Sono ben 4500 i lavoratori precari del CNR. E circa 2700 attendono da più di un anno l’avvio delle procedure straordinarie di
stabilizzazione che li riguardano.
Da recenti notizie trionfalistiche sembrerebbe che tale percorso sia stato avviato. Ma è necessario fare doverose precisazioni
in merito.
È stato un percorso faticosamente costruito.
Un percorso faticosamente guadagnato in un anno di lotta che ha visto, protagonisti, centinaia di lavoratori precari.
Un percorso fatto di assemblee, presidi, occupazioni, manifestazioni di piazza, interlocuzioni politiche, partecipazioni dirette
alla stesura di emendamenti e circolari.
Un percorso per certi versi logorante e che ha più volte fatto emergere le enormi contraddizioni politiche e culturali di un
Paese che da anni non investe nella Ricerca Pubblica.
Abbiamo contribuito a far cambiare le cose. E ci siamo riusciti grazie alla nostra forza e alla nostra consapevolezza.
Sappiamo oggi, così come sapevamo quando abbiamo iniziato questa battaglia, di far parte dell’Ente di ricerca pubblico
italiano più importante. Un’eccellenza in ambito internazionale. Un’eccellenza della quale siamo, in buona parte, artefici.
La lotta al precariato ha rappresentato il nostro pane quotidiano per lunghi mesi, insieme alla ricerca avanzata che
conduciamo. E oggi reclamiamo la nostra ricompensa.
Il 30 luglio scorso non è stata raccontata alla stampa tutta la verità; e servizi televisivi, così come articoli su importanti
giornali, rischiano di confondere le idee.
Il 30 luglio NON è stato assunto NESSUN lavoratore precario del CNR, come affermato durante un servizio televisivo in onda
sulla principale rete RAI. Durante il CDA è stata data informativa sull’avvio delle procedure, cosa ben diversa.
Ad oggi non abbiamo notizia di alcun atto interno (previsto dal D.Lgs 75/2017) per la formalizzazione delle procedure.
È stato dichiarato dal Presidente, in un’intervista e in una specifica nota stampa, che circa 1200 lavoratori precari saranno
stabilizzati entro dicembre 2018. Per adesso attendiamo che ai proclami seguano i fatti, ma restano aperte, ancora, diverse
vicende specifiche di non immediata definizione e per le quali non abbiamo ancora alcuna risposta.
Restano al momento in sospeso le procedure per più di 1200 lavoratori che hanno maturato l’anzianità di servizio al CNR
con contratti “flessibili”. Per loro, i cosiddetti “comma2”, sono previste prove concorsuali riservate che IN ALCUN MODO
fanno pensare ad una procedura straordinaria di stabilizzazione. Sono stati definiti i criteri dei bandi di concorso, per soli
ricercatori e tecnologi, che NON valorizzano adeguatamente l’anzianità di servizio e che rischiano di essere fonte di
esclusione per molti, in evidente contraddizione con lo spirito stesso della legge che si prefigge di risolvere il problema del
precariato.
Resta in sospeso il destino di decine di lavoratori che hanno maturato l’anzianità di servizio al CNR e presso le Università.
Resta in sospeso la sorte di decine di lavoratori assunti mediante chiamata diretta.
Resta in sospeso il destino di decine di lavoratori che non erano in servizio alla data di pubblicazione del decreto.
Sono troppe, a distanza di un anno, le cose in sospeso. Ed è tanta la rabbia per il tempo che passa, inesorabilmente, senza
l’avvio delle procedure nel miglior modo possibile.
È notizia recente la disponibilità di ulteriori risorse economiche, da parte dell’attuale Governo, destinabili alle
stabilizzazioni.
Nessuna scusa è più tollerabile. Nessun ostacolo dovrà impedire la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari con i requisiti
previsti dalla legge.
Continueremo a fare quello che abbiamo cominciato più di due anni fa. A lottare per il riconoscimento del nostro diritto e a
vigilare affinché tutti lavoratori precari del CNR possano contare su un lavoro stabile e dignitoso.
Precari Uniti CNR