Oglianico, piccolo paesino famoso per il sui ricetto immerso un ambiente tranquillo e piacevole, rappresenta un punto di interesse per chi è appassionato di storia e architettura religiosa.
L'antica chiesa parrocchiale, dedicata a San Cassiano e risalente al 1329, si trovava fuori le mura. Nel 1583 il comune acquistò un terreno accanto al ricetto per costruire una nuova chiesa, completata nel 1628 e dedicata all'Annunciazione della Beata Maria Vergine. Nel 1699, la chiesa assunse il titolo dei Santi Maria e Cassiano, come riportato nella visita pastorale del vescovo di Ivrea. La parrocchia, originariamente nella Diocesi di Ivrea, fu trasferita a quella di Torino nel 1817 e dipende attualmente da essa. Dal 1868, passò dalla vicaria di Cuorgné a quella di Favria.
Tipica abitazione della piccola nobiltà di provincia, è una costruzione in muratura a vista, con una pianta quadrata e simmetria centrale. Il cuore della villa è il grande salone centrale, sviluppato su due piani, che fungeva da salone di rappresentanza, feste e ballo. È coperto da una volta a botte decorata. La facciata principale è caratterizzata da un loggiato a due ordini, con tre arcate sostenute da colonne lapidee.
Gli spazi interni si articolano attorno al salone, con ambienti laterali quadrati e servizi verso la facciata. Lo scalone principale, a doppia rampa, collega il piano terra al piano nobile e al belvedere, recentemente ricostruito. Fino agli anni '60, la villa era circondata da un'ampia area delimitata da mura, con giardini, orti, stalle e scuderie. Oggi, però, la villa è in stato di abbandono, danneggiata dal degrado e circondata da nuove costruzioni che hanno sostituito l’antico paesaggio.
Il ricetto di Oglianico, risalente al medioevo, è una struttura urbanistica tipica del Piemonte, concepita per il ricovero di prodotti agricoli, persone e animali in caso di pericolo. Conserva quasi intatto il suo impianto urbanistico, nonostante le cellule edilizie siano state trasformate in abitazioni. Ha una pianta quadrata di 70 metri per lato, con otto isole edilizie organizzate intorno a un doppio anello viario e senza una piazza centrale, ma con slarghi per la gestione del traffico e il ricovero degli animali.
L’ingresso è difeso dalla torre-porta, una costruzione medievale a tre lati in ciottoli di fiume, con elementi tipici come la tessitura a spina di pesce. La torre, suddivisa in quattro piani, ha avuto varie funzioni: difensiva, civica, campanaria e di orologio pubblico, fino al trasferimento delle campane nel 1928 e la rimozione dell'orologio nel 1942. Oggi il ricetto è completamente inglobato nel borgo, ma le sue caratteristiche principali sono ancora riconoscibili nella cartografia e nell’urbanistica.