Il 29 Luglio 1984 ha luogo a Vicchio, vicino Borgo San Lorenzo, il penultimo omicidio ad opera del mostro. È una domenica d'estate e Claudio Stefanacci e Pia Rontini, di 22 e 18 anni, decidono di passare la serata alla Boschetta, una zona molto riparata e intima da eventuali guardoni. Qualche minuto dopo che i due sono arrivati al luogo, vengono avvertiti cinque colpi di spari. Vengono trovati i due corpi senza vita, ma questa volta il mostro non ha avuto nessuna pietà per le vittime: infatti, ha asportato sia la zona pubica femminile sia la mammella sinistra. Il suo è un messaggio chiaro: gli "errori" commessi nei due precedenti omicidi sono ora acqua passata.
LA VITA DEI RAGAZZI
Claudio Stefanacci è un ragazzo di Vicchio, cresciuto con la madre in quanto il padre morì in un incidente stradale quando egli era ancora bambino. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza a Firenze e contemporaneamente lavora nel negozio di elettrodomestici gestito dalla madre, in Piazza Giotto a Vicchio.
Pia Gilda Rontini, di origini danesi da parte di madre, risiede a Vicchio presso la casa di famiglia. Subito dopo il diploma, ha frequentato una scuola di cucina in Danimarca. Dal 1 luglio 1984 era stata assunta come barista presso il bar “La nuova spiaggia” sita nel viale Beato Angelico a Vicchio a pochi metri dalla stazione ferroviaria. Era membro attivo della Vicchio Folk Band esibendosi come majorette e con la banda girava paesi e città in per le varie esibizioni.
LA SERA DEL 29 LUGLIO 1984
Dopo una dura giornata di lavoro, i due salgono in macchina di Claudio, all’incirca alle 21:15, per fare un giro. Dalla provinciale Sagginalese, la vettura di Claudio svoltò a destra per la stradina sterrata che conduceva alla Boschetta, mettendosi in retromarcia dentro la piazzola, sino a fermarsi a ridosso della fitta vegetazione. A quell'ora, la zona era immersa nell'oscurità più totale. I due ragazzi si sistemarono sul sedile posteriore della Panda e fu verosimilmente mentre cominciavano a spogliarsi, cinque o dieci minuti dopo il loro arrivo, che cominciò l'azione omicidiaria.
Alle ore 21:45, di fatto, due persone, Alberto Canovelli e Pietro Cantini, in due luoghi diversi sentono 5 colpi d’arma da fuoco provenienti dalla direzione della La Boschetta. Entrambi i genitori si preoccupano nel corso della notte e si incontrano a Vicchio per iniziare le ricerche, contattando gli ospedali di Lugo, di Borgo, di Pontassieve e di Firenze, senza però avere un riscontro utile.
Cominciano quindi le ricerche dei due giovani verso la mezzanotte, coinvolgendo quasi l'intera comunità di Vicchio. Verso le 3:00 del mattino, Lorenzo Becherini, amico di Claudio, imboccò la stradina che conduceva alla Boschetta. Becherini riconobbe l'automobile di Claudio, ma non ebbe il coraggio di avvicinarsi, preferendo avvertire le forze dell'ordine. Giungono poi i Carabinieri sul posto, i quali constatarono che di fronte a loro si trovavano altre due giovanissime vittime del mostro.
LA SCENA DEL DELITTO
Stefanacci, dentro l'automobile sul sedile posteriore, lato destro, viene raggiunto da tre colpi di arma da fuoco e ben dieci coltellate, quattro di queste nella zona pubica.
La Rontini era all'esterno dell'automobile, a circa sette metri dalla macchina in un campo. Era stata raggiunta da due colpi di arma da fuoco, estratta viva e con 9 colpi di arma da taglio inferti sul corpo. Infine, post mortem, le erano stati asportati il pube e anche la mammella sinistra. Sarà il primo caso in cui avverrà ciò, ma non l'ultimo, come ben vedremo nell'ultimo delitto.
Il ruolo di Renzo Rontini, padre di Pia, nel caso del Mostro