Franco Sberze

(1925 - 1995)

piccola biografia del fondatore del coro

Franco (all'anagrafe Francesco) nacque ad Arsiero nel 1925, secondo di cinque fratelli. Dimostrò la propria inclinazione per la musica ed il teatro fin da giovane; da autodidatta, apprese i segreti del pentagramma, coltivando anche la passione per il canto corale sacro, divenendo nel 1947 direttore della Schola Cantorum. Fondò il coro femminile Stella Alpina, a cui si dedicò con passione allestendo un vasto repertorio di musica polifonica sacra e popolare.

Fu, nel 1949, tra i fondatori della compagnia “Piccolo Teatro Città di Arsiero”, di cui fece parte come attore, regista, scenografo, tuttofare... fino alla fine; memorabili sono le sue interpretazioni di alcuni tra i più caratterizzanti personaggi della commedia dialettale veneta dell'800 e 900, tra cui spicca il personaggio del "cursore" nella commedia di Domenico Pittarini "La politica dei villani".

Fu anche impegnato nella vita amministrativa del paese, come consigliere comunale per molti anni e come Vicesindaco durante la giunta presieduta da Angelo Bevardo (1965 - 1970) e quella presieduta da Marcello Borgo (1970 - 1975).

L'avventura del Monte Caviojo ebbe inizio nel 1968, dopo che, a quanto sembra a causa di dissidi con l'allora parroco, la Corale Parrocchiale chiuse i battenti. Tuttavia, gli amici cantori già da qualche tempo appresso amavano ritrovarsi per eseguire insieme le nuove armonizzazioni polifoniche di canti popolari, di cui Franco era grande estimatore, nonché attento esecutore. Era un periodo buono quello, grazie all'affermazione di molte compagini giovani e di qualità che, già negli anni precedenti, avevano tenuto concerti e partecipato a rassegne anche in quel di Arsiero. SOSAT in primis, poi I Crodaioli, il Monte Cauriol, il Nigritella, i cori nati nei paesi vicini da qualche anno ma già affermati come il Coro Ciclamino, gli Amici dell'Obante, il GES... solo per citarne alcuni.

A partire dalla fondazione, Franco fu direttore del coro per gran parte della sua vita, eccettuata una parentesi tra il 1974 ed il 1978, in cui alla guida del gruppo fu il M° Mario Menegozzo. Affidò la conduzione al giovane e preparato M° Armando Colombo nel 1992, avendo in lui individuato un degno successore cui trasmettere anche il proprio ricco archivio musicale; rimase comunque in servizio come corista per altri tre anni, fino a quel triste mattino del 1995 in cui, d'improvviso, come un guizzo delle sue mani quando dirigeva i suoi ragazzi, chiuse l'esecuzione e si congedò dal mondo.

è un simbolico "passaggio di consegne" tra Franco ed Armando durante i festeggiamenti per i 25 anni del coro

durante i festeggiamenti per i vent'anni del coro con Franco Gobbetto (Vento), suo amico e compagno di musica e teatro

La sua memoria è ancora viva in chi l'ha conosciuto e nei coristi che hanno avuto l'onore di conoscerlo come direttore e di esibirsi sotto la sua guida. Di tutto ciò che si può dire e raccontare, crediamo che questo breve suo scritto sia particolarmente efficace e significativo: egli lo redasse nel 1988, in occasione dei festeggiamenti per i 20 anni di fondazione del gruppo.

"Siamo assieme da vent'anni e non ci siamo ancora stancati di cantare e ricantare le stesse canzoni eseguite in una certa maniera, rifatte e rimescolate e poi ancora ricucite come la prima volta; canzoni vecchie da eseguire come nuove. È tutto così facile, presentarci in pubblico e cantare dieci, quindici canzoni. Sembrano piccoli pezzi imparati la sera prima al chiaro di luna. Ma chi, passando la sera per via Riva, settimana dopo settimana, sente ripetere sempre le stesse canzoni, forse riesce a capire che niente viene improvvisato e la canzone, anche la più semplice, per essere eseguita dignitosamente dev'essere preparata anche con lavoro di mesi. Lavoro e sacrificio, monotono, lungo, noioso e faticoso, eppure ripetuto ogni settimana. Perché? Per l'amore al bel canto, per l'amicizia fra i coristi che dura da anni, per la voglia di scherzare, di ritrovarsi a discutere di cose serie o futili, per il desiderio di fare qualcosa di bello..."