“Il silenzio dei vivi”
di Elisa Springer
a cura di Alberto
di Elisa Springer
a cura di Alberto
CARTA D'IDENTITÀ
TITOLO: Il silenzio dei vivi
AUTORE: Elisa Springer
CASA EDITRICE
Sansoni per la scuola
ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE
2001 - Venezia
NUMERO DELLE PAGINE: 122
DIARIO GIORNALIERO DEL MIO LAVORO DI LETTURA
15 NOVEMBRE: ho letto da pag. 5 a pag. 19
BREVE RIFLESSIONE: Presentazione del libro e notizie sull’autrice.
Lei dedica il libro alla memoria dei suoi genitori, dei suoi cari e di tutte le persone morte nei lager. Affida il libro ai ragazzi per non dimenticare, perché l’orrore non si ripeta, perché il racconto dei campi di sterminio possa far nascere amore e comprensione, per costruire un mondo migliore.
16 NOVEMBRE: ho letto da pag. 19 a pag. 34
Pag.33 ...“ E arrivò così il giorno in cui per la prima volta percepii il pericolo nazista, mi sentii ebrea e intuii la precarieta’ del nostro futuro; allora ebbi paura. Un gruppo di persone gridò “Viva Hitler!”. Si stavano avvicinando le elezioni politiche in Austria, quelle elezioni che avrebbero consegnato il mio paese ad Adolf Hitler.” ...
BREVE RIFLESSIONE
Elisa deve avere avuto davvero paura nel sentire tante persone che appoggiavano Hitler, sapendo che in Germania c’erano già le persecuzioni contro gli Ebrei. Si sarà sentita diversa e sarà stata molto male. Fino a quel momento aveva vissuto una vita normale, nel benessere. Ora tutto era incerto.
17 NOVEMBRE: ho letto da pag. 35 a pag. 39
pag. 35 “.. 10 aprile 1938, fu approvata (dal 99,08%) la legge con cui l’Austria entrava a far parte della Grande Germania. Con l’avvento di Hitler, le persecuzioni ebraiche, già da tempo in atto nello stato tedesco, ebbero tristemente inizio anche in Austria. Il nostro spazio vitale venne progressivamente ristretto, la nostra quotidianità sconvolta, i rapporti con gli “altri” ostacolati: iniziavamo a vivere la nostra diversità”....
Per noi ebrei, ogni giorno era caratterizzato da nuovi divieti e, di conseguenza, la vita diventava sempre più precaria.”
“... il nostro negozio era stato chiuso. Gli ebrei non potevano più esercitare alcuna attività, alcuna professione: a noi erano stati preclusi tutti i posti pubblici.
La sensazione che provai a queste notizie fu di smarrimento: i sacrifici di una vita andavano in fumo.”
“Il “buon Führer” ci gratificò di un secondo nome e di un distintivo di riconoscimento.
A noi donne fu imposto di aggiungere il nome di Sarah; a tutti gli uomini quello di David; una stella gialla, cucita sui vestiti, divenne il marchio della nostra razza.
Ma il vero accanimento del regime verso gli ebrei iniziò a manifestarsi con i primi arresti, quando alle iniziali restrizioni cominciò a sostituirsi la violenza. Violenza che da principio colpì solo gli uomini: mio padre fu una delle prime vittime.” (giugno 1938 -Era stato prelevato dal negozio e portato nel campo di concentramento di Dachau, poi a Buchenwald e poi non ebbero più notizie.)
pag.38 “La nostra casa è stata assegnata ad un'altra famiglia. Saremmo dovuti andare nella casa dei signori Mense, insieme ad altre tre famiglie ebree, trasformando quella casa in una sorta di ghetto.”
19 novembre: ho letto da pag. 40 a pag 53
pag. 41 “Ci fu proibito di apporre sulla lapide il nome di papà, perché gli ebrei dovevano essere “senza nome”
pag. 46 “Anche in Ungheria agli ebrei fu imposto di abbandonare le proprie abitazioni e di trasferirsi parte in albergo, parte nel ghetto.”
pag. 53 a Milano “...in seguito alla applicazione delle leggi razziali, la proprietaria del negozio dove lavoravo, non potendo rischiare di avere con sé un’ ebrea, fu costretta suo malgrado a mandarmi via. Dopo l'armistizio di Badoglio (settembre 1943: l’Italia esce dalla guerra, ma comincia l’occupazione tedesca) i nazisti cominciarono a dare la caccia a noi ebrei anche in Italia.”...
BREVE RIFLESSIONE
Agli ebrei stavano togliendo tutto, il lavoro, la casa, la libertà, anche il nome… tutti i diritti di un uomo… anche la vita.
20 novembre: ho letto da pag. 54 a pag. 62
BREVE RIFLESSIONE
Che tristezza! Ha dovuto lasciare sua mamma e gli zii, la sua patria, passare da un paese all’altro, cambiare tante volte casa, cambiare nome … ma non è servito a niente. Il momento tanto temuto in quegli anni era arrivato: le SS erano venute a prenderla!
21 Novembre: ho letto da pag. 63 a pag. 75
“...In pochi sono ripassati e usciti da quel cancello come uomini liberi.
In pochi … per raccontare al mondo i propri incubi, la disperazione, il martirio e la miseria di un popolo. In pochi…, soprattutto, per raccontare l’odio, la malvagità e la follia di uomini che, accecati dal miraggio della “Razza Pura”,hanno ridotto a brandelli la carne e lo spirito, l’uomo e Dio.”...
BREVE RIFLESSIONE
Prima Elisa era stata portata in carcere e picchiata perché pensavano fosse una spia in contatto con i partigiani, poi fu portata nel campo di concentramento di Birkenau. Perché tutto questo? Come ha potuto succedere?
23 novembre: da pag 76 a pag.107
"...Ci aspettava la marchiatura. Questa operazione veniva eseguita con un ago rovente…” “il numero, una volta tatuato, veniva trascritto su un apposito registro, in corrispondenza delle generalità del detenuto.”
BREVE RIFLESSIONE
Da quel momento scomparivano come esseri umani e diventavano dei numeri. Che ingiustizia!
Nei campi di concentramento venivano privati dei loro vestiti, rasati, costretti a vivere in spazi strettissimi, senza muoversi. Gli davano pochissimo cibo, avevano freddo e dovevano lavorare tantissimo. Erano sottoposti a tremende punizioni fisiche e umiliazioni. Chi si ammalava e non riusciva a lavorare veniva portato nei forni crematori o nelle camere a gas. Perchè tutto questo? Come è potuto succedere? Come potevano essere così crudeli?
Elisa, dopo essere stata spostata in vari campi di concentramento, si è ammalata e ha perso conoscenza per tre settimane. Al risveglio ha capito che era tutto finito: i russi li avevano liberati, proprio 3 giorni prima della “Soluzione finale”, cioè il progetto dei nazisti di sterminare tutti gli ebrei.
24 novembre: da pag 108 a pag. 122
BREVE RIFLESSIONE
L’ultimo capitolo è intitolato “Il ritorno alla vita”.
Quando sono stati liberati, i sopravvissuti stavano rinascendo per la seconda volta, stavano restituendo loro la vita che era stata loro tolta. Hanno dovuto ricordare cose,luoghi, momenti che avrebbero preferito dimenticare, ma l’hanno fatto per la memoria degli uomini. “Hanno voluto testimoniare il miracolo della vita, nata dalle macerie della morte.”
Ho provato tanta tristezza nel leggere queste pagine e allo stesso tempo rabbia verso quelle persone che hanno compiuto quelle orribili azioni. Come è potuto succedere? Spero che non accada mai più.
Individua e seleziona frammenti del libro letto, che raccontano come i bambini (e le loro famiglie) in qualsiasi modo, hanno tentato di mettersi in salvo dopo l’emanazione delle leggi razziali.
pag.42 “ Contrarre matrimonio con uno straniero era l’unica possibilità di trovare scampo per molte ragazze come me. … Significava acquisire una nuova cittadinanza, quindi sottrarsi alla persecuzione nazista.” … “Il 26 agosto del ‘39 riuscii a sposare il signor E.A., un ebreo di nazionalità italiana…”
“Il comandante di una grossa imbarcazione stava organizzando un trasferimento clandestino di profughi ebrei, che dall’Austria cercavano di raggiungere l’Ungheria attraversando il Danubio” ).
Elisa scappò in Ungheria, poi in Bulgaria, passò dalla Yugoslavia, poi raggiunse l’Italia e si fermò a Milano.
Ma il documento che attestava la religione ebraica creava notevoli problemi a trovare casa e lavoro.
Si fece così fare un documento falso.
“Ebbi la mia “regolare” carta d’identità sulla quale c’era scritto : Elisa Bianchi, nata a Milano il 12-2-18, di religione cattolica.”