Nell’epoca rinascimentale, più specificatamente tra il 1526 e il 1531, nasce a Sermoneta Marco Fabritio Caroso.
Divenne celebre per la sua grande fama come scrittore, compositore di musica, coreografo e maestro di ballo. Ciò che lo rese ancora più famoso in quell’epoca furono i due trattati sull’arte della danza scritti da lui e intitolati: “Il Ballarino”, composto nel 1581, e successivamente ampliato con il titolo di “Nobiltà di Dame” nel 1600 e nel 1605.
I due trattati sono considerati ancora al giorno d’oggi una fonte fondamentale, in quanto spiegano i passi di danza e la musica impiegata nei balli nella seconda metà del XVI secolo.
In questi volumi vengono trattati ben oltre 100 tipi di danze, tra le quali spiccano principalmente i balletti.
L’importanza dell’opera di Caroso è resa evidente dal fatto che il suo secondo manuale di danza, “Nobiltà di Dame”, fu usato per la composizione delle danze italiane fino alla terza decade del XVII secolo. Ma anche il suo primo manuale, “Il Ballarino” ebbe grandi lodi. La struttura delle due opere è la stessa: sono entrambi divise in due parti, di cui la prima tratta della teoria dei passi e delle regole secondo cui bisogna comportarsi al ballo, e la “Seconda Pratica” che riporta le coreografie integrali di varie composizioni, cioè varie sorti di balletti, cascarde, tordiglione, passo e mezzo, pavaniglia, canario e gagliarde, dedicati ognuno ad una gentildonna.
Tutti i balli sono concepiti per una o più coppie di danzatori. Le figure, che mostrano la posizione della coppia di ballerini all’inizio di ciascuna danza, costituiscono una straordinaria fonte iconografica non solo per la storia della danza, ma anche per quella del costume. Raffinato teorico, oltre che artista direttamente impegnato nella “pratica” del ballo, Caroso celebrò la figura del “Danzatore Cortigiano”, altamente preparato (nell’educazione, nella cultura, nel Nobil Vivere), ed esaltò la matrice aristocratica “da sala” della danza, da eseguirsi con grande precisione e dominio dei precetti teorici.
Così il Caroso descrive minuziosamente attraverso le successioni di passi, figurazioni e movimenti la composizione della coreografia del "Ballo del fiore" :
".... Nel principiar questo Ballo l'Huomo pigliara' un Fiore....lo baciara' gratiosamente e facendo la riverenza lo donara' alla Dama...."