Ambientazione di Psicosfera

Dalla spazio esterno alla Terra, a Marte, la scena si sposta in numerose località della Terra dall’Italia (Firenze), alla Lituania (Vilnius), all’Irlanda del Nord, alla Norvegia (Bergen e Oslo), al Tibet, alla Russia (Pietroburgo e la Ciuvascia), all’Oceano Pacifico. Gran parte della storia, però, si svolge nella Psicosfera, una sfera del diametro di circa dieci chilometri e che muta spesso aspetto. È stata creata da creature che vivono nelle profondità della Terra mediante la loro forza psichica e grazie a questa la trasformano continuamente. A restare costante è la sua insolita gravità, simile a quella terrestre per intensità, ma dislocata perifericamente sulla superficie. L’ambiente interno alla Sfera all’inizio è uno spazio vuoto e buio. Poi si illumina e vi compare una surreale casetta in stile inglese, nel mezzo di un deserto d’aspetto lunare. Poco per volta il deserto si muta in prato, giungla e, infine, fattoria, con l’apparizione di animali e piante di ogni luogo della Terra. È attraversata dal Fiume dell’Eterno Ritorno, un fiume circolare, la cui acqua ruota senza sorgente, né foce.

Le creature abissali che hanno creato la Psicosfera non si vedono mai, ma entrano in comunicazione telepatica con i personaggi e inviano sogni a volte così corporei da parere del tutto reali. In particolare, inviano una bambina di quattro anni, con le sembianze della figlia di uno dei cosmonauti, che funge da tramite tra umani e alieni ctonii. Suo antagonista è un uomo, creato da un’avversa fazione degli esseri magmatici, che si fa chiamare Oberon[1].

L’habitat della Sfera poi muta ancora, divenendo una Fattoria Concava.

L’ambientazione surreale nella Sfera è sempre sospesa tra realtà e sogno.

[1] Entrambi sono personaggi del romanzo “La bambina dei sogni” di Carlo Menzinger di Preussenthal.