Le mie opere sono capitoli di un lungo flusso di coscienza, un lavoro continuo tra memoria e futuro all’interno del quale, infrangendo le regole della visione, attraverso il found footage, documenti, fotografie ed elaborazione grafica digitale, cerco di creare dei lavori compositi sospesi in una dimensione tra visione e ricordo.

Il mio approfondimento verte soprattutto sulla riflessione che mette al centro le interferenze percettive scaturite tra paesaggio naturale e artificiale - passando per l’architettura e il concetto di abitare - in particolar modo dei territori in trasformazione, dove la crisi della specificità e il conflitto tra virtualità ed esperienza reale si fa sempre più ampio. Per quanto riguarda la restituzione della mia ricerca spesso ricorro a display composti da differenti linguaggi visivi, prediligo il disegno, la fotografia e il video, creo immagini improvvise e appunti che organizzo in forma diaristica. In un secondo momento osservo il materiale con l’occhio di uno sconosciuto e successivamente elaboro digitalmente, estrapolo, compongo e configuro il lavoro all’interno di installazioni che si relazionano con l'ambiente ospitante.