Chernobyl - La Zona

Foto dal luogo del disastro

 di Simone Passeri

21-30 aprile 2023

ὕβρις (Hybris)


Hybris (ˈhyːbris, in greco antico: ὕβϱις, hýbris) è un topos (tema ricorrente) della tragedia greca e della letteratura greca, presente anche nella Poetica di Aristotele. Significa letteralmente "tracotanza", "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione". Si riferisce in generale a un'azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente. È un antefatto che vale come causa a monte che condurrà alla "catastrofe" della tragedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Hybris

Testimonianze dell’alto ingegno di chi aveva progettato e costruito macchine spacca-atomi e antenne e giostre e statue e pianoforti e maschere antigas; ora relitti, tracce di vite interrotte, indizi di eventi fuori controllo e di paura. I relitti che Simone Passeri ha cristallizzato in bianco e nero a Pripyat, la città più prossima al famigerato reattore 4 della centrale nucleare di Černobyl', sembrano lì a dirti di starne lontano, come i reattori e le testate nucleari che la Guerra Fredda ha disperso in abissi privi di luce.

Le stampe che emergono dalle candide pareti mostrano come tutte quelle “cose” in disfacimento rigettino la luce e popolino ciò che appare come un set senz’altro pericoloso. Come negli abissi, dove l’acqua filtra la luce e nasconde macchine e ordigni un tempo dotati di capacità complesse prima di diventare, per volontà, incidente o imperizia, relitti terrificanti.

La natura intorno a Černobyl' appare incurante di quanto successo e tra non molto quelle “cose” saranno non più consistenti, non più forme fotografabili. Per migliaia di anni, tuttavia, le radiazioni in cui sono immerse resteranno pericolose per la vita che conosciamo. Il presumere di essere in grado di controllare particelle subatomiche letali per un tempo infinitamente più lungo di qualsivoglia manufatto prodotto o producibile da Homo sapiens, penso sia una chiara manifestazioni di insana hybris e Simone Passeri, in camera oscura, ha ben visto la “catastrofe della tragedia”.