CHE IL PRIMO LUGLIO SIA LIBERATO LEONARD PELTIER. UN INCONTRO E UN APPELLO DALL'ITALIA
Il primo luglio dovrebbe essere resa pubblica la decisione della "United States Parole Commission" sulla concessione della misura della "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ormai ottantenne e gravemente malato, da 48 anni in carcere per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, da John Lennon, da Robert Redford, dal Dalai Lama, da papa Francesco e da innumerevoli altre persone; da Amnesty International e da innumerevoli altri movimenti umanitari; dall'ONU, dal Parlamento Europeo e da innumerevoli altre istituzioni democratiche di tutto il mondo.
In tutto il mondo si attende il pronunciamento della "United States Parole Commission" che potrebbe restituire dopo quasi mezzo secolo la liberta' a un uomo innocente.
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Sabato 29 giugno 2024 a Vetralla, in provincia di Viterbo, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolto un incontro di riflessione e di testimonianza.
L'incontro si e' concluso con la seguente dichiarazione.
"Auspichiamo che lunedi' primo luglio 2024 la "United States Parole Commission" annunci la concessione della "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier dopo 48 anni di ingiusta detenzione per un delitto che non ha commesso.
Cessi la semisecolare persecuzione di cui Leonard Peltier e' vittima.
Non muoia in carcere un uomo innocente, anziano, gravemente malato.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona, ogni associazione sollecita del bene comune dell'umanita', ogni istituzione democratica a dedicare la propria attenzione alla decisione che verra' annunciata lunedi' primo luglio.
Invitiamo tutti i mezzi d'informazione a far conoscere la vicenda di Leonard Peltier.
Nell'attesa che lunedi' primo luglio Leonard Peltier ottenga la "liberta' sulla parola", insistiamo ugualmente affinche' il Ministro della Giustizia e Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America gli conceda anche il "rilascio compassionevole" e il Presidente degli Stati Uniti d'America gli conceda anche la "grazia presidenziale", cosicche' non solo Leonard Peltier torni libero, ma le massime istituzioni statunitensi che ne hanno la competenza e la prerogativa riconoscano e statuiscano nella forma piu' ampia il suo diritto alla liberta'".
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Alleghiamo in calce un appello diffuso nei giorni scorsi, e una breve notizia ed alcuni riferimenti per saperne di piu'
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 29 giugno 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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ALLEGATO PRIMO: UN APPELLO DIFFUSO NEI GIORNI SCORSI
Comitato per Leonard Peltier: Mail bombing per Leonard Peltier
[Dal sito di "Pressenza" riprendiamo e diffondiamo]
Il Comitato per Leonard Peltier, nell'avvicinarsi della data del primo luglio quando la United States Parole Commission dovra' pronunciarsi sulla possibilita' di scarcerazione sulla parola per il nativo detenuto da quasi 50 anni invita a inviare mail per sollecitare questa scarcerazione alla mail della Commissione USParole.questions@usdoj.gov mettendo come subject "Parole for Mr. Leonard Peltier" e seguendo come schema la bozza di lettera proposta qui sotto da Peppe Sini:
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Dear ladies and gentlemen of the United States Parole Commission,
In connection with your examination of Mr. Peltier's situation we have learned that you have received a letter from Mr. Wray, director of the FBI, intended to induce you to deny the grant of "parole."
A detailed examination of that letter, conducted by the "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" (Research Center for Peace, Human Rights and Biosphere Defense) in Viterbo, Italy, shows that Mr. Wray makes untrue claims and omits many facts favorable to Mr. Peltier.
Mr. Peltier, with all evidence, is an old and ill man who spent 48 years in prison for a crime he did not commit, and during the long period of his imprisonment he promoted educational and welfare initiatives and supported important nonviolent initiatives in defense of human rights and the living world.
Therefore, please do not allow yourself to be clouded by Mr. Wray's untrue assertions and make your decision in good conscience, in accordance with your functions and duties and the relevant regulations and criteria, with full respect for truth, legality, and humanity.
Please accept my best regards.
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ALLEGATO SECONDO: UNA NOTIZIA ED ALCUNI RIFERIMENTI PER SAPERNE DI PIU'
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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DA VITERBO PER LEONARD PELTIER. RICORRENDO IL 26 GIUGNO L'ANNIVERSARIO DELLA TRAGEDIA DEI "FATTI DI OGLALA" RINNOVIAMO L'APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
La mattina di mercoledi' 26 giugno a Viterbo, in piazzale Antonio Gramsci, dinanzi alla lapide che ricorda le persone li' assassinate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, ricorrendo l'anniversario della tragedia dei "fatti di Oglala" del 1975, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Di seguito una estrema sintesi della conversazione e l'appello conclusivo.
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Il 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (una riserva indiana che si trova all'interno dello stato del Sud Dakota), nel terreno del ranch della famiglia Jumping Bull vi fu un conflitto a fuoco nel quale persero tragicamente la vita due agenti dell'FBI, Jack Coler e Ronald Williams, e un giovane militante dell'American Indian Movement, Joe Stuntz.
Il conflitto era stato preceduto negli anni e nei mesi precedenti dall'uccisione di molti indiani tradizionalisti da parte degli squadroni della morte dei "Goons" che nella riserva di Pine Ridge aggredivano sistematicamente gli indiani tradizionalisti. La popolazione locale chiese aiuto all'American Indian Movement affinche' i giovani attivisti li proteggessero dalla violenza dei "Goons".
Ma in quel periodo contro i nativi non era scatenata solo la violenza dei "Goons" e di singoli o gruppi bianchi razzisti, c'era anche quella del famigerato programma "Cointelpro" con cui l'FBI si riproponeva la sistematica, brutale e fin sanguinaria repressione dei movimenti che si battevano per i diritti umani dei neri e degli indiani, come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
In quegli anni i nativi americani avevano intrapreso grandi vertenze per rivendicare i loro diritti anche sulla base dei trattati ottocenteschi che il governo statunitense non aveva mai rispettato, e alle loro richieste il potere razzista rispondeva con la violenza, arrivando fino alla eliminazione fisica degli attivisti.
Il 26 giugno 1975 l'FBI penetro' nella proprieta' privata della famiglia Jumping Bull che ospitava gli attivisti dell'American Indian Movement, dapprima con due agenti armati alla guida di due auto senza alcun contrassegno di identificazione, e subito dopo l'inizio del conflitto a fuoco con molti altri mezzi e molti armati dell'FBI e di altri corpi armati fiancheggiatori. La sparatoria si concluse con la morte di tre persone, due agenti dell'FBI e un attivista dell'American Indian Movement, e con la disperata fuga - dopo l'iniziale resistenza - degli indiani superstiti, uomini, donne e bambini, convinti che l'assalto avesse come scopo di ucciderli tutti.
L'FBI successivamente accuso' dell'uccisione dei due agenti alcuni attivisti dell'American Indian Movement, ma i primi due attivisti nativi che furono processati (Dino Butler e Bob Robideau) furono assolti perche' fu riconosciuto dal tribunale che tutti gli attivisti indiani percependo di essere aggrediti e temendo per le loro vite avevano agito per legittima difesa.
L'FBI, perso il primo processo, accuso' allora dell'uccisione dei due agenti il solo Leonard Peltier, che fu processato in un'altra citta', notoriamente razzista, e in un altro tribunale, con una giuria di soli bianchi, in un clima di fortissima intimidazione e di fortissimo pregiudizio contro i nativi.
Non avendo vere prove e vere testimonianze per far condannare Leonard Peltier, l'FBI fabbrico' "testimonianze" false e "prove" false per ottenerne la condanna pur sapendolo innocente: e sulla base di queste flagranti falsita' Leonard Peltier fu giudicato colpevole di un delitto che non aveva commesso.
La flagrante falsita' delle "testimonianze" emerse immediatamente, e in prosieguo di tempo gli avvocati di Leonard Peltier ebbero accesso agli atti che l'FBI aveva tenuto segreti e che dimostravano definitivamente la falsita' anche delle "prove".
Leonard Peltier e' in carcere da 48 anni per un delitto che non ha commesso.
In questi 48 anni Leonard Peltier ha continuato dal carcere una lotta nonviolenta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, della Madre Terra. Ha dipinto quadri, ha scritto poesie, ha pubblicato un libro, ha lottato per i diritti dei detenuti, ha promosso e sostenuto iniziative educative ed assistenziali, ha aiutato numerose iniziative nonviolente umanitarie, ecologiste, per il bene comune dell'umanita'.
E' ormai vecchio (in settembre compira' 80 anni) ed e' affetto da molteplici e gravi patologie che non possono essere curate adeguatamente in carcere. I suoi familiari chiedono che possa trascorrere con loro quel poco che resta della sua vita.
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Il primo luglio la "United States Parole Commission" puo' decidere di concedergli la "liberta' sulla parola" (l'equivalente statunitense della nostra "liberta' vigilata").
Ci sono tutti i requisiti previsti dalla normativa in vigore per la concessione della misura.
Ma il direttore dell'FBI ed alcune associazioni fiancheggiatrici hanno inviato alla "United States Parole Commission" lettere gremite di affermazioni non veritiere per ottenere che Leonard Peltier muoia in carcere.
Leonard Peltier e' innocente.
Leonard Peltier ha diritto alla liberta'.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, da John Lennon, da Robert Redford, da Amnesty International, dall'ONU, dal Parlamento Europeo, da innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni di tutto il mondo.
Le affermazioni non veritiere dell'FBI sono state ancora una volta confutate in una lettera alla "United States Parole Commission" che riproduciamo qui di seguito.
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Facciamo sentire la voce dell'umanita': sia liberato Leonard Peltier.
Non muoia in carcere un uomo innocente.
Il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 26 giugno 2024
Mittente: il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
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ALLEGATO: UNA LETTERA "AD ADIUVANDUM" ALLA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION"
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
e per opportuna conoscenza:
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
ai legali che assistono il signor Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
ai mezzi d'informazione
Oggetto: Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission", a confutazione delle affermazioni non veritiere contenute in una lettera del 7 giugno 2024 del signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in danno del signor Leonard Peltier.
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
avendo letto la lettera inviatavi dal signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in data 7 giugno 2024, che in danno del signor Leonard Peltier contiene affermazioni non veritiere ed omissioni tali da configurare un palese tentativo di indurvi a commettere un sesquipedale errore di valutazione ed una clamorosa ingiustizia, mi sono determinato ad inviarvi questa lettera "pro veritate atque pro bono publico" a confutazione di quella del signor Wray.
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1. La lettera del signor Wray del 7 giugno 2024
il signor Wray, direttore dell'FBI, ha inviato in data 7 giugno 2024 una lettera alla Presidente della "United States Parole Commission".
Il testo di tale lettera e' pubblicato nel sito dell'FBI (www.fbi.gov).
Scopo della lettera del signor Wray e' esprimere la contrarieta' dell'FBI alla concessione della "liberta' sulla parola" al signor Peltier (come e' noto, la "United States Parole Commission" ha tenuto il 10 giugno 2024 una lungamente attesa udienza in merito, ed il definitivo pronunciamento e' previsto entro il primo luglio 2024).
Il signor Peltier e' un uomo ormai ottantenne, detenuto da 48 anni per un delitto che non ha commesso, gravemente malato, vittima di una conclamata persecuzione e di un clamoroso errore giudiziario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International, da istituzioni internazionali come un'apposita Commissione dell'Onu e il Parlamento Europeo, da numerosi membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.
La lettera del signor Wray e' cosi' strutturata:
a) un incipit che ne anticipa il contenuto e ne presenta la tesi e lo scopo: la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza scrupoli e senza rimorsi, e lo scopo che al signor Peltier sia negata la "liberta' sulla parola";
b) una prima parte intesa a riproporre la tesi della colpevolezza del signor Peltier per la morte dei due agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams il 26 giugno 1975 e a confermare la tesi della colpevolezza e pericolosita' del signor Peltier facendo riferimento alle vicende dei suoi tentativi di fuga nel 1975 e nel 1979;
c) una seconda parte intesa a ribadire la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza rimorsi (poiche' ha continuato a dichiararsi innocente);
d) una terza parte intesa a ricordare come parenti e colleghi degli agenti Coler e Williams nutrano ancora un profondo cordoglio per la morte dei loro congiunti, colleghi ed amici, e un risentimento nei confronti del signor Peltier credendolo responsabile della loro morte;
e) un explicit che ne riassume il contenuto e nuovamente ne enuncia la tesi e lo scopo gia' esposti nell'incipit.
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2. Le affermazioni non veritiere del signor Wray e la loro confutazione
Il senso e il fine della lettera del signor Wray sono espressi con assoluta chiarezza nell'incipit e nell'explicit della stessa.
La lettera del signor Wry si apre con queste parole: "I write on behalf of the entire FBI family to express our adamant opposition to Leonard Peltier's latest application for parole. Peltier is a remorseless killer who brutally murdered two of our own before embarking on a violent flight from justice. His crimes also include a post-conviction escape from federal custody, during which he and his crew fired shots at prison employees. Throughout the years, Peltier has never accepted responsibility or shown remorse. He is wholly unfit for parole. To release Peltier now would significantly "depreciate the seriousness of his offense" and "promote disrespect for the law"".
E si conclude con queste parole: "Given the overwhelming and unassailable evidence of his guilt, the brutality of his crimes, and his persistent refusal to accept responsibility, I urge you in the strongest terms possible to deny Peltier's application for parole. To afford him release after what he did and how he has conducted himself since would most certainly "depreciate the seriousness of his offense [and] promote disrespect for the law". Peltier is right where he belongs, serving consecutive life sentences for his cold-blooded murder of Jack and Ron".
Orbene, il signor Wray non scrive il vero.
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2.1. Non e' vero che la "colpevolezza" del signor Peltier sia stata provata ("the overwhelming and unassailable evidence of his guilt").
Non vi sono ne' testimonianze ne' prove che dimostrino la sua colpevolezza.
Ci sono state invece cosiddette "testimonianze" dimostratesi false (ed estorte con la manipolazione e la violenza a persona in condizioni di fragilita', disagio e paura) e cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false: e' grazie a queste falsita' che fu ottenuta l'iniqua condanna del signor Peltier.
E' del tutto evidente che se vi fossero state testimonianze vere e prove autentiche a carico del signor Peltier, l'Fbi non avrebbe dovuto "fabbricarne" di false.
La fabbricazione di "testimonianze" false e di "prove" false e' dunque essa stessa la dimostrazione ulteriore e definitiva dell'inesistenza di testimonianze e prove contro il signor Peltier.
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2.2. Non e' vero che il signor Peltier abbia dimostrato "brutalita'" commettendo "crimini" ("the brutality of his crimes").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso i crimini a lui falsamente attribuiti per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.3. Non e' vero che il signor Peltier rifiuti di riconoscere le sue responsabilita' ("his persistent refusal to accept responsibility").
Il signor Peltier, essendo innocente, ha anzi rivendicato pienamente le sue autentiche responsabilita' di difensore del suo popolo vittima in quel lasso di tempo dei crimini degli squadroni della morte dei "Goons" e del famigerato programma Cointelpro (che si concretizzo' anche nella realizzazione da parte dell'Fbi di atti illegali e violenti, giungendo fino all'omicidio di difensori dei diritti dei neri e dei nativi).
Per le sue effettive responsabilita' il signor Peltier meritava non di essere perseguitato ed imprigionato, ma di essere encomiato ed onorato.
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2.4. Non e' vero che il signor Peltier "sminuisca la gravita' del suo reato" ("depreciate the seriousness of his offense").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso quel reato per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.5. Non e' vero che il signor Peltier "promuova l'inosservanza della legge" ("promote disrespect for the law").
E' vero piuttosto l'esatto contrario: sono i suoi persecutori che hanno promosso e promuovono il disprezzo e l'infrazione della legge.
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In conclusione: il signor Wray propala asserzioni non veritiere.
E con tali asserzioni non veritiere tenta di indurre la "United States Parole Commission" a commettere una patente ingiustizia in danno del signor Peltier, in danno della verita', in danno del diritto, e quindi altresi' in danno del bene pubblico.
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3. Le omissioni del signor Wray e la loro esplicitazione
Nella sua lettera il signor Wray esprime cordoglio per la morte degli agenti Coler e Williams, ma omette del tutto di ricordare che quel 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, nel terreno di proprieta' della famiglia Jumping Bull che ospitava i militanti dell'American Indian Movement, fu ucciso nel corso dell'assalto da parte dell'FBI e delle truppe sue fiancheggiatrici anche un giovane militante dell'American Indian Movement, il signor Joe Stuntz: per la morte del signor Stuntz non vi fu alcun processo, ed il suo assassinio e' restato del tutto impunito, come restarono impuniti molti altri omicidi di nativi commessi in quel periodo.
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3.1. L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz nella lettera del signor Wray ha una funzione precisa: occultare il fatto che quel giorno vi fu un assalto armato dell'FBI nella proprieta' di una famiglia nativa tradizionalista che ospitava i militanti dell'American Indian Movement; che in tale assalto le truppe dell'FBI e fiancheggiatrici spararono innumerevoli colpi di arma da fuoco contro i nativi; e che i nativi si batterono per legittima difesa, per salvare le proprie vite che percepirono essere minacciate di morte, come prova l'uccisione del signor Stuntz.
L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz peraltro non e' l'unica omissione della lettera del signor Wray.
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3.2. Il signor Wray omette di ricordare che nella riserva di Pine Ridge all'epoca, e da anni, i veri e propri squadroni della morte denominati "Goons" avevano imposto un regime di terrore nei confronti dei nativi tradizionalisti: i "Goons" avevano ripetutamente ed impunemente assassinato molti nativi tradizionalisti.
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3.3. Il signor Wray omette di ricordare che nel 1975 i militanti dell'American Indian Movement erano li' proprio su richiesta della popolazione locale per difenderla dalla ferocia assassina dei "Goons".
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3.4. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI conduceva all'epoca una politica non solo di effettuale favoreggiamento ma anche di esecuzione diretta della violenza contro i nativi che difendevano la loro cultura e rivendicavano i loro diritti: in quel torno di tempo l'FBI era impegnata nel famigerato programma "Cointelpro" che consisteva nel colpire con la massima violenza - e finanche con omicidi mirati - i militanti dei movimenti che difendevano i diritti umani dei neri e dei nativi americani come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
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3.5. Il signor Wray omette di ricordare che gli agenti dell'FBI Coler e Williams il 26 giugno 1975 erano penetrati nella proprieta' della famiglia Jumping Bull armati e alla guida di auto senza segni di identificazione, scatenando il conflitto a fuoco.
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3.6. il signor Wray omette di ricordare che poco dopo l'inizio del conflitto a fuoco penetrarono nell'area innumerevoli altri uomini armati sia dell'FBI, sia di forze fiancheggiatrici, costringendo i nativi tradizionalisti e i militanti dell'American Indian Movement a una disperata resistenza e successivamente a una disperata fuga per poter restare in vita.
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3.7. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI in un primo momento attribui' l'uccisione degli agenti Coler e Williams a quattro nativi: i signori Dino Butler, Jimmy Eagle, Leonard Peltier e Bob Robideau; i signori Butler e Robideau furono arrestati e processati per primi (a Cedar Rapids, nello Iowa, nel giugno-luglio 1976) e furono assolti per aver agito per legittima difesa (ed e' evidente che il riconoscimento di aver agito per legittima difesa era da intendersi esteso a tutti i nativi che presero parte al conflitto); dopo questa sconfitta in tribunale l'Fbi rinuncio' a perseguire il signor Eagle e concentro' tutte le accuse sul solo signor Peltier, ed ottenutane nel dicembre 1976 l'estradizione dal Canada (dove il signor Peltier si era rifugiato) grazie ad affidavit scandalosamente menzogneri, il signor Peltier fu processato nel 1977 non a Cedar Rapids ma a Fargo, in North Dakota, in una citta' di forti tradizioni razziste, in un'atmosfera di pesante intimidazione e con una giuria di soli bianchi: il signor Peltier fu quindi condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false ed estorte con l'intimidazione, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false.
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3.8. Il signor Wray omette di ricordare che l'estradizione del signor Peltier dal Canada negli USA fu ottenuta con affidavt menzogneri estorti alla signora Myrtle Poor Bear che dichiaro' il falso perche' intimidita dall'FBI.
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3.9. Il signor Wray omette di ricordare che la "prova" del cosiddetto "fucile di Peltier", che fu presentata come decisiva, era falsa.
Soltanto successivamente la difesa del signor Peltier grazie al "Freedom of Information Act" (FOIA) ebbe accesso ai documenti che l'FBI aveva tenuto segreti e scopri' infine la verita': che la "prova" era falsa, e che l'FBI ne era pienamente consapevole.
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3.10. Il signor Wray omette di ricordare che la fuga in Canada del signor Peltier fu determinata dal pericolo che la sua vita correva.
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3.11. Il signor Wray omette di ricordare che in carcere il signor Peltier seppe che vi era un piano per ucciderlo, e che questo motivo' la sua evasione di breve durata nel 1979, evasione che con tutta probabilita' gli salvo' la vita.
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3.12. Il signor Wray omette di ricordare che lungo quasi cinquanta anni di detenzione il signor Peltier non solo ha svolto una intensa attivita' in favore dei diritti dei detenuti - ad esempio quello alla liberta' religiosa -, ma ha anche costantemente espresso un importante sostegno alle lotte nonviolente in difesa dei popoli nativi, dei diritti umani e della natura; ha promosso e sostenuto iniziative educative e di assistenza sociale; e' sempre piu' divenuto una figura di riferimento a livello mondiale nell'impegno per i diritti dei popoli nativi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente.
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3.13. Il signor Wray omette di ricordare anche cio' che piu' conta in relazione alla concessione della "liberta' sulla parola": ovvero le gravi condizioni di salute del signor Peltier e il fatto che il regime carcerario non consente cure adeguate per le patologie da cui e' affetto.
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3.14. Ed infine il signor Wray, che scrive nel 2024, omette di ricordare il pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che nel 2022 dopo una ricognizione dell'intera vicenda giudiziaria del signor Peltier ha concluso chiedendone la liberazione.
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In conclusione: perche' tutte queste omissioni?
E' fin troppo ovvio: perche' ricordare questi fatti avrebbe radicalmente smentito la distorta ricostruzione e le non veritiere tesi propugnate dal signor Wray.
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4. Alcuni artifici retorici del signor Wray
Nella sua lettera oltre alle citate affermazioni non veritiere e alle citate omissioni il signor Wray fa uso di alcuni artifici retorici di cui e' evidente la finalita' suggestiva e quindi ingannevole.
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4.1. Alcuni fatti vengono interpretati rovesciandone il significato: la fuga del signor Peltier in Canada per salvare la propria vita e' presentata dal signor Wray come una mera rocambolesca impresa criminale.
Ugualmente come una mera e insensata impresa criminale viene presentata l'evasione (di brevissima durata) nel 1979 del signor Peltier che aveva invece come motivazione la consapevolezza dell'esistenza di un piano per ucciderlo in carcere, e che quindi anch'essa verosimilmente ha salvato la vita del signor Peltier.
Il signor Wray non puo' ignorare che il diritto a salvare la propria vita prevale su ogni altro.
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4.2. Alcune citazioni frammentarie e decontestualizzate sono utilizzate al fine di far sembrare fondate su dati oggettivi tesi che invece in realta' sono state pienamente smentite.
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4.3. il dolore dei familiari e dei colleghi di Coler e Williams e' strumentalizzato a fini di ingiustizia.
Il dolore dei familiari, dei colleghi e degli amici delle vittime merita rispetto e condivisione; utilizzarlo per fomentare il risentimento nei confronti di un innocente non e' invece ammissibile; e peggio ancora strumentalizzarlo per cercare di indurre a commettere un'ingiustizia nei confronti di un innocente.
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5. Il dolore espresso dal signor Peltier per tutte le vittime
Un'ultima malevola illazione suggerita implicitamente dalla lettera del signor Wray occorre smentire: quella che pretende di descrivere il signor Peltier come un uomo insensibile che non prova alcun dolore per le vittime del conflitto a fuoco del 26 giugno 1975.
Ancora una volta e' vero l'esatto contrario.
Il signor Peltier nel suo libro autobiografico (che ha avuto grande diffusione ed e' stato tradotto anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco) ha scritto nobili e luminose parole di cordoglio e di vicinanza ai familiari delle vittime.
Mi sia consentita un'integrale citazione.
Ha scritto il signor Peltier: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui" (Leonard Peltier, Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, pp. 13-15).
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6. Una minima postilla bibliografica
A sostegno di quanto fin qui esposto e piu' in generale per approfondire la conoscenza e la comprensione della vicenda del signor Peltier segnalo come particolarmente utili (per motivi diversi, ovviamente) le seguenti pubblicazioni:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
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Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
con questa lettera si e' voluto esplicitare:
a) che la lettera del signor Wray del 7 giugno 2024 contiene gravi affermazioni non veritiere in danno del signor Peltier;
b) che la stessa omette di riferire fatti di decisiva importanza per la corretta intellezione degli accadimenti e l'adeguata ricostruzione della verita' effettuale;
c) che pertanto essa non solo non e' un utile contributo ai vostri lavori, ma anzi un tentativo di indurvi in errore.
Inviandovi questa confutazione della lettera del signor Wray credo di far cosa doverosa e utile; spero che vi pervenga in tempo affinche' possiate e vogliate tenerne conto come di un contributo "ad adiuvandum".
Dixi, et salvavi animam meam.
Vogliate gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro e di una saggia, giusta, benefica decisione,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 22 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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UN APPELLO URGENTE: VANIFICHIAMO IL TENTATIVO DEL SIGNOR WRAY, DIRETTORE DELL'FBI, DI FAR MORIRE IN CARCERE UN UOMO INNOCENTE
La "United States Parole Commission" entro il primo luglio 2024 decidera' se concedere a Leonard Peltier la "liberta' sulla parola".
Leonard Peltier, che e' gravemente malato, tra pochi mesi compira' 80 anni di cui 48 trascorsi in carcere da innocente, ingiustamente condannato per un delitto che non ha commesso (e' stato dimostrato con assoluta certezza che Leonard Peltier fu condannato sulla base di "testimonianze" false e di "prove" false).
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, John Lennon, Robert Redford, il Dalai Lama, papa Francesco, da associazioni umanitarie come Amnesty International, da istituzioni come l'ONU e il Parlamento Europeo.
In considerazione della sua eta' avanzata e delle sue gravi condizioni di salute e' ragionevole ritenere che la "United States Parole Commission" concedera' la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier.
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Ma il signor Christopher Wray (attuale direttore dell'Fbi, nominato dal presidente Trump) ha scritto il 7 giugno 2024 una lettera alla "United States Parole Commission" per impedire che sia concessa la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier.
Il signor Wray nella sua lettera presenta tesi non veritiere ed occulta verita' fondamentali.
Una confutazione punto per punto della lettera del signor Wray e' allegata in calce a questo appello. Vi preghiamo di leggerla.
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Chiediamo due cose a chi ci legge:
1. la prima: di scrivere alla "United States Parole Commission" (e-mail: USParole.questions@usdoj.gov) per segnalare che la lettera del signor Wray propala tesi non veritiere in danno del signor Peltier (ed occulta con flagranti omissioni i fatti reali che sono a favore del signor Peltier); le lettere potrebbero essere del seguente tenore:
"Gentili signore e signori della "United States Parole Commission",
in relazione al vostro esame della situazione del signor Peltier abbiamo saputo che avete ricevuto una lettera del signor Wray, direttore dell'Fbi, intesa ad indurvi a negare la concessione della "liberta' sulla parola".
Dall'esame dettagliato di quella lettera, condotto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, risulta che il signor Wray sostiene tesi non veritiere ed omette molti fatti favorevoli al signor Peltier.
Il signor Peltier, con tutta evidenza, e' un uomo anziano e malato, che ha trascorso 48 anni in carcere per un delitto che non ha commesso, e nel lungo periodo della sua detenzione ha promosso iniziative educative ed assistenziali e sostenuto importanti iniziative nonviolente in difesa dei diritti umani e del mondo vivente.
Vi preghiamo quindi di non lasciarvi offuscare dalle asserzioni non veritiere del signor Wray e di decidere in scienza e coscienza, in ottemperanza alle vostre funzioni ed ai vostri compiti ed ai relativi regolamenti e criteri, nel pieno rispetto della verita', della legalita', dell'umanita'.
Vogliate gradire distinti saluti.
Firma e Data".
2. la seconda: far circolare questa notizia tra le persone con cui siete in contatto e sui mezzi d'informazione per renderne consapevole l'opinione pubblica. Scrivendo un proprio breve testo o anche semplicemente "inoltrando" questo.
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Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza del diritto, con la forza della nonviolenza, vanifichiamo il tentativo del signor Wray di indurre in errore la "United States Parole Commission".
Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza del diritto, con la forza della nonviolenza, vanifichiamo il tentativo del signor Wray di far morire in carcere un uomo innocente.
Sia liberato Leonard Peltier dopo 48 anni di ingiusta detenzione.
Sia liberato Leonard Peltier, un uomo anziano e gravemente malato che in carcere non puo' ricevere le cure necessarie.
Sia liberato Leonard Peltier, che possa trascorrere libero tra i suoi familiari il tempo che gli resta da vivere.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 24 giugno 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
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ALLEGATO: UNA LETTERA "AD ADIUVANDUM" ALLA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION"
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
e per opportuna conoscenza:
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
ai legali che assistono il signor Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
ai mezzi d'informazione
Oggetto: Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission", a confutazione delle affermazioni non veritiere contenute in una lettera del 7 giugno 2024 del signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in danno del signor Leonard Peltier.
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
avendo letto la lettera inviatavi dal signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in data 7 giugno 2024, che in danno del signor Leonard Peltier contiene affermazioni non veritiere ed omissioni tali da configurare un palese tentativo di indurvi a commettere un sesquipedale errore di valutazione ed una clamorosa ingiustizia, mi sono determinato ad inviarvi questa lettera "pro veritate atque pro bono publico" a confutazione di quella del signor Wray.
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1. La lettera del signor Wray del 7 giugno 2024
il signor Wray, direttore dell'FBI, ha inviato in data 7 giugno 2024 una lettera alla Presidente della "United States Parole Commission".
Il testo di tale lettera e' pubblicato nel sito dell'FBI (www.fbi.gov).
Scopo della lettera del signor Wray e' esprimere la contrarieta' dell'FBI alla concessione della "liberta' sulla parola" al signor Peltier (come e' noto, la "United States Parole Commission" ha tenuto il 10 giugno 2024 una lungamente attesa udienza in merito, ed il definitivo pronunciamento e' previsto entro il primo luglio 2024).
Il signor Peltier e' un uomo ormai ottantenne, detenuto da 48 anni per un delitto che non ha commesso, gravemente malato, vittima di una conclamata persecuzione e di un clamoroso errore giudiziario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International, da istituzioni internazionali come un'apposita Commissione dell'Onu e il Parlamento Europeo, da numerosi membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.
La lettera del signor Wray e' cosi' strutturata:
a) un incipit che ne anticipa il contenuto e ne presenta la tesi e lo scopo: la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza scrupoli e senza rimorsi, e lo scopo che al signor Peltier sia negata la "liberta' sulla parola";
b) una prima parte intesa a riproporre la tesi della colpevolezza del signor Peltier per la morte dei due agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams il 26 giugno 1975 e a confermare la tesi della colpevolezza e pericolosita' del signor Peltier facendo riferimento alle vicende dei suoi tentativi di fuga nel 1975 e nel 1979;
c) una seconda parte intesa a ribadire la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza rimorsi (poiche' ha continuato a dichiararsi innocente);
d) una terza parte intesa a ricordare come parenti e colleghi degli agenti Coler e Williams nutrano ancora un profondo cordoglio per la morte dei loro congiunti, colleghi ed amici, e un risentimento nei confronti del signor Peltier credendolo responsabile della loro morte;
e) un explicit che ne riassume il contenuto e nuovamente ne enuncia la tesi e lo scopo gia' esposti nell'incipit.
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2. Le affermazioni non veritiere del signor Wray e la loro confutazione
Il senso e il fine della lettera del signor Wray sono espressi con assoluta chiarezza nell'incipit e nell'explicit della stessa.
La lettera del signor Wry si apre con queste parole: "I write on behalf of the entire FBI family to express our adamant opposition to Leonard Peltier's latest application for parole. Peltier is a remorseless killer who brutally murdered two of our own before embarking on a violent flight from justice. His crimes also include a post-conviction escape from federal custody, during which he and his crew fired shots at prison employees. Throughout the years, Peltier has never accepted responsibility or shown remorse. He is wholly unfit for parole. To release Peltier now would significantly "depreciate the seriousness of his offense" and "promote disrespect for the law"".
E si conclude con queste parole: "Given the overwhelming and unassailable evidence of his guilt, the brutality of his crimes, and his persistent refusal to accept responsibility, I urge you in the strongest terms possible to deny Peltier's application for parole. To afford him release after what he did and how he has conducted himself since would most certainly "depreciate the seriousness of his offense [and] promote disrespect for the law". Peltier is right where he belongs, serving consecutive life sentences for his cold-blooded murder of Jack and Ron".
Orbene, il signor Wray non scrive il vero.
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2.1. Non e' vero che la "colpevolezza" del signor Peltier sia stata provata ("the overwhelming and unassailable evidence of his guilt").
Non vi sono ne' testimonianze ne' prove che dimostrino la sua colpevolezza.
Ci sono state invece cosiddette "testimonianze" dimostratesi false (ed estorte con la manipolazione e la violenza a persona in condizioni di fragilita', disagio e paura) e cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false: e' grazie a queste falsita' che fu ottenuta l'iniqua condanna del signor Peltier.
E' del tutto evidente che se vi fossero state testimonianze vere e prove autentiche a carico del signor Peltier, l'Fbi non avrebbe dovuto "fabbricarne" di false.
La fabbricazione di "testimonianze" false e di "prove" false e' dunque essa stessa la dimostrazione ulteriore e definitiva dell'inesistenza di testimonianze e prove contro il signor Peltier.
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2.2. Non e' vero che il signor Peltier abbia dimostrato "brutalita'" commettendo "crimini" ("the brutality of his crimes").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso i crimini a lui falsamente attribuiti per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.3. Non e' vero che il signor Peltier rifiuti di riconoscere le sue responsabilita' ("his persistent refusal to accept responsibility").
Il signor Peltier, essendo innocente, ha anzi rivendicato pienamente le sue autentiche responsabilita' di difensore del suo popolo vittima in quel lasso di tempo dei crimini degli squadroni della morte dei "Goons" e del famigerato programma Cointelpro (che si concretizzo' anche nella realizzazione da parte dell'Fbi di atti illegali e violenti, giungendo fino all'omicidio di difensori dei diritti dei neri e dei nativi).
Per le sue effettive responsabilita' il signor Peltier meritava non di essere perseguitato ed imprigionato, ma di essere encomiato ed onorato.
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2.4. Non e' vero che il signor Peltier "sminuisca la gravita' del suo reato" ("depreciate the seriousness of his offense").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso quel reato per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.5. Non e' vero che il signor Peltier "promuova l'inosservanza della legge" ("promote disrespect for the law").
E' vero piuttosto l'esatto contrario: sono i suoi persecutori che hanno promosso e promuovono il disprezzo e l'infrazione della legge.
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In conclusione: il signor Wray propala asserzioni non veritiere.
E con tali asserzioni non veritiere tenta di indurre la "United States Parole Commission" a commettere una patente ingiustizia in danno del signor Peltier, in danno della verita', in danno del diritto, e quindi altresi' in danno del bene pubblico.
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3. Le omissioni del signor Wray e la loro esplicitazione
Nella sua lettera il signor Wray esprime cordoglio per la morte degli agenti Coler e Williams, ma omette del tutto di ricordare che quel 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, nel terreno di proprieta' della famiglia Jumping Bull che ospitava i militanti dell'American Indian Movement, fu ucciso nel corso dell'assalto da parte dell'FBI e delle truppe sue fiancheggiatrici anche un giovane militante dell'American Indian Movement, il signor Joe Stuntz: per la morte del signor Stuntz non vi fu alcun processo, ed il suo assassinio e' restato del tutto impunito, come restarono impuniti molti altri omicidi di nativi commessi in quel periodo.
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3.1. L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz nella lettera del signor Wray ha una funzione precisa: occultare il fatto che quel giorno vi fu un assalto armato dell'FBI nella proprieta' di una famiglia nativa tradizionalista che ospitava i militanti dell'American Indian Movement; che in tale assalto le truppe dell'FBI e fiancheggiatrici spararono innumerevoli colpi di arma da fuoco contro i nativi; e che i nativi si batterono per legittima difesa, per salvare le proprie vite che percepirono essere minacciate di morte, come prova l'uccisione del signor Stuntz.
L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz peraltro non e' l'unica omissione della lettera del signor Wray.
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3.2. Il signor Wray omette di ricordare che nella riserva di Pine Ridge all'epoca, e da anni, i veri e propri squadroni della morte denominati "Goons" avevano imposto un regime di terrore nei confronti dei nativi tradizionalisti: i "Goons" avevano ripetutamente ed impunemente assassinato molti nativi tradizionalisti.
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3.3. Il signor Wray omette di ricordare che nel 1975 i militanti dell'American Indian Movement erano li' proprio su richiesta della popolazione locale per difenderla dalla ferocia assassina dei "Goons".
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3.4. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI conduceva all'epoca una politica non solo di effettuale favoreggiamento ma anche di esecuzione diretta della violenza contro i nativi che difendevano la loro cultura e rivendicavano i loro diritti: in quel torno di tempo l'FBI era impegnata nel famigerato programma "Cointelpro" che consisteva nel colpire con la massima violenza - e finanche con omicidi mirati - i militanti dei movimenti che difendevano i diritti umani dei neri e dei nativi americani come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
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3.5. Il signor Wray omette di ricordare che gli agenti dell'FBI Coler e Williams il 26 giugno 1975 erano penetrati nella proprieta' della famiglia Jumping Bull armati e alla guida di auto senza segni di identificazione, scatenando il conflitto a fuoco.
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3.6. il signor Wray omette di ricordare che poco dopo l'inizio del conflitto a fuoco penetrarono nell'area innumerevoli altri uomini armati sia dell'FBI, sia di forze fiancheggiatrici, costringendo i nativi tradizionalisti e i militanti dell'American Indian Movement a una disperata resistenza e successivamente a una disperata fuga per poter restare in vita.
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3.7. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI in un primo momento attribui' l'uccisione degli agenti Coler e Williams a quattro nativi: i signori Dino Butler, Jimmy Eagle, Leonard Peltier e Bob Robideau; i signori Butler e Robideau furono arrestati e processati per primi (a Cedar Rapids, nello Iowa, nel giugno-luglio 1976) e furono assolti per aver agito per legittima difesa (ed e' evidente che il riconoscimento di aver agito per legittima difesa era da intendersi esteso a tutti i nativi che presero parte al conflitto); dopo questa sconfitta in tribunale l'Fbi rinuncio' a perseguire il signor Eagle e concentro' tutte le accuse sul solo signor Peltier, ed ottenutane nel dicembre 1976 l'estradizione dal Canada (dove il signor Peltier si era rifugiato) grazie ad affidavit scandalosamente menzogneri, il signor Peltier fu processato nel 1977 non a Cedar Rapids ma a Fargo, in North Dakota, in una citta' di forti tradizioni razziste, in un'atmosfera di pesante intimidazione e con una giuria di soli bianchi: il signor Peltier fu quindi condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false ed estorte con l'intimidazione, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false.
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3.8. Il signor Wray omette di ricordare che l'estradizione del signor Peltier dal Canada negli USA fu ottenuta con affidavt menzogneri estorti alla signora Myrtle Poor Bear che dichiaro' il falso perche' intimidita dall'FBI.
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3.9. Il signor Wray omette di ricordare che la "prova" del cosiddetto "fucile di Peltier", che fu presentata come decisiva, era falsa.
Soltanto successivamente la difesa del signor Peltier grazie al "Freedom of Information Act" (FOIA) ebbe accesso ai documenti che l'FBI aveva tenuto segreti e scopri' infine la verita': che la "prova" era falsa, e che l'FBI ne era pienamente consapevole.
*
3.10. Il signor Wray omette di ricordare che la fuga in Canada del signor Peltier fu determinata dal pericolo che la sua vita correva.
*
3.11. Il signor Wray omette di ricordare che in carcere il signor Peltier seppe che vi era un piano per ucciderlo, e che questo motivo' la sua evasione di breve durata nel 1979, evasione che con tutta probabilita' gli salvo' la vita.
*
3.12. Il signor Wray omette di ricordare che lungo quasi cinquanta anni di detenzione il signor Peltier non solo ha svolto una intensa attivita' in favore dei diritti dei detenuti - ad esempio quello alla liberta' religiosa -, ma ha anche costantemente espresso un importante sostegno alle lotte nonviolente in difesa dei popoli nativi, dei diritti umani e della natura; ha promosso e sostenuto iniziative educative e di assistenza sociale; e' sempre piu' divenuto una figura di riferimento a livello mondiale nell'impegno per i diritti dei popoli nativi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente.
*
3.13. Il signor Wray omette di ricordare anche cio' che piu' conta in relazione alla concessione della "liberta' sulla parola": ovvero le gravi condizioni di salute del signor Peltier e il fatto che il regime carcerario non consente cure adeguate per le patologie da cui e' affetto.
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3.14. Ed infine il signor Wray, che scrive nel 2024, omette di ricordare il pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che nel 2022 dopo una ricognizione dell'intera vicenda giudiziaria del signor Peltier ha concluso chiedendone la liberazione.
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In conclusione: perche' tutte queste omissioni?
E' fin troppo ovvio: perche' ricordare questi fatti avrebbe radicalmente smentito la distorta ricostruzione e le non veritiere tesi propugnate dal signor Wray.
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4. Alcuni artifici retorici del signor Wray
Nella sua lettera oltre alle citate affermazioni non veritiere e alle citate omissioni il signor Wray fa uso di alcuni artifici retorici di cui e' evidente la finalita' suggestiva e quindi ingannevole.
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4.1. Alcuni fatti vengono interpretati rovesciandone il significato: la fuga del signor Peltier in Canada per salvare la propria vita e' presentata dal signor Wray come una mera rocambolesca impresa criminale.
Ugualmente come una mera e insensata impresa criminale viene presentata l'evasione (di brevissima durata) nel 1979 del signor Peltier che aveva invece come motivazione la consapevolezza dell'esistenza di un piano per ucciderlo in carcere, e che quindi anch'essa verosimilmente ha salvato la vita del signor Peltier.
Il signor Wray non puo' ignorare che il diritto a salvare la propria vita prevale su ogni altro.
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4.2. Alcune citazioni frammentarie e decontestualizzate sono utilizzate al fine di far sembrare fondate su dati oggettivi tesi che invece in realta' sono state pienamente smentite.
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4.3. il dolore dei familiari e dei colleghi di Coler e Williams e' strumentalizzato a fini di ingiustizia.
Il dolore dei familiari, dei colleghi e degli amici delle vittime merita rispetto e condivisione; utilizzarlo per fomentare il risentimento nei confronti di un innocente non e' invece ammissibile; e peggio ancora strumentalizzarlo per cercare di indurre a commettere un'ingiustizia nei confronti di un innocente.
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5. Il dolore espresso dal signor Peltier per tutte le vittime
Un'ultima malevola illazione suggerita implicitamente dalla lettera del signor Wray occorre smentire: quella che pretende di descrivere il signor Peltier come un uomo insensibile che non prova alcun dolore per le vittime del conflitto a fuoco del 26 giugno 1975.
Ancora una volta e' vero l'esatto contrario.
Il signor Peltier nel suo libro autobiografico (che ha avuto grande diffusione ed e' stato tradotto anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco) ha scritto nobili e luminose parole di cordoglio e di vicinanza ai familiari delle vittime.
Mi sia consentita un'integrale citazione.
Ha scritto il signor Peltier: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui" (Leonard Peltier, Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, pp. 13-15).
*
6. Una minima postilla bibliografica
A sostegno di quanto fin qui esposto e piu' in generale per approfondire la conoscenza e la comprensione della vicenda del signor Peltier segnalo come particolarmente utili (per motivi diversi, ovviamente) le seguenti pubblicazioni:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
*
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
con questa lettera si e' voluto esplicitare:
a) che la lettera del signor Wray del 7 giugno 2024 contiene gravi affermazioni non veritiere in danno del signor Peltier;
b) che la stessa omette di riferire fatti di decisiva importanza per la corretta intellezione degli accadimenti e l'adeguata ricostruzione della verita' effettuale;
c) che pertanto essa non solo non e' un utile contributo ai vostri lavori, ma anzi un tentativo di indurvi in errore.
Inviandovi questa confutazione della lettera del signor Wray credo di far cosa doverosa e utile; spero che vi pervenga in tempo affinche' possiate e vogliate tenerne conto come di un contributo "ad adiuvandum".
Dixi, et salvavi animam meam.
Vogliate gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro e di una saggia, giusta, benefica decisione,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 22 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
UNA LETTERA "AD ADIUVANDUM" ALLA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION"
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
e per opportuna conoscenza:
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
ai legali che assistono il signor Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
ai mezzi d'informazione
Oggetto: Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission", a confutazione delle affermazioni non veritiere contenute in una lettera del 7 giugno 2024 del signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in danno del signor Leonard Peltier.
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
avendo letto la lettera inviatavi dal signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in data 7 giugno 2024, che in danno del signor Leonard Peltier contiene affermazioni non veritiere ed omissioni tali da configurare un palese tentativo di indurvi a commettere un sesquipedale errore di valutazione ed una clamorosa ingiustizia, mi sono determinato ad inviarvi questa lettera "pro veritate atque pro bono publico" a confutazione di quella del signor Wray.
*
1. La lettera del signor Wray del 7 giugno 2024
il signor Wray, direttore dell'FBI, ha inviato in data 7 giugno 2024 una lettera alla Presidente della "United States Parole Commission".
Il testo di tale lettera e' pubblicato nel sito dell'FBI (ww.fbi.gov).
Scopo della lettera del signor Wray e' esprimere la contrarieta' dell'FBI alla concessione della "liberta' sulla parola" al signor Peltier (come e' noto, la "United States Parole Commission" ha tenuto il 10 giugno 2024 una lungamente attesa udienza in merito, ed il definitivo pronunciamento e' previsto entro il primo luglio 2024).
Il signor Peltier e' un uomo ormai ottantenne, detenuto da 48 anni per un delitto che non ha commesso, gravemente malato, vittima di una conclamata persecuzione e di un clamoroso errore giudiziario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International, da istituzioni internazionali come un'apposita Commissione dell'Onu e il Parlamento Europeo, da numerosi membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.
La lettera del signor Wray e' cosi' strutturata:
a) un incipit che ne anticipa il contenuto e ne presenta la tesi e lo scopo: la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza scrupoli e senza rimorsi, e lo scopo che al signor Peltier sia negata la "liberta' sulla parola";
b) una prima parte intesa a riproporre la tesi della colpevolezza del signor Peltier per la morte dei due agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams il 26 giugno 1975 e a confermare la tesi della colpevolezza e pericolosita' del signor Peltier facendo riferimento alle vicende dei suoi tentativi di fuga nel 1975 e nel 1979;
c) una seconda parte intesa a ribadire la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza rimorsi (poiche' ha continuato a dichiararsi innocente);
d) una terza parte intesa a ricordare come parenti e colleghi degli agenti Coler e Williams nutrano ancora un profondo cordoglio per la morte dei loro congiunti, colleghi ed amici, e un risentimento nei confronti del signor Peltier credendolo responsabile della loro morte;
e) un explicit che ne riassume il contenuto e nuovamente ne enuncia la tesi e lo scopo gia' esposti nell'incipit.
*
2. Le affermazioni non veritiere del signor Wray e la loro confutazione
Il senso e il fine della lettera del signor Wray sono espressi con assoluta chiarezza nell'incipit e nell'explicit della stessa.
La lettera del signor Wry si apre con queste parole: "I write on behalf of the entire FBI family to express our adamant opposition to Leonard Peltier's latest application for parole. Peltier is a remorseless killer who brutally murdered two of our own before embarking on a violent flight from justice. His crimes also include a post-conviction escape from federal custody, during which he and his crew fired shots at prison employees. Throughout the years, Peltier has never accepted responsibility or shown remorse. He is wholly unfit for parole. To release Peltier now would significantly "depreciate the seriousness of his offense" and "promote disrespect for the law"".
E si conclude con queste parole: "Given the overwhelming and unassailable evidence of his guilt, the brutality of his crimes, and his persistent refusal to accept responsibility, I urge you in the strongest terms possible to deny Peltier's application for parole. To afford him release after what he did and how he has conducted himself since would most certainly "depreciate the seriousness of his offense [and] promote disrespect for the law". Peltier is right where he belongs, serving consecutive life sentences for his cold-blooded murder of Jack and Ron".
Orbene, il signor Wray non scrive il vero.
*
2.1. Non e' vero che la "colpevolezza" del signor Peltier sia stata provata ("the overwhelming and unassailable evidence of his guilt").
Non vi sono ne' testimonianze ne' prove che dimostrino la sua colpevolezza.
Ci sono state invece cosiddette "testimonianze" dimostratesi false (ed estorte con la manipolazione e la violenza a persona in condizioni di fragilita', disagio e paura) e cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false: e' grazie a queste falsita' che fu ottenuta l'iniqua condanna del signor Peltier.
E' del tutto evidente che se vi fossero state testimonianze vere e prove autentiche a carico del signor Peltier, l'Fbi non avrebbe dovuto "fabbricarne" di false.
La fabbricazione di "testimonianze" false e di "prove" false e' dunque essa stessa la dimostrazione ulteriore e definitiva dell'inesistenza di testimonianze e prove contro il signor Peltier.
*
2.2. Non e' vero che il signor Peltier abbia dimostrato "brutalita'" commettendo "crimini" ("the brutality of his crimes").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso i crimini a lui falsamente attribuiti per cui e' stato ingiustamente condannato.
*
2.3. Non e' vero che il signor Peltier rifiuti di riconoscere le sue responsabilita' ("his persistent refusal to accept responsibility").
Il signor Peltier, essendo innocente, ha anzi rivendicato pienamente le sue autentiche responsabilita' di difensore del suo popolo vittima in quel lasso di tempo dei crimini degli squadroni della morte dei "Goons" e del famigerato programma Cointelpro (che si concretizzo' anche nella realizzazione da parte dell'Fbi di atti illegali e violenti, giungendo fino all'omicidio di difensori dei diritti dei neri e dei nativi).
Per le sue effettive responsabilita' il signor Peltier meritava non di essere perseguitato ed imprigionato, ma di essere encomiato ed onorato.
*
2.4. Non e' vero che il signor Peltier "sminuisca la gravita' del suo reato" ("depreciate the seriousness of his offense").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso quel reato per cui e' stato ingiustamente condannato.
*
2.5. Non e' vero che il signor Peltier "promuova l'inosservanza della legge" ("promote disrespect for the law").
E' vero piuttosto l'esatto contrario: sono i suoi persecutori che hanno promosso e promuovono il disprezzo e l'infrazione della legge.
*
In conclusione: il signor Wray propala asserzioni non veritiere.
E con tali asserzioni non veritiere tenta di indurre la "United States Parole Commission" a commettere una patente ingiustizia in danno del signor Peltier, in danno della verita', in danno del diritto, e quindi altresi' in danno del bene pubblico.
*
3. Le omissioni del signor Wray e la loro esplicitazione
Nella sua lettera il signor Wray esprime cordoglio per la morte degli agenti Coler e Williams, ma omette del tutto di ricordare che quel 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, nel terreno di proprieta' della famiglia Jumping Bull che ospitava i militanti dell'American Indian Movement, fu ucciso nel corso dell'assalto da parte dell'FBI e delle truppe sue fiancheggiatrici anche un giovane militante dell'American Indian Movement, il signor Joe Stuntz: per la morte del signor Stuntz non vi fu alcun processo, ed il suo assassinio e' restato del tutto impunito, come restarono impuniti molti altri omicidi di nativi commessi in quel periodo.
*
3.1. L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz nella lettera del signor Wray ha una funzione precisa: occultare il fatto che quel giorno vi fu un assalto armato dell'FBI nella proprieta' di una famiglia nativa tradizionalista che ospitava i militanti dell'American Indian Movement; che in tale assalto le truppe dell'FBI e fiancheggiatrici spararono innumerevoli colpi di arma da fuoco contro i nativi; e che i nativi si batterono per legittima difesa, per salvare le proprie vite che percepirono essere minacciate di morte, come prova l'uccisione del signor Stuntz.
L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz peraltro non e' l'unica omissione della lettera del signor Wray.
*
3.2. Il signor Wray omette di ricordare che nella riserva di Pine Ridge all'epoca, e da anni, i veri e propri squadroni della morte denominati "Goons" avevano imposto un regime di terrore nei confronti dei nativi tradizionalisti: i "Goons" avevano ripetutamente ed impunemente assassinato molti nativi tradizionalisti.
*
3.3. Il signor Wray omette di ricordare che nel 1975 i militanti dell'American Indian Movement erano li' proprio su richiesta della popolazione locale per difenderla dalla ferocia assassina dei "Goons".
*
3.4. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI conduceva all'epoca una politica non solo di effettuale favoreggiamento ma anche di esecuzione diretta della violenza contro i nativi che difendevano la loro cultura e rivendicavano i loro diritti: in quel torno di tempo l'FBI era impegnata nel famigerato programma "Cointelpro" che consisteva nel colpire con la massima violenza - e finanche con omicidi mirati - i militanti dei movimenti che difendevano i diritti umani dei neri e dei nativi americani come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
*
3.5. Il signor Wray omette di ricordare che gli agenti dell'FBI Coler e Williams il 26 giugno 1975 erano penetrati nella proprieta' della famiglia Jumping Bull armati e alla guida di auto senza segni di identificazione, scatenando il conflitto a fuoco.
*
3.6. il signor Wray omette di ricordare che poco dopo l'inizio del conflitto a fuoco penetrarono nell'area innumerevoli altri uomini armati sia dell'FBI, sia di forze fiancheggiatrici, costringendo i nativi tradizionalisti e i militanti dell'American Indian Movement a una disperata resistenza e successivamente a una disperata fuga per poter restare in vita.
*
3.7. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI in un primo momento attribui' l'uccisione degli agenti Coler e Williams a quattro nativi: i signori Dino Butler, Jimmy Eagle, Leonard Peltier e Bob Robideau; i signori Butler e Robideau furono arrestati e processati per primi (a Cedar Rapids, nello Iowa, nel giugno-luglio 1976) e furono assolti per aver agito per legittima difesa (ed e' evidente che il riconoscimento di aver agito per legittima difesa era da intendersi esteso a tutti i nativi che presero parte al conflitto); dopo questa sconfitta in tribunale l'Fbi rinuncio' a perseguire il signor Eagle e concentro' tutte le accuse sul solo signor Peltier, ed ottenutane nel dicembre 1976 l'estradizione dal Canada (dove il signor Peltier si era rifugiato) grazie ad affidavit scandalosamente menzogneri, il signor Peltier fu processato nel 1977 non a Cedar Rapids ma a Fargo, in North Dakota, in una citta' di forti tradizioni razziste, in un'atmosfera di pesante intimidazione e con una giuria di soli bianchi: il signor Peltier fu quindi condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false ed estorte con l'intimidazione, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false.
*
3.8. Il signor Wray omette di ricordare che l'estradizione del signor Peltier dal Canada negli USA fu ottenuta con affidavt menzogneri estorti alla signora Myrtle Poor Bear che dichiaro' il falso perche' intimidita dall'FBI.
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3.9. Il signor Wray omette di ricordare che la "prova" del cosiddetto "fucile di Peltier", che fu presentata come decisiva, era falsa.
Soltanto successivamente la difesa del signor Peltier grazie al "Freedom of Information Act" (FOIA) ebbe accesso ai documenti che l'FBI aveva tenuto segreti e scopri' infine la verita': che la "prova" era falsa, e che l'FBI ne era pienamente consapevole.
*
3.10. Il signor Wray omette di ricordare che la fuga in Canada del signor Peltier fu determinata dal pericolo che la sua vita correva.
*
3.11. Il signor Wray omette di ricordare che in carcere il signor Peltier seppe che vi era un piano per ucciderlo, e che questo motivo' la sua evasione di breve durata nel 1979, evasione che con tutta probabilita' gli salvo' la vita.
*
3.12. Il signor Wray omette di ricordare che lungo quasi cinquanta anni di detenzione il signor Peltier non solo ha svolto una intensa attivita' in favore dei diritti dei detenuti - ad esempio quello alla liberta' religiosa -, ma ha anche costantemente espresso un importante sostegno alle lotte nonviolente in difesa dei popoli nativi, dei diritti umani e della natura; ha promosso e sostenuto iniziative educative e di assistenza sociale; e' sempre piu' divenuto una figura di riferimento a livello mondiale nell'impegno per i diritti dei popoli nativi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente.
*
3.13. Il signor Wray omette di ricordare anche cio' che piu' conta in relazione alla concessione della "liberta' sulla parola": ovvero le gravi condizioni di salute del signor Peltier e il fatto che il regime carcerario non consente cure adeguate per le patologie da cui e' affetto.
*
3.14. Ed infine il signor Wray, che scrive nel 2024, omette di ricordare il pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che nel 2022 dopo una ricognizione dell'intera vicenda giudiziaria del signor Peltier ha concluso chiedendone la liberazione.
*
In conclusione: perche' tutte queste omissioni?
E' fin troppo ovvio: perche' ricordare questi fatti avrebbe radicalmente smentito la distorta ricostruzione e le non veritiere tesi propugnate dal signor Wray.
*
4. Alcuni artifici retorici del signor Wray
Nella sua lettera oltre alle citate affermazioni non veritiere e alle citate omissioni il signor Wray fa uso di alcuni artifici retorici di cui e' evidente la finalita' suggestiva e quindi ingannevole.
*
4.1. Alcuni fatti vengono interpretati rovesciandone il significato: la fuga del signor Peltier in Canada per salvare la propria vita e' presentata dal signor Wray come una mera rocambolesca impresa criminale.
Ugualmente come una mera e insensata impresa criminale viene presentata l'evasione (di brevissima durata) nel 1979 del signor Peltier che aveva invece come motivazione la consapevolezza dell'esistenza di un piano per ucciderlo in carcere, e che quindi anch'essa verosimilmente ha salvato la vita del signor Peltier.
Il signor Wray non puo' ignorare che il diritto a salvare la propria vita prevale su ogni altro.
*
4.2. Alcune citazioni frammentarie e decontestualizzate sono utilizzate al fine di far sembrare fondate su dati oggettivi tesi che invece in realta' sono state pienamente smentite.
*
4.3. il dolore dei familiari e dei colleghi di Coler e Williams e' strumentalizzato a fini di ingiustizia.
Il dolore dei familiari, dei colleghi e degli amici delle vittime merita rispetto e condivisione; utilizzarlo per fomentare il risentimento nei confronti di un innocente non e' invece ammissibile; e peggio ancora strumentalizzarlo per cercare di indurre a commettere un'ingiustizia nei confronti di un innocente.
*
5. Il dolore espresso dal signor Peltier per tutte le vittime
Un'ultima malevola illazione suggerita implicitamente dalla lettera del signor Wray occorre smentire: quella che pretende di descrivere il signor Peltier come un uomo insensibile che non prova alcun dolore per le vittime del conflitto a fuoco del 26 giugno 1975.
Ancora una volta e' vero l'esatto contrario.
Il signor Peltier nel suo libro autobiografico (che ha avuto grande diffusione ed e' stato tradotto anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco) ha scritto nobili e luminose parole di cordoglio e di vicinanza ai familiari delle vittime.
Mi sia consentita un'integrale citazione.
Ha scritto il signor Peltier: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui" (Leonard Peltier, Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, pp. 13-15).
*
6. Una minima postilla bibliografica
A sostegno di quanto fin qui esposto e piu' in generale per approfondire la conoscenza e la comprensione della vicenda del signor Peltier segnalo come particolarmente utili (per motivi diversi, ovviamente) le seguenti pubblicazioni:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
*
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
con questa lettera si e' voluto esplicitare:
a) che la lettera del signor Wray del 7 giugno 2024 contiene gravi affermazioni non veritiere in danno del signor Peltier;
b) che la stessa omette di riferire fatti di decisiva importanza per la corretta intellezione degli accadimenti e l'adeguata ricostruzione della verita' effettuale;
c) che pertanto essa non solo non e' un utile contributo ai vostri lavori, ma anzi un tentativo di indurvi in errore.
Inviandovi questa confutazione della lettera del signor Wray credo di far cosa doverosa e utile; spero che vi pervenga in tempo affinche' possiate e vogliate tenerne conto come di un contributo "ad adiuvandum".
Dixi, et salvavi animam meam.
Vogliate gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro e di una saggia, giusta, benefica decisione,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 22 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
SEGNALIAMO ALLE AUTORITA' STATUNITENSI CHE HANNO IL POTERE DI RESTITUIRE LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER L'AUTOREVOLE OPINIONE DELL'"ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE" (ISDE-ITALIA)
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
e per opportuna conoscenza ai legali che assistono Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
e sempre per opportuna conoscenza a "Europe for Peltier 2024 Coalition"
lpsgrheinmain@aol.com
Oggetto: segnalazione dell'autorevole opinione dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" (International Society of Doctors for the Environment - Italia) a favore della liberazione di Leonard Peltier
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
gentilissimo Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
gentilissimo Presidente degli Stati Uniti d'America,
nel dubbio che possa non essere pervenuta alla vostra attenzione, mi permetto di segnalarvi l'autorevole opinione dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" (International Society of Doctors for the Environment - Italia) a favore della liberazione di Leonard Peltier, pubblicamente espressa gia' da anni.
*
Poiche' ignoro quale sia la notorieta' dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" (Isde-Italia) nel vostro paese, mi permetto di evidenziare che si tratta di un'autorevole associazione di medici impegnata allo stesso tempo in difesa del diritto universale alla vita e alla salute e in difesa dell'intero mondo naturale.
*
Il fatto che una assai apprezzata associazione di scienziati ed operatori della salute abbia espresso il suo sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, detenuto da ben 48 anni, ormai prossimo agli 80 anni di eta', affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere, possa essere un elemento di riflessione in piu' per le vostre rispettive decisioni in merito alla concessione della "liberta' sulla parola", alla concessione della "compassionate release", alla concessione della grazia presidenziale.
Merita di essere sottolineato il particolare valore del competente parere di una stimata associazione di medici: poiche' hic et nunc l'elemento dirimente per la restituzione della liberta' al signor Peltier e' palesemente nella gravita' delle sue condizioni di salute, e nella ovvia certezza che il regime carcerario non consente le terapie assolutamente necessarie in questo particolare frangente. Cosicche' l'opinione di un'associazione medica assume nel caso specifico una peculiare autorevolezza e merita la massima considerazione.
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 19 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
ALL'ATTENZIONE DELLE AUTORITA' STATUNITENSI CHE HANNO IL POTERE DI RESTITUIRE LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER SEGNALIAMO L'AUTOREVOLE OPINIONE ESPRESSA NEL 2021 DALL'INDIMENTICATO PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO ON. DAVID SASSOLI
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
e per opportuna conoscenza ai legali che assistono Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
e sempre per opportuna conoscenza a "Europe for Peltier 2024 Coalition"
lpsgrheinmain@aol.com
Oggetto: segnalazione dell'impegno per la liberazione di Leonard Peltier espresso nel 2021 dall'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo on. David Sassoli
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
gentilissimo Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
gentilissimo Presidente degli Stati Uniti d'America,
nel dubbio che possa non essere pervenuto alla vostra attenzione, o che possa essere stato nel frattempo dimenticato, mi permetto di segnalarvi l'impegno per la liberazione del signor Leonard Peltier espresso nel 2021 dall'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo on. David Sassoli.
Certamente saprete che l'on. David Sassoli e' deceduto prematuramente nel 2022; ma alcuni mesi prima della scomparsa aveva voluto prendere pubblica posizione per la liberazione del signor Leonard Peltier chiedendo alle competenti autorita' statunitensi un impegno a tal fine.
Peraltro l'impegno del Presidente Sassoli proseguiva l'impegno per la liberazione del signor Leonard Peltier gia' espresso reiteratamente nel 1994 e nel 1999 dal Parlamento Europeo.
*
Il fatto che una personalita' istituzionale rappresentativa dell'intera Unione Europea abbia espresso il suo sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, ormai detenuto da ben 48 anni e prossimo agli 80 anni di eta', affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere, possa essere un elemento di riflessione in piu' per le vostre rispettive decisioni in merito alla concessione della "liberta' sulla parola", alla concessione della "compassionate release", alla concessione della grazia presidenziale.
*
Il signor Peltier, anziano, gravemente malato, bisognoso di cure mediche incompatibili con la detenzione, restando in carcere sta rischiando di perdere la sua stessa vita: voi avete il potere di salvare quella vita restituendogli la liberta'. E' scritto nel Talmud - nessuno lo ignora - che "chi salva una vita, salva il mondo". Possiate essere saggi, giusti, misericordiosi.
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 17 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
ALLE AUTORITA' STATUNITENSI CHE HANNO IL POTERE DI RESTITUIRE LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER SEGNALIAMO L'AUTOREVOLE OPINIONE DEL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Alla United States Parole Commission
USParole.questions@usdoj.gov
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
e per opportuna conoscenza ai legali che assistono Leonard Peltier
ksharp@sanfordheisler.com
jenipherj@forthepeoplelegal.com
e sempre per opportuna conoscenza a "Europe for Peltier 2024 Coalition"
lpsgrheinmain@aol.com
Oggetto: segnalazione della mozione per la liberazione di Leonard Peltier approvata all'unanimita' dal Congresso del Movimento Nonviolento svoltosi a Roma il 23-25 febbraio 2024
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
gentilissimo Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
gentilissimo Presidente degli Stati Uniti d'America,
nel dubbio che possa non essere pervenuta alla vostra attenzione, mi permetto di segnalarvi la mozione per la liberazione di Leonard Peltier approvata all'unanimita' dal Congresso nazionale del Movimento Nonviolento svoltosi a Roma il 23-25 febbraio 2024.
*
Poiche' ignoro quale sia la notorieta' del Movimento Nonviolento nel vostro paese (e quindi a maggior ragione presso lorsignori), mi permetto di sottolineare che e' la principale associazione nonviolenta presente in Italia, fondata illo tempore dall'illustre filosofo ed educatore Aldo Capitini, intransigente antifascista perseguitato dal criminale regime mussoliniano.
Il Movimento Nonviolento e' quindi una delle voci morali e civili piu' autorevoli nel nostro paese sui temi della pace, della democrazia, dei diritti umani, della difesa del mondo vivente.
*
Il fatto che una prestigiosa associazione umanitaria nonviolenta abbia espresso il suo sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, detenuto da ben 48 anni, ormai prossimo agli 80 anni di eta', affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere, possa essere un elemento di riflessione in piu' per le vostre rispettive decisioni in merito alla concessione della "liberta' sulla parola", alla concessione della "compassionate release", alla concessione della grazia presidenziale.
Fare il bene e' il primo diritto e il primo dovere di ogni essere umano.
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 16 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN: RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER
Egregio Presidente Biden,
che il suo soggiorno in Italia sia felice.
Che le ispiri buoni pensieri e buone azioni.
*
E un'azione che lei puo' compiere e' lungamente attesa, da quasi mezzo secolo e' attesa.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto per un delitto che non ha commesso.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un uomo generoso e coraggioso ormai anziano ed affetto da plurime gravi patologie che non possono essere curate in carcere.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un uomo che ha dedicato la sua intera vita all'impegno in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, all'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, all'impegno in difesa di quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e dobbiamo essere custodi.
*
Egregio Presidente Biden,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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LETTERA AL PROCURATORE GENERALE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA PER CHIEDERE IL "RILASCIO COMPASSIONEVOLE" DEL SIGNOR LEONARD PELTIER
Al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) Merrick Garland
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
come Le sara' sicuramente noto, la "United States Parole Commission" in questi giorni, dopo l'udienza del 10 giugno 2024, sta valutando se concedere al signor Leonard Peltier la misura della "liberta' sulla parola" in considerazione della sua eta' avanzata e delle sue gravi condizioni di salute (il signor Peltier e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in regime carcerario e la sua vita e' quindi in pericolo).
Ugualmente le sara' noto che da piu' parti e' stato reiteratamente chiesto al Presidente degli Stati Uniti d'America un provvedimento di grazia presidenziale che restituisca la liberta' tout court al signor Peltier.
Nelle more del pronunciamento della "United States Parole Commission" (che, come e' noto, ha 21 giorni di tempo per esprimersi), e nell'attesa che il Presidente Biden prenda finalmente in considerazione l'opportunita' di un provvedimento di grazia, mi permetto di scrivere anche a Lei, egregio Procuratore Generale, per rinnovare la richiesta - che so gia' esserLe stata posta da molte autorevoli personalita' istituzionali del suo Paese - di attivare il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") del signor Peltier.
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Egregio Procuratore Generale,
credo che Lei conosca gia' quale sia la situazione del signor Peltier, figura del resto assai nota anche a livello internazionale.
Mi perdoni quindi se mi permetto di riassumerne il profilo in poche parole: Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; e' detenuto ormai da 48 anni dopo essere stato condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi grossolanamente false, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto scandalosamente false.
Il signor Peltier ha ormai quasi 80 anni ed e' affetto, come ricordavo sopra, da gravi patologie che non possono essere efficacemente curate in carcere.
In quasi cinque decadi di detenzione il signor Peltier ha dipinto quadri, scritto poesie e pubblicato un libro molto apprezzato e tradotto in varie lingue (come il francese, l'italiano, lo spagnolo e il tedesco); ha promosso iniziative educative ed assistenziali, ha sostenuto importanti iniziative di protezione della natura, ha appoggiato e contribuito a far conoscere molte importanti iniziative nonviolente in difesa dei diritti fondamentali e del bene comune dell'umanita' e del mondo vivente.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' insigni come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e Papa Francesco; da prestigiose associazioni umanitarie come Amnesty International; da alcune delle maggiori istituzioni democratiche internazionali come l'Onu (che alla vicenda di Leonard Peltier ha dedicato i lavori di una Commissione giuridica ad hoc) e il Parlamento Europeo.
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Egregio Procuratore Generale,
mi consta che il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") sia un istituto appositamente previsto nell'ordinamento del suo Paese per una casistica in cui rientra perfettamente la situazione attuale del signor Peltier. Non vi e' certo bisogno che sia io a spiegarlo a Lei, che ne ha indubbiamente compiuta cognizione e piena coscienza. Se posso permettermi di aggiungerlo: alla luce della dottrina giuridica universalmente riconosciuta il "rilascio compassionevole" del signor Peltier dovrebbe avvenire "ope legis" sic et simpliciter.
Con la presente lettera sono quindi a pregarLa di voler attivare la procedura che metta capo alla decisione del "rilascio compassionevole" del signor Peltier, con la tempestivita' che la sua eta' e le sue condizioni di salute palesemente richiedono.
Ovviamente confido che nel frattempo gia' la "United States Parole Commission" abbia disposto la concessione della "liberta' sulla parola"; e confido altresi' che lo stesso Presidente degli Stati Uniti si determini infine alla concessione della grazia presidenziale; ma cionondimeno sollecito anche un positivo pronunciamento in merito alla richiesta di "compassionate release". Vale infatti sempre l'antico adagio secondo cui "melius est abundare quam deficere". Il signor Peltier ha subito una assai lunga detenzione, e' anziano e in gravi condizioni di salute: pertanto si adoperino tutte le istituzioni competenti - ciascuna nell'ambito delle sue funzioni - affinche' siano finalmente pienamente rispettati i suoi inalienabili diritti umani, sia messo in condizione di ricevere le cure adeguate cui ha diritto e - last, but not least - possa tornare a vivere con la sua famiglia, dopo quasi mezzo secolo, quest'ultimo scorcio della sua vita.
Non muoia in carcere una vittima innocente di un conclamato errore giudiziario.
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Egregio Procuratore Generale,
non dubito che Lei converra' con me che nelle questioni fondamentali "pietas" e "iustitia" sono una sola medesima cosa, la stessa virtu', lo stesso dovere: non vi e' giustizia dove non c'e' pieta'; ergo, sia concesso il "rilascio compassionevole" al signor Peltier.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
gia' Consigliere, Capogruppo e Presidente di Commissione del Comune di Vetralla
gia' Consigliere, Capogruppo e Presidente di Commissione della Provincia di Viterbo
Viterbo (Italia), 13 giugno 2024
Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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LA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION" HA ORA 21 GIORNI PER ANNUNCIARE LA DECISIONE SULLA LIBERTA' VIGILATA PER LEONARD PELTIER
La United States Parole Commission dovrebbe essersi riunita il 10 giugno 2024 per decidere sulla concessione della liberta' vigilata a Leonard Peltier.
Ora la Commissione avra' 21 giorni per annunciare pubblicamente la sua decisione.
Speriamo che decida per il meglio.
Se non concedera' la liberta' vigilata sara' comunque possibile, e necessario, presentare ricorso.
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In ogni caso, quale che sia il pronunciamento della Commissione (e naturalmente speriamo che sia positivo), e' opportuno, e doveroso, proseguire nel sostegno ad altre due iniziative:
a) la richiesta del "rilascio compassionevole" (compassionate release) rivolta al Procuratore Generale (Attorney General) degli Stati Uniti d'America;
b) la richiesta della grazia presidenziale, ovviamente rivolta al Presidente degli Stati Uniti d'America.
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Scriviamo al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) affinche' sia concessa la "compassionate release" a Leonard Peltier.
Al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) vanno indirizzate le richieste di "compassionate release" ("rilascio compassionevole"), ovvero di ritorno in liberta' in considerazione sostanzialmente delle gravi condizioni di salute e dell'impossibilita' di adeguate terapie in carcere, delle condizioni esistenziali di particolare sofferenza, di violazione, privazione o perdita di diritti umani fondamentali, ovvero di pericolo di morte in cui Leonard Peltier si trova.
La richiesta di "compassionate release" per Leonard Peltier e' gia' stata presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi; e' opportuno sostenerla.
Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) usare il form disponibile alla pagina web:
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
Un possibile testo della lettera:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
ci associamo alla richiesta di un provvedimento di "compassionate release" per il signor Leonard Peltier, richiesta gia' presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi.
Il signor Leonard Peltier, come e' noto, e' anziano, e' gravemente malato e non puo' ricevere cure adeguate in carcere; il senso di umanita' e l'esatta intellezione della norma giuridica suggeriscono che sia restituito all'affettuoso accudimento dei suoi familiari in questa parte restante della sua vita.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.
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Scriviamo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
E' consuetudine del Presidente degli Stati Uniti d'America, avvicinandosi la conclusione del mandato ovvero nuove elezioni, concedere la grazia presidenziale ad alcuni detenuti.
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
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Va inoltre ricordato che il 26 giugno ricorre l'anniversario dell'"incident at Oglala", ovvero dello scontro a fuoco avvenuto il 26 giugno 1975 a Pine Ridge, nei pressi della fattoria della famiglia Jumping Bull, in cui persero la vita due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement. A Leonard Peltier, sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false, fu menzogneramente attribuita l'uccisione dei due agenti dell'Fbi: nonostante che l'errore giudiziario sia ormai universalmente riconosciuto come tale, Leonard Peltier e' ancora in prigione, vittima di una cinquantennale persecuzione determinata dal suo essere un nativo americano generoso e coraggioso difensore del suo popolo, un nativo americano generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un nativo americano generoso e coraggioso difensore della Madre Terra.
Il 26 giugno si svolgeranno iniziative di testimonianza e di coscientizzazione in varie parti del mondo. Speriamo che per allora Leonard Peltier sia gia' stato liberato sulla base del pronunciamento della United States Parole Commission, ma in ogni caso in quella giornata si faccia memoria e si esprima solidarieta'.
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Con la forza della nonviolenza proseguiamo nella solidarieta' con Leonard Peltier.
Con la forza della nonviolenza proseguiamo nella solidarieta' con tutti i popoli oppressi e tutte le persone perseguitate.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
Il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 11 giugno 2024
Mittente: il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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ALLA COMMISSIONE STATUNITENSE PER LA LIBERTA' SULLA PAROLA: DALL'ITALIA INNUMEREVOLI PERSONE DI BUONA VOLONTA', ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE, ISTITUZIONI PUBBLICHE CHIEDONO CHE A LEONARD PELTIER SIA RESTITUITA LA LIBERTA'
Alla United States Parole Commission:
USParole.questions@usdoj.gov
E per opportuna conoscenza ai legali che assistono Leonard Peltier:
Kevin Sharp: ksharp@sanfordheisler.com
Jenipher Jones: jenipherj@forthepeoplelegal.com
E sempre per opportuna conoscenza a "Europe for Peltier 2024 Coalition":
c/o Michael Koch: lpsgrheinmain@aol.com
Oggetto: Segnalazione di numerosissime adesioni italiane alla richiesta di un provvedimento che restituisca la liberta' al signor Leonard Peltier
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
vi segnaliamo numerosissime adesioni italiane - di persone di buona volonta', associazioni democratiche, istituzioni pubbliche - alla richiesta di un provvedimento che restituisca la liberta' al signor Leonard Peltier in considerazione delle sue oggettive condizioni.
Le adesioni di seguito riportate sono state raccolte nel 2021 e l'appello fu fatto proprio dall'allora Presidente del Parlamento Europeo on. David Sassoli, indimenticabile uomo di pace ed autorevolissima personalita' istituzionale.
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Alcune delle innumerevoli adesioni italiane all'appello del 2021 per la liberazione di Leonard Peltier
Tra le innumerevoli adesioni all'appello gia' fatto proprio dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e promosso da figure prestigiose come don Luigi Ciotti, Nando dalla Chiesa, Raniero La Valle, Gad Lerner, Luisa Morgantini, Moni Ovadia, padre Alex Zanotelli, le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come quelli di Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano, numerosi rappresentanti delle istituzioni come ad esempio il senatore Gregorio de Falco, molte illustri personalita' della cultura, della riflessione morale, della vita civile e della solidarieta' concreta, e tante, tante persone di volonta' buona, segnaliamo ad esempio quelle di: Massimo Acanfora, giornalista di Altreconomia; Maurizio Acerbo, gia' deputato e attuale segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea; Remo Agnoletto, presidente dell'Associazione Centro Documentazione Polesano OdV, Rovigo; Vittorio Agnoletto, medico e attivista, gia' parlamentare europeo; Mario Agostinelli, presidente dell’"Associazione Laudato si', un'Alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale"; Fabio Alberti, fondatore di "Un ponte per..."; Mario Aldovini, Modena; Giacomo Alessandroni, docente e attivista di Peacelink, Pesaro; Alessandra Algostino, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale; Gianni Alioti, prestigiosa figura del movimento sindacale, dell'impegno per la pace e della solidarieta' internazionale, Genova; Rocco Altieri, docente, saggista, direttore dei "Quaderni Satyagraha"; Francesco Andreini, Siena; Milka Antonic Lauriola, pacifista; Francesca Appolloni, assessore alla sanita' del Comune di Siena; Umberto Arciero, scrittore e storico attivista per la liberazione di Leonard Peltier; Luciano Ardesi, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli; Mariolina Argiolas, Monserrato (Ca); Fulvio Aurora, Medicina Democratica, Milano; Franco Avati, Verona; Ines Bacchi; Francesco Baicchi, del comitato esecutivo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale; Emanuela Baliva, Reti di Pace; Caterina Ballardini, Roma; Lino Balza, ambientalista e giornalista; Angelo Baracca, professore di Fisica, Universita' di Firenze; Leonardo Barattin, Venezia Mestre; Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Pierangelo Barone, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale, presidente del Corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche, Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" dell'Universita' degli Studi di Milano Bicocca; Vincenzo Barone, avvocato, Milano; Rosanna Barzan, presidente del Centro Documentazione Pace di Ivrea (To); Cristina Bassi, Dosolo (Mn); Piero Basso, Milano; Manlio Beligni, Anpi Sinalunga (Si); Emanuele Bellato (direttore) e la redazione de "Il Popolo Veneto" (giornale italiano antifascista fondato nel 1921); Giuliana Beltrame, sociologa e attivista, Padova; Fausto Benuzzi, Bologna; Cesare Bermani, illustre storico; Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS - Confederazione dei comitati di base; Silvia Berruto, giornalista di pace, da sempre impegnata in iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza; Grazia Maria Bertini, Roma; Carla Bertolotti, anche come portavoce del Comitato "vivere bene la macchia" di S. Stefano Magra; Norma Bertullacelli, figura di riferimento del movimento pacifista a Genova; Moreno Biagioni, Firenze; Paola Biancalana, artista e docente; Elisa Bianchini, delegata sindacale USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; Giovanni Bianco, giurista, professore universitario; Mauro Biani, vignettista de La Repubblica, L'Espresso, Azione Nonviolenta; Marita Blessing; Marco Boato, sociologo e saggista, gia' deputato e senatore; Michele Boato, ecologista, gia' deputato e consigliere regionale, Venezia-Mestre; Laura Boella, illustre filosofa e docente universitaria, Milano; Susanna Bonfadini, Milano; Franco Borghi, Cento (Ferrara); Federico Borgna, Sindaco di Cuneo; Sista Bramini, Roma; Antonio Bruno, gia' consigliere comunale di Genova; Valentina Bruno, associazione "Erinna", Viterbo; Giuseppe Bruzzone, obiettore di coscienza anni '66/'68; Emanuela Bussolati, autrice di libri per l'infanzia; Javier Cabero, Movimiento Humanista; Tullio Cacco, segretario provinciale dell'Anpi di Venezia; Augusto Cacopardo, antropologo; Elena Camino, docente, ricercatrice, saggista; Antonella Cammarota, professoressa ordinaria di Sociologia Politica, Dipartimento Cospecs Universita' di Messina; Mariella Cao, insegnante, pacifista, animatrice del comitato "Gettiamo le basi"; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Maria Grazia Caprioli, insegnante, Viterbo; Alessandro Capuzzo, "Comitato pace, convivenza e solidarieta' Danilo Dolci" di Trieste; Elisabetta Caroti, Roma; Giorgio Carpi, Centro nuovo modello di sviluppo, Vecchiano (Pisa); Maria Luigia Casieri, preside, Viterbo; Pilar Castel, autrice e attrice No War; Antonio Catozzi, insegnante; Augusto Cavadi, direttore della Casa dell'equita' e della bellezza, Palermo; Giovanna Cavarocchi, presidente Auser Tuscia; Alessandra Ceresa, Corbetta; Massimo Chiodi, vicesindaco di Ronciglione (Vt); Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo; Olindo Cicchetti, figura storica dei movimenti ecopacifisti e per i diritti, narratore di comunita'; Monica Cinti, Sindaca di Monte San Pietro (Bo); don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, una delle figure piu' illustri della cultura e della prassi della pace e della solidarieta'; Ennio Cirnigliaro, Genova; Maria Paola Clarini Ramos, della Comunita' di San Paolo, Roma; Giusy Clarke Vanadia, docente e attivista; Naila Clerici, docente universitaria, presidente "Soconas incomindios", Torino; Giancarla Codrignani, saggista e deputata emerita; Valerio Colombaroli, Bussoleno (To); Laura Corradi, docente universitaria; Marinella Correggia, giornalista e saggista; Renato Corsetti, linguista ed esperantista; Mario Cossali, Presidente dell'Anpi del Trentino; Paolo Costantini, Montespertoli (Fi); Giorgio Cremaschi, storico dirigente del movimento operaio; Simonetta Crisci, avvocato, presidente dell'Associazione SenzaConfine; Patrizia Cupelloni, psicoanalista SPI, Roma; Ottavio D’Alessio Grassi, attivista e scrittore; Nando Dalla Chiesa, sociologo, scrittore, gia' sottosegretario, senatore e deputato, una delle figure piu' illustri della lotta contro i poteri criminali; Massimo Dalla Giovanna, Genova; Paolo D'Arpini, testimone dell'ecologia profonda, della spiritualita' laica, del bioregionalismo; Claudia Dauru', Firenze; Oscar de America, economista e statistico; Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani; Gregorio de Falco, senatore; Leonardo De Franceschi, docente all'Universita' degli studi Roma Tre; Giuseppe Deiana, scrittore; don Vitaliano Della Sala, parrocchia Santi Pietro e Paolo, Mercogliano (Av); Andrea De Lotto, insegnante e storico animatore del comitato italiano di solidarieta' con Leonard Peltier; Roberta De Monticelli, illustre filosofa e docente universitaria; Giorgio Demurtas, responsabile sanita' Prc federazione di Viterbo; Carla Dentella, coop. Dar casa, Milano; Francesco De Pasquale, Sindaco di Carrara; Nunzio D'Erme, Osservatorio Repressione; Heinz Dieterich, coordinatore CTS-UAM-WARP; Tommaso Di Francesco, condirettore de "Il manifesto"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Giulio Di Meo, fotografo, reporter, didatta, Bologna; Franco Dinelli, ricercatore CNR, consigliere nazionale di Pax Christi; Italo Di Sabato, Osservatorio Repressione; Angela Dogliotti, una delle figure piu' autorevoli della cultura della pace e della nonviolenza, Torino; Elisabetta Donini, Donne in nero, Torino; Giuseppe e Raffaella Donzelli, Catania; Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, storica militante per la giustizia sociale e la difesa della natura, per i diritti umani ed i beni comuni, Bussoleno (To); Luciano Dottarelli, gia' sindaco di Bolsena, docente, saggista, promotore del Club per l'UNESCO Viterbo Tuscia; fratel Guido Dotti, Monastero di Bose, Magnano (Biella); Duccio Facchini, giornalista e saggista, direttore di "Altreconomia"; Gabriella Falcicchio, researcher Dip. Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell'Universita' degli Studi di Bari "Aldo Moro"; Giuseppe Falcomata', Sindaco di Reggio Calabria; Sergio Falcone, poeta; Claudia Fanti, Roma; don Paolo Farinella, Genova; Patrizia Farronato, Schio (Vi); Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Daniela Favena, Olgiate Olona (Va); Jose' Manuel Fernandez, Trapagaran, Bizkaia; Vito Ferrante, presidente dell'"Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia" (Afesopsit); Paolo Ferrero, vicepresidente del partito della Sinistra Europea, gia' Ministro della Repubblica italiana; Antonio Filippi, gia' sindacalista Cgil in pensione, Canepina (VT); Pierina Folci, Milano; Jacopo Frey, insegnante e redattore del programma Vanloon di Radio Citta' Fujiko di Bologna; Gabriele Gabrieli, Mantova; Angelo Gaccione, scrittore, direttore di "Odissea", Milano; Haidi Gaggio, gia' parlamentare, Genova; Ezio Gallori, sindacalista e attivista; Rosanna Garavaglia, gruppo ecumenico diocesi di Milano; Manolo Garosi, Sindaco di Pienza; Maria Gerli, Milano; Francuccio Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo; Luigi Giario, scrittore e volontario, dell’associazione culturale Amici di Adriana Zarri, Torino; Giovanni Giavelli, Reggio Emilia; Sergio Giovagnoli, Arci; Roberto Giudici, presidente sezione Anpi Vigentina Milano; Sergio Golinelli, coordinatore di Sinistra Italiana della provincia di Ferrara; Doriana Goracci, blogger; Franca Grasselli, Reggio Emilia; Gabriella Grasso, Milano; Ruggero Grassotti, Sindaco di Vitorchiano (Vt); Giorgio Grimaldi, docente universitario, Genova; Gianpiero Grulla, socio banca etica, Milano; Paolo Grulla, Gruppo Acquisto Solidale, Milano; Lorenzo Guadagnucci, giornalista e saggista; Maurizio Gubbiotti, Legambiente; Carlo Gubitosa, saggista e mediattivista; Cristina Huppleger, Milano; Pasquale Iannamorelli, una delle figure piu' autorevoli della pace e della nonviolenza in Italia; Carmelina Imbroscio; Roberto Paolo Imperiali, Roma; Lucia Innocenti, del Comitato "Verita' e giustizia per Giulio Regeni", Vaiano (Prato); Salvatore Izzo, direttore di "Faro di Roma" e presidente dell'associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di pace; Nino Labate, sociologo e segretario dell'associazione "Polis Duemila" di Roma; Tiziana Lachi; Monica Lanfranco, giornalista; Giorgio Langella, Creazzo (Vi); Liliana e Giuseppe Lastella, associazione La tenda, Milano; Raniero La Valle, giornalista e saggista, gia' deputato e senatore, una delle figure piu' autorevoli della cultura della pace; Pietro Lazagna, figura storica dell'impegno educativo e civile; Gad Lerner, giornalista e saggista; Franco Limardi, scrittore e insegnante, Viterbo; Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Pierpaolo Loi, insegnante, Cagliari; Eugenio Longoni, Milano; Rosaria Lopez; Mariella Lorusso, docente, Universita' di Bologna; Francesco Lucat, segretario regionale di Rifondazione Comunista, Valle d'Aosta; Daniele Lugli, gia' Difensore civico della Regione Emilia-Romagna; Romualdo Luzi, bibliotecario e storico; Ettore Macchieraldo, falegname, Roppolo (Biella); Maria Immacolata Macioti, sociologa, docente universitaria; Anna Maghi, presidente dell'associazione "Erinna" di Viterbo; Oreste Magni, Ecoistituto della Valle del Ticino; Gigi Malabarba, gia' senatore; Giovanni Mandorino, Pisa; Danio Manfredini, attore, Milano; Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia all'Universita' di Milano-Bicocca; Nicoletta Manuzzato, giornalista; Fabio Manzione, dottore agronomo e giornalista ambientale, Roma; Nicoletta Manuzzato, giornalista; Fausto Marchesi, Milano; Luisa Marchini, operatrice culturale, saggista e narratrice; Silvia Marchionini, sindaco di Verbania; Flavio Marcolini, insegnante, tra gli animatori del Centro di ricerca nonviolenta di Brescia; Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, Taranto; Carlo Alberto Mari; Gianni Marilotti, senatore; Emilio Mariotti, Universita' di Siena; Matteo Marolla, presidente dell'Associazione "Sacco e Vanzetti"; Gian Marco Martignoni, CGIL Varese; Mariateresa Martini, educatrice e scrittrice, Moniga del Garda (Bs); Francesco Martone, gia' senatore; Alfonso Marzocchi; Michele Mascella, presidente della sezione Anpi di Gallarate; Tomasina Massa, Sassari; Devis Mayor, attivista per i diritti umani, Istrana (Tv); Mirko Mazzali, avvocato, consigliere comunale di Milano; Vittorio Mazzone, presidente sezione ANPI di Afragola e Casoria; Martino Mazzonis, americanista; Agide Melloni, Imola (Bo); Dario Mencagli, docente, cooperante internazionale; Fabio Menicacci, Sindaco di Soriano nel Cimino (Vt); Giansandro Merli, giornalista; Virginio Merola, sindaco di Bologna; Sandro Mezzadra, docente universitario; Carlo Mezzetti, avvocato, Viterbo; Enrico Mezzetti, presidente Anpi Viterbo; Alessandro Michelucci, direttore della rivista "La causa dei popoli"; Sara Michieletto, primo violino dell'orchestra del teatro "La Fenice" di Venezia, impegnata da sempre nella solidarieta'; Emma Miliani, Vitorchiano; Vincenzo Miliucci, Cobas; Matilde Mirabella, traduttrice, giornalista e attivista; Cristina Mirra, Milano; Pino Missori, Barbarano Romano (Vt); Karl Mogl, Durach (Germania); Emilio Molinari, storico attivista per un mondo piu' giusto, gia' parlamentare; Beatrice Mollo; Giampiero Monaca, maestro elementare; Gianfranco Monaca, scrittore, sociologo e animatore sociale; Gabriella Montalto, Milano; Alessandro Monti, Sindaco di Baveno; Pierangelo Monti, presidente del MIR - Movimento Internazionale della Riconciliazione; Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; M. Cristina Mossa; Luciano Muhlbauer, gia' consigliere regionale della Lombardia; Rosangela Mura, attivista, Roma; Carmelo Musumeci, ergastolano scrittore; Linda Natalini, medico, Viterbo; Francesca Nava, giornalista; Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni, Coordinamento Nord Sud del mondo; Nicoletta Negri, insegnante; Franca Niccolini, del Mir-Movimento Nonviolento di Torino; Alfio Nicotra, presidente nazionale di "Un Ponte Per"; Raffaella Noseda, Mazzo di Rho; don Gianni Novelli, una delle piu' luminose figure dell'impegno per la pace, anche a nome del Cipax; Cristina Grazia Novello, Milano; Gianni Nuti, Sindaco di Aosta; Mufutau Abiola Oguntimirin, figura storica dell'impegno di pace e di solidarieta' a Viterbo; Riccardo Orioles, giornalista e militante antimafia; Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo e storico protagonista della lotta contro la mafia; Graziella Osellame, Milano; Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore; Emilia Pacelli, Orte (Vt); Daniela Padoan, scrittrice, presidente dell'associazione "Laudato si’ - Un'alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale", socia fondatrice dell'Associazione Diritti e Frontiere (ADIF), Milano; Giuseppe Padovano, coordinatore nazionale del "Comitato no guerra no Nato"; Vittorio Pallotti, presidente onorario del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale - CDMPI; Marco Palombo, attivista della "Rete No War" di Roma; Antonio Panella, Castiglione Chiavarese; Luca Paolocci, responsabile legale USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; Pancho Pardi, docente universitario, gia' senatore; Paola Parisi; Maria Luisa Paroni, della Comunita' "Laudato si'" di Viadana e Marcaria (Mn); Beppe Pavan, animatore del gruppo Uomini in cammino, Pinerolo (To); Rita Pelusio, attrice; Gianni Penazzi, Mir-Movimento Nonviolento, Lugo (Ra); Livio Pepino, direttore delle Edizioni Gruppo Abele e presidente di "Volere la luna", gia' magistrato e presidente di Magistratura Democratica; Alberto Perino, storico animatore del movimento No Tav; Maria Speranza Perna, docente in pensione, Napoli; Paolo Pero, Terni; Marcello Pesarini, coordinamento provinciale di Sinistra Italiana, Ancona; Emanuela Petrolati, insegnante; Enrico Peyretti, saggista e peace-researcher; Giorgio Piacentini, gia' dirigente Bankitalia e presidente Cipax - centro interconfessionale per la pace, Roma; Ivano Pioli, Melegnano (Mi); Anita Pirovano, consigliera comunale di Milano; Francesco Pistolato, cofondatore del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Irene" dell'Universita' di Udine; Bianca Pitzorno, scrittrice; Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, docente di matematica e fisica, volontario nel carcere di Viterbo; Lorenzo Poli, redattore di "Pressenza"; Anna Polo, impegnata da decenni per la pace e la nonviolenza; Giuliano Pontara, filosofo, uno dei massimi studiosi della nonviolenza, Stoccolma; Roberto Porfiri, Roma; Graziella Proto, giornalista e militante antimafia, direttrice di "Le Siciliane – Casablanca"; Giannozzo Pucci, ecologista nonviolento, editore, Firenze; Pasquale Pugliese, docente, saggista, segreteria nazionale del Movimento Nonviolento; Anna Puglisi, Centro Impastato, Palermo; Giuseppe Putzulu, Chianciano Terme; Stefania Quadri Huber, Zurigo; Angela Querze', storica pacifista nonviolenta, attualmente attiva nel Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale; Piercarlo Racca, figura storica del Movimento Nonviolento; Fabio Ragaini, Gruppo Solidarieta', Poggio San Marcello (Ancona); Gorka Ramos, Barcellona; Rosa Riboldi, Associazione Coordinamento Pace Cinisello Balsamo; Antonello Ricci, docente, narratore di comunita', scrittore, operatore culturale, Viterbo; Matteo Ricci, Sindaco di Pesaro; Maria Teresa Rigamonti, Milano; Valentina Ripa, ricercatrice universitaria, attivista per i diritti umani; Alberto Risi, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, economista, gia' direttore di "Radio Popolare" di Milano; Annamaria Rivera, antropologa; Basilio Rizzo, storico consigliere comunale di Milano; Lucia Rojas, dell'associazione italo-cilena ALPIANDES; Roberto Romizi, presidente dell'Associazione medici per l'ambiente - ISDE Italia; Dina Rosa; Guido Rossi, Usmate Velate (MB); padre Filippo Rota Martir, Brescia; Aldo Rotolo, Bracciano (Roma); Angelita Russo, dottoressa; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore; Nuria Salame', vicepresidente di "Catalanes Amigues del Poble Saharaui"; Anna Saleppichi, storica collaboratrice di Stampa Alternativa e insegnante, Viterbo; Raffaele K. Salinari, portavoce CINI (Coordinamento Italiano Ngo Internazionali); Marina Salvadori, Milano; Brunetto Salvarani, teologo, Carpi; Luca Salvetti, Sindaco di Livorno; Giuseppina Sangalli, Marta (Vt); Antonia Sani, WILPF Italia; Paola Sani; Giovanna Grazia Sanna, Menaggio (Co); Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala; Veniero Santin; Umberto Santino, Centro Impastato, Palermo; Romolo Santoni, Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano", Perugia; Alessandro Santoro, prete della comunita' delle Piagge, Firenze; Mauro Sarnari, docente, impegnato nell'Anpi, nell'Unicef, nei movimenti di pace e di solidarieta', Viterbo; Renato Sarti, direttore del Teatro della Cooperativa, Milano; Roberto Savio, prestigioso giornalista e attivista per la giustizia sociale e climatica, animatore di "OtherNews"; Oreste Scalzone, figura storica della sinistra rivoluzionaria; Alfredo Scardina, docente; Gino Scarsi, artigiano e artista di forte impegno morale e civile, pacifista ed ecologista; Manlio Schiavo, docente a riposo, Bagheria; Susanna Schimperna, Roma; Bruno Segre, storico, saggista, ricercatore culturale impegnato per i diritti umani, Milano; Corrado Seletti, Associazione Per il futuro delle nostre valli, Ambiente - Salute e Vita, Borgotaro (Pr); Maurizio Sgarzi, Percorsi di pace - Casa per la pace La Filanda, Casalecchio di Reno (Bo); Alessandro Sicchiero, Sindaco di Chieri; Chiara Silva, Reggio Emilia; Peppe Sini, Viterbo; Marco Sioli, americanista; Matteo Soccio, vicepresidente del Forum per la Pace e i Diritti Umani, Vicenza; Gianni Sofri, gia' Professore di storia all'Universita' di Bologna; Piero Soldini, CGIL nazionale; Alfredo Somoza, presidente dell'ICEI; Francesca Spurio, attrice, animatrice culturale, attivista; Anna Grazia Stammati, presidente del CESP (Centro studi scuola pubblica); Bruno Stefani, pacifista nonviolento, docente di discipline pittoriche al Liceo Artistico, attivista della Casa dei pensieri di Bologna, membro del CDMPI (Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale); Patrizia Sterpetti, antropologa, a nome di tutta la sezione italiana di WILPF; Francesco Straziota, Milano; Pippo Tadolini, medico, Ravenna; Giovanna Taglialatela, docente; Gianni Tamino, biologo, gia' parlamentare europeo; Veronica Tarozzi, interprete e giornalista, una delle coordinatrici nazionali del Movimento Zeitgeist Italia; Gianni Tognoni, segretario del Tribunale permanente dei diritti dei popoli; Roberto Antonio Tomaello, ex-attore di prosa, ex-insegnante di linguaggio teatrale, ex-organizzatore culturale, Genova; Ada Tomasello, impegnata nei movimenti per la pace, i diritti delle donne, la solidarieta' concreta e nel sindacalismo di base; Fabrizio Tondi, sindaco di Abbadia San Salvatore; Walter Tosches, psicologo; Roberta Trucco, scrittrice, Genova; Marco Trulli, curatore e operatore culturale, Arci Viterbo; Michelangelo Tumini, coordinatore di Sinistra Italiana, circolo di Osimo, Offagna, Castelfidardi, Loreto; Fiorella Turci, insegnante; Franco Turigliatto, gia' parlamentare; Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza"; Laura Tussi, giornalista e scrittrice; Mauro Vaiani, attivista autonomista toscano, vicepresidente di Autonomie e Ambiente; Claudio Vallarini, ricercatore, storico, impegnato nel volontariato e nella difesa della natura; Milena Valli, Sondrio; Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento; Tiziana Valpiana, gia' deputata e senatrice; Leonardo Varvaro, docente universitario, Viterbo; Shendi Veli, attivista e giornalista; Elio Veltri, gia' parlamentare e sindaco emerito di Pavia; Lina Ventura, Casalecchio di Reno (Bo); Antonio Vermigli, direttore della rivista della Rete Radie' Resch "In dialogo"; Guido Viale, sociologo e saggista; Antonio Vigilante, docente, pedagogista, scrittore, studioso della nonviolenza; Gianluca Vitale, avvocato, copresidente Legal Team Italia; Giulio Vittorangeli, figura storica della solidarieta' internazionale; Javi Xavi; Francesco Zanchini, gia' ordinario di diritto canonico nella facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Teramo; Mauro Zanella, "Mani Rosse Antirazziste"; padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; Luisa Zanotelli, del coordinamento delle associazioni pacifiste roveretane; Rina Zardetto, Correggio (RE); Silvia Zaru, musicista e insegnante; Rodolfo Ziberna, Sindaco di Gorizia; Alberto Ziparo, docente dell'Universita' di Firenze; Mario Zorzetto, portavoce del Comitato civico per la difesa e attuazione della Costituzione della Repubblica italiana, Mogliano Veneto; Franco Zunino, presidente ARCI provinciale Savona.
Tra le adesioni di esperienze istituzionali, associative ed informative segnaliamo: Amministrazione comunale di Carrara; il Sindaco e la Giunta del Comune di Chieri; il Consiglio Comunale di Cuneo; Il Consiglio Comunale di Pienza; Associazione "Erinna" di Viterbo; "Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia" (Afesopsit); l'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; l'"Associazione italo-cilena ALPIANDES"; Associazione medici per l'ambiente - ISDE Italia; l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia del Trentino; la sezione dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Crescenzago; la sezione dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia "Emilio Sugoni" di Nepi; la sezione dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Vigentina - Milano; l'"Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli" di Milano; l'Associazione per i popoli minacciati; l'Associazione "Sacco e Vanzetti"; l'Associazione SenzaConfine; la Casa per la Pace di Vicenza; Centro di iniziative per la verita' e la giustizia; Centro Documentazione Polesano; "Centro Gandhi", Pisa; Cipax - Centro interconfessionale per la pace, Roma; Centro Studi Americanistici "Circolo Amerindiano", Perugia; il Circolo "Guido Puletti" di Sinistra Anticapitalista di Brescia; Circolo Vegetariano VV. TT.; Comitato Berta Vive Milano; "Comitato civico per la difesa e attuazione della Costituzione della Repubblica italiana" di Mogliano Veneto; "Comitato pace, convivenza e solidarieta' Danilo Dolci" di Trieste; Cobas - Confederazione dei Comitati di Base; il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; il Comitato "Nepi per la pace"; il Comitato "Vivere bene la macchia" di S. Stefano Magra; Il "Coro di Micene" di Milano; la redazione de "Il giornaletto di Saul"; la redazione de "Il Popolo Veneto” (giornale italiano antifascista fondato nel 1921); la redazione de "La nonviolenza e' in cammino"; "Linea indipendente", gruppo ecologista, nonviolento e libertario, Calcinato (Bs); "Mani Rosse Antirazziste"; "Movimento di lotta per la salute Maccacaro"; Movimento Zeitgeist Italia; "Notiziario dell'Accademia apuana della pace"; "Osservatorio Repressione"; "Parallelo Palestina"; Piccola scuola di pace "Gigi Ontanetti", Firenze; la redazione di "Pressenza"; l'associazione "Respirare" di Viterbo; "Rete ambientalista - Movimenti di lotta per la salute, l'ambiente, la pace e la nonviolenza"; "Reti di Pace", l'associazione "Soconas Incomindios", "Teatro in Natura"; la redazione di "Tepee"; USB - Unione Sindacale di Base, Viterbo; la redazione di "ViPiu'", WILPF Italia.
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Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
confidiamo che in considerazione dell'eta' avanzata del signor Peltier, del suo stato di salute purtroppo caratterizzato da plurime e gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in regime carcerario, dell'opportunita' che possa vivere con i suoi familiari il tempo che gli resta, vorrete concedere la "liberta' sulla parola" al signor Peltier.
Ringraziandovi per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti e un fervido augurio di buon lavoro e di una saggia e sapiente decisione perfettamente coerente con le vostre funzioni istituzionali, con la specifica normativa di riferimento e naturalmente con il vostro umano sentire.
Che il bene possa prevalere sempre.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 giugno 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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FIRENZE, NAPOLI, ROMA: IN TRE CAPITALI DELLA CULTURA MONDIALE DIFFUSO UN APPELLO AFFINCHE' IL 10 GIUGNO SIA LIBERATO LEONARD PELTIER
Sabato 8 giugno 2024 in tre capitali della cultura mondiale - Firenze, Napoli e Roma - alcune persone amiche della nonviolenza, impegnate per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per il bene comune del'umanita', per la salvaguardia di quest'unico mondo vivente, hanno diffuso alla cittadinanza un appello affinche' il 10 giugno 2024 sia liberato Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente, ormai anziano - avra' presto 80 anni - e vittima di plurime e gravi malattie che ne mettono in pericolo la vita e che non possono essere adeguatamente curate in regime carcerario.
Il 10 giugno 2024 si terra' l'udienza della "United States Parole Commission" che potrebbe finalmente decidere di restituirgli la liberta' affinche' possa trascorrere l'ultima parte della sua vita tra i suoi familiari.
La liberazione di Leonard Peltier nel corso del tempo e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, come John Lennon e Robert Redford, come il Dalai Lama e papa Francesco; e' stata chiesta da movimenti umanitari come Amnesty International; e' stata chiesta da istituzioni internazionali come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Ancora una volta da tutto il mondo si levi la voce dell'umanita': liberate Leonard Peltier.
Di seguito il testo dell'appello diffuso.
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TESTO DELL'APPELLO DIFFUSO A FIRENZE, NAPOLI E ROMA L'8 GIUGNO 2024
A tutte le persone di buona volonta'.
Il 10 giugno 2024 si riunira' la "United States Parole Commission" per decidere se concedere il beneficio della "liberta' sulla parola" (all'incirca l'equivalente americano della "liberta' vigilata" italiana conseguente alla concessione della "liberazione condizionale") a Leonard Peltier, da 48 anni detenuto innocente, ormai anziano e gravemente malato (e che in carcere non puo' ricevere le cure di cui ha bisogno).
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente; nei decenni di detenzione Leonard Peltier ha continuato la lotta con la pittura, con la poesia, con il sostegno a numerose iniziative nonviolente in difesa dei popoli nativi e della natura, promuovendo dal carcere numerose iniziative educative ed assistenziali. Leonard Peltier e' un luminoso testimone della lotta degli indiani d'America contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, in difesa dell'umanita' intera e della Madre Terra.
L'udienza del 10 giugno puo' essere l'ultima occasione per restituire la liberta' a Leonard Peltier.
Vi preghiamo dal profondo del cuore di voler contribuire all'impegno per la sua liberazione.
Vi presentiamo tre proposte di iniziativa, sollecitando la vostra tempestiva partecipazione e pregandovi anche di diffondere ulteriormente questo appello.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
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PRIMA PROPOSTA
Scriviamo alla Commissione per la liberta' vigilata (United States Parole Commission) che il 10 giugno 2024 esaminera' la situazione di Leonard Peltier e potrebbe finalmente restituirgli la liberta'
La Commissione per la liberta' vigilata (United States Parole Commission) si riunira' il 10 giugno 2024 per esaminare la situazione di Leonard Peltier: le competenze di questo organo sono specifiche, e quindi le lettere devono tenerne conto. In breve, gli argomenti in base a cui la Commissione potrebbe prendere una decisione positiva sostanzialmente sono: l'eta' avanzata di Leonard Peltier (che tra pochi mesi compira' 80 anni, dei quali 48 trascorsi in carcere); le sue precarie condizioni di salute ed il fatto che in carcere non puo' ricevere le cure necessarie; l'opportunita' che possa trascorrere gli ultimi anni di vita con i suoi familiari (riconoscendo sia il suo diritto a stare con loro, sia il loro diritto a stare con lui).
Per scrivere alla Commissione per la liberta' vigilata (United States Parole Commission) gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti:
Alla United States Parole Commission: USParole.questions@usdoj.gov
E per opportuna conoscenza ai legali che assistono Leonard Peltier:
Kevin Sharp: ksharp@sanfordheisler.com
Jenipher Jones: jenipherj@forthepeoplelegal.com
E sempre per opportuna conoscenza a "Europe for Peltier 2024 Coalition":
c/o Michael Koch: lpsgrheinmain@aol.com
Un possibile testo della lettera:
Egregi membri della United States Parole Commission,
in considerazione sia dell'eta' avanzata, sia delle precarie condizioni di salute e dell'impossibilita' di ricevere in carcere le adeguate cure di cui necessita, sia dell'opportunita' che possa trascorrere gli ultimi anni di vita con i suoi familiari - dopo ben 48 anni di detenzione, e giunto alle soglie degli 80 anni di eta' -, sollecitiamo da parte vostra nell'udienza del 10 giugno 2024 una decisione che riconosca la misura della liberta' vigilata al signor Leonard Peltier.
Confidando nel vostro discernimento intellettuale, nella vostra sapienza giuridica e nel vostro sentire morale, vogliate gradire distinti saluti.
Dear Members of the United States Parole Commission,
in consideration of both his advanced age, his precarious health conditions and the impossibility of receiving the adequate care he needs in prison, and the opportunity for him to spend the last years of his life with his family - after 48 years of imprisonment, and having reached the threshold of 80 years of age -, we urge you, at the hearing on 10 June 2024, for a decision that recognizes the measure of probation to Mr. Leonard Peltier.
Trusting in your discernment, in your legal wisdom and in your moral feeling, please accept our kind regards.
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SECONDA PROPOSTA
Scriviamo al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) affinche' sia concessa la "compassionate release" a Leonard Peltier
Al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) vanno indirizzate le richieste di "compassionate release" ("rilascio compassionevole"), ovvero di ritorno in liberta' in considerazione sostanzialmente delle gravi condizioni di salute e dell'impossibilita' di adeguate terapie in carcere, delle condizioni esistenziali di particolare sofferenza, di violazione, privazione o perdita di diritti umani fondamentali, ovvero di pericolo di morte in cui Leonard Peltier si trova.
La richiesta di "compassionate release" per Leonard Peltier e' gia' stata presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi; e' opportuno sostenerla.
Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) usare il form disponibile alla pagina web:
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
Un possibile testo della lettera:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
ci associamo alla richiesta di un provvedimento di "compassionate release" per il signor Leonard Peltier, richiesta gia' presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi.
Il signor Leonard Peltier, come e' noto, e' anziano, e' gravemente malato e non puo' ricevere cure adeguate in carcere; il senso di umanita' e l'esatta intellezione della norma giuridica suggeriscono che sia restituito all'affettuoso accudimento dei suoi familiari in questa parte restante della sua vita.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.
To the Attorney General of the United States of America,
we join the request for a "compassionate release" measure for Mr Leonard Peltier, a request already presented by authoritative representatives of US institutions.
Mr. Leonard Peltier, as it is known, is elderly, seriously ill and cannot receive adequate care in prison; the sense of humanity and the exact understanding of the legal norm suggest that he should be returned to the affectionate care of his family for the remaining part of his life.
Thanking you for your attention, kind regards.
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TERZA PROPOSTA
Scriviamo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale a Leonard Peltier
E' consuetudine del Presidente degli Stati Uniti d'America, avvicinandosi la conclusione del mandato ovvero nuove elezioni, concedere la grazia presidenziale ad alcuni detenuti. Gia' in passato sembro' che alcuni Presidenti - Bill Clinton, Barack Obama - avessero preso in considerazione di restituire la liberta' a Leonard Peltier, ma la cosa resto' senza esito; e' possibile ed auspicabile che l'attuale Presidente Biden, che si e' dichiarato impegnato per il riconoscimento dei diritti violati dei nativi americani, possa finalmente concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
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Questo il testo dell'appello diffuso.
Con preghiera di adesione e di ulteriore tempestiva diffusione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
Nota diffusa a cura del Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 8 giugno 2024
Mittente: il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
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Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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UNA CONVERSAZIONE E UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
La mattina di venerdi' 7 giugno 2024 a Viterbo, in piazzale Antonio Gramsci, dinanzi alla lapide che ricorda alcune persone trucidate dai nazisti, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha tenuto una conversazione sulla vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Leonard Peltier fu condannato per un crimine che non aveva commesso, sulla base di cosiddette "testimonianze" rivelatesi del tutto false e di cosiddette "prove" rivelatesi anch'esse altrettanto false.
Lo stesso magistrato a capo dell'accusa, quando finalmente emerse la verita' e si avvide del gravissimo errore giudiziario, scrisse al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che liberasse Leonard Peltier con un provvedimento di grazia presidenziale.
Nelle cinque decadi della sua ingiusta detenzione Leonard Peltier ha continuato ad impegnarsi per il suo popolo: con le sue opere pittoriche, poetiche, letterarie; con le dichiarazioni di sostegno alle lotte nonviolente in difesa della Madre Terra e dei diritti umani; promuovendo molteplici iniziative educative, assistenziali, di beneficenza per le persone piu' povere e piu' oppresse.
Dal carcere, e in condizioni di grande sofferenza, Leonard Peltier ha continuato a contribuire all'impegno comune per il bene comune dell'umanita', all'impegno comune per la difesa del mondo vivente.
Ora Leonard Peltier e' anziano - compira' tra poco 80 anni - e gravemente malato: ha varie patologie fortemente invalidanti che mettono in pericolo la sua stessa vita, ed e' stato riconosciuto che in carcere non puo' essere curato adeguatamente.
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Il 10 giugno 2024 si terra' un'udienza della "United States Parole Commission" per decidere sulla concessione della "liberta' sulla parola" (all'incirca l'equivalente statunitense della nostra liberta' vigilata) a Leonard Peltier.
Che il 10 giugno possa essere il giorno in cui sara' restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Che Leonard Peltier, dopo 48 anni di ingiusta detenzione, possa trascorrere quest'ultimo tempo della sua vita tra i suoi familiari, finalmente libero.
Nel corso degli anni innumerevoli personalita', associazioni ed istituzioni di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato.
Da tutto il mondo si levi ancora una volta la voce dell'umanita': liberate Leonard Peltier.
Liberate Leonard Peltier: come hanno chiesto Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta.
Liberate Leonard Peltier: come hanno chiesto John Lennon e Robert Redford.
Liberate Leonard Peltier: come hanno chiesto il Dalai Lama e papa Francesco.
Liberate Leonard Peltier: come hanno chiesto l'Onu e il Parlamento Europeo.
Liberate Leonard Peltier.
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Invitiamo a scrivere alla "United States Parole Commission" per chiedere che a Leonard Peltier sia concessa la "liberta' sulla parola" in considerazione della sua eta' e delle sue condizioni di salute.
L'indirizzo di posta elettronica della "United States Parole Commission" e': USParole.questions@usdoj.gov
Il testo della lettera puo' essere semplicemente il seguente:
"Gentili signore e signori della United States Parole Commission,
vi preghiamo di concedere la liberta' sulla parola al signor Leonard Peltier in considerazione della sua eta' e delle sue condizioni di salute.
Distinti saluti.
Firma, data e indirizzo del mittente".
E' anche opportuno inviare copia delle lettere per opportuna conoscenza agli avvocati di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica degli avvocati Kevin Sharp e Jenipher Jones che assistono Leonard Peltier sono: ksharp@sanfordheisler.com, jenipherj@forthepeoplelegal.com
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E' possibile ed opportuno scrivere anche al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America aprire nel web la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' presenti.
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Ed e' possibile ed opportuno scrivere altresi' al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) affinche' sia concessa la "compassionate release" ("rilascio compassionevole", ovvero per motivi di umanita') a Leonard Peltier.
Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) usare il form disponibile alla pagina web:
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 giugno 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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AD ALCUNE GIORNALISTE, AD ALCUNI GIORNALISTI, AD ALCUNI MEZZI D'INFORMAZIONE E AD ALCUNE ALTRE PERSONE CHE SUI MEDIA POSSONO TROVARE ASCOLTO
Gentilissime e gentilissimi,
come forse gia' saprete, il 10 giugno 2024 si terra' l'udienza della "United States Parole Commission" che riesaminera' dopo molti anni la situazione di Leonard Peltier e che potrebbe decidere di concedergli la misura della "liberta' sulla parola" (all'incirca l'equivalente statunitense della nostra "liberta' vigilata") dopo 48 anni di carcere, in considerazione della sua vecchiaia (ha quasi 80 anni) e delle gravi patologie da cui e' affetto (patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere).
Come gia' saprete, Leonard Peltier fu condannato per un delitto che non aveva commesso: la condanna fu ottenuta sulla base di cosiddette "testimonianze" rivelatesi poi false ed estorte con la violenza, e sulla base di cosiddette "prove" altrettanto false, come fu poi incontrovertibilmente dimostrato quando finalmente - anni dopo - gli avvocati difensori poterono visionare gli atti e constatare le manipolazioni e le falsificazioni.
Leonard Peltier e' stato in carcere da innocente per 48 anni, e non gli resta ormai molto tempo da vivere: che possa tornare finalmente libero tra i suoi familiari.
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Saprete anche che la liberazione di Leonard Peltier nel corso di quasi cinque decadi e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, John Lennon, Desmond Tutu, David Sassoli, Rigoberta Menchu', Robert Redford, il Dalai Lama, papa Francesco; da movimenti umanitari come Amnesty International; da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo, e tra gli altri da numerosi sindaci di Comuni italiani. Cosi' come hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier i rappresentanti dei popoli nativi di tutto il mondo, che in Leonard Peltier vedono un fratello e un testimone della loro stessa condizione.
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L'udienza della "United States Parole Commission" del 10 giugno 2024 potrebbe essere l'ultima occasione perche' Leonard Peltier possa tornare libero tra i suoi familiari da vivo.
Vi sarebbero anche altre due possibilita':
a) la concessione del "rilascio compassionevole" ("compassionate release") da parte dell'Attorney General (il Procuratore Generale degli Stati Uniti, che come e' noto e' anche il Ministro della Giustizia), ed una richiesta a tal fine e' gia' stata avanzata da vari autorevoli rappresentanti istituzionali statunitensi;
b) la grazia da parte del Presidente degli Stati Uniti, anch'essa richiesta da piu' parti, e tra gli altri - ed all'unanimita' - dal Comitato Nazionale del Partito Democratico statunitense, il partito politico di cui anche il presidente Biden fa parte.
Ma fin qui, purtroppo, le richieste al procuratore Generale e al Presidente sono restate inascoltate.
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Occorre quindi in questo decisivo momento richiamare ancora una volta l'attenzione dell'opinione pubblica sulla vicenda di Leonard Peltier, ed a tal fine vi preghiamo di scrivere e pubblicare interventi di informazione, di documentazione e di sensibilizzazione che contribuiscano a persuadere la United States Parole Commission, il Procuratore Generale e il Presidente degli Stati Uniti d'America a fare ciascuno nell'ambito delle proprie specifiche competenze quanto in loro potere per restituire la liberta' a Leonard Peltier prima che muoia in carcere.
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Alleghiamo in attach alcuni materiali che potrebbero forse esservi utili.
Grazie per l'attenzione e per quanto vorrete e potrete fare.
Un cordiale saluto,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 2 giugno 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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