di Miriana Di Lallo e di Milena Di Biase (4A LS - A.S. 2019/20)
Intervista ad Andrea Candeloro.
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
Ho iniziato ad interessarmi alla musica quando avevo più o meno 8 anni ascoltando musica pop insieme a mio padre che era un grande appassionato. A 10 anni ho ascoltato il primo album del rapper Madman (Escape from Heart) e da quel momento mi sono avvicinato sempre più a questo genere.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
In verità il mio percorso artistico non è molto vasto poiché ho iniziato da pochi mesi a comporre remix di brani rap insieme ad un mio amico. Questo remix consiste molto spesso nel rielaborare la base di una canzone e comporci poi un testo che rispetti il ritmo musicale ed il timbro. Il mio remix più conosciuto è “Miseri” pubblicata con il mio nickname “Pitbull”.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Io credo che raggiungere un proprio stile ed una propria identità non sia fondamentale per un musicista o per un artista in generale perché ogni musicista è indipendentemente diverso da un altro, dato che ognuno è spinto a fare musica per un motivo diverso. Per me scrivere canzoni e preparare basi musicali è molto utile sia per rilassarmi che per estraniarmi dalla realtà.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui ti ispiri)?
Per quanto riguarda il pop, come già detto il mio cantante preferito è Nek, ma anche Max Pezzali ha avuto molta influenza sul me ragazzino; mentre per quanto riguarda il rap posso collocare al primo posto Madman, seguito da Gemitaiz.
Cos’è la musica per te?
La musica per me è un momento di svago e quando faccio qualcosa inerente alla musica, anche per esempio cantando una canzone non mia, mi sento sempre rilassato.
Cosa provi quando canti?
Quando canto mi sento subito pieno di adrenalina e molto energico. Questo anche grazie al fatto che quasi sempre le canzoni rap hanno un ritmo abbastanza veloce e concitato. Ad esempio per citare la mia ultima esibizione, posso dire che quando ho cantato negli istanti di chiusura dell’assemblea scolastica, con tutti i miei compagni di scuola che mi guardavano applaudendomi, sono stato ripagato anche per tutti i sacrifici fatti, poiché compiere testi rap comporta un grande studio del genere e soprattutto molto allenamento. Io ad esempio, trascorro circa dalle due alle quattro ore al giorno ad ascoltare e cantare testi di canzoni di altri cantanti.
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Io ritengo che la parte fondamentale di una canzone sia il suo flow, ovvero il ritmo e la cadenza. Perché se è bello il ritmo, di solito, diventa molto orecchiabile anche una canzone con un testo non del tutto organico.
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Per quanto riguarda i miei amici, posso dire che dopo aver ascoltato la mia canzone, hanno iniziato a considerarmi come una piccola star; mentre per quanto riguarda i miei familiari posso dire che mi hanno sempre appoggiato partendo in primis da mia madre che, dopo aver ascoltato la mia canzone, mi ha assicurato di esserne rimasta veramente entusiasta, incoraggiandomi a proseguire questa mia passione.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Possiamo dire che inizialmente avrei voluto proseguire i miei studi frequentando un Conservatorio, tuttavia per frequentare la classe di canto avrei dovuto imparare anche a suonare uno strumento. Questo in principio non mi ha turbato poiché da piccolo suonavo il pianoforte, tuttavia mi sono poi reso conto che non sarebbe diventata quella la mia carriera lavorativa per il futuro, ciò non toglie che però si riveli la mia più grande passione.
Intervista ad Loris Flocco.
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
Sin da piccolissimo (all’incirca verso i 4 anni) ho dimostrato subito un forte interesse per la musica. Ricordo con precisione di quando un giorno, un mio compagno di classe mi fece sentire per la prima volta un pezzo del Club Dogo sul suo MP3. Così, una volta tornato a casa, tendevo sempre più spesso a trascorrere interi pomeriggi in compagnia di MTV piuttosto che dei cartoni.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Il mio percorso artistico è iniziato molto presto: già a 7 anni avevo iniziato a scrivere le mie prime rime, anche se semplici e basilari; a 10 anni mi appassionai al genere musicale del FreeStyle ed iniziai a pubblicare video su diversi social nei quali mi divertivo a creare dei freestyle sugli argomenti consigliatimi dai miei seguaci. Tre anni dopo iniziai a comporre dei veri e propri testi sulle basi di rapper americani.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Secondo me raggiungere un proprio stile ed una propria identità per un musicista è fondamentale perché colui che ascolta i testi deve comprendere da questi anche il carattere dell’artista e la sua personalità, per questo secondo me un bravo artista deve imparare a mettere molto di sé nelle proprie canzoni.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui si ispira)?
I miei punti di riferimento sono alcuni rapper americani anni ’90 come Tupac e Dr. Dre perché trattano nei loro testi grosso modo gli stessi argomenti che tratto io e che quindi mi sono più vicini.
Cos’è la musica per te?
La musica per me è un modo per esprimersi, sfogarsi e trasmettere all’ascoltatore il proprio stato d’animo.
Cosa provi quando canti?
Quando canto provo un pieno senso di libertà. Questo senso di libertà lo provo soprattutto quando scrivo dei nuovi testi, ovvero quando esterno le mie emozioni.
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Per me, il testo di una canzone deve essere subito messo in correlazione con la base musicale perché un buon testo che però non rispetta il ritmo e la cadenza della musica diventa peggiore di un brutto testo.
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Inizialmente i miei amici non approvavano i miei primi testi che, normalmente, non erano molto belli e mancavano di organicità. Tuttavia, con il passare del tempo, si sono resi conto, grazie anche alle varie serate a cui partecipavo cantando i miei testi, che le mie canzoni avevano valore ed hanno iniziato ad apprezzarle. Per quanto riguarda la mia famiglia, invece, ha recentemente iniziato a supportarmi grazie anche in relazione al fatto di essere stato contattato da un produttore che ha prodotto Fabri Fibra e Caparezza. Questo produttore ha convinto i miei genitori dicendo loro che possedevano una Ferrari in garage senza adoperarla. Per quanto riguarda il produttore, posso anticiparvi di avere dei lavori in programma con lui.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Il mio progetto principale è quello di rimanere semplicemente me stesso, sia se dovessi intraprendere una carriera come musicista, sia se ne dovessi intraprendere un’altra.
A cosa ti sei ispirato per scrivere il tuo ultimo FreeStyle intitolato “Silenzio”?
Come detto prima, io scrivo ciò che provo, e detto sinceramente quest’ultimo periodo per me non si sta rivelando molto felice e sereno per questo mi sono ritrovato a confidare alla musica i miei sentimenti più profondi che non avevo modo di esternare con altre persone. “Silenzio” è l’unione di due testi scritti da me, rielaborati e poi uniti a fornirne uno solo. Per quanto riguarda le basi, solitamente, faccio dei remix su altre basi come ad esempio quella di “Rap God” di Eminem, altrimenti sono in contatto con diversi produttori come ad esempio quello sopra citato o anche con la Sirraza Crew con la quale mi sto sentendo per delle future collaborazioni.
Intervista a Vincenzo Paolella.
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
Ho iniziato ad interessarmi alla musica grazie a mio padre ed alle canzoni da lui prodotte. Così mi sono subito avvicinato al mondo melodico e neomelodico. Con il passare degli anni, però, ho iniziato ad approcciarmi anche al genere rap soprattutto con l’aiuto dei miei amici.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Il mio percorso artistico è iniziato più o meno un anno fa quando ho cominciato a collaborare con un produttore che conosco da sempre. Questa nostra collaborazione è iniziata in estate poiché, trovandoci a parlare del più e del meno mi ha detto che stava cecando ragazzi che creassero delle buone basi, a questo punto ho deciso di candidarmi e da quel momento è iniziata la nostra collaborazione, che continua tutt’ora.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Per un musicista avere un proprio stile ed una propria identità è importante per differenziarsi da tutti gli altri. Sappiamo perfettamente che al giorno d’oggi, il genere del rap è uno dei più vasti tra gli autori emergenti, e quindi diventa fondamentale il sapersi distinguere come stile gli uni dagli altri.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui si ispira)?
I miei punti di riferimento sono quei cantanti che hanno avuto delle esperienze simili alle mie e che magari, proprio come me, sono partiti dal seguire la propria passione per poi arrivare a dei livelli molto alti. Il mio preferito in assoluto e al quale io mi ispiro è Sfera Ebbasta poiché ha una vita simile alla mia e che partendo da un quartiere poco conosciuto è riuscito a spronarsi e diventare un grande artista.
Cos’è la musica per te?
La musica per me prima di tutto è un mezzo di sfogo poiché quello che non dico lo trasmetto con la musica.
Cosa provi quando canti?
Quando canto sono sempre pervaso da mille emozioni, la prima volta che ho cantato davanti ad un pubblico ero pervaso da un’ansia immane, ma quando ho visto che c’erano delle persone che cantavano le mie canzoni, ho creduto ancora di più di potercela fare e di poter diventare qualcuno in futuro.
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Per me il testo ha una valenza molto più importante rispetto alla musica che tuttavia deve essere valida e cucita sul testo. Mi piacciono molto i testi che raccontano di vita quotidiana e della società moderna, tralasciando futilità ed apparenza.
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Per quanto riguarda i miei amici posso dire che mi hanno sostenuto da sempre. Questo supporto l’ho riscontrato anche nel gruppo in cui lavoro dove abbiamo in programma diversi progetti. Per quanto riguarda la mia famiglia inizialmente non era d’accordo con quello che scrivevo ma avendo visto un riscontro positivo nei locali in cui mi esibisco saltuariamente (Blanco Quality Street Food e BayaVerde) hanno iniziato ad appoggiarmi.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Il progetto a cui sto lavorando ora consiste nell’uscita di un nuovo singolo con annesso videoclip entro il nuovo anno. Questo singolo sarà poi racchiuso in un EP (mini album) che uscirà durante il periodo estivo insieme ad altri cinque inediti in collaborazione con altri artisti.