“Utzon … quando deve fare la nuova sala di concerti di Sidney capisce che deve essere il simbolo di un continente. E nonostante la fatica, lo stress, i sabotaggi e i tradimenti legati all’impresa ci riesce.
L’opera è un simbolo, forse il primo simbolo assoluto che l’architettura moderna è riuscita a creare. Vi si riconoscono gli abitanti, i visitatori, la città, il continente. E’ un’opera da questo punto di vista monumentale, ma che niente ha a che spartire con gli aspetti propagandistici, retori e bolsi del potere. E’ un momento di una collettività che guarda al resto del mondo e che al domani si proietta con slancio.”
– Antonino Saggio, La via dei simboli, 1992.
L’articolo "La via dei simboli", pubblicato su Costruire nel 1998, offre una riflessione approfondita sul significato del simbolismo nell’architettura moderna, partendo dall’illuminante intuizione di Jørn Utzon per la Sydney Opera House e arrivando al Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry. L'autore esplora il percorso che ha riportato il simbolo, un tempo considerato un tabù nel movimento moderno, al centro della progettazione architettonica, trasformandolo in un’espressione di collettività e identità civica.
IL RECUPERO DEL SIMBOLISMO NELL'ARCHITETTURA MODERNA
SI sottolinea come Utzon abbia infranto il rifiuto del simbolo tipico del modernismo, che associava il "monumento" ai regimi dittatoriali. La Sydney Opera House, con la sua forma iconica e il legame con il paesaggio, rappresenta il primo esempio di simbolo architettonico collettivo e universale, non legato al potere, ma alla comunità.
La Sydney Opera House quindi è un simbolo collettivo grazie alla sua forma iconica e audace, ispirata alle vele di una nave o ai gusci di un frutto, immediatamente riconoscibile e universalmente apprezzabile, e perché riesce a unire identità locale e proiezione globale, natura e cultura, passato e futuro. Non è un monumento di potere, ma un’architettura che celebra la collettività e l’umanità nella sua capacità di immaginare e creare.
Rappresenta il ritorno delle "cattedrali" in chiave moderna perché, pur non avendo un legame religioso diretto, ne incarna il ruolo simbolico, l'importanza culturale e l'abilità di ispirare una connessione spirituale attraverso la sua architettura e il suo scopo. Proprio come molte cattedrali medievali dominano il panorama urbano e rappresentano il cuore della città, la Sydney Opera House è il punto focale di Sydney, visibile da lontano e posta su una posizione strategica.
Le cattedrali gotiche erano il frutto dell'ingegno umano e dell'innovazione tecnologica dell'epoca. La Sydney Opera House riflette una simile ambizione visionaria , sfidando i limiti dell'ingegneria e dell'estetica architettonica moderna.
LA CONTINUITA' DA UZTON A GEHRY
Gehry, con il Guggenheim di Bilbao, prosegue e amplia questa visione, creando un’architettura che è sia civica che spettacolare, capace di rigenerare spazi urbani degradati e di intessere relazioni con il contesto circostante. L’opera di Gehry è vista come una "cattedrale moderna", che si integra nel tessuto urbano e coinvolge emotivamente chi la vive.
Il Guggenheim è stato il fulcro della trasformazione di Bilbao da città industriale in declino a polo culturale e turistico internazionale. È diventato il simbolo di un'intera città che rinasce, trasformando una zona degradata in un centro dinamico di attività. Questo processo, noto come "Effetto Bilbao," ha reso il museo un modello di rigenerazione urbana basata sulla cultura.
L’architettura contemporanea, pur seguendo percorsi diversi, ha riscoperto il valore simbolico e rappresentativo delle opere, trasformandole in espressioni civiche e culturali di una società globalizzata.