Lo scenario del terzo omicidio ad opera del Mostro di Firenze ha luogo a Mosciano di Scandicci, in provincia di Firenze. Le due vittime, Giovanni Foggi di anni 30, e Carmela De Nuccio di anni 21, si sono appartate per avere un momento di intimità in macchina nel Piazzale dell'omonima frazione fiorentina. Siamo al 6 giugno del 1981 e sono passati molti anni dal secondo omicidio di Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, tanto che la paura di un aggressione da parte di un ignoto sembra essere pressocché scomparsa tra i giovani e le famiglie.
La stessa paura tornerà proprio quella notte. Il giorno dopo il brigadiere Vittorio Sifone troverà i poveri corpi senza vita dei due ragazzi, per poi chiamare le forze dell'ordine per eventuali accertamenti. Accertamenti che porteranno ad una triste e spaventosa realtà: il Mostro di Firenze è tornato a seminare terrore.
LA VITA DEI RAGAZZI
Giovanni Foggi era un giovane dipendente dell'Enel proveniente da Reggello, in provincia di Firenze. Carmela De Nuccio lavorava in una pelletteria a Scandicci, denominata A.G. La ragazza, tuttavia, proveniva da Nardò, in provincia di Lecce. Infatti, si trasferì con la famiglia in Toscana negli anni '70 a Scandicci, dove suo padre trovò lavoro in pelletteria presso la celebre azienda Gucci. Qui in Toscana ebbe modo di coltivare la passione di andare a vedere delle gare automobilistiche presso il circuito del Mugello. I due si sono conosciuti nell'aprile 1981, due mesi prima del tragico evento che ha colpito loro e le rispettive famiglie, le quali erano state avvisate quella stessa sera dai due della loro volontà di sposarsi.
LA SERA DEL 6 GIUGNO 1981 E IL RITROVAMENTO DEI CORPI
LA SCENA DEL DELITTO
Quella sera, dopo cena i due ragazzi intendono uscire con la macchina per prendere un gelato. Un gelato che rappresenta una scusa per uscire e per avere un attimo di intimità, poiché si dirigono, con la Fiat Ritmo di Giovanni, verso Mosciano. I due si sistemano all’incrocio di due strade sterrate che partono entrambe da via dell’Arrigo, una perpendicolare e una parallela alla strada già citata. In questa piazzola, fra gli ulivi, si fermano con la macchina.
Un paio di ore dopo i loro cadaveri giacevano fuori dall'auto, senza segni di vita. Il corpo della ragazza è stato ritrovato al di sotto di un fossato senza difficoltà da parte delle forze investigative, come si può leggere nel report dei Carabinieri: "[Il corpo della De Nuccio giaceva] in strada isolata, sterrata, in piano, raggiungibile senza difficoltà logistiche in località Mosciano di Scandicci".
La mattina del 7 giugno le due vittime vennero ritrovate per caso da Vittorio Sifone, Brigadiere in forza al locale Raggruppamento di PS. Con l'obiettivo di andare a fare una tranquilla passeggiata con il figlio Massimiliano di 4 anni, purtroppo si rivelò tutt'altro che serena: l'uomo, assieme al figlio, trovò la Fiat Ritmo ancora parcheggiata nel piazzale, facendo la macabra scoperta del cadavere di Faggi. Grazie ad un telefono vicino ad un esercizio pubblico in Piazza del Vingone avvertì le forze dell'ordine, le quali arrivarono sul posto e trovarono il secondo cadavere di De Nuccio disteso sulla strada sterrata.
Alle ore 10:15 si presentano presso la stazione dei Carabinieri le famiglie dei due ragazzi, denunciando il mancato ritorno alle rispettive abitazioni.
Il primo sopralluogo della Polizia investigativa descrive il giovane Giovanni Foggi dentro la macchina seduto al posto di guida, con il sedile leggermente reclinato. La testa è orientata a destra, a peso morto, come se stesse dormendo. L'uomo è stato colpito da tre proiettili provenienti dal finestrino anteriore sinistro, di cui due nell’area cranica ed uno al torace. I bossoli sono gli stessi del delitto del 1974: Winchester Long Rifle calibro 22 serie H. Inoltre. erano presenti due ferite inferte all’arma bianca, di cui una al collo e l’altra al torace. Verranno poi trovati altri proiettili all'interno della macchina.
La vittima femminile, Carmela De Nuccio, si trovava a una distanza dall’automobile di almeno 12 metri, oltre la strada sterrata in un campo più basso rispetto al piano stradale. Non vengono rilevati segni di trascinamento. Carmela è stata colpita da cinque proiettili, precisamente al mento, al polso destro, all’avambraccio sinistro, al torace raggiungendo il cuore ed il quinto ed ultimo colpo la colonna vertebrale penetrando fra le vertebre cervicali. Il suo corpo giaceva a pancia in su con la testa reclinata sulla sinistra, la bocca era semiaperta e la collanina di perle giaceva fra le labbra. La ragazza era ancora vestita, ma era presente una recisione alla cintura e, soprattutto, in mezzo ai jeans, con le sue mutandine come tagliuzzate col coltello. Assistiamo quindi alla prima escissione post-mortem da parte del serial killer fiorentino della zona pubica femminile, asportandole l'organo riproduttivo. L’incisione risulta molto netta e precisa, quasi chirurgica, ma anche molto terrificante e spaventosa, soprattutto se pensiamo che non sarà l'ultima.