"Una fiorentina dal sangue freddo" ed "una libellula, più leggera dell'aria, più lieve di un sospiro"
ORIANA FALLACI
"Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre". Sono Oriana Fallaci, nata il 29 giugno 1929 a Firenze.
Nasco da una famiglia povera di artigiani, ma sono forte e tenace.
A 10 anni diventai un membro del corpo dei volontari per la libertà contro il Nazismo; mentre a 14 anni, l’Esercito Italiano mi diede un riconoscimento d’onore per il mio attivismo durante la guerra.
Lasciai l’università, perché grazie a mio zio Bruno, capii la mia passione per il giornalismo e all’età di 22 anni scrissi il mio primo articolo, e nel 1956, quando mi trasferii a New York, il mio primo libro, intitolato “I sette peccati di Hollywood”.
Lasciata la città, incontrai il mio più grande amore, Alfredo Pieroni.
Più tardi scoprii di essere incinta, ma ebbi un aborto spontaneo rischiando la vita, e persi il mio unico figlio.
Lasciai Alfredo.
Volevo suicidarmi; ero caduta in basso, e da questo non potevo più rialzarmi. pubblicai altri libri come “Un uomo”, “Il sesso inutile”, “Penelope alla guerra”, poi, nel 1965 scrissi il libro “Se il sole muore” dedicato a mio padre, dove raccontavo le mie esperienze di vita.
Con fatica e con coraggio, scrissi e pubblicai la “Lettera a un bambino mai nato”, dedicato a mio figlio unigenito, che morì nel 1958.
Negli anni ‘90 scrissi il libro “Insciallah” e subito dopo mi trasferii di nuovo a New York, dove scoprii di avere un cancro ai polmoni; ma nonostante tutto, continuai ad intervistare persone famose e a scrivere articoli, come una donna che ama il proprio lavoro.
Vittoria Lucia Fantuzzi, 2^A
CARLA FRACCI
Mi chiamo Carolina Fracci, ma a me sembra un nome dispregiativo, per questo mi faccio chiamare semplicemente Carla.
Sono nata il 20 agosto del 1936 a Milano e vengo da una famiglia di modeste origini.
Mio padre, Luigi Fracci, è un tranviere, e mia madre, Santa Rocca, confidenzialmente Santina, è operaia alla innocenti di Milano.
Spesso i miei genitori mi portano con loro ad un circolo ricreativo dell'azienda di trasporti. Lì, mi sono sempre divertita.
Un giorno mentre ballo, alcuni amici dei miei genitori, mi notano e dicono a mamma che ho molta musicalità, incitandola, a farmi fare l'audizione per la scala di Milano.
Così provo, passo e inizio gli studi.
Inizialmente ho molta nostalgia di casa. Per me è difficile, perché non ero abituato al nuovo mondo, un mondo dove la ricchezza è sovrana, e le modeste famiglie non hanno spazio.
Tuttavia io non me ne faccio scrupoli, perché non c'è bisogno del potere e del prestigio per essere una grande ballerina.
Nascono talenti che con il duro lavoro diventano stelle e quelle più splendenti hanno conosciuto la povertà, la carestia e le sofferenze.
Dopo gli studi alla Scala , entro in compagnia, dove, confermo definitivamente che la danza è il mio mestiere e costruisco le mie prime esibizioni.
Non so se chiamarla bravura, talento o fortuna, ma qualche anno dopo divento la prima ballerina della Scala.
La mia carriera continua e mi esibisco nei teatri più prestigiosi al mondo, ma sempre rimanendo legata alla mia città.
Qualcuno nelle sue poesie, mi descrive come la ballerina stanca, ma io, anche ad una certa età, non mi sento affatto così.
Sono una persona comune, con una vita di alti e bassi e una famiglia. Non ci sono trucchi magici, sono diventata quello che sono solamente con il duro lavoro e l'impegno.
Ciò che mi distingue è il mio coraggio nelle scelte di vita.
Sono la prima ballerina ad aver avuto un figlio e non me ne sono mai pentita.
Credo che se si ama qualcosa, al punto di vivere per quello, tutto è possibile.
Valeria Novelli, 2^A
ALCIDE DE GASPERI E IL REFERENDUM ISTITUZIONALE
Nel 1946, tra il 24 fino al 28 aprile furono giorni importanti per l’Italia,
Si stava preparando il referendum per scegliere tra monarchia o repubblica.
Il 3 giugno del 1946 la Corte Suprema Di Cassazione proclamò i risultati dei voti validi a favore della Repubblica che furono più di 2 milioni rispetto alla Monarchia.
Siccome la Corte Suprema Di Cassazione non aveva indicato il numero complessivo di elettori, di votanti e di voti nulli il sovrano non era sicuro della scelta in favore della Repubblica.
Allora de Gasperi ,tra il 12 e il 13 giugno, durante la notte riunì il Consiglio dei ministri, il quale stabilì che, a seguito della proclamazione dei risultati datata 10 giugno da parte della Corte Di Cassazione, le funzioni di Capo Provvisorio dello stato, in base all’articolo.2 del Decreto Legislativo Luogotenenziale n.98 del 16 marzo 1946, dovevano essere assunte OPE LEGIS dal Presidente del Consiglio, nonostante il rinvio della comunicazione definitiva.
Il 13 giugno alle 22e30 il Governo dichiara la nascita della Repubblica.
Giovanni Narder Marin, 2^D