace…anche parlando di guerra 

le maestre e gli alunni delle classi 5A e 5B della scuola primaria Biffi, anno scolastico 2021-2022


Com’è bello entrare in una scuola fuori orario e scoprire che i bambini in un certo senso sono ancora tutti lì. Presenti e colorati, saggi e determinati, eloquenti e silenziosi al tempo stesso. Loro non ci sono, perché la scuola è finita da un’oretta, ma la loro presenza la cogli ed è un’emozione vera.

Lungo i corridoi della nostra scuola primaria si rincorrono cartelloni coloratissimi e si raccontano storie. Storie, non favole. Storia di vita, perché quello che appare evidente è che dietro ogni foglio, ogni sagoma o cartello, c’è la storia di un’attività coinvolgente, di un percorso che ha lasciato il segno. Di riflessioni, commenti e propositi che rimarranno nel loro cuore. Anche quando per riflettere sulla pace si è costretti a ricordare che la guerra esiste.

Del resto, come ignorare che anche i bambini sono immersi in una realtà che parla di dolore e di morte?

Come coinvolgerli in un percorso che, pur partendo dal dramma che l’Ucraina sta vivendo, li aiuti ad individuare anche nel loro vissuto i pretesti dei piccoli o grandi conflitti interpersonali e, di conseguenza, le occasioni mancate del vivere in pace?

Partendo da questo presupposto, la maestra referente della Biffi ha avuto un’idea. Far scoprire il valore della pace, parlando anche delle piccole guerre di cui siamo tutti un po’ responsabili. Ovunque e ogni giorno. Certo, sono piccoli conflitti, questioni che non hanno bisogno di armi potenti per ricomporsi. In questo i bambini sono migliori dei grandi. Risolvono prima, dimenticano in fretta. 

Ma che la guerra ci sia, che ogni tanto (o purtroppo, ogni poco) scoppi da qualche parte del nostro pianeta, è un dato di fatto. Ignorare non serve. Informare, far riflettere, educare, far emergere sentimenti positivi: queste sì che sono occasioni che la scuola non può perdere.

Con l’approvazione convinta del Dirigente Scolastico, il progetto prende forma.

Tutte le classi sono coinvolte, ciascuna secondo lo specifico di età diverse che assorbono in modo diverso ciò che accade. Tutti in prima linea, maestre comprese, a difendersi con armi tenere come possono essere disegni, brevi poesie, piccoli messaggi. No, la guerra non la vogliamo. Noi a scuola veniamo anche ad imparare la pace. 

Eccole le proposte degli scolari della Biffi. Dal planisfero, “incerottato” da un imperativo molto esplicito, che diventa quasi un sole, si irradiano messaggi potenti, in un cielo (bianco) in cui spicca la parola più importante: pace. Scritta in tante lingue diverse, come diverse sono le provenienze di questi bambini.

Dev’essere entusiasmante scoprire che a volte basta saper dare il “la”, cogliere l’occasione, offrire l’input corretto per far nascere cammini educativi che vanno oltre il programma…

Quanta creatività sanno mettere in campo i bambini quando qualcosa li tocca profondamente. Si inventano pure la pozione per la pace, una magica pozione che vorrebbero offrire a quanti sono ammalati di desiderio di potere e non sanno evitare le guerre. Nel flaconcino che contiene la pozione sono racchiuse solo parole belle: speranza, bellezza, serenità, famiglia, cuore, colori, amore…Parole trasformate in medicina cui è stato affidato il compito di sconfiggere le parole che non ci piacciono: razzismo, guerra, egoismo…, relegate sul fondo del disegno e pronte ad essere “guarite”.

Sono pieni di impegno e di significato i cartelloni che la Biffi conserva tra le sue mura per accompagnare questi bambini durante il loro percorso scolastico in cui quest’anno è comparso un nuovo “nemico”. Per due anni l’abbiamo chiamato Covid, pandemia, didattica a distanza, contagio e quarantena. Da due mesi ne abbiamo scoperto un altro, inatteso e si chiama guerra.

La guerra, scrivono i bambini sui loro cartelloni, è un male, fa paura. Causa fame e povertà. Distrugge. Fa morire persone innocenti, le costringe a scappare all’improvviso, a lasciare tutto, a cercare la salvezza altrove. Dove? Anche qui da noi dove stanno arrivando profughi impauriti. I bambini lo sanno bene, perché tra di loro ci sono anche compagni ucraini e sono in arrivo nelle loro classi anche bambini fuggiti dalla loro terra.

È questa consapevolezza, questo toccare quasi con mano e sentirsi parte dello stesso mondo che ha aperto le porte alla solidarietà. Due scatoloni rivestiti di giallo e di azzurro, i colori della bandiera ucraina, hanno raccolto per alcuni giorni materiale vario, indispensabile per affrontare l’emergenza e per soccorrere chi è ancora in situazioni precarie e pericolose: alimenti, prodotti per bambini, pannolini, giocattoli. 

Una gara di solidarietà? Forse. O forse niente gara, solo tanto cuore. E quando l’iniziativa della raccolta è terminata, un furgone guidato da una delle maestre e carico di questo affetto concreto, è partito per Curno, dove l’associazione Zlaghoda in un capannone ha raccolto e continua a raccogliere quanto moltissimi bergamaschi ogni giorno offrono per aiutare un popolo sfortunato.

Bel lavoro, bambini e maestre della Biffi! Se dalla guerra si impara il cammino della pace e se durante il cammino si riesce a far nascere la solidarietà, il risultato è ottimo. E si scopre di aver dato vita a una preziosa occasione per crescere. Insieme. 


La Pace non è un sogno: può diventare realtà, ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare" .                                                                                                               Nelson Mandela

La scuola nel mio PAESE

Un viaggio tra i sistemi scolastici del Mondo nel racconto di chi quelle scuole le ha frequentate o le ha vissute attraverso le parole di familiari e amici.

In questa prima uscita parliamo di Ucraina

di Giulia Colleoni e Sveva Di Renzo, novembre 2022


Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina molte famiglie sono migrate verso paesi europei; ad oggi circa 200.000 persone sono arrivate in Italia.

Nella nostra scuola, la secondaria di I grado Mazzi, ci sono nove alunni ucraini: sette di questi sono arrivati a causa della guerra.

Abbiamo posto ad alcuni di loro qualche domanda per conoscere meglio il sistema scolastico in Ucraina.

Daryna e Yurii sono di Kiev, Karyna di Mariupol e Andrii di Vinnycja. Tutti frequentavano una scuola pubblica. La prima cosa che ci ha colpito è il numero di alunni per classe. La classe di Dariina, per esempio, contava ben 40 alunni.  Inoltre la scuola, a differenza della nostra, è obbligatoria dai 6 ai 18 anni. 

L’orario scolastico è strutturato in modo molto diverso rispetto al nostro: 7 lezioni al giorno da 45 minuti ciascuna intervallate da una pausa di 15 minuti, dal lunedì al venerdì. Può sembrare strano: gli piaceva andare a scuola. Durante le pause potevano recarsi nelle aree condivise come la biblioteca, la caffetteria e la mensa.

Nella scuola di Daryna e Karyna c’era soltanto una palestra molto grande, invece la scuola di Andrii aveva due palestre e quella di Yurii aveva addirittura una piscina. C’erano attività extra-scolastiche come: musica, calcio, pallavolo, basket, danza…

La materia preferita di Daryna era biologia e quella di Karyna geometria.

Daryna e Karyna sono nostalgiche; della vecchia scuola mancano soprattutto gli amici. Della nostra scuola, invece, apprezzano soprattutto gli insegnanti.

Parola ai nostri compagni ucraini

Sistema scolastico Ucraino.mp4

Stramazzi 2022

di Marta Poloni e Mahnmeet Kaur, novembre 2022


Nuovo anno scolastico, nuova edizione della mitica Stramazzi! Eccoci qui a raccontarvi la nostra giornata in compagnia. 

Ritrovo nel cortile della Scuola Secondaria Mazzi alle ore 8:30, tutti insieme con la nostra maglietta della Stramazzi 2022, ad attenderci due percorsi: il più corto per chi ha preferito fare una camminata tranquilla senza fretta attraversando città Alta, mentre per i più temerari un percorso un (bel) po' più lungo, che oltre a passare per città Alta, attraversa anche  il percorso dei Vasi, immerso nella natura.

Abbiamo scelto di essere temerari e abbiamo affrontato 14 km alla scoperta della nostra Bergamo e di Città Alta. Abbiamo potuto ammirare il magnifico borgo medievale, circondato da mura veneziane del XVI secolo, Porta San Giacomo -la più bella delle porte di accesso dalle mura costruita nel 1592-, Piazza del Duomo, la Basilica di Santa Maria Maggiore che risale alla seconda metà del XII secolo ma che al suo interno è decorata in stile barocco, la Cappella Colleoni, Piazza Vecchia e infine la Cittadella.

Senza dimenticare il percorso dei Vasi, la vera scoperta di questa giornata! Immerso nella natura, si trova nel versante settentrionale del parco dei Colli, nel punto in cui scorre il torrente la Morla; ad un certo punto del percorso corre l’acquedotto dei Vasi, che venne costruito durante l’epoca romana per necessità di un rifornimento idrico agricolo, domestico e industriale.

Nel tragitto ci siamo imbattuti in un edificio imponente posto nel bel mezzo di una distesa verde: si tratta dell’ex Monastero di Valmarina, risalente al 1150, che oggi ospita la Direzione e gli uffici tecnici del Parco dei Colli di Bergamo. 

Insomma, anche quest’anno la mitica Stramazzi, organizzata dall’associazione genitori che ringraziamo tantissimo, ci ha offerto una giornata di condivisione e scoperte, permettendoci di passare del tempo con amici, famiglie e insegnanti e di mangiare del buon cibo preparato dagli Alpini.

Gita ad Astino

di Maria Gargiulo, maggio 2022


Il 26 aprile le classi 1°A e 1°C della Mazzi, sotto la supervisione dei professori, sono andate a fare una gita al monastero di Astino. Il monastero si trova nella splendida Valle di Astino, al confine con il quartiere di Longuelo. Il monastero fu fondato intorno al 1070 dai monaci Vallombrosani. 

Siamo partiti da scuola a piedi alle 8.30 circa del mattino. Purtroppo il tempo non ci ha permesso di goderci a pieno tutta la gita. Invece che un sole che batteva in alto nel cielo, ci ha accolti una giornata piovosa e grigia. Noi ragazzi però ci siamo comunque divertiti a camminare sotto la pioggia, perché, quando i professori ti offrono un’uscita fuori scuola, ti va bene qualsiasi cosa. Siamo arrivati tutti a destinazione alle 10.00 e per molti la passeggiata è stata la parte più bella della giornata, altri invece hanno preferito le attività proposte. Alcuni tra i ragazzi hanno fatto da guida, raccontando la storia del monastero e descrivendo il contesto. Dopo la spiegazione ci siamo divisi in gruppi e abbiamo iniziato la caccia al tesoro, che consisteva nella ricerca di alcuni elementi caratteristici del monastero. Abbiamo poi fatto merenda sotto i portici del bar (al momento chiuso), d'altronde dopo più di un’ora di camminata ci voleva proprio un po’ di relax! 

Siamo tornati sotto gli archi della chiesa del Santo Sepolcro dove si è tenuta un’attività di meditazione guidata dalla prof. di motoria, Laiso; abbiamo immaginato di essere un fiore e di vivere un'esperienza sensoriale. Infine abbiamo ammirato il paesaggio di fronte a noi e abbiamo provato a riprodurlo con il carboncino sulla carta guidati dalla prof. di arte, Benedetta Epis. 

Per tornare a scuola abbiamo camminato altri 20 minuti sotto la pioggia e abbiamo concluso il tragitto in autobus. Abbiamo chiesto ai nostri compagni di classe di parlarci di questa esperienza: 

GINEVRA MARRAS (1°C) Cosa ti è piaciuto di più della gita? E perché? Il mio momento preferito è stato il momento artistico con la prof. Epis perché in quel momento eravamo tutti insieme e abbiamo potuto dialogare senza interruzioni. 

DANIIL PALUYAN (1°A) Ti è piaciuta la gita ad Astino? Perché? Mi è piaciuta molto perché non abbiamo fatto lezione a scuola ed è stata un'avventura divertente.

Foto da Concetta Mastrangelo
Foto da Concetta Mastrangelo

Solo una parola

incontriamo Matteo Corradini

di Elena Prandi, Emma Arnoldi, Silvia Santini, febbraio 2022


La Biblioteca Tiraboschi ha organizzato per la Giornata della Memoria, per tutte le classi seconde e terze dei plessi Mazzi e Lotto, un incontro con l’autore Matteo Corradini.  

Matteo Corradini è un ebraista, cioè uno studioso di cultura ebraica. Si occupa di didattica della memoria ed è autore di libri sulla Shoah, tra i quali “Luci nella Shoah”, “La repubblica delle farfalle”, “Solo una parola”.

Matteo Corradini ha cercato di coinvolgerci rivolgendoci domande e interagendo con noi, nonostante fosse difficile online. 

Come prima cosa ci ha chiesto se avessimo mai incontrato un ebreo nella nostra vita e come si presenta per noi un ebreo, fisicamente e anche nel modo di vestire.

La maggior parte di noi ha provato a descriverlo pensando indossasse la kippah (un copricapo che mettono gli ebrei maschi quando entrano in luoghi sacri come forma di rispetto), una tunica, che portasse una lunga barba e i sandali. Corradini ci ha spiegato che, a dire la verità, gli ebrei si vestono generalmente come tutti e non sono distinguibili dagli altri. Proprio per poterli distinguere, e trattare in modo diverso dagli altri, durante la Seconda guerra mondiale i nazisti faranno cucire sui vestiti degli ebrei una stella di David gialla. In Italia, invece, durante il regime fascista, non fu imposto nessun segno di riconoscimento, ma anche qui gli ebrei sono schedati attraverso un censimento. Questo venne effettuato nel 1938, quando vennero promulgate le leggi razziali, che escludevano gli ebrei da ogni attività pubblica.

Corradini ci ha fatto riflettere sul fatto che i nazisti e i fascisti hanno preso una parola normale, come “ebreo”, e l’hanno trasformata in un insulto. Quella parola veniva utilizzata con un tono di disprezzo, sminuendo sempre di più le persone ebree agli occhi degli altri. Oggi, appena qualcuno ci insulta, proviamo subito a difenderci dicendo che non è vero, ma se qualcuno diceva “ebreo” ad una persona che effettivamente lo era, quest’ultima non poteva difendersi. 

Questo intervento ci ha messo in guardia del pericolo che “solo una parola”, come recita il titolo di un libro di Corradini, se detta con l’intenzione di offendere, possa trasformarsi in una persecuzione, come è successo nel caso degli ebrei. 

Agganciati alla vita!

di Kristel Kapidani, Serena Salazar, Marta Poloni e della 2^B, febbraio 2022


“Normodotato”, questa parola ci ha fatto pensare molto ultimamente. Essere normodotati significa non avere disturbi né fisici né psichici. 

Nel mondo siamo 7 miliardi e 800 milioni di persone; 1 miliardo e 200 milioni di queste non sono normodotate. 

Ognuno di loro ha una propria storia da raccontare, ma a noi ha particolarmente colpito quella di Mauro Bernardi.

Mauro è un signore con una storia triste che allo stesso tempo ti permette di trovare un bagliore di luce anche quando siamo immersi nell’oscurità.

Oggi Mauro è un istruttore di sci per persone con varie forme di disabilità.

Mauro nasce normodotato ma nel 2005 alla sola età di 28 anni subisce un incidente che lo cambia per sempre. 

In seguito all’incidente Mauro perde molte funzioni fisiche come quella dell’uso delle gambe.

Durante l’incidente si era schiantato contro un camion che trasportava bottigliette d’acqua e una bottiglia era finita nel camion di Mauro. Sua moglie, pensando che fosse sua, gliela portò in ospedale e gli disse che non bisogna vedere la bottiglia mezza vuota, che lei la vedeva pienissima e lo amava comunque. Ciò gli fece capire che, anche se non poteva camminare, poteva fare altre cose. 

Da quel momento Mauro si promise che sarebbe andato a raccontare la sua storia a ragazzi, come noi, per far capire loro il vero valore della vita e di ciò che si possiede.

Dopo averci raccontato la sua storia, siamo scesi in palestra, dove ci ha proposto di giocare a basket, ma in un modo un po’ originale. Ad ognuno di noi è stata assegnata una pettorina che determinava la disabilità che ci sarebbe capitata; Mauro non ci ha fatto scegliere la disabilità per farci capire che nessuno può scegliere la propria disabilità nella vita, se non il destino.

Ci siamo divisi in due squadre: in ogni squadra c’erano un cieco, uno senza gamba, uno senza braccio, uno sulla sedia a rotelle e un “normodotato”; ovviamente c’erano delle regole che permettevano a tutti di essere alla pari con gli altri.

Mettendoci nei panni di queste persone abbiamo capito che essere “normodotati” non è tanto scontato e quanto siamo fortunati ad esserlo.

Al termine dell’incontro ci ha regalato dei portachiavi con scritta la frase “Agganciati alla vita!”. Questa frase ci fa riflettere sul modo in cui dovremmo affrontare le cose: sempre con positività anche quando tutto sembra andar male. Che con la forza di volontà tutto può trasformarsi in qualcosa di positivo.

Questa storia ci ha fatto comprendere che le persone che superano gli ostacoli nella vita sono davvero guerriere.

Tragico incidente in cui è rimasto coinvolto Mauro Bernardi

Un portachiavi per ricordare di rimanere sempre "agganciati alla vita"!

Biblioteca d'Istituto

la nostra casa del libro e della lettura


di Giulia De Mattia e Anna Taramelli, febbraio 2022

La biblioteca scolastica Mazzi nasce dall’idea del Dirigente e di alcuni docenti di creare a scuola uno spazio dedicato alla lettura, un luogo che permetta all’alunno di avere un contatto diretto e spontaneo con il libro. Infatti la formazione scolastica e personale, lo sviluppo intellettivo e l’identità dello studente possono essere rafforzati dagli stimoli che offre la lettura. 

Per allestire la biblioteca è stato selezionato un ambiente luminoso e abbastanza capiente che potesse contenere una classe di 23/24 alunni-lettori. Lo spazio è stato arredato con scaffalature nuove, tavoli colorati e un divanetto a emiciclo, perché l’intento che ha guidato le scelte estetiche degli arredi è stata la volontà di realizzare un ambiente che avesse una funzione diversa da quelle che si svolgono in una comune aula.

La biblioteca presenta vari generi letterari per distinguere i quali è stata scelta la differenziazione per colori. Ogni libro presenta un bollino colorato che richiama un determinato genere  letterario. Per orientare il lettore nella scelta del libro e rendere esplicito il criterio utilizzato sarà esposta una segnaletica a colori dove ogni genere letterario  sarà  abbinato a un colore diverso, verde per l’ avventura, oro per mitologia…

Il livello di difficoltà, però, non è rappresentato dai bollini colorati, ma può essere dedotto dalla fascia di età cui è rivolto il libro, riportata sulla copertina di alcuni libri.

Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda alla bibliotecaria Maria Gabriella Calì, la quale, con grande professionalità e gentilezza,  ci ha illustrato ulteriormente l’organizzazione della biblioteca, dicendoci che, oltre alla biblioteca fisica, esiste anche una biblioteca online alla quale si accede dal sito istituzionale della scuola o direttamente al link https://icmazzi.infoteca.it/ricerca/semplice. In questo modo sarà possibile consultare il catalogo da casa e accedendo all'area riservata prenotare il libro che ci interessa. Nel giro di qualche giorno il libro arriverà direttamente in classe. Per avere le credenziali per accedere all'area personale del catalogo bisogna recarsi in biblioteca e tesserarsi. 

La biblioteca può diventare anche uno spazio dove gli alunni si riuniscono per svolgere i compiti o preparare ricerche, rispettando una serie di regole che assicurano il buon funzionamento della biblioteca.

Per ampliare l’offerta di libri agli alunni, la scuola ha riservato dei fondi per l’acquisto di nuovi libri. La commissione biblioteca ha approntato un elenco di libri che spazia dall’avventura al graphic novel, al giallo, al fantasy, al romanzo storico, alla fiaba, alla letteratura straniera etc. i cui destinatari sono bambini e preadolescenti. Quanto alla disponibilità di acquistare nuovi generi letterari va detto che, da un confronto con il catalogo di alcune biblioteche pubbliche cittadine, risulta che nella nostra biblioteca sono rappresentati svariati generi letterari. Ciò non esclude la possibilità di includere nuovi generi,  perché l’obiettivo di fare leggere tutti implica la necessità di attrezzarsi per rispondere ai gusti letterari più diversi.

Non è possibile, però, ordinare dei libri che la biblioteca non possiede,  perché non è in rete con altre biblioteche e non può effettuare interscambi librari.

La biblioteca è frequentata esclusivamente dagli alunni dell’istituto Mazzi e dalle loro famiglie. Non è aperta al pubblico.

La biblioteca ospiterà anche incontri di studio e le iniziative formative che la commissione biblioteca promuoverà per favorire e diffondere l’attività di lettura.

Inoltre, in biblioteca, ci sarà la bibliotecaria pronta per rispondere a tutti i quesiti dei lettori. A tal proposito riteniamo importante riportare il pensiero della prof.ssa Calì che alla nostra domanda “Si aspetta grandi cose da questa biblioteca?” ha così risposto:

 “Mi aspetto che la presenza della biblioteca a scuola diventi una priorità nell’attività didattica a cui fa da supporto, una risorsa di cui ragazzi e docenti possono disporre, il luogo dove gli alunni scelgono liberamente i libri, senza imposizioni, seguendo i propri interessi, dove continua e si consolida il processo della loro formazione culturale e personale…

Ritornando col pensiero al 2020, l’anno cruciale della pandemia, delle restrizioni, dell’isolamento in casa, dove il tempo è sembrato fermarsi, in molti hanno riscoperto il piacere della lettura: il libro ha valorizzato il tempo trascorso in compagnia delle storie e ha salvato dalla sensazione di non senso del tempo vuoto. Nel libro alcuni hanno trovato entusiasmo ed energia per sperare in un mutamento positivo. E quando siamo ritornati a condizioni di quasi normalità l’attaccamento di molti al libro ha dato nuovo impulso alle biblioteche, di cui si è compresa l’importanza  in quanto luoghi indispensabili di nutrimento dello spirito specie in tempi bui…”

Insomma, questa biblioteca è utile per aiutare gli alunni ad immergersi nel mondo della lettura e sicuramente fornirà grandissime soddisfazioni.

Attenti alla strada!!

incontriamo Alessio Tavecchio

di Silvia Santini, febbraio 2022


Il giorno 16 dicembre 2021 abbiamo assistito a scuola ad un intervento di Alessio Tavecchio, riguardante l'educazione stradale. 

Alessio è sulla sedia a rotelle da quando era giovane per via di un incidente stradale sul motorino. Il suo incidente è avvenuto per via di una distrazione. Purtroppo, le distrazioni alla guida avvengono molto frequentemente per la strada e causano problemi a chi si distrae, e di conseguenza anche a tutti gli altri per la strada nel momento della distrazione. Esse sono la causa del 60% degli incidenti, ci ha spiegato Tavecchio. Distrazioni anche solo di un secondo sono costate care a molte persone, come ad Alessio che non può più muovere le gambe. Tutto questo perché un secondo alla guida vale tantissimo: pensate che in un secondo, in movimento, percorriamo circa quattordici metri. In quattordici metri potrebbe succedere di tutto! Per questo è importantissimo quando si sta alla guida di un veicolo guidare e basta, non guidare e guardare il telefonino o fare altre cose.

Alla guida del motorino è consigliato proteggersi due parti del corpo che nessun medico è in grado di curare e fare tornare "a posto": la testa e la schiena (Alessio, infatti, si è rotto il midollo spinale e ora non può più camminare). Per proteggere queste due parti importanti del nostro corpo esistono delle protezioni efficaci se usate nel modo corretto: il casco e una protezione per la schiena. Il casco deve essere allacciato correttamente per strada, altrimenti diventa inutile e anche dannoso dato che in un incidente potrebbe anche spezzarci il collo! Il proteggi schiena, invece, è una sorta di corazza da mettere sotto il giubbotto che ci protegge in caso di urto. 

Alessio ci ha spiegato queste cose perché l'anno prossimo noi potremo avere un motorino e dobbiamo essere pronti a usare questo mezzo in maniera consapevole. Ciò che ci può salvare è la consapevolezza del pericolo che si corre per strada e che bisogna utilizzare sempre le protezioni giuste.

La seconda parte dell'intervento è stata molto emozionante. Alessio ci ha spiegato come ha fatto a ritrovare la voglia di mettersi in gioco e di continuare a vivere dopo il grave incidente. Ci ha raccontato come, inseguendo l'unico desiderio che aveva, ossia ritornare ad usare le gambe, ne abbia realizzati tanti altri e abbia scoperto tante altre passioni che non avrebbe mai pensato di realizzare. Infatti, Alessio è diventato un campione olimpico di nuoto e ha scritto un libro. Ha realizzato uno dei suoi progetti di vita più grandi: ha creato una famiglia e ora sta realizzando un parco ecosostenibile. Ha reso la sua esperienza un lavoro: incontra vari ragazzi e adulti per raccontare la sua esperienza e le regole della strada, per non permettere che ad altri succeda ciò che è successo a lui.

Alessio Tavecchio è la dimostrazione di cosa si può fare con tanta forza di volontà.

Spero che questo intervento venga proposto in tutte le scuole per fare sì che la strada diventi un posto più sicuro per tutti e che tutti diventino consapevoli della strada e di tutti i suoi pericoli.

Un nuovo abbecedario

di Teresa Gianola, dicembre 2021


È da pochi mesi che hanno dipinto un murale molto bello nella nostra scuola- la secondaria di I grado Mazzi- si trova tra la biblioteca e la mia classe, la 1A. È stato interessante vedere gli artisti all’opera, sono arrivati al mattino e alla fine della mattinata avevano già terminato il lavoro.

Nel disegno si possono vedere delle persone, sagome di uomini e donne, legate da fiori e rami. Ciascuno è connesso  all'altro attraverso la mente, il cuore e l'anima, proprio come accade in Amicizia, Dignità ed Empatia. Sono stata sorpresa di scoprire che queste parole fanno parte di un abbecedario di comunità che ha preso vita sui muri delle scuole della provincia Bergamasca grazie al progetto Erre2-Risorse di Rete.

Sono in totale sette murales nati da un’idea degli artisti Lisa Gelli e Nicola Alessandrini che, tornando dalla Tanzania, hanno voluto condividere con noi l’idea che hanno visto nelle scuole di quel paese: muri decorati di abbecedari per trasmettere il sapere attraverso un linguaggio iconografico. Gli artisti hanno scelto tre lettere per ogni scuola e le parole sono state individuate dai ragazzi delle scuole tramite questionari e incontri. Queste parole ci raccontano il mondo per come lo vediamo noi ragazzi e la cosa più bella è che adesso, le sette scuole che partecipano al progetto, sono collegate attraverso questo abbecedario artistico.

È meraviglioso sentirsi parte di questa comunità.

Tempo di scelte

di Elena Prandi, Emma Arnoldi, Silvia Santini, dicembre 2021


Tra meno di un mese, i ragazzi di terza media dovranno fare una scelta molto importante che, in parte, determinerà il loro futuro professionale e lavorativo: la scelta della scuola superiore.

Le possibili scuole tra cui poter scegliere sono molte: dai corsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP), dove è presente più attività pratica, agli istituti professionali, gli istituti tecnici e i licei, dove lo studio diventa via via sempre più teorico.

Per poter scegliere è importante capire quali sono i nostri interessi e che cosa sappiamo fare meglio, poi bisogna informarsi sulle scuole che potrebbero fare al caso nostro. Possono aiutarci nella scelta anche i consigli degli insegnanti e le attività di orientamento organizzate dal territorio. Detta così la scelta sembra una cosa semplice, ma la realtà è un po’ diversa. Certe volte capire sé stessi e i propri interessi può essere complicato. Ci sono ragazzi che ancora adesso sono disorientati e non hanno una minima idea di quale scuola potrebbe fare al caso loro. C’è anche chi è indeciso tra due o più scuole e non riesce a scegliere. Naturalmente c’è anche chi, invece, ha già le idee chiare.

Per capire qual è la situazione complessiva nel nostro istituto, quanti ragazzi sono ancora indecisi e quanti già orientati, abbiamo effettuato un sondaggio rivolto a tutti gli alunni delle terze medie del plesso Mazzi e del plesso Lotto. 

Che le risposte abbiano inizio!

La maggior parte degli studenti (54%) ha già scelto la scuola superiore ed è sicura della sua scelta; una piccola percentuale (4%) è ancora molto confusa e disorientata; mentre la parte restante (42%) ha scelto, ma ha ancora dei dubbi. 

Gli alunni già orientati hanno anche indicato il tipo di scuola che vorrebbero frequentare: il 39,2% degli studenti vorrebbe iscriversi ad un istituto tecnico; il 23% ad un istituto professionale; il 20,3% ad un liceo; il 12,2% ad un corso IeFP. 

Nella classifica dei licei più gettonati, al primo posto c’è il liceo artistico, al secondo posto il liceo scientifico, seguito a pari merito dal liceo delle scienze umane e dal liceo scientifico scienze applicate. All’ultimo posto si trova il liceo scienze umane opzione economico sociale. Nessuna persona del sondaggio ha scelto il liceo classico, il liceo linguistico, il liceo musicale e il liceo scientifico indirizzo sportivo.

Gli istituti tecnici più votati sono stati Amministrazione, Finanza e Marketing (18,2%), a pari merito con Meccanica e Meccatronica. Al secondo posto, a pari merito con il 15,2%, Grafica e Comunicazione ed Elettronica ed Elettrotecnica. Al terzo posto (12,1%) l’indirizzo Turismo, a pari merito con Informatica e Telecomunicazioni. 

Tra gli studenti che hanno scelto un istituto professionale, la maggioranza andrà all’indirizzo Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera. A seguire, con 23,1%, si trova l’indirizzo Sanità e Assistenza sociale; con il 15,4% c’è l’indirizzo Servizi Commerciali. 

Chi ha scelto l’opzione IeFP ha indicato Operatore grafico, Estetica e benessere, Operatore meccanico, Riparazione a veicoli a motori e infine Operatore informatico. 

Ai ragazzi è stato anche chiesto se il tipo di scuola scelto è lo stesso che è stato consigliato loro dai professori e il 63,5% ha risposto sì. A chi ha ricevuto un consiglio diverso è stato chiesto se lo seguirà oppure no, e la maggior parte ha detto che non seguirà il consiglio degli insegnanti ma farà ciò che aveva già in mente. 

Ad una domanda specifica su cosa conta di più nella scelta, gli studenti hanno detto che contano soprattutto le proprie capacità e i propri interessi, ma anche il consiglio degli insegnanti e dei genitori.

La scuola ha informato gli alunni e le loro famiglie di alcune attività orientative proposte dal territorio, come quella dell’Informagiovani, a cui hanno partecipato - da quello che possiamo apprendere dal sondaggio - 24 alunni e 19 genitori. La maggioranza degli studenti coinvolti ha trovato queste attività abbastanza utili. 

Più del 70% del campione intervistato pensa che anche le attività di orientamento organizzate dalla scuola siano state abbastanza efficaci.

Infine, abbiamo chiesto agli alunni come migliorare l'orientamento a scuola e sono emersi dei consigli interessanti. Alcuni hanno proposto di presentare in classe più scuole superiori; altri di andare ad un open day con la scuola; altri ancora pensano che sarebbero utili colloqui faccia a faccia con gli insegnanti, per permettere ad ogni singolo alunno di esprimere i propri dubbi.

Con questo sondaggio siamo riuscite a dare voce agli alunni, che hanno parlato di uno degli argomenti più importanti della terza media. Nonostante alcuni di loro siano ancora indecisi e disorientati, auguriamo a tutti di affrontare la scelta con serenità e di trovare la propria strada.

La corsa campestre

di Augustine Sharon, Merlusca Sara, Scarpellini Francesca, Zainab Amrani, dicembre 2021


Quest'anno, dopo l’interruzione dell’anno scorso dovuta al covid, è tornata la corsa campestre.

Si è svolta il 4 dicembre al parco della Malpensata, con protagonisti gli alunni del plesso Mazzi e quelli del plesso Lotto.

Come abbiamo vissuto questa esperienza? Ecco le impressioni di alcuni partecipanti, raccolte prima che iniziasse la gara. 


“Per me è bello che quest'anno la corsa campestre sia rivolta alle due scuole perché ci sono più persone con cui misurarsi. Mi sembra un'esperienza bella e divertente.”  

“Sono molto emozionata perché è la prima volta che partecipo alla campestre”.                                                                 

Qualcuno invece era preoccupato che la corsa fosse rivolta alle due scuole 

“potrei essere penalizzata e potrebbe esserci troppo caos”.

E poi ancora emozione:

“Quest’ esperienza secondo me sarà bellissima, sarà di sicuro ancora più  bella se arrivo prima”.


La gara si è svolta regolarmente e ha visto la partecipazione attiva e l’entusiasmo di tutti i ragazzi.


Nei giorni successivi abbiamo intervistato anche la professoressa Rizzi:


È stato difficile organizzare la corsa?

È impegnativo organizzarla, perché bisogna informare gli enti pubblici come il comune e l'associazione del parco, poi organizzare il servizio sanitario con ambulanza e trovare la collaborazione dei genitori.  Bisogna preparare i ragazzi per poterli portare allenati alla corsa. Inoltre si deve organizzare l'orario scolastico e preparare il percorso. Ho avuto però la collaborazione di alcuni colleghi come la prof.ssa Laiso, la prof.ssa Fusari, la prof.ssa Moretti e della signora Manuela della segreteria. A mio vantaggio c'è il fatto che sono già parecchi anni che la organizzo per cui sono diventata abbastanza esperta. Quest'anno la novità è stata organizzare la merenda ma anche in questo hanno aiutato alcuni genitori. 


È soddisfatta?

Sì, moltissimo.


È stato difficile coinvolgere i genitori per fare i volontari rispetto agli anni scorsi?

In fase iniziale sì perché erano pochi, poi grazie ad un genitore della Mazzi, è stato creato un link con modulo google per raccogliere adesioni e il risultato lo avete visto: di genitori ne sono venuti molti e tra l'altro molto attivi e disponibili.


Come considera l'impegno degli alunni?

Gli alunni nel complesso sono stati bravi sia per impegno sia per comportamento. Poi i furbetti ci sono sempre ma quello lo avevo messo in previsione.


Tra i suoi alunni qualcuno è particolarmente portato per la corsa?

Sì, ne ho alcuni molto portati che potrebbero dedicarsi alla corsa di resistenza e li ho invitati ad iscriversi ad atletica, ma la soddisfazione maggiore me la danno gli alunni con più difficoltà a correre, che poi portano a termine la campestre con buoni risultati. 

Credo molto in queste attività perché, anche se faticose, fanno divertire i ragazzi che generalmente si impegnano molto in una sana competizione.

I vincitori delle classi prime sono stati:

maschi: femmine:

1) Matteo Casali 1F 1) Beatrice Magni 1D

2) Marco Manzoni 1D 2) Anna Taramelli 1D

3) Pietro Bassanelli 1F 3) Francesca Scarpellini  1F


I vincitori delle classi seconde invece:

maschi: femmine:


E infine i vincitori delle classi terze:

maschi: femmine:


Decima Stramazzi

di Kristel Kapidani, Serena Salazar, Marta Poloni, dicembre 2021

La stramazzi, finalmente!! La mattina del 17 ottobre ci siamo ritrovati tutti nel cortile della scuola secondaria Mazzi.

Per chi non lo sapesse la Stramazzi è una camminata organizzata dall’associazione genitori del nostro istituto. Ha due percorsi, uno un po’ più lungo e l’altro un po’ meno.

Quest’anno è stata la decima edizione, ci credete?!? La decima Stramazzi...WOW! Sembra incredibile, e non solo per questo,  la nostra 2B ha vinto il premio come classe più numerosa tra le partecipanti.

Ma cerchiamo di andare per ordine: insieme ai nostri compagni abbiamo deciso di fare il percorso più lungo, dunque alle nove di questa fantastica mattinata ci mettiamo in sesta, e PRONTI, PARTENZA, VIA!

Una passeggiata alla scoperta della nostra città, ricca di emozioni e risate. Eh si, la gioia di poter tornare a camminare insieme, a ridere, scherzare, a lasciarsi meravigliare dalla bellezza e dalla simpatia, e perché no, dalla sorpresa di essere giunti al traguardo dopo ben 10 chilometri.


L'unione fa la forza, si sa!, se poi ad attenderti trovi una lasagna e un muffin gigante, il resto è una passeggiata da ragazzi, ops!! 

Dopo aver mangiato, siamo diventati pure dei fiorai, perché dovete sapere che l’istituto comprensivo Mazzi adesso ha una biblioteca, quindi la settimana prima abbiamo realizzato dei fiori bellissimi, in carta velina e li abbiamo venduti, per donare i soldi alla biblioteca in modo tale che si fornisca di più libri possibili.


Tra fiorai e camminatori è arrivato il momento della premiazione, ci hanno chiamati e siamo stati premiati  con una splendida medagliaa! Emozionante! E non solo per la medaglia, che ha il suo fascino, ma perché eravamo lì, insieme come tutti i giorni e contenti di esserci.

Biciclettata di fine anno: la bellezza delle tradizioni!


di Ester Cremonesi, giugno 2021


Pensavate davvero che quest’anno non ci sarebbe stata la biciclettata della scuola Mazzi? E invece vi sbagliavate, ABICI è tornata! Il giorno 6 giugno 2021 i bambini e i ragazzi dell'Istituto comprensivo "A. Mazzi", insieme alle loro famiglie, si sono riuniti per andare tutti insieme, tra una pedalata e una risata, ad Astino. 

Alla fine del tragitto, durante il ristoro, c’è stata anche la possibilità di comprare cestini di ciliegie, raccogliendole in autonomia e di riposarsi nell’area verde accanto al frutteto.


Il percorso è stato deciso dall’Associazione Genitori Mazzi. Esso ha avuto il suo avvio dalla sede della scuola media A. Mazzi, prevedeva poi di percorrere via Carnovali fino ad arrivare alla scuola elementare Biffi, giungere alla ciclabile, vicino all’ospedale, che attraversa la ferrovia e giungere infine al Parco di Loreto. Da lì, in un attimo, siamo arrivati al monastero di Astino.

Tutto si è svolto rispettando, con le dovute precauzioni, le regole della strada visto che nel tragitto ci siamo imbattuti più volte nel traffico cittadino. 

È stato un tragitto piacevole, fatto con delle persone che, come me, si sono divertite. Tutto è stato agevolato dalla bella mattinata di sole e dal vento fresco che si è risvegliato e fatto sentire proprio nel momento del nostro arrivo, quasi a darci il suo benvenuto!


Abbiamo avuto la possibilità di visitare anche l’Orto Botanico: un posto davvero singolare ed interessante, “abitato” da diverse specie di piante ed ortaggi. Abbiamo curiosato all’interno del monastero appena restaurato, dove tutti insieme alla fine abbiamo fatto una foto di gruppo. 

Solo alcuni di noi hanno raccolto le ciliegie, ma potevamo vedere molte persone che alla fine della loro mattinata di svago, tornavano a casa soddisfatte e felici con in mano cestini ridondanti di questi frutti lucidi, grandi e davvero molto invitanti. 


Noi ragazzi, dopo un breve spuntino, abbiamo cominciato a giocare a pallone, chi con la palla da calcio e chi con una improvvisata al momento con della carta di alluminio. Era tutto così naturale: stare lì insieme, parlando e ridendo di cose semplici e leggere.

Già!... Anche questo può essere la scuola!

Non solo Calcio


di Emma Arnoldi, Elena Prandi, Silvia Santini, giugno 2021


Solitamente nella vita quotidiana ci interessiamo solo di sport “tradizionali”, come la pallavolo, il calcio, il nuoto, la danza, insomma quelli più diffusi e più praticati qui in Italia, però dobbiamo sapere che ci sono anche sport che non sono molto conosciuti qui nel nostro Paese ma che all’estero sono sport tradizionali! 

Per questo motivo abbiamo deciso di fare uscire allo scoperto questi sport, dando voce agli alunni che li praticano. Tanti sport non li conoscevamo nemmeno e ci hanno davvero stupito molto… Chissà, magari uno di questi potrà essere il tuo futuro sport!


Abbiamo intervistato, quindi, studenti che praticano sport poco diffusi e conosciuti, come tip-tap, cricket, acrobatica, parkour, kick-boxing, parapendio, pattinaggio sul ghiaccio e wushu.

Il tip-tap consiste nel creare delle percussioni con i piedi, un ritmo, calzando delle scarpe apposite.

Nel cricket ci sono 2 squadre composte da 11 persone ciascuna, gli attrezzi del gioco sono una mazza e una palla, i punti si fanno quando la palla, colpita dalla mazza va fuori dal campo.

Il parkour consiste invece nel superare, con salti o acrobazie, muretti, scale e altri ostacoli presenti sul territorio.

Ad acrobatica si fanno acrobazie in aria utilizzando trampolini e pedane per darsi lo slancio necessario per eseguire i vari elementi. 

Il kick boxing è un’arte marziale giapponese praticata sia da donne che da uomini e consiste nell’apprendimento delle tecniche di difesa personale.

Per praticare il parapendio ci si reca con tutta l’attrezzatura apposita sulla cima di una montagna. Una volta arrivati ci si butta nel vuoto in sicurezza, con istruttore se non si è esperti, e in un momento specifico si apre il paracadute per effettuare l’atterraggio. 

Pattinaggio sul ghiaccio consiste nel fare acrobazie, salti, trottole e sequenze di passi sul ghiaccio, utilizzando dei pattini con lame pensate apposta per stare sul ghiaccio.

Il wushu è un’arte marziale cinese che consiste nel difendersi utilizzando delle mosse specifiche. 


La maggior parte degli intervistati ha deciso di praticare questi diversi sport per cambiare, perché stanchi del vecchio sport o perché ispirati da altri componenti della famiglia che già lo praticano.

Gli alunni intervistati consigliano il loro sport per distrarsi e non pensare a tutti i problemi e allo stress, per divertirsi e anche per sfogarsi. Alcuni sport come parkour o acrobatica sono consigliati a persone agili, data la quantità di movimenti, di acrobazie e di salti.

In media gli sportivi intervistati praticano il loro sport due volte alla settimana per circa un’ora o un’ora e mezza. Molti sport, a causa della pandemia, non hanno più avuto la possibilità di essere praticati; altri invece sono stati praticati online, ma con attività ridotte rispetto a quelle in presenza. Con le nuove disposizioni sul Covid-19, che permettono le attività sportive, fortunatamente tanti ragazzi hanno potuto riprendere le attività in presenza e fare tutto regolarmente all’aperto.


Alla domanda “Perché il tuo sport non è molto conosciuto e praticato, cosa pensi a riguardo?” abbiamo ricevuto risposte diverse, essendo tutti sport diversi. Per quanto riguarda il pattinaggio sul ghiaccio ci è stato detto che è uno sport praticato più all’estero e in paesi più freddi dell’Italia. Acrobatica è praticata soprattutto da ragazze più che da ragazzi. Il tip-tap, invece, è poco praticato, forse perché non ci si muove molto ed è visto più come un’attività musicale e ritmica che come uno sport. Parapendio è poco praticato perché l’attrezzatura è molto costosa e, nonostante sia uno sport sicuro, richiede molto coraggio.


Avete visto quanti sport diversi esistono oltre a quelli tradizionali? Ora sta a voi cercare di conoscerli tutti, perché non esistono sport di serie A e di serie B, tutti gli sport sono belli e divertenti. Rendiamo questi sport popolari come quelli tradizionali!

Piccoli racconti di un insolito anno scolastico...

"Tu fai la differenza": piccoli gesti per aiutare il nostro Pianeta!

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Plastica e ambiente


I ragazzi delle classi 3A e 3B della scuola secondaria "Mazzi" ci parlano di sostenibilità e plastica. Quali sono i nostri problemi? Come possiamo migliorare la situazione?

Cerchiamo di scoprirne qualcosa di più con questo video!

La raccolta differenziata a scuola

I ragazzi delle classi  1A e 1B della scuola secondaria "Mazzi" con questo video ci spiegano come fare a differenziare i rifiuti che produciamo a scuola. 

Buona visione, e ricorda, ANCHE TU FAI LA DIFFERENZA!

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Tu fai la differenza

La Costituzione della Repubblica Italiana

I ragazzi delle classi 2A e  2C della scuola secondaria "Mazzi" ci raccontano la nostra Costituzione con l'aiuto di immagini , disegni e parole. Buona visione!

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Giustizia e legalità

I ragazzi della classe 3C della scuola secondaria "Mazzi" ci  parlano di giustizia, legalità e detenzione.

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Perché il futuro è adesso...

di Francesca Arena, Gennaio 2021

Andrea e Marina sono due ragazzi italiani che sono andati a vivere all’estero e in queste interviste raccontano la loro esperienza nell’apprendere la lingua e le difficoltà che hanno riscontrato nel loro percorso.

Ho deciso, appunto, di intervistarli, semplicemente per essere d’aiuto nell’orientare gli studenti che hanno intenzione di andare in una scuola superiore a indirizzo linguistico o i ragazzi delle superiori che vorrebbero andare a vivere all’estero.  Andrea e Marina ci aiutano a capire i vantaggi, gli svantaggi, le conseguenze delle esperienze che stanno vivendo, dandoci un’idea di come ci si può integrare in nuovi contesti.

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La Mazzi racconta la Mazzi: alla scoperta della Scuola Secondaria di I grado! 

di Emma Clerico, Sergio Milesi e Tommaso Manco, Gennaio 2021

Cari compagni della scuola primaria, questi tre brevi video sono per voi e le vostre famiglie. Eh sì, abbiamo pensato che proprio come noi di terza vi troviate in un momento difficile: la scelta della nuova scuola. Ed eccoci qui a raccontarvi la nostra esperienza con la speranza di togliere qualche dubbio, di dare delle risposte alle vostre domande e - perché no!- di cacciare via un po' di paura!  E, come si suol dire, comunque vada sarà un successo!!

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Missione Orientamento: alla scoperta della scuola secondaria di II grado!

di Moriss Romero, Sophia Bruzual e Tommaso Manco, dicembre 2020

L’orientamento, un argomento che scotta: le nostre attitudini, le aree di interesse, gli stili di apprendimento, gli sbocchi lavorativi.

Ma come si fa a scegliere la scuola giusta?  Siamo andati a chiederlo a chi questa scelta l’ha già fatta.

Tre ex alunne della Mazzi, Arianna, Clara e Sofia, ci raccontano la loro esperienza al Liceo.

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Le nostre radici nel futuro

di Antonino Bertino, Hiba Rihi  e Luna Calvia, dicembre 2020 

A Febbraio scorso le classi prime delle scuole secondarie di I grado “Mazzi“ e “Lotto” hanno piantumato cinquanta alberi nei quartieri Malpensata e Carnovali. L’attività - legata al progetto “Radici per il futuro” proposto dal nostro Istituto e realizzato in collaborazione con l’Assessorato al verde pubblico del Comune di Bergamo, Legambiente, il comitato di quartiere “Malpensata” ed Ersaf – si proponeva di sensibilizzare al rispetto per l’ambiente e favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza e cura per il territorio. Il percorso di educazione ambientale e alla cittadinanza che si è concluso con la piantumazione è stato ricco di notizie, domande, risposte e tante sfide per il presente e il futuro.

Diversi mesi sono trascorsi da quel giorno. Abbiamo pensato di andare a vedere come stanno i nostri alberi e di raccontarvelo. In realtà alcuni abbiamo potuto osservarli dalle nostre finestre, erano lì, in quelle strane giornate di lockdown a ricordarci quel vivace passato così vicino. 

Dove eravamo rimasti, non perdiamoci nei pensieri., Armati di macchina fotografica e speranzosi di trovare fusti colossali siamo andati in missione. Cosa dire, non abbiamo trovato querce enormi e maestose, ma i nostri alberelli, sono cresciuti e continuano a farlo, almeno quelli nel parco della Malpensata. Purtroppo dei 25 alberi piantumati in via Carnovali ne abbiamo ritrovati ben pochi. A distruggerli non è stato il freddo o le nostre mani da giardinieri inesperti, ma la maleducazione e la noncuranza di chi giocando li ha calpestati e sradicati. Eh sì, una brutta immagine, una brutta verità! 

Educare al rispetto è fondamentale, oggi più che mai, e noi non abbiamo intenzione di arrenderci, torneremo a prenderci cura dell’ambiente e del territorio perché il futuro dipende dalle radici del presente.

Immagini della piantumazione in Via Carnovali

Quel che resta degli alberi nel quartiere Carnovali

La mia DAD

di Silvia Santini, dicembre 2020

Il rientro a scuola a settembre, dopo tanti mesi di chiusura, ci ha emozionati tutti. Purtroppo, il momento è durato molto poco. A ottobre in Italia i contagi sono di nuovo aumentati e dal 6 novembre le seconde e le terze medie si sono trovate ancora a fare didattica a distanza. Nelle classi si è sperato fino all’ultimo di rimanere in presenza, ma purtroppo non è stato così. 

La notizia della chiusura della scuola in presenza per le classi seconde e terze medie è arrivata una sera normale, almeno così sembrava. Quella sera c'è stato un nuovo decreto del Presidente del Consiglio Conte: la Lombardia era zona rossa. Io e le mie amiche ci siamo subito contattate. C’era chi era disperata, chi triste e chi, come me, era triste ma accettava la realtà. Disperarmi non avrebbe risolto la situazione. Sul gruppo Whatsapp dei genitori arrivavano di continuo messaggi, con l’orario delle lezioni a distanza e spiegazioni di come sarebbe stato. Quella notte, ho dormito poco, la dad non faceva e non fa per me.

Il giorno seguente, alle otto mi sono seduta alla scrivania davanti al pc. Fino all’ultimo non ci ho creduto davvero, continuavo a sperare che fosse un brutto incubo, dal quale mi sarei svegliata. Nella mia mente rivedevo il momento del rientro a scuola a settembre, l’emozione provata, la sensazione che il peggio ormai fosse superato. Ma, tornando alla realtà, ecco lì davanti a me il link, dal quale mi sarei collegata alle videolezioni per chissà quanto tempo. 

Nonostante tutto ho sempre cercato di impegnarmi, anche di più del solito. Mi mettevo nei panni dei professori, che erano di nuovo in difficoltà, tra ragazzi con problemi di connessione o di dispositivo non adeguato. Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo. 

Il tempo, in videolezione sembrava non passare mai! Ad ogni cambio dell’ora di lezione una videochiamata con le mie amiche per fare merenda insieme mi ha aiutato a passare il tempo e a sentirmi meno sola. Per far passare il tempo più velocemente avevo stabilito un piano di attività da svolgere quotidianamente: mi esercitavo con il pianoforte, partecipavo e partecipo ancora oggi a molti laboratori organizzati dalla scuola. Inaspettatamente, mi sono anche ritrovata a sistemare la libreria. 

Di questa semi-quarantena ho colto anche dei lati positivi. Mia mamma era, ed è tuttora, in smartworking. Abbiamo passato molto tempo insieme, quando solitamente ci vediamo solo a cena e di sera. Mi sono improvvisata cuoca e ho preparato molte delizie per la mia famiglia. Ho ricominciato a leggere, cosa che purtroppo non facevo da tanto, perché non avevo abbastanza tempo. 

È in questi momenti che mi sento più in “simbiosi” con le persone alle quali voglio bene. Siamo ancora “sulla stessa barca” e tutti dobbiamo impegnarci affinché questa situazione finisca al più presto.

In questi momenti riscopriamo l’importanza degli amici, della famiglia e delle cose che facciamo tutti i giorni, che prima ci sembravano banali. Nonostante questo sia stato uno dei peggiori anni della vita di tanti di noi, non è sicuramente un anno da dimenticare, in quanto sono state fatte preziose scoperte scientifiche e sono stati riscoperti valori fondamentali. Anche la didattica a distanza è una novità di quest’anno, nata dalla necessità di continuare ad imparare come se fossimo in classe, pur essendo distanti. Non è facile e per questo credo che quest’anno mi abbia fatto maturare molto.

Il 30 novembre la Lombardia è diventata “zona arancione” e le seconde e le terze medie sono tornate a scuola. Non so quanto durerà. Il mio obiettivo per l’anno scolastico è di impegnarmi sempre e comunque, indipendentemente dal fatto che io possa essere a casa o a scuola, senza abbattermi mai. 

Spero che queste mie parole vi diano la carica per superare qualsiasi evenienza.

Dal mio computer, anzi dal mio cuore… 

!!! SOS Sondaggio

di Elena Cacciola e Isabel Gianola, dicembre 2020

Ormai tutti noi abbiamo sperimentato, chi più chi meno, la didattica a distanza. Abbiamo pensato di chiedere ai ragazzi delle scuole medie Mazzi e Lotto di farci sapere cosa pensano di questa modalità di fare lezione, se abbiano incontrato delle difficoltà o se ne apprezzino i punti di forza. 

Vi chiediamo di compilare il questionario.  CLICCA sul pulsante, e pronti, partenza, VIA!

Lettera aperta: noi dell'ultimo anno tra desideri, speranze, sogni e qualche rimpianto!

Giugno 2020

Tra gli incubi degli studenti c’è sempre stata la scuola, che fino allo scoppio di questa pandemia, non è mai stata vista come un’opportunità, ma piuttosto come una scocciatura. Prima la scuola, nonostante le noiose lezioni, era un luogo dove ritrovarsi e divertirsi durante quei pochi momenti di svago.

Durante il lockdown le monotone lezioni (scherziamo sono state tutte bellissime) sono diventate parte della nostra giornata, creando un ritaglio di spensieratezza tra gli orrori a cui stavamo assistendo. Nelle video lezioni non c'era solo una professoressa dietro lo schermo, ma la voce amica di chi ti invita a non mollare e a continuare a sperare.

Ciò che più ci ha rattristato è stato il fatto di non essere tornati alla nostra vita da soliti alunni, neanche per un giorno. Noi alunni di terza siamo stati colpiti in particolar modo da questo "allontanamento forzato" che ci ha impedito di salutarci e abbracciarci prima di separarci per proseguire sulle nostre strade.

A settembre inizierà un nuovo anno, in una nuova scuola, con nuovi insegnanti e compagni, e niente sarà più come prima, anche l’approccio alla scuola verrà stravolto: le mascherine saranno obbligatorie, la distanza di un metro farà parte della quotidianità scolastica. Ci saranno i vicini di banco con cui chiacchierare nei momenti più noiosi della lezione? Potremo abbracciare gli amici? Potremo condividere le merende? Avremo un normale primo giorno di liceo? 

La risposta purtroppo è ovvia: NO. 

Tutte queste precauzioni saranno certamente un incubo per noi, ma sempre meglio così che ricominciare con la didattica a distanza. Quella didattica a distanza così poco inclusiva. Perchè se c'è una cosa che abbiamo capito in questo tempo è che la scuola è il luogo delle opportunità. L'opportunità di imparare, socializzare, crescere, conoscersi, del riscatto sociale e di poter guardare al futuro certi che tutto dipenda da noi. 

La speranza è quella di tornare a scuola, la nostra scuola, ad una normale didattica, parlandoci faccia a faccia, ridendo vicini e condividendo insieme i momenti che consideravamo ovvi ma che in realtà sono i più preziosi, come quelli che è capace di donarti l’amicizia.

Arianna Gaspani e Sofia Arens Micheletti

Come farfalle

di Sofia Arens Micheletti


Dopo tanto tempo

il sole splende 

non solo in cielo,

ma anche nelle anime delle persone.

I parchi sono gremiti di bambini

ma non solo,

la speranza, la spensieratezza e la felicità

aleggiano nell'aria

come farfalle che salgono sù

verso il cielo blu.

La paura è presente ma il coraggio

ancor più!

Questi giorni

di Tiziana Azurduy

Ogni giorno in mascherina

nelle mani l'amuchina

cureremo questa frattura

perché siamo una famiglia vera.

Desiderio di un incontro

di Alessio Capuano

Se riusciremo a sconfiggere

il coronavirus, potremmo incontrarci

di nuovo su un prato verde di 

speranza per un futuro migliore,

comprendendo la preziosita’ e 

l’importanza di ogni saluto, 

di ogni incontro e sorriso.

La terra, delicata come un fiore, in balia di un virus sconosciuto. E' lì, tra le dita di un ragazzo vestito da medico, custode di un futuro ormai presente, consapevole di come sia giunto il tempo di cambiare direzione. 

Un soffio gentile per rinascere!


Disegno di Antonino Bertino

Prima e Adesso 

di Clara Baudini

Paragono.

Paragono il silenzio di prima

con i passi rumorosi di adesso.

Paragono la solitudine di prima

con l’amicizia di adesso.

Paragono le notti di prima

con le notti di adesso.

Paragono.

Paragono tutto il tempo.

È stato un passato strano

e lo è altrettanto il futuro.

Ma anche se hanno provato a buttarmi giù,

troverò conforto nella compagnia di adesso.

Quando riconoscerò il rumore,

rimpiangerò il silenzio di prima.

Arroganza

di Kassim Maiga

L’uomo, che si crede di essere chissà chi,

impone regole assurde,

si sente superiore agli altri,

ma non arriverà mai all’altezza della montagna,

schiaccia la terra con arroganza,

ma non arriverà mai alla grandezza della terra.

E’ bastato un virus,

per farci capire ciò che siamo.

Aspetto

di Giulia Remonti

Aspetto da tempo un tuo messaggio.

Da quando ci siamo detti addio 

niente è più lo stesso per me…

È come se la mia vita fosse stata travolta 

da una tempesta di mancanze e di perplessità.

Sei  una di quelle persone

capaci di stravolgerti la vita.

Hai sempre una carica in più,

un sorriso contagioso, 

una grinta coinvolgente,

Sei stato in grado di riportare la serenità

nel mio animo in tempesta.

Avrei dovuto tenere maggiormente a te... 

...e  non mi  ricapiterai una seconda volta.

Oltre la siepe

i ragazzi delle classi 2C e 2D


Oltre la siepe è un concorso di fotografia e parole che si è tenuto nel mese di aprile, rivolto agli alunni delle classi 2C e 2D. Il concorso consisteva nello scattare una foto del paesaggio visibile dalle proprie abitazioni, accompagnandolo con un testo scritto, nel quale esprimere emozioni e riflessioni dettate dal momento particolare che tutti ci siamo trovati a dover affrontare. I ragazzi hanno postato tutti i loro elaborati su una bacheca e poi hanno votato, insieme ad alcuni prof, l'opera preferita. Il risultato è stato la seguente classifica:

1. Coronavirus di Gabriele Butti, 2C

2. Poesia di Alain Fetahu, 2D

2. Desidero un mare straniero di Aurora Sorti, 2D

3. Tramonto di Aurora Gargiulo, 2C.

OLTRE LA SIEPE.pptx

Felicità

di Tommaso Manco

La felicitá,

non si trova,

ma si conquista,

facendo quello che

si deve fare,ora,

in questo momento.

Pensieri

di Sophia Bruzual

Questa primavera è molto diversa, a causa del coronavirus, le nostre abitudini sono cambiate, tutta  la vita è cambiata.

Ora quasi tutte le aziende hanno iniziato ad aprire, ora possiamo visitare i nostri cari e soprattutto possiamo già uscire! Per questo motivo sono molto felice.

Il mio desiderio per il prossimo anno è di poter tornare nella nostra scuola e soprattutto che questo virus scompaia al più presto.

Lockdown.pdf

Lockdown

i ragazzi delle classi 1A, 1B, 2A, 2B, 3A, 3B

No waste of time, no useless lessons but a chance to learn new skills and to cope with a MONSTER bigger than US...

Ogni singolo giorno di silenzio 

di Clara Baudini

Caro diario,

da poco è stata avviata la fase due. I negozi hanno riaperto e stiamo cominciando tutti a rivivere. Devo dire che all'inizio non ci credevo. Non so perché non ero così entusiasta. Ti racconto di un episodio che mi è capitato pochi giorni fa per spiegarti meglio:

Verso le sette di sera (anche se il cielo dimostrava le 3 di pomeriggio) siamo usciti per far passeggiare il mio cane.

Sono rimasta scioccata!

Fino a pochi giorni prima del decreto, in strada, non c’era nessuno. Ora, dopo il 4 maggio, sembra che tutti si sentano vivi. Ero così abituata al silenzio da non accorgermi che tutto stava tornando.

In giro c’era un sacco di gente (o meglio, a me è sembrata la Vigilia di Natale). Tutti con le mascherine. O meglio... quasi tutti. C’era pure gente senza! Ma ci rendiamo conto.

Abbiamo fatto un bel giro per il centro ma... ho visto macchine, tante macchine. Ed è li che ho capito: Tutte quelle persone! Non sentivo più l’aria e il silenzio che c’era durante il lockdown. È li che ho pensato che invece di deprimermi, avrei dovuto godermi ogni singolo giorno di silenzio.

Non capita tutti i giorni...

Invece oggi non vedo l’ora di rivedere i miei amici.

Non so... sono sentimenti contrastanti. È tutto così strano, il fatto che si dovrà andare avanti senza sapere come andrà. Ma penso che ora dovrei godermi il presente. Sicuramente questa nuova realtà ha segnato un futuro diverso da quello che ci aspettavamo. Ma ora dobbiamo costruire l’avvenire concentrandoci sul presente. Ed è quello che farò... lo farò con le mascherine, con le distanze, con l’amuchina, ma lo farò! Vivrò la mia vita.

Mi manca la mia vita

di Emma Clerico

La mia città

è diventata

un luogo fantasma

non c’è più nessuno

tutto fermo

mi mancano

gli amici

la famiglia

la mia vita.



Nostalgia

di Sophia Bruzual

In questi giorni 

mi manca 

tutto il mondo,

le risate in classe,

i miei compagni

ma soprattutto

la mia casa…

la scuola

Virus

di Yaho Xu

Virus,sei contagioso,

ma noi non ci arrendiamo.

Le persone si curano,

ritornano sane e salve,

i medici si riposano

e tutto torna come prima .

IL DIARIO.pptx

Caro diario...

i ragazzi delle classi 2C e 2D 

Nel mese di marzo, data la straordinarietà della situazione che stavamo vivendo, è nata l'idea di costruire un diario con i materiali a disposizione in casa, nel quale poter annotare pensieri, emozioni, riflessioni esistenziali, dettate dal momento a forte impatto emotivo. 

Un diario per "sfogarsi", dialogando con noi stessi per dare un nome a quello che avevamo dentro, per mettere in ordine quel caos di emozioni che ci accompagnavano. Un  diario per annotare anche i fatti ed eventi di portata storica di cui eravamo e siamo ancora testimoni. 

I ragazzi delle classi 2C e 2D  

Immagini e parole

di Kun Liang, Ester Cremonesi, Antonino Bertino

Save e Cally

"fratellanza" senza tempo e senza spazio.

di Clara Baudini

Caro Save,

come va? 

Io abbastanza bene, per la situazione che c’è... sto bene.

Sai, quando è iniziato tutto pensavo che il virus ci avrebbe messo tanto ad arrivare, invece, guardando bene era già qui.

Devo dire che all’inizio non avevo nemmeno pensato alla quarantena, ero molto più occupata a preoccuparmi per mio padre. Lui sta bene comunque.

Sta sul divano a guardare Netflix.

Vi hanno appena messo in lockdown, vero?

Quando è iniziato da noi, io stavo davvero per impazzire, ma ti voglio dare un consiglio: prima o poi ci si fa l’abitudine.

Te lo dice una che non esce da Via San Bernardino da 2 mesi.

Davvero, non prenderla con depressione, goditi ogni momento, perché essere tristi tutto il giorno mangiando gelato non è il modo giusto per affrontare tutto questo.


Mi dispiace per la John Cabott, per tutto.

Devo dire che me lo aspettavo, già, che non saresti tornato in estate, ma averne la conferma è peggio.

Mi manchi tanto, passare l’estate senza di te sarà strano e brutto.

Mentre non ci sei non mi prenderò camera tua, stai tranquillo.


Non so quando tutto si risolverà, ma spero presto. Sai, anche io ho perso un po’ di cose con questo virus...

Avrei dovuto fare un gemellaggio in Germania, ho perso il vero esame di terza media, l’ultimo anno di scuole medie, i miei amici... e poi saremmo dovuti essere insieme a New York nelle vacanze di Pasqua. Ora che sono più grande avremmo potuto andare in giro per Manhattan, noi due!

Magari potevamo andare a Central Park, trovare un campetto per giocare a basket, mi potevi insegnare qualcosa sul parkour, potevamo andare in giro a prenderci un hot dog, o una ciambella, o un hamburger.

Ci saremmo sicuramente divertiti...


A casa stiamo tutti bene. Pure i gatti e il cane sembrano ok.

Zadie sente la mancanza dei parchi e secondo me ha capito che c’è qualcosa che non va... ma non sono sicura che abbia compreso di cosa si tratta.

Lampo è a posto. Sta coltivando una nuova passione: canta. Ogni giorno miagola come se fosse la star di un concerto. Inoltre sta diventando sempre più affettuoso.

Fulmine, invece, è molto coccolone e sta ingrassando come suo fratello.

Quindi a casa è tutto a posto. Se ci sono novità che non hai visto? Beh no. Abbiamo messo in ordine la scrivania di camera tua, ma non c’è nessuna cosa nuova.

Non ci credo ancora che non tornerai quest’estate... spero solo che potrò rivederti presto. Ma l’importante è che stiamo tutti bene, no?

Ho ancora il ciondolo che ci siamo comprati da Hypetone, quello con la scarpa della Nike. Io rosso e tu azzurro.

Avevamo detto che era un simbolo della nostra fratellanza... perché anche se non lo siamo di sangue, noi siamo fratello e sorella, vero?

Ti voglio tanto bene. Stai a casa ️

P.S: mi devi la mia felpa di Travis Scott quando torni

Tua sorella, Cally



Abbracci

di Sharlin Torrez


Torneremo ad abbracciarci,

ci stringeremo più di prima.

Ci metteremo più calore,

più presenza, più cuore. 

Rimaniamo distanti oggi

per abbracciarci domani.

Fermiamoci oggi, 

per correre più veloci domani. 

Con la corona ma non è un re 

di Giulia Remonti e Kamela Qerimaj

C'è un virus originale

che come gli altri fa star male,

nasce nel lontano Oriente

semina panico tra la gente.


ll suo nome è corona

ma lui non è un re,

è un virus prepotente

non vale un granché.


Lascia il virus fuori dalla porta,

restiamo a casa: 

ai nostri nonni toccó la guerra 

a noi tocca stare a casa!