I nostri alunni e le nostre alunne sono sempre attivi e produttivi. In questa sezione del nostro giornalino scolastico vi presentiamo alcune delle loro produzioni.
La classe 2A ha realizzato un modellino della propria cameretta ideale, in scala, utilizzando dei materiali riciclati.Abbiamo realizzato questa cameretta, allo scopo di capire come si realizza un modellino grazie alle scale di riduzione.Per prima cosa abbiamo preso una scatola di scarpe e l’abbiamo dipinta, poi abbiamo realizzato dei mobili in scala e li abbiamo incollati al nostro plastico, infine abbiamo aggiunto delle decorazioni, per esempio delle immagini da usare come poster nel nostro plastico.
Noi ragazzi della I B abbiamo realizzato, all'interno del Progetto per la Continuità, un laboratorio di lettura con le classi VB e VC di via Anagni e con la loro maestra Silvia. Per quest'attività abbiamo scelto di leggere il testo "La bambina che parlava ai libri" di Stefano Benni, un libro di grandi messaggi e di commentarlo con rappresentazioni diverse come disegni, pensieri di riflessione ed elaborati vari.
Venerdì 14 Maggio ci incontreremo in video conferenza per condividere i nostri lavori per un momento di crescita insieme.
La nostra classe ha deciso, dopo aver letto attentamente il libro, di riscriverlo in versi. Per ogni pagina di prosa è stata composta una poesia e abbiamo anche ridisegnato le illustrazioni presenti nel testo, dando anche un tocco personale.
Con il "nuovo libro" abbiamo realizzato un video che ora vi proponiamo con l'augurio che anche voi possiate trovare un po' di tempo per ascoltare le storie che i libri ci vogliono raccontare e per essere disponibili a creare nuove amicizie con loro.
Classe 1B
(Secondaria di Primo Grado)
In quest'anno tanto particolare, non potendo fare le solite attività legate ad arte, abbiamo pensato di conoscere alcuni pittori. Il tema di fondo è stato l'autoritratto, e attraverso questo tema siamo riusciti a studiare diversi artisti. Ecco a questo proposito una presentazione sull'autoritratto come fenomeno soprattutto psicologico: è negli occhi dell'altro che trovo il migliore specchio in cui guardare me stesso. La maestra ci ha accennato qualcosa sui neuroni specchio, nuova scoperta della neurologia, che ci permettono di comprendere il meccanismo del rispecchiamento e dell'empatia tra gli esseri umani.
LA MIA STORIA ALLO SPECCHIO
Lo specchio è un oggetto che assume molta importanza per noi, perchè rappresenta uno degli strumenti che ci sostengono nella costruzione dell’immagine mentale del corpo, del volto, quindi di noi stessi. Da bambini giochiamo ad apparire e scomparire davanti alla superficie riflettente, perché con questo gioco ci rendiamo conto di esistere.
Vedersi e rivedersi nello specchio è un modo per ritrovarsi sempre. È chiaro che lo specchio è un oggetto che si intreccia profondamente all’identità, permette di riconoscersi ed essere riconosciuti.
Riconoscersi è guardarsi allo specchio con la certezza che quel volto è il mio, quello sono io, ma anche spingersi nella conoscenza profonda di sé.
Riconoscersi è sapersi raccontare, esprimere limiti e qualità di se stessi, descrivere esperienze piacevoli e non. Lo specchio ci pone davanti ad un volto unico, irripetibile, originale. Lo specchio ci mette davanti a noi
stessi.
Chi sono? A questa domanda cerchiamo risposte per tutta la vita.
Uno dei romanzi del 900 italiano più famosi "Uno , nessuno, centomila" di Luigi Pirandello vede il protagonista Vitangelo Moscarda, soprannominato Gengè da parenti e amici. Un giorno è allo specchio e la moglie Dida gli dice che ha il naso storto. Vitangelo non se n'era mai accorto prima!
Il protagonista metterà in discussione se stesso e la sua identità dopo questa esperienza. “Che fai? – mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. Niente, – le risposi, – mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino.
Mia moglie sorrise e disse: Credevo ti guardassi da che parte ti pende. Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: Mi pende? A me? Il naso? E mia moglie, placidamente: Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.”
“Sfido a non irritarsi, ricevendo come generosa concessione ciò che come diritto ci è stato prima negato.” "E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito.” da "Uno , nessuno e centomila" di Luigi Pirandello.
Psicologia
Neuroni specchio
Il meccanismo del rispecchiamento si trova anche a livello cerebrale. ( In breve il nostro cervello funziona proprio
come un grande specchio). Infatti i “neuroni specchio” sono neuroni capaci di riprodurre come in uno specchio le azioni, le emozioni e le espressioni umane. Si attivano quando uno fa un'azione e quando vediamo un altro che fa un'azione. Si trovano nelle diverse aree del cervello motorie ed emozionali. Si tratta di un meccanismo generale di funzionamento del cervello. Vale per le azioni, ma anche per le emozioni. Praticamente capiamo quando qualcuno soffre e sta male, perché riproduciamo in noi le stesse esperienze, grazie ai neuroni specchio.
Vedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro e sentire con il cuore di un altro.
Alfred Adler
Lo psicologo Adler così definisce la capacità empatica ovvero la nostra capacità naturale di metterci nei panni degli altri. L'identità si costruisce quindi attraverso la possibilità di trovare altri nei quali riconoscersi ed essere riconosciuti. Questo significa che abbiamo bisogno degli occhi di qualcuno nei quali specchiarci per costruire la nostra identità.
DAVANTI ALLO SPECCHIO
Ognuno si fissa e si osserva e riflette su se stesso. Rispondi alle seguenti domande: • Chi vedi? Conosci la persona dello specchio? • Che cosa sai di lui? • Che cosa ama fare, che passioni ha? • Che cosa detesta? • Che cosa ti piace di lui, che cosa non ti piace? • Conosci la sua storia?
Arrivati a Monet, siamo rimasti affascinati dai numerosi quadri delle ninfee, prodotte dall'artista. Uno di noi ha chiesto ai genitori di poter dipingere a casa e successivamente ha portato a scuola il suo lavoro. Gli altri bambini, spinti dalla curiosità, hanno chiesto alla maestra di poter dipingere. Questo è il primo lavoro. Abbiamo scelto la tela cartonata, sulla quale si può dipingere anche con le tempere e come soggetto abbiamo scelto "I girasoli" di Van Gogh. Di seguito vi presentiamo i nostri lavori, alcuni dei quali ancora in fase di esecuzione.
Classe 2B
(Primaria - via Fiuggi)
Abbiamo deciso di fare un omaggio al grande pittore Rothko, dedicandogli una mostra collettiva con le nostre creazioni. L'inaugurazione della mostra è avvenuta il 26 Maggio 2021.
Classe 3D
(Secondaria di Primo Grado)
"La storia di Pezzettino viene pubblicata per la prima volta nel 1975. Pezzettino, un quadratino, piccolo, arancione, molto diverso dai suoi amici, ha un profondo sentimento di insicurezza ed inferiorità nei confronti degli altri: la sua insicurezza si trasforma nella certezza dell’essere qualcosa di incompleto o il pezzo mancante di qualcuno più grande di lui. Che scoperta poi invece nel capire, finalmente con grande pace, che anche lui andava bene così e che quelli che gli sembravano i propri limiti potevano trasformarsi in vere e proprie risorse.
Questo il percorso: il racconto è stato "ragionato e riscritto" dalle bambine durante Attività Alternativa ed arricchito dai loro disegni.
Come vi sembra? Bellissimo... vero?"
Ecco la storia di Pezzettino, un piccolo pezzo di cartone molto grazioso con la forma di un quadratino colorato .
Non e’ un omino con braccia e gambe… ma molto di piu’.
Pezzettino ogni giorno si chiedeva: “Sono certamente il pezzo di qualcosa. Ma di cosa?”
A quelli che incontra propone di completarli ma scopre che ognuno di loro si sente già completo, perché sono capaci di imprese eccellenti o acrobazie mirabolanti, e non hanno bisogno di lui..
Pezzettino incontra quello-che corre, quello–forte, quello-che-nuota, quello-che-vive-sulle-montagne, quello-che-vola e a tutti chiede: «Per caso sono un tuo pezzettino?»
Ma la risposta e’ sempre la stessa: «Potrei essere così come sono se mi mancasse un pezzetto?».
Pezzettino comincia a perdere la speranza di trovare il suo posto nel mondo finche’ il saggio della montagna, che vive in una grotta, non lo indirizza verso l’isola del “Chi sei“.
Pezzettino attraversa il mare con la sua piccola barca: l’isola è deserta, senza vita. Pezzettino cammina tanto, si arrampica e all’improvviso inciampa, cade e… si rompe in tanti pezzetti. Quello-saggio aveva ragione!
Anche lui, così piccolo, come tutti gli altri, era fatto di tanti pezzettini.
Si ricompose e quando fu sicuro che non mancasse neanche uno dei suoi pezzetti, tornò alla barca. Remò tutta la notte per arrivare a casa il prima possibile.
Lì ritrova tutti i suoi amici che lo stanno aspettando.“Io sono me stesso” grida con gioia Pezzettino. “ Non sono il pezzo di qualcuno!”. I suoi amici non avevano capito bene cosa stesse dicendo ma…erano felici per lui!
Ognuno di noi è importante .
Ogni pezzetto ha il suo colore e la sua storia.
Insieme siamo un puzzle completo e speciale… perché ognuno di noi è unico e irripetibile.
Testo rivisitato e riscritto da
Anna, Chloe e Fathea
Classe 2A
(Primaria - via Fiuggi)
Quante volte molti di noi si sono chiesti: un semplice quadrato o figura colorato può davvero essere considerato arte?
Nessuno può rispondere meglio di Pieter Cornelis Mondriaan, conosciuto soprattutto come Piet Mondrian, celebre artista olandese.
Le sue composizioni astratte non sono frutto di una casualità o di un gusto, ma di una ricerca personale durata molti anni.
Semplificare e sintetizzare un principio attraverso l’uso del colore: questa scelta non è il ripiego di un artista privo di talento, ma l’assunzione di consapevolezza di un pittore che non ha paura di sperimentare e osare.
Colori e linee: solo questo sembra interessare Mondrian.
Liberamente tratto da "Travel on art".
In classe abbiamo lavorato su linee e figure geometriche, su animali e numeri rettangolari.
Unire geometria e arte é stata una bella sfida. Colorare gli spazi vicini utilizzando colori diversi e mai uguali ha visto i bambini impegnati su più fronti.
Il risultato è stato... notevole.
Nel video gli animali dello "zoo di Mondrian"
Queste le indicazioni:
1. Prendi il foglio e colora gli spazi che vuoi con i colori di Mondrian: il giallo, il rosso, il blu, il bianco e il nero.
2. Le Linee orizzontali e verticali ti aiutano a separare gli spazi.
3. Lavoro fatto!!!
Classe 2A
(Primaria - via Fiuggi)
La Geometria, non insegna qualcosa di sovrapposto al reale ma guida a dare un nome alle forme e agli oggetti, a riflettere su quello che gli occhi vedono. Essa aiuta a educare lo sguardo attento e curioso con cui già gli alunni guardano la realtà, insegnando a coglierne rapporti, relazioni, similitudini, corrispondenze.
Per aiutarci a raccogliere le idee e ripassare le nozioni sui poligoni studiate nel corso dell'anno, la nostra professoressa di matematica ci ha proposto, attraverso un'attività laboratoriale, la costruzione di un lapbook personalizzato di geometria.
Abbiamo quindi ritagliato, incollato e raccolto le idee per realizzare uno strumento di studio personalizzato e originale. Ed ecco il risultato!
Tommaso Magi
Classe 1A
(Secondaria di Primo Grado)
Le bambine e i bambini della 2A hanno scoperto che nel mondo, esistono molte religioni e diversi modi di pregare. Ce lo mostrano con un variopinto cartellone.
Classe 2A
(Primaria - via Fiuggi)
Si sta avviando verso la conclusione anche questo anno scolastico, è bello ripensare i momenti passati insieme giocando con la musica!
In attesa del Natale non poteva mancare il nostro Jingle bells...
Il bel disegno del maestro Silvano ha rappresentato l’occasione per imparare Il canto dei battellieri del fiume Giallo!
… e per imparare la pulsazione, il battere e il levare nel ritmo binario.
...Con la musica si vola! Su e giù con la voce...
...Una scala per suonare e per cantare. ...Salgo sulla scala...sembra tanto lunga!
...Tutti compositori!
Il Suono e le sue componenti...
...ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO, CARI BAMBINI, PER GIOCARE ANCORA INSIEME CON LA MUSICA!
La maestra Enrichetta
“Sono nato sul monte Ida, vicino a Troia, e sono figlio della dea Venere e del mortale Anchise. Oh, Troia. Che grande città!
Ho vissuto tanti anni lì e non pensavo di doverla mai abbandonare, fin quando…fin quando non scoppiò la guerra.
La guerra più orribile a cui abbia mai preso parte. Scoppiata per colpa di Paride, che prese la donna più bella del mondo già sposata con Menelao.
Tutti i popoli della Grecia vennero per riprendere la donna e radere al suolo la mia città.
Caddero in numerosi i valorosi guerrieri. Tra questi il mio amico Ettore, ucciso dall’invulnerabile Achille.
Achille fu poi ucciso da Paride che lo colpì nel suo unico punto debole.
L’ultimo giorno di guerra Odisseo fece costruire un cavallo di legno immenso.
Noi Troiani lo vedemmo e ci avvicinammo curiosi. Arrivò un certo Sinone che ci disse che quel colosso di legno era un’offerta dei Greci per Minerva.
Doveva essere un offerta per pregare Minerva e dirle di farli viaggiare in sicurezza.
Lui ci disse così e noi, stolti, gli credemmo”.
Ho subito accolto con piacere la richiesta della professoressa Mastandrea di fare un riassunto dell’Eneide vestendo i panni del protagonista di quest’opera: l’eroe Enea.
L’idea mi ha intrigato sin dall’inizio perché, oltre a essere un ottimo mezzo per ripassare, è stata anche l’occasione perfetta per cimentarmi a scrivere in prima persona.
Ho ripensato ai momenti salienti dell’opera virgiliana cercando di riorganizzarli brevemente nella mia mente, senza però tralasciarne i dettagli fondamentali.
Ho iniziato, così, a mettere tutto per iscritto immedesimandomi il più possibile nel personaggio di Enea e cercando anche di raggiungere una grande emotività, ovvero quel pathos che caratterizza l’eroe troiano.
Finito il testo, ho cominciato a studiarlo proprio come fa un vero attore.
Il giorno prestabilito con la professoressa per l’esposizione al mio piccolo pubblico mi sentivo davvero emozionato.
Ho recitato davanti ai miei compagni, indossando una maschera, datami dalla professoressa al fine di “eliminare per un po’” la mia vera identità e far spazio a Enea, ma anche per superare la mia timidezza.
Con mio grande stupore l’esibizione ha riscosso molto successo tra i miei compagni. Questa esperienza mi ha divertito molto, mi ha aiutato a superare la mia timidezza nel recitare ma, soprattutto, mi ha fatto vivere in modo completamente diverso una straordinaria opera letteraria.
Francesco Biamonte
Classe 2F
(Secondaria di Primo Grado)