Alcune piante della Val Borago:
La Val Borago si trova poco più su del centro di Verona e perciò la sua flora non sarà molto diversa da quella locale. Sono infatti presenti diversi carpini neri (Ostrya carpinifolia) ovvero degli alberi della famiglia delle Betulacee, cresce prevalentemente in luoghi collinari e soleggiati. E’ diffuso in quasi tutta Italia tranne nella parte ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), zona appenninica e peninsulare compresa, l’unica condizione è che il terreno non sia troppo argilloso; lo si può trovare anche fino ai 1200 metri sul livello del mare. La sua particolarità è che si trova spesso assieme (come in Val Borago) all’orniello (Fraxinus ornus). Quest’ultimo fa parte delle Oleaceae e si può trovare sia come albero che come cespuglio, la sua altezza massima non supera i 10 metri ed è diffuso in tutto il Mediterraneo. Essendo in associazione con il carpino nero condividono le stesse regioni di diffusione, ha diversi usi pratici in tutta Italia come in Calabria e Sicilia dove viene usato per produrre la manna oppure in Toscana, è infatti in questa regione che trova ampio uso nei vigneti dove sostiene i filari di vite. Un’altra pianta appartenente alla Val Borago è la roverella (Quercus pubescens), comunemente chiamata quercia (perché è la variante di quercia più diffusa in Italia) fa parte delle Fagaceae, la sua crescita è lenta ed è capace di adattarsi a climi freddi o a climi aridi. E’ più imponente rispetto all’orniello in quanto può (in rari casi) arrivare a un’altezza di 20 metri. Come già detto è la quercia italiana più diffusa in quanto cresce dappertutto meno gli ambienti più elevati e più interni. Questo albero è famoso per la sua longevità, si stima infatti che, in certe condizioni, una di queste piante possa sopravvivere oltre 1000 anni, inoltre rispetto al carpino nero ha bisogno di meno acqua per crescere. Un’altro albero presente è il carpino bianco (Carpinus betulus) facente parte delle Betulaceae ha la caratteristica di avere una grande capacità pollonifera (ovvero di generare polloni, rami ai piedi dell’albero) e migliora il terreno circostante. Ha un’età media di 150 anni circa; nonostante la somiglianza di nome col carpino nero hanno diversi luoghi di sviluppo, infatti il carpino bianco generalmente si trova sotto i 600 metri sul livello del mare. Andando avanti incontriamo anche l’olmo campestre (Ulmus minor), piante in grado di raggiungere i 25 metri di altezza e dei fiori ermafroditi (ovvero capaci di riprodurre sia i gameti maschili che femminili). Ha uno sviluppo in tutta l’Europa che si affaccia sul Mediterraneo, la sua espansione è aiutata dalla sua grande capacità di adattamento sia alla siccità che al freddo. Un aspetto curioso di questo albero è che i suoi frutti sono detti anche “pane del maggiolino”, questa denominazione è dovuta al fatto che quando essi sbocciano è anche il periodo di maggior attività del maggiolino. Nel sottobosco vi è un pullulare di vita anche maggiore rispetto a quanto si vede di primo acchito guardando la Val Borago e i suoi alberi. Vi sono molte piante che a primo sguardo sono nascoste, si passa infatti dalla falsa ortica alla vitalba, dall’edera al pungitopo.
Ostrya carpinifolia
Quercus pubescens
Carpinus betulus
Ulmus minor
L'edera comune (Hedera helix) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Araliaceae. I fiori sono formati da cinque petali di colore verde riuniti in ombrelle sferiche. I frutti sono costituiti da bacche globose di colore nero a maturazione lungamente peduncolati e riuniti in formazioni sferiche. Cresce vigorosa e rigogliosa, sempreverde, una rampicante molto rustica e resistente al freddo. La fioritura avviene a settembre e le bacche maturano a novembre, rimangono sulla pianta tutto l'inverno. Si trova a ridosso di ruderi, su alberi ma anche nei sottoboschi ombrosi. Può crescere sia strisciante che abbarbicata. Riesce a raggiungere anche altezze considerevoli (20 - 25 metri).
La Clematis vitalba è una pianta appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. In Italia è presente su tutto il territorio nazionale sino a circa 1300 m di quota, in terreni incolti, boschi di latifoglie e macchie temperate. È un rampicante con fusti ramificati, che si allunga anche oltre i 20 metri sugli alberi, sviluppando tronchi legnosi piuttosto grossi. Il profumo, leggero, è simile a quello del biancospino; fiorisce tra maggio ed agosto a seconda della quota. I suoi fiori sono ermafroditi e profumati. Hanno 4 sepali petaloidei, numerosi stami e ovario supero pluricarpellare. L'impollinazione è entomofila. I frutti invece sono acheni dotati di una lunga estremità piumosa e disseminati dal vento.
Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse impiegate come ornamento natalizio, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae. Il pungitopo è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvista di cladodi (fusti che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti, rigidi, e pungenti). In primavera si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte. Nelle foreste decidue è riscontrabile in querceti ma, in alcuni casi, anche in faggete di bassa quota. La pianta è dioica, cioè porta fiori, unisessuali, in due piante diverse, una con i fiori maschili e una con i fiori femminili.
Falsa ortica (Lamium) è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dai tipici fiori labiati. L'altezza media delle piante di questo genere varia tra i 10 cm e il metro. L'aspetto è erbaceo a volte quasi cespitoso e comunque sempre foglioso. Le piante in genere hanno un odore sgradevole e possono essere sia glabre che pubescenti.
Le orchidee:
Le orchidee sono una tra le piante più belle e più numerose presenti in Val Borago, hanno tuttavia bisogno di un equilibrio perfetto per svilupparsi in quanto la loro crescita dipende da più fattori: gli insetti impollinatori, i funghi, gli animali altre specie di piante e soprattutto il clima. Negli ultimi anni il loro numero sta diminuendo soprattutto a causa del mutamento del clima, è perciò importante studiarle e preservarle. Nel corso degli anni sono infatti state fatte diverse spedizioni di monitoraggio: dal 2001 al 2010 a piedi perlustrando tutta la valle eseguita da Riccardo Bombieri e alcuni volontari, nel biennio 2012-2013 è stata svolta un’altra indagine nell’oasi WWF del Vajo Galina, dal 2016 è iniziato un lavoro di ricerca che continua tutt’oggi da parte di Stefania Garonzi.
presenta fiori di diversi colori ed è la specie più numerosa (questo le conferisce un grado di rischio basso). E’ diffusa dalla collina alla pianura fino ai 1400 m sul livello del mare. Una sua particolarità è che questa pianta sente molto l’acidità del terreno.
diffusa in collina fino a un massimo di 1000 m sul livello del mare e in pianura. Ha un’ampia diffusione, come l’Anacamptis morio con la quale condivide i luoghi di fioritura. A Verona è presente anche la variante nivea anche se molto rara (vicino a Torri del Benaco).
Sezione a cura di Francesco Vetri, Roberto Dalfini e Alessio Mazzi