di Christian Nozzi (3A LSA - A.S. 2024/25)
Avreste mai pensato di vivere vicino a dei veri e propri "giganti glaciali"? Be', probabilmente no.
Nel vicino comune di Castiglione Messer Marino c'è un tesoro importantissimo per il patrimonio ambientalistico europeo e mondiale: la sottospecie appenninica dell’abete bianco.
Ma partiamo prima dal capire dov’è conservata questa “star”: l’Abetina di Castiglione Messer Marino, SIC/ZSC (Sito di Interesse Comunitario/Zona Speciale di Conservazione) istituito nel 1995 e con un’estensione di 630 ha, è la sua roccaforte. I comuni interessati, oltre naturalmente a quello di Castiglione, sono parzialmente quelli di Montazzoli, Roccaspinalveti e Monteferrante. Il fulcro dell’intero sito è il bosco di Selva Grande, che rappresenta il tesoro più grande, in termini di biodiversità; la riserva, quindi, assume un carattere prevalentemente forestale, anche se non mancano altri ambienti naturali. L’Abetina di Selva Grande è quindi una delle pochissime aree in Abruzzo (e quindi Italia) dov’è ancora presente allo stato spontaneo dell’Abies alba apennina. Questo bosco può essere definito come:
“Bosco Primigenio”, essendo identificabile come un’area forestale direttamente riconducibile alle formazioni boschive precedenti ai grandi cambiamenti dovuti alla gestione umana, che riguardano struttura e composizione;
“Bosco Testimone”, poiché uno dei pochi a livello europeo a “testimoniare” il vero aspetto dei boschi del continente, prima che essi venissero “messi a coltura”;
“Foresta Vetusta”, grazie alle dimensioni dei suoi alberi. Insieme alla limitrofa Abetina di Rosello (di cui rappresenta un continuum, poiché in linea di massima identificabili come un'unica area forestale, perlomeno anticamente), qui c’è tra le più alte concentrazioni di alberi di imponenti dimensioni (tali da essere definibili “vetusti”) di tutto l’Appennino.
Ma perché questo “semplice bosco” è così importante? Oltre che dal punto di vista scientifico - è un vero e proprio “gioiellino” della conservazione di un organismo unico come l’abete bianco, relitto glaciale, essendo presente sul territorio sin dall’ultima glaciazione; il microclima unico della zona, montano, con inverni rigidi e nevosi, hanno permesso a questo superstite di sopravvivere per altri 10.000 anni, fino ai giorni nostri - , per secoli questi impotenti alberi hanno costituito un’importantissima risorsa economica per la zona. Così preziosa da essere gelosamente custodita: dall’amministrazione dell’”Università di Castiglione” e dei complessi monastici locali del Medioevo fino a quella ottocentesca dei Caracciolo di San Buono, arrivando infine alla gestione del comune di Castiglione Messer Marino, della Provincia di Chieti e l’istituzione della Riserva.
Ma in passato, in pratica, cosa offriva questo bosco? Vari erano gli usi: in ambito edile e artigianale, tanto pregiato da essere richiesto da città e stati lontani.
Oggi cosa può offrire? In un territorio in spopolamento, l’Abetina di Castiglione Messer Marino è un’opportunità unica per ridare una spinta a tutta l’area: il turismo naturalistico, rispettoso e lungimirante, è un’opportunità unica per educare il popolo e far rivivere comunità altrimenti condannate a morte.
Detto questo, invito tutti, soprattutto agli abitanti di piccoli paesi, di unirsi, esplorare, conoscere… conoscere quelle particolarità, unicità, magnificenze che ogni angolo d’Italia contiene: solo questa consapevolezza e responsabilità può contribuire a far rinascere il Bel Paese forte e robusto come un grande Abete Bianco.