Open Day 15 Novembre:
L’insegnamento non trasmissivo (chiamato anche insegnamento capovolto) consiste nel rendere lo studente capace di apprendimento autonomo. L’insegnante:
non spiega la lezione ma fornisce e aiuta a trovare risorse didattiche facilmente comprensibili,
non valuta ma insegna ad autovalutarsi,
non assegna compiti per casa ma rende lo studente capace di capire quando è necessario farli.
Cosa fa allora il docente quando è a scuola? Il docente
propone attività creative, interessanti e personalizzate,
osserva gli studenti mentre lavorano singolarmente o a gruppi
interviene per dare feedback ed aiutare chi è in difficoltà
fa presentare pubblicamente i lavori creativi dei ragazzi invece di interrogarli
Nell’insegnamento non trasmissivo gli studenti sostengono un esame di idoneità a fine anno in un’altra scuola. In tal modo il docente stabilisce un rapporto molto più sereno con i giovani perché egli non sarà mai il giudice dei loro risultati.
E cosa si intende per metodo trasmissivo?
Il metodo trasmissivo è quello con il quale siamo stati educati noi adulti ed è ancora applicato dal 95% dei docenti italiani di scuole pubbliche e private. Con questo metodo il docente trasmette oralmente le sue conoscenze e verifica gli apprendimenti con interrogazioni e compiti in classe. Ma questo non è un buon sistema per far nascere interessi e promuovere l'autonomia. Ha sempre funzionato ma non è mai stato il migliore dei metodi di insegnamento.
Con l’insegnamento non trasmissivo i giovani sono costantemente invitati alla ricerca ed all'espressione creativa con lo scopo di diventare geniali e intraprendenti.
Come insegnava Maria Montessori, l'obiettivo del docente non trasmissivo è diventare sempre più "inutile", formando quell'indipendenza e quello spirito di iniziativa che saranno fondamentali in presenza della più veloce evoluzione tecnologica mai osservata prima.
Nei quattro video di Daniela Lucangeli che trovate qui sotto troverete alcuni riferimenti scientifici delle neuroscienze che appoggiano il nostro modello educativo: perché non diamo compiti per casa? Perché puntiamo sulla motivazione? Come trattiamo le plusdotazioni o i disturbi di apprendimento?
Siamo fra le pochissime scuole d'Italia e l'unica nel Lazio che applica queste importanti scoperte scientifiche nella didattica quotidiana e che forma costantemente tutto il personale educante alla metodologia capovolta, digitale, non trasmissiva, non violenta e cooperativa.