IC BernaregGio

la scuola riprende


TUTTO IL POSSIBILE IN PRESENZA

primi di settembre 2020

Un nuovo anno scolastico è alle porte e arriva alla fine di una estate un po' strana, che ricorderemo tutti come l'estate del covid . In prospettiva dell’inizio, nel sito

#lascuolariprende

DAD 2020 - DDI 2020/21

pubblichiamo il materiale da utilizzare come “strumento operativodedicato a tutti gli utenti della scuola e finalizzato ad offrire un sostegno concreto all'intera comunità scolastica: studenti, docenti, collaboratori scolastici, famiglie e cittadinanza, per una ripartenza in sicurezza delle attività didattiche il mese di settembre e dello sviluppo delle stesse nel successivo proseguo d’anno.

aggiornamento e integrazione PTOF 2019/22

settembre 2020

Emergenza sanitaria da Covid-19:

In tutti i plessi dell'Istituto completati gli Interventi di adeguamento e di adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche
settembre 2020Alla Secondaria L.da Vinci, si continua a preparare il rientro, i laboratori pomeridiani Codingenonsolo e Robotica, gli spazi verdi dell'Ambiente e della Sostenibilità.

31 agosto 2020

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/apertura-anno-scolastico-la-lettera-della-ministra-lucia-azzolina

... Il primo giorno di scuola porterà con sé grandi emozioni. Anche in chi vi scrive. Ai nostri ragazzi e alle loro famiglie trasmettiamo serenità. Aiutiamoli a conoscere al meglio e rispettare le regole sanitarie, spieghiamo agli studenti e alle studentesse che la scuola ce l’ha fatta e non vedeva l’ora di accoglierli di nuovo. Perché tutti noi siamo a scuola per loro. E tutti noi non vediamo l’ora di guardarli finalmente negli occhi e dire “Bentornate e Bentornati”.


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Sarà un anno particolare quello che ci apprestiamo a vivere. Si ritorna in aula dopo sei mesi dall'ultima volta, ma la scuola è cambiata per via dell’emergenza coronavirus ancora in atto. Ci sono delle regole che da rispettare e anche situazioni da evitare.Vediamo cosa non si potrà fare fino a quando l’emergenza Covid-19 non sarà conclusa (le misure, è bene precisarlo, saranno soggette ad ulteriori variazioni in base al mutamento del quadro epidemiologico).Non si potrà cantare, ad esempio, come prima. Il CTS, infatti, ha suggerito di evitare di urlare e anche di cantare durante le ore di musica, se si deve farlo, bisognerà attuare rigide misure di sicurezza.Il Comitato Tecnico Scientifico sconsiglia anche i giochi di squadra e di gruppo. Dunque niente assembramenti, ma giochi individuali per permettere il distanziamento sociale.Sì allo sport, ma all'aperto se possibile. Infatti l’educazione fisica si può fare al chiuso, ma deve essere garantita un’adeguata areazione del locale e una distanza di almeno due metri.Con i banchi singoli, invece, scompare il compagno di banco e dunque ci si separa dall'amico o dall'amica. L’interazione tra gli alunni, al tempo del Covid-19, sarà diversa. Cosa accadrà, invece, alla mensa? No ai piatti e alle posate lavabili, servirà usare le monoporzioni con posate e piatti usa e getta. A pranzo non si potrà andare tutti insieme, ma a turno in modo da garantire un adeguato distanziamento.Anche durante l’intervallo saranno vietati gli assembramenti: ci si dividerà su turni occupando zone differenti. Ovviamente non si potrà entrare tutti insieme e gli ingressi saranno scaglionati con un percorso dedicato per entrata e uscita.Senza la mascherina non ci si potrà muovere negli spazi comuni.

30 agosto

il monito del presidente Mattarella sulle mascherine:

"Libertà non è far ammalare gli altri"


La Libertà

Vorrei essere libero, libero come un uomoCome un uomo appena nato che ha di fronte solamente la naturache cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventuraSempre libero e vitale fa l’amore come fosse un animaleincosciente come un uomo compiaciuto della propria libertàLa libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un mosconela libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazioneVorrei essere libero come un uomoCome un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasiae che trova questo spazio solamente nella sua democraziaChe ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegaree nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertàLa libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinionela libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione


Vorrei essere libero come un uomoCome l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenzae che sfida la natura con la forza incontrastata della scienzaCon addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmoè convinto che la forza del pensiero sia la sola libertàLa libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto un’invenzionela libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione

30/08/2020

Condividiamo il post del maestro Franco Lorenzoni

https://www.facebook.com/lorenzonifranco53/
Articolo è uscito nel numero di settembre di Nuova Ecologia, la rivista di Legambiente. Numero che raccoglie diversi interessanti interventi sulla riapertura delle scuole osservata in un’ottica ecologica. (per i gli adulti, genitori e docenti)

L’IMPREVISTO NECESSARIO di Franco Lorenzoni

La sfida sta nell'accogliere la dimensione dell’incertezza nel nostro fare scuola e nell’intrecciare discipline e conoscenze con le domande concrete che ci pone la relazione tra malattia, salute e comunità.


La Didattica a distanza non l’ha portata il virus nella scuola. Esiste da sempre, nelle pratiche educative che allontanano gli oggetti di conoscenza privandoli di umore e senso e nelle relazioni che rimuovono e avviliscono le energie e i corpi vivi di bambini e ragazzi. I corpi di ciascuno di noi, che mescolano nei modi più diversi emozioni e conoscenze, curiosità intellettuali e chiusure, libere associazioni, intuizioni e paure, insieme a faticose o felici aperture, talvolta lente, talvolta improvvise.
Confrontarsi con la complessità del mondo e, al tempo stesso, accorgersi e tenere nella giusta considerazione la complessità dei diversi modi di apprendere di ciascuno è la sfida di ogni proposta educativa.
Un giorno una bambina, con icastica e geniale intuizione, definì il pianeta intero come qualcosa di tuttattaccato. L’espressione era così bella che giustamente Legambiente la riprese e rilanciò perché, quella bambina, non aveva solo creato una parola incollandone due, ma stava invitando a una nuova visione, esattamente come i seguaci di Gandhi, dovendo tradurre in italiano una concezione della vita e della lotta politica lontana dalla nostra tradizione, la condensarono in una nuova parola - nonviolenza - che oggi persino l’algoritmo riconosce e non sottolinea in rosso, pur essendo ancora assai lontana dal comune sentire.
Abbiamo tollerato per mesi che il necessario distanziamento fisico venisse assurdamente chiamato distanziamento sociale, mentre tutti sappiamo che solo avviando concreti processi di avvicinamento sociale possiamo cercare di aggrumare le energie necessarie per compiere l’enorme sforzo collettivo che ci permetta di affrontare la gravissima crisi in cui siamo precipitati.
Sforzo che riguarda in primo luogo la nostra immaginazione, perché i bambini, i ragazzi e tutti noi abbiamo sofferto e imparato tantissimo in questi mesi, ma non sappiamo ancora bene cosa abbiamo imparato.
E allora mi viene in mente che, forse, dovremmo provare a dar forma ed elaborare dei curricoli del rammendo, capaci di riprendere e riannodare i tanti fili sparpagliati di un’esperienza inedita e conturbante che ha mutato diverse cose nella percezione che abbiamo del mondo e delle sue fragilità, ma che ciascuno di noi ha finora percepito a modo suo, solitariamente. Per non correre il rischio di perdere la capacità di elaborare la portata di ciò che sta accadendo e intuirne collettivamente le potenzialità di trasformazione sociale, penso dovremmo ripensare con audacia alle priorità di ciò che insegneremo nell’anno che comincia. Se il curricolo è una “conversazione animata”, che ci aiuta a comprendere come alcune conoscenze possano intrecciarsi alla vita concreta di una classe o di gruppo che apprende, come sostiene l’ultimo Bruner, la grande sfida sta nell’accogliere pienamente la dimensione dell’incertezza nel nostro fare scuola.
A quante discipline scolastiche stiamo infatti ricorrendo più o meno consapevolmente in questi mesi, per cercare di capire qualcosa di ciò che sta accadendo?Matematica e statistica, in primo luogo, per venire a capo del diluvio di numeri che continuano a inondare i telegiornali, ma anche geografia, per inseguire gli spostamenti del virus, e scienze, naturalmente, perché il virus si muove tra le molecole che compongono i corpi nostri e di altri animali.
Abbiamo bisogno anche un approccio empirico all'architettura, per distinguere i caratteri degli spazi e capire come configurare una sensata distribuzione dei banchi in una classe o intravvedere luoghi nuovi e migliori per l’educare, ed è stato importante e potrebbe esserlo ancora di più l’incontro con la letteratura e la storia, perché tornare alle narrazioni della peste di Manzoni o Boccaccio ci fa comprendere tanto delle dinamiche dei nostri comportamenti, e magari approfondire la conoscenza di come si è diffusa l’influenza spagnola che, con i suoi 50 milioni di morti, esattamente un secolo fa doppiò le vittime della prima guerra mondiale. Nei libri di storia ben poco spazio è dato all’antropologia medica e ai contagi che grande peso ebbero nel passato, provocando crisi di imperi e stermini di intere popolazioni, come accadde ai nativi americani dopo la conquista bianca di quel continente.

Di fronte a noi abbiamo un decennio che necessariamente dovremo dedicare alla cura. Cura dei territori che abitiamo e della Terra, cura delle relazioni reciproche, cura dei contesti educativi, perché a tutti sia data la possibilità di acquisire le conoscenze necessarie e imprescindibili per operare scelte difficili e lungimiranti.

Ma per arrivare a costruire collettivamente una cultura capace di mettere al centro la cura e un mutamento significativo dei nostri comportamenti, come ci chiede con forza la generazione di Greta, dobbiamo essere in grado di elaborare dei veri e propri curricoli dell’incertezza. Curricoli che sappiano mettere al centro le tante domande aperte dal futuro, con la consapevolezza che le risposte le potremo dare solo mutando assai le nostre consuetudini e, prima, i nostri modi di guardare le complessità del pianeta che ci ospita, come auspicava trent'anni fa Alexander Langer, invocando la necessità di una radicale conversione ecologica, capace di coinvolgere ciascuno di noi in prima persona.

marzo - agosto 2020