Il titolo: “Silvae Fragmenta”, dal latino silva, il cui plurale nominativo è silvae, può significare sia “foresta” che “materiale” ed era usato per descrivere l’abbozzo di una poesia scritta velocemente in un momento di grande ispirazione, poi adattata ad una metrica poetica, di qui il rimando al Petrarca, che sta a indicare una tappa nel metaforico viaggio all’interno di una foresta durante la nostra vita.
La ricerca per la creazione delle opere ha inizio fra i ricordi e il bisogno di un lento e paziente recupero delle macerie, una ricostruzione attraverso i “frammenti” sparsi nella montagna per poi ricomporli in modo nuovo, creativo e con un processo di sintesi, i luoghi della mente.
In questo modo questi nuovi “paesaggi” nascono successivamente dalle elaborazioni artistiche degli artisti.
Vi sono pensieri, sensazioni e a volte solo intuizioni ma il mezzo è sempre lo stesso: l’essenziale. La relazione uomo-natura nella storia dell’arte è un tema ricorrente. L’uomo nei suoi artefatti l’ha imitata , copiata, negata. E’ pratica relativamente nuova iniziare con essa un dialogo, trattandola come essere vivente a cui riferirsi. Nascono opere che si rivolgono sempre all’uomo, ma parlano di lei e con lei, introducendoci in un dialogo a tre.
Qui, queste opere cercano di infiltrarsi in essa, di vivere o morire con lei in un organico cambiamento. Si accetta il fluire del tempo, la dissoluzione, la trasformazione dell’opera, così come si accetta da sempre nell’opera della natura stessa. Finalmente, diremo.
I tempi serrati della condizione umana urbana , la tecnologia, nell’ immersione nella foresta di Ottati, scompaiono dolcemente , e i lascia stupiti, sciogliendo i legami che ci distraggono. Qui, ogni sentimento o pensiero acquista un valore diverso. Il sole cocente, la pioggia , il vento , le discese ripide, la pesantezza dei sassi sono state le condizioni , i pesanti limiti fisici del lavoro dell’artista . La foresta è totalizzante , trovare in essa un messaggio da dare in più, oltre la sua coerente bellezza è compito arduo.
Gli artisti che hanno partecipato a questa residenza , l’ hanno vissuta densamente questa foresta, ed ognuno di essi a suo modo espressivo, ci ha svelato nel proprio lavoro, il personale rapporto con la natura e con questo luogo, nel Cilento, sui monti Alburni, in Italia.
LA MAPPA DEL PERCORSO
CATALOGO SILVAE FRAGMENTA VOL. 1
Immersi nella maestosità del Massiccio degli Alburni, all'interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i Rifugi Varroncelli rappresentano una tappa ideale per escursionisti, amanti della natura e viaggiatori in cerca di autenticità.
Situati a circa 1.350 metri di altitudine, i rifugi sorgono in una posizione panoramica e silenziosa, circondati da faggete secolari, fauna selvatica e suggestivi sentieri che conducono verso alcune delle cime più affascinanti degli Alburni.
Perfetti come base per escursioni giornaliere, attività di trekking, osservazione naturalistica o semplicemente per godere di un momento di pace, i Rifugi Varroncelli offrono un’esperienza essenziale e profonda, a contatto con la natura più pura del Cilento interno.