Il Mare Lassù

di Marianna Suar


Sabato 24 ottobre, ho visto che c’era un evento interessante a Ferrara: la presentazione del libro “Il mare lassù” di Francesco Prete.

Francesco è un amico del mare e dell’ambiente e ho pensato che non potevo mancare.

La mia scelta si è rivelata piuttosto felice.

Francesco Prete e Luca Marini sono amici da tanti anni, uniti dalla passione per il mare e per tutti gli abitanti dei suoi abissi. A Francesco piace scrivere e Luca fa il biologo marino e dipinge degli acquerelli che sembrano fotografie. Il mare è sempre al centro, ma nel libro di Francesco c’è un’odissea moderna, c’è un pieno di ideali e c’è un mondo di valori, nel quale la solidarietà ha un’importanza grande.

Luca racconta con entusiasmo il romanzo del suo amico, ti viene subito la voglia di leggerlo. Alla fine l’autore scrive sulla mia copia la dedica, a mio padre che ha 90 anni ma che è nato non al mare ma quasi nel mare della Maremma, che da ragazzo andava in apnea a prendere le conchiglie e che ora leggerà con piacere quella che è la prima opera di Francesco del Prete.

Ma Luca Marini è pure il proprietario della “stanza di Lucrezia”, un centro espositivo in Via Saraceno 83, che è una piccola sala, antica, ristrutturata con rispetto e con garbo. Curioso come un romano nato alla Garbatella si sia ambientato benissimo a Ferrara, se ne sia innamorato leggendo Giorgio Bassani - e si consideri un nostro concittadino, al punto di prendersi cura delle sue bellezze.

Racconta di aver comperato un negozio moderno e di essersi ritrovato archi rinascimentali e colonne del Medioevo.

E così, mentre sentivo parlare di Lampedusa, di Scilla, di viaggi e di pescherecci, mentre ammiravo quadri di polpi e ritratti di arcigne murene, mi veniva in testa la musica di Lucio Dalla, perché di colpo quella stanza di Lucrezia mi sembrava la casa in riva al mare. Mi passavano davanti agli occhi tutte le cose azzurre, e blu e violette che conosco, e pensavo a mio nonno.

Avevo sei o sette anni, e, nel mio pensierino sul papà, la maestra sottolineò due errori in blu, ma disse che sembrava di vedere il Tirreno infuriato: “A casa di papà il mare quando si arabia entra in cucina, infatti mio nonno ci a messo una veranda”.

Mi ricordavo di mio suocero, che mi portò a vedere Scilla, da sopra un muretto: non volevo più tornare indietro.

Tutti quei ricordi colorati si avvicendavano nella mente grazie alla stanza di Lucrezia.

Non conosci mai fino in fondo Ferrara, ogni volta ti stupisce, ti rapisce e non puoi non volerci entrare.

Entrate, almeno una volta, da Lucrezia: ne uscirete migliori.