Introduzione a Sparta Ovunque

“Sparta ovunque” è una delle formule di saluto in uso nell’Impero di Sparta, che nella sua plurisecolare storia si è esteso quasi “ovunque” nel mondo, dominando gran parte dei continenti.

L’antologia “Sparta ovunque” raccoglie sette racconti di altrettanti autori ambientati nel mondo ucronico della mia trilogia “Via da Sparta”, pubblicata in tre volumi da Porto Seguro Editore (“Il sogno del ragno” 2017, “Il regno del ragno”, 2018, e “La figlia del ragno”, 2019).

Le avventure dei protagonisti di “Via da Sparta” sono ambientate in un mondo attuale ma del tutto diverso dal nostro, a causa di due eventi del passato, che si sono svolti diversamente che nella realtà. La ripercussione dei loro effetti ha portato a cambiare tutto il resto.

La prima divergenza ucronica riguarda Sparta. Dopo aver rallentato l’avanzata persiana nella battaglia delle Termopili, Sparta, contrariamente a quanto avvenuto nel nostro flusso temporale, sconfigge Tebe a Leuttra nel 371 a.C. (grazie all’improvvisa decisione di arruolare una cavalleria mercenaria di supporto) e, partendo da questa divergenza ucronica, diventa un impero che domina su metà del mondo. Sparta inizia la sua espansione, cancellando Atene e la sua cultura, alleandosi ai Macedoni di Alessandro Magno, bloccando lo sviluppo dell’Impero Romano e creando un mondo del tutto diverso in cui non ci sono stati né rinascimento, né neo-classicismo, né rivoluzione francese o industriale (tanto per fare degli esempi).

La seconda divergenza storica (effetto indiretto della prima) riguarda il Giappone. Sull’altra metà del pianeta regnano i samurai di Nippon-koku, il Giappone, dopo che nel 1540 d.C., Hideyory (il figlio di quel Hydeyoshi che attaccò la Corea) e suo figlio Hidetara riuscirono a sottomettere la Cina.

Hideyoshi, nella storia reale, attaccò la Corea, che era protetta dal potentissimo Catai (Cina), una nazione che regnava su gran parte della Chitrinodermia (Asia). In questo mondo alternativo, suo figlio Hideyori, quando gli successe, ne proseguì l’opera e conquistò metà del Catai, che andò in crisi. Nell’anno olimpico 2316, Hidetara, il figlio di Hideyori e di una donna della potente famiglia Tokugawa, riuscì a sottomettere l’intero Catai, avviando così la supremazia di Nippon-koku sul continente.

“Via da Sparta” si svolge in questa diversa linea temporale, in corrispondenza dei nostri anni 2009-2018. Le due protagoniste, la schiava ilota Aracne in fuga e la ricca spartiate Nymphodora che sogna un mondo diverso, partono rispettivamente da Neapolis (versione ucronica di Napoli) e dalla capitale dell’Impero, Lacedemone (corrispondente all’antica città di Sparta), da lì i personaggi si spostano in varie parti del mondo.

Anche i racconti di questa antologia, ambientati in epoche diverse, da poco dopo la battaglia di Leuttra fino a un nostro prossimo futuro, si svolgono in varie parti del mondo. Assistiamo così agli scontri tra Sparta e Nippon-koku in Bengala, alla distruzione della biblioteca d’Alessandria in Egitto, alle battaglie tra l’Impero e i Regni Perieci del Nord nei paesi scandinavi, alle avventure sulle Alpi di uno spartiate deforme per colpa di esperimenti genetici, di una giovane mutante nipponica in Giappone, di due amanti iloti inseguiti dagli ireni durante una cripteia alle porte della capitale Lacedemone e persino a un incontro ravvicinato con creature aliene in Messenia.

L’ucronia richiama la storia, ridisegna la geografia e si mescola alla fantascienza, magari con qualche tocco magico, immaginando diversi sviluppi della tecnica e della scienza, ma anche viaggi nel tempo e tecnologie di altri mondi, facendo incontrare in un oggi alternativo civiltà che oggi sono scomparse come quelle di spartani, samurai, aztechi e vichinghi, generando suggestioni inedite.

Ogni autore reinterpreta a modo proprio l’universo immaginario di “Via da Sparta”, in cui ventiquattro secoli di storia, hanno cambiato ogni aspetto, dalla società, all’economia, alla famiglia, al sesso, all’arte, alla scienza, alla tecnica, alla religione, agli usi e costumi, alla politica, all’alimentazione, all’urbanistica e architettura.

La gente spesso vive in case sotterranee, va quasi sempre in giro del tutto nuda, uomini e donne vivono separati in caserme e ginecei, i bambini sono allevati lontani dai genitori e non esiste la famiglia, il matrimonio serve solo alla procreazione e a far sì che le donne ricevano dai mariti proprietà da gestire. Ogni cosa appartiene all’Impero di Sparta e la proprietà privata non esiste, il denaro non è usato, uomini e donne svolgono attività del tutto diverse, i primi impegnati nella guerra e nella politica e le altre in tutto il resto. Il mondo è assai meno popolato, con gli schiavi iloti uccisi regolarmente in guerra o nei riti di iniziazione degli ireni, detti cripteie, e tutti, gli schiavi iloti e i padroni spartiati, non possono vivere oltre cinquantacinque anni, età in cui sono uccisi con rito pubblico detto Catarsi. La tecnologia è in grande ritardo, la filosofia, privata della spinta data da Atene, è assai primitiva, la scienza ha sviluppato la genetica per modificare persone, animali e piante, ma ignora molto altro. Non ci si stupisca allora, per esempio, di veder praticare l’amniocentesi da gente che combatte ancora spesso con spade e scudi. L’arte è proibita e ridotta ai minimi termini. Gli usi sono “spartani”.

Insomma, un mondo alieno in luoghi che conosciamo bene ma in una linea temporale diversa dalla nostra. “Sparta ovunque” ha evidenziato alcuni di questi aspetti, lasciando gli altri sullo sfondo, come presupposto narrativo dei singoli racconti, in cui ogni autore sceglie luoghi e approcci a lui o lei più congeniali. Rispetto alla trilogia, noto qui una maggior focalizzazione sulle tematiche belliche, presenti anche in “Via da Sparta”, ma in modo forse meno centrale. Del resto, quella descritta è una società che si regge proprio solo grazie a uno stato di guerra continua.

In “Sparta ovunque” troviamo anche un’ucronia nell’ucronia e, in due occasioni, la Chiesa e il cristianesimo che nel mondo da me descritto non sono mai esistiti, ridotti a una piccola setta di ebrei “gesuisti”, si prendono la loro rivalsa.

L’idea di questo volume è stata di Sergio Calamandrei, subito accolta con grande entusiasmo da Massimo Acciai Baggiani, che in veste di mio “biografo ufficiale”, essendo anche l’autore della mia biografia letteraria “Il sognatore divergente” (Porto Seguro Editore, 2018), ha collaborato a curare questo volume e a scriverne la prefazione.

Abbiamo quindi scelto assieme quelli che, tra coloro che avevano già letto e apprezzato la saga di “Via da Sparta”, per esperienza letteraria ci parevano più idonei a partecipare a quest’iniziativa. Acciai nella prefazione parla di fan-fiction. Io preferirei parlare di friends-fiction, non volendo assolutamente pormi in un ruolo centrale rispetto ad autori, tutti più validi e illustri di me e che stimo molto.

Sono dunque onorato di avere raccolto in questo volume oltre ai bei racconti dei cari amici Sergio Calamandrei e Massimo Acciai, compagni anche in altre avventure letterarie e non solo, anche quelli assai stimolanti di altri autorevoli amici quali i pluripremiati autori di fantascienza Donato Altomare e Pierfrancesco Prosperi, quest’ultimo un autentico maestro di ucronia, il grande e prolifico appassionato di allostorie Paolo Ninzatti, buon conoscitore della Scandinavia e, unica donna, la grande esperta d’oriente Linda Lercari, vivace narratrice di opere sia fantascientifiche che storiche, oltre che collega nella mia medesima banca. In fondo al volume potrete scoprire qualcosa di più su di loro leggendone le biografie.

Tutti e sei sono autori di cui ho letto varie opere e che ho sempre molto apprezzato.

Il mio ringraziamento va a tutti gli autori; agli editori che hanno creduto nel progetto “Via da Sparta”, Paolo Cammilli di Porto Seguro e, soprattutto, Marco Solfanelli di Tabula Fati, che ha voluto pubblicare questo volume; e a tutti i lettori che mi hanno sempre sostenuto, apprezzando i miei libri e, in particolare, quelli di questa saga.

Carlo Menzinger di Preussenthal

Firenze, 16 Aprile 2020

Torrino Santa Rosa (Firenze), 15/07/2021: Pierfrancesco Prosperi, Carlo Menzinger e Sergio Calamandrei