Lo scenario decisionale della finanza classica, basato sulla perfetta razionalità dell'investitore e sull'efficienza dei mercati ,è puramente teorico ed è stato confutato dagli economisti statunitensi, fautori della finanza comportamentale, insigniti negli anni da premi Nobel per l'economia: : Herbert Simon (1978), Gary Becker (1992), Daniel Kahnemann (2002), Robert Shiller (2013) e Richard Thaler (2017).
L'obiettivo fondamentale della finanza comportamentale è quello di comprendere i comportamenti dei mercati finanziari in relazione agli schemi di comportamento della società e del singolo individuo
Il processo decisionale dell’investitore è la risultante dell'interazione tra due sistemi: impulsivo e razionale.
Le scelte di investimento se influenzate dall'emotività o dalle euristiche tendono ad essere sbagliate.
Gli errori cognitivi o bias più ricorrenti sono:
Overconfidence e l’underconfidence: troppa o poca fiducia nell’attendibilità di una previsione.
Herding behaviour o effetto gregge: imitazione dei comportamenti più diffusi, spesso veicolati dai Social
Avversione alla perdita: la reazione emotiva alle perdite è in media 2.5 più intensa di quella di guadagni di pari importo
Framing :la percezione dell’informazione viene influenzata dal contesto.
Le euristiche sono delle “scorciatoie” mentali , ragionamenti rapidi che semplificano i problemi, ma in ambito finanziario comportano bias cognitivi.
EURISTICA DELL'ANCORAGGIO: Valutazioni di valori in base ad un riferimento;
EURISTICA DELLA DISPONIBILITÀ: Stima della probabilità di un evento sulla base di informazioni disponibili in memoria;
EURISTICA DELLA RAPPRESENTATIVITÀ: Ricorso a stereotipi nelle scelte di investimento