Di Benedetta Di Renzo (3A LS -A.S 2020/2021)
Prima di analizzare l’argomento nei sui particolari, dobbiamo prima capire cos’è la parità di genere. Con “parità di genere” si intende una condizione nella quale le persone ricevono pari trattamento indipendentemente dal genere sessuale. Questo deve essere un elemento fondamentale per combattere le discriminazioni sia in ambito lavorativo che sociale.. La condizione della donna, rispetto a quella dell’uomo, ha avuto degli alti e bassi nel corso della storia a seconda del periodo in cui ci si trovava. Ma nonostante questo, la donna ha sempre avuto un trattamento diverso rispetto a quello riservato all’uomo. Si è sempre designata la donna come l’elemento debole della società, poiché questa doveva crescere e accudire i figli, fare le faccende di casa e non poteva mai dedicarsi alle attività che più preferiva, a differenza dell’uomo, considerato la parte forte della società, che lavorava e manteneva la famiglia grazie al suo salario. Attualmente il numero di donne in carriera è alto ma il numero di lavoratrici è più basso rispetto al numero di lavoratori. Il trattamento assegnato ad una donna è diverso da quello assegnato ad un uomo. Se una donna riesce ad ottenere un posto di lavoro, i diritti a lei riservati sono nettamente inferiori e diversi rispetto a quelli riservati alla componente maschile. Anche dal punto di vista economico, la maggior parte di dipendenti sotto pagati o con un salario basso sono le donne. Nonostante anni di lotte e la nascita di un movimento conosciuto come “Movimento femminista” a cui hanno preso parte, anche se non direttamente e inconsapevolmente, molte donne, basti pensare a Giovanna D’Arco, Anna Bolena, Frida Kahlo, Madre Teresa, Margaret Tatcher, e molte altre, oggi le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini. Partendo dagli inizi del ‘900 la donna ha gradualmente ottenuto potere, dall’acquisizione dei diritti stessi diritti della componente maschile fino ad arrivare alla parità sul lavoro e a poter esercitare qualsiasi professione. L’Agenda 2030, una lista stilata nel 2015 dai capi di Stato di 193 Paesi durante un incontro dell’ONU, si occupa di migliorare i tre campi fondamentali dello sviluppo sostenibile. Come obiettivo numero 5 si mira proprio ad ottenere la parità tra uomo e donna in ambito economico, ad eliminare completamente ogni forma di violenza nei confronti di donne, ragazze e bambine, compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e prematuri, ed infine a raggiungere l’uguaglianza in qualsiasi campo, sociale, economico e politico.