MONDO

Scritto il 24/11/2023

L'aquila testabianca 

Democrazia e grandi altezze



Guerra in Ucraina e guerra in Israele. C'è stanchezza. Gli USA però non abbandonano nessuno. In un'intervista alla CBS del 15 ottobre 2023 il Presidente Biden si era espresso così: "Siamo la nazione più potente della storia: non nel mondo, ma nella storia del mondo. Possiamo occuparci di entrambe e mantenere comunque la nostra difesa complessiva". Una rassicurazione importante. 

Gli americani sono padroni del loro destino, la loro volontà è incrollabile. I fondi statunitensi da destinare all'Ucraina però non sono infiniti. Gli ucraini sono in difficoltà, sembrano in balìa degli eventi; immersi nel pantano non fanno progressi. Chi è autenticamente democratico spesso si mantiene al di sopra delle circostanze: l'aquila testabianca vola alta nel cielo e tutto quello che vede è paesaggio, alberi e foreste sono solo dettagli. Le esistenze microscopiche pensano alla democrazia fissando il loro sguardo miope tra le nuvole; l’aquila domina quell’immenso spazio e non può fare altro che guardare verso il basso. 

Per Hillman: "La Vittima è l'altra faccia dell'Eroe". La vita di Superman è fin troppo avventurosa; l'esistenza di Clark Kent è invece appiattita dalla quotidianità. L'aquila testabianca è a suo agio tra le correnti ascensionali; si muove però goffamente sul terreno: la distesa modesta e polverosa di un orizzonte troppo monotono rende felici soltanto i polli. Bisogna vincere ogni paura per innalzarsi sull'abisso. Così vuole l'aquila. 

Ripristinare l'integrità territoriale dell'Ucraina sembra il sogno a occhi aperti di Clark Kent; lo svolazzo variopinto e fragile di una farfalla. Le elezioni in Ucraina (primavera 2024) sono vietate dalla legge marziale ancora in vigore. È un peccato: libertà e giustizia sono le ali della democrazia, valgono più dei dieci metri di apertura alare che ha un F-16. Senza di loro non si decolla. Un F-16 è soltanto l'espressione contemporanea della propensione psicologica a distruggere.

Un’inchiesta della BBC pubblicata il 17 novembre 2023 ha rivelato che tra il febbraio 2022 e il 31 agosto 2023 quasi 20.000 uomini sono fuggiti dall’Ucraina per evitare di essere arruolati. Zelensky è sopravvissuto a molti attentati e si sente predestinato a grandi imprese. 

MONDO

Scritto il 29/08/2023

Lavrov sarà al G20 

L'India non ha invitato l'Ucraina 



La controffensiva ucraina arranca. Speranze e demoralizzazioni si alternano e si confondono in entrambi gli schieramenti. L'azione politica potrebbe assumere la stessa importanza di quella militare. È fondamentale coltivare le alleanze. Per la Russia è difficile farlo (su Putin c'è un mandato d'arresto della Corte penale internazionale). A New Delhi ci andrà Lavrov. 

La de-dollarizzazione dei legami economici tra Paesi Brics sembra ormai irreversibile, crea forti aspettative di cambiamento. L'India è una nazione ambiziosa e da poco è diventata la quarta potenza mondiale a effettuare un allunaggio. Scriveva Paul Watzlawick: "Nella buona e nella cattiva sorte dipendiamo, per la ratifica della nostra realtà, dagli altri, che a loro volta pretendono da noi l'accettazione della loro personale interpretazione della realtà". C'è la possibilità che lo scatto decisivo verso la chiusura del conflitto possa generarsi anche da un evento casuale. 

Da troppo tempo assistiamo alla sistematica reiterazione di comportamenti comunicativi di minaccia e intimidazione. Sembra una coreografia di tap dance eseguita con le scarpe strette: i ballerini vorrebbero fermarsi (perché hanno male ai piedi) ma desiderano lo stesso dimostrare di avere talento, quindi zompettano stoicamente nella speranza che l'orchestra arrivi presto alla fine dello spartito. Ci sono molti modi per complicarsi la vita. Per illuminare una stanza buia è sufficiente toccare un interruttore nel muro, non occorre studiare il moto degli elettroni in un filo metallico. 

MONDO

Scritto il 19/07/2023

All'ombra di una nuvola

L'eliotropismo di Prigozhin 



Prigozhin il 24 giugno voleva raggiungere Mosca con una colonna di carri armati. Ha dichiarato di essersi fermato solo per evitare "spargimento di sangue russo". Cercava di rovesciare il potere militare con un attacco frontale perché temeva lo scioglimento della Brigata Wagner. La sua ribellione è stata un'impresa al limite tra esibizionismo e autolesionismo; un episodio di fanatismo militare dettato dall'angoscia di impotenza; un tradimento generato da ambizione e leggerezza; l'impulso indotto da un amore borderline per la patria. Prigozhin ama lo scontro: lo cerca come fanno i girasoli con i raggi solari. È un rivoltoso impunito o un patriota incompreso? 

Forse è entrambe le cose: percepisce lo Stato come oggetto al contempo persecutore e idealizzato; esprime in modo ambivalente il desiderio di essere distruttore e salvatore. Prigozhin è un uomo che deve curare l'alimentazione, lo ha detto Biden il 13 luglio: "Se fossi in lui starei attento a quello che mangio, terrei d'occhio il menù".

Nella modernità liquida l'affidabilità del singolo individuo è quasi un'illusione, ci si deve accontentare di una lealtà intermittente: siamo biglie d'acciaio lanciate in un flipper, il nostro percorso è segnato dall'intervento di strani congegni elettromeccanici; attiviamo casualmente luci e suoni nella speranza che accada qualcosa di buono in un foscoliano "delirar di battaglie". Il caldo amplifica l'assurdità della guerra; non ha senso combattere quando tutto sembra appesantito, immobile e già morto.

Le bombe a grappolo sono la rappresentazione di una violenza antiquata. La bellicizzazione del rapporto tra i popoli comporta l'edificazione di difese che possono ostacolare l'emergere di realtà politico-economiche utili a raggiungere un accordo di pace. 

MONDO

Scritto il 10/05/2023

Scacciare l'incubo

L'eroismo dei partigiani ucraini



Presentare la guerra in Ucraina come una lotta della democrazia occidentale contro l'autocrazia russa espone a specifiche deformazioni di realtà: la democrazia come oggetto d'amore idealizzato di fronte a minacce, reali o immaginarie, attiva difese maniacali. Fiat justitia pereat mundus. Si combatte con la convinzione che la vittoria metterà per sempre a tacere gli impulsi distruttivi che animano la conflittualità umana. L'11 marzo 2023 Zelensky ha dichiarato: "Sconfiggere Mosca sul campo di battaglia in Ucraina significa non combattere da nessun'altra parte in Europa e lungo i confini russi". Si combatte liberi dal peso delle ambivalenze, proiettando nel nemico la responsabilità di ogni atrocità. Chi vince affermerà per ultimo di aver odiato senza colpa.

Gli ucraini, eroi da romanzo cavalleresco, galoppano fieri verso l'Unione Europea; non si preoccupano del crudele rito iniziatico che stanno affrontando perché la fine del rapporto con la Russia, percepita come morte-distruzione, sancisce la rinascita in un gruppo simbiotico-narcisistico. Non ci sono tentennamenti; la possibilità di essere sconfitti coincide col declino della generale felicità, conduce a una intensificazione dello sforzo. Il 15 marzo 2023 Zelensky si è espresso così su Telegram: "Vinceremo questa guerra. Stiamo facendo di tutto per questo". 

La psiche umana è capace di adattarsi a qualsiasi avversità, anche alla guerra. Ma la guerra è per sua natura mancanza di limiti. Durante una guerra, ammoniva Hillman: "Normalizzare potrebbe significare stare dalla parte non della sopravvivenza, ma della morte". Achille, invulnerabile eroe mitologico, fu ucciso da una freccia che si conficcò nel suo tallone destro. L'8 aprile 2023 Medvedev, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha scritto nella sua pagina su VKontakte: "Perché l'Ucraina scomparirà? Perché nessuno ne ha bisogno". Medvedev ha tutta l'aria di voler diventare un grande esperto di tiro con l'arco.

Il film russo Vyzov uscito il 20 aprile 2023 è il primo film girato nello Spazio, un lungometraggio in orbita: si apre un nuovo orizzonte per il capitale di violenza collettivo. Un cucchiaio abbondante di guerra fredda. La controffensiva di primavera, se n'è parlato; mi ha fatto tornare in mente De André: "Ninetta bella, dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno". Finché l'amore resterà legato al dominio e alla minaccia di distruzione non ci sarà la pace. Quando dominio e controllo cederanno il passo al reale prendersi cura dell'altro l'incubo della guerra cesserà.

MONDO

Scritto il 08/03/2023

Platani infiniti

Una base realistica della paura



Il Gruppo Wagner si avvicina inesorabile alla conquista di Bakhmut e Zelensky ordina la difesa a oltranza: “Se la prendono i russi avranno la via aperta”. La guerra va al di là delle razionalizzazioni politico-economiche che il nostro grado di civilizzazione ci impone, arriva a coinvolgere profondamente ogni uomo. Il Donbass, una volta teatro di violenze tra separatisti filorussi ed esercito ucraino, può essere considerato un oggetto parziale cattivo in senso psicoanalitico. L'annessione del Donbass operata dall'esercito russo è l'attuazione di un processo di internalizzazione necessario a contenere ansie persecutorie. 

Talvolta i contrasti si radicalizzano a seguito di deformazioni di realtà più o meno significative: ogni tanto capita che un'automobile si schianti contro un platano, abbattere tutti i platani che fiancheggiano le strade non può essere la soluzione a questo problema. Putin all'alba dell'invasione dichiarò: "La nostra opinione è che quello che sta accadendo nel Donbass è un genocidio". Verità o invenzione? Il 24 febbraio 2022 questa mi sembrava una domanda importante. 

Tra la guerra di occupazione della Russia e la guerra difensiva dell'Ucraina comincio a fare confusione: ogni scontro bellico si svolge sullo sfondo di una fantasia maniacale di trionfo; l'orgasmo distruttivo della guerra porta all'instaurazione di un solido rapporto di reciprocità sadomasochistica tra gli opponenti. Sul campo di battaglia l'esistenza dell'altro costituisce una minaccia di morte. Abbattere tutti i platani non può essere la soluzione. 

MONDO

Scritto il 21/02/2023

L'incubo atomico

Coincidenza tra illusorio e reale



Gli americani costruirono il primo ordigno atomico nel 1945. Il generale Groves dopo averlo fatto detonare con successo telegrafò al presidente Truman: “Baby is born”. Durante la guerra fredda il bambino crebbe tra litigi e minacce. Oggi è un adulto che vuole investire il mondo con l’intensità devastante dei suoi sentimenti. Odia e ama senza limiti. Contano soltanto i megatoni: la sua innata attitudine a esplodere non è stata adeguatamente contenuta dall’ambiente; il suo comportamento non è improntato a precetti di civiltà. Vive rinchiuso in qualche base militare, i palloni spia cinesi lo cercano.

La guerra in Ucraina rende paranoici. Le terribili entità che popolano da sempre il mondo interno dell'uomo assumono spontaneamente le sembianze di armi dall'illimitato potere distruttivo. Poseidon è il nome di un missile sottomarino russo potenzialmente armabile con testate nucleari cento volte più potenti di quella di Hiroshima.

Franco Fornari scriveva: "Conflitti legati a particolari situazioni storiche riattivano conflitti più gravi che ognuno di noi ha vissuto nella sua infanzia in forma fantastica nei rapporti affettivi con i propri genitori". La bomba atomica ci proietta in un mondo terrificante dove la distruzione è al di là di ogni controllo. Torniamo dei poppanti indifesi, ci sentiamo paralizzati e tremanti al cospetto di una volontà maligna: il timore di un danno imminente ci spinge a vivere l'estraneo come una presenza cattiva; l'estraneo diventa un superuomo, un nemico atomizzato destinato all'estasi pantoclastica.

Nel discorso di oggi ai parlamentari dell'Assemblea Federale Putin ha sostenuto che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia. C'è altro: "L'Occidente sta cercando di trasformare un conflitto locale in un conflitto globale. Reagiremo in modo appropriato. Stiamo parlando dell'esistenza del nostro Paese".

Mi sforzo di volgere altrove l'attenzione, ma non è semplice. Le angosce del presente mi spingono verso il miraggio di un futuro radioso. I veicoli a motore termico non potranno più essere immatricolati in Europa a partire dal 2035. Molto presto daremo all’uomo preistorico che ancora resiste inalterato nel nostro inconscio un’auto elettrica da mettere in garage affinché possa abbandonare la clava per una boccata d’aria pulita. Stiamo usando l'ecologia come una coperta di Linus; serve ad allontanare il fantasma della vita breve e brutale generato dalla guerra. La decarbonizzazione mi mette allegria. Similia similibus curantur. Combattiamo contro l'inquinamento. Di fronte all’orrore e al caos della guerra difendiamo con passione la bellezza e la perfezione della natura. Aveva ragione Hillman: “La guerra appartiene alla nostra anima come verità archetipica del cosmo”.

MONDO

Scritto il 18/01/2023

Scrutare il volto di Marte

Le conseguenze per i soldati



I soldati di Kiev si stanno addestrando sui missili Patriot, il sistema di difesa anti-aerea più famoso del mondo: una corazza sacra forgiata dagli USA, i guardiani della pace perpetua. La collera dell'esercito russo sembra ingestibile. Le forze armate russe saranno potenziate e aumenteranno fino a 1,5 milioni il numero degli effettivi tra il 2023 e il 2026. La guerra probabilmente durerà ancora a lungo.

Le ostilità che si trascinano da troppo tempo non producono soltanto morti, profughi e macerie: l'esposizione prolungata alla battaglia può trasformare i militari in casi psichiatrici, chi è "troppo umano" di fronte all'inumanità della guerra subisce un crollo psicologico. Scrutare il volto di Marte può spegnere per sempre ogni emozione. Giuseppe Ungaretti non era figlio di Marte, nel 1918 non cedette all'impeto della violenza e in una trincea scrisse la poesia Soldati. Scrivere quando si deve sparare è pericoloso. Forse Ungaretti si è salvato scrivendo. Scrisse che la mortalità è l'unica certezza dell'essere umano.

Che succede ai soldati quando la guerra finisce? Nel paradiso terrestre non c'è posto per gli amanti dei serpenti: chi ha combattuto in guerra non può camminare tra gli angeli della ricostruzione; chi è contaminato dalla morte non può terminare il viaggio dantesco, non può arrivare a percepire la perfetta armonia dell'universo. L'amor che move il sole e l'altre stelle. La pace aborre l'animalità. Mentre le macerie si coprono d'erba i reduci sprofondano nell'inazione, anestetizzati si abbandonano a una poco desiderata sindrome post-traumatica da stress (PTSD). È così per molti di loro. Secondo Nietzsche: "In tempi di pace l'uomo guerriero si scaglia contro se stesso". 

MONDO

Scritto il 10/01/2023

Una moderna Iliade 

Camminando tra vestigia sparse



A quasi un anno dalla sua nascita la guerra ci chiede di darle un senso: spiegarne le cause non è più sufficiente, tutti sappiamo come nascono i bambini; le ragioni dell'esistenza vanno cercate altrove. Ormai porre in relazione gli eventi è riduttivo, non basta a spiegare la realtà: la faccia di Putin a forma di luna ha ispirato diagnosi mediche, la minaccia di ricorrere all'uso di armi atomiche potrebbe essere correlata all'alterazione della chimica che regola il suo comportamento. Non ci siamo, la comprensione è ancora un porto lontano. Il bambino che spesso si trastulla con le pistole ad acqua non diventerà per forza un amante delle armi. L'Ucraina è teatro di accadimenti mitici, di qualcosa che trascende spazio e tempo. James Hillman scriveva: "I miti sono la normazione dell'irragionevole".

Non partecipiamo direttamente al conflitto, l'Italia si limita a sostenere l'esercito ucraino con l'invio di armi. Siamo guerrieri da salotto che affrontano con ardore ogni confronto intellettuale, ogni scaramuccia e pettegolezzo. Ci è chiaro che padroneggiare una sequela di ragionamenti non ci porrà al di sopra della ferocia dei combattimenti. Eppure perseveriamo, ci impegniamo senza sosta nel dibattito. Siamo dei forzati dell'intellettualizzazione. Forse abbiamo perso in partenza: ai rodimenti della mente la guerra privilegia sempre il monoteismo della vittoria; la magia delle nostre parole funziona solo se siamo lontani dallo sguardo collerico di un nemico. Già, un nemico. Per fortuna noi non abbiamo un nemico, la Russia è il nemico di qualcun altro.

MONDO

Scritto il 27/12/2022

Verso una soluzione diplomatica

Il conflitto tra forza militare e forza delle idee



L'ambiguità endemica del nostro tempo ci spinge a mettere sullo stesso piano l'impiego di armi sempre più sofisticate e la dimostrazione di una superiorità intellettuale. La sublimazione diplomatica, segno distintivo di civiltà, è ancora subordinata all'aggressione, all'appagamento degli antichi desideri di onnipotenza dell'uomo. Scriveva Freud: "Il nostro inconscio uccide anche per piccolezze". Russia e Ucraina cercano di massimizzare le vittorie sul campo prima di presentarsi a un eventuale tavolo negoziale.

La guerra non si concilia con la religione, il caos è la negazione di un ordine divino nell'universo: anche se si manifesta sempre più forte la disponibilità a un amore che abbracci tutti e tutto, un amore universale, il comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso" appare, all'ombra della violenza, tanto desiderabile quanto irrealizzabile. Una pace ritrovata procedendo a tastoni è una pace acerba. 

Il rimedio contro la guerra? Nel corso dello sviluppo individuale la spinta aggressiva viene frenata per mezzo dell'introiezione, l'aggressività originariamente diretta verso l'esterno viene interiorizzata e quindi rivolta contro l'Io al fine di controllarla. La presenza militare statunitense in Italia si protrae dai tempi della seconda guerra mondiale, l'installazione permanente di basi militari al posto del nazifascismo ricorda, a mio avviso, la formazione di un Super-io. Un valido contributo alla crescita della nostra democrazia. Forse la guerra in Ucraina richiede una soluzione più complessa. Per il primo anniversario dell'invasione russa Zelensky presenterà un piano di pace, intorno al 24 febbraio 2023.

MONDO

Scritto il 15/12/2022

Armami ancora

Riflessioni di fine anno



Il governo Meloni potrà continuare a inviare mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'esercito ucraino per tutto il 2023: l'obiettivo nobile della pace merita di essere raggiunto con ogni mezzo. Tuttavia nell'orgia degli armamenti l'uomo ha perso il senso del pudore. Il rumore monotono e martellante dei bombardamenti un tempo causava fastidio, adesso induce torpore ipnotico. La pace intesa come astensione dalla guerra non è più auspicabile, è pura fantasia, roba per gente che si emoziona guardando le nuvole. 

Il 15 novembre un missile fuori traiettoria è finito in Polonia rischiando di causare l'espansione delle attività belliche. Il territorio ucraino somiglia sempre più a un colabrodo; è difficile colpire dove ancora non è stato causato un danno. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Nel film Per un pugno di dollari viene citato un vecchio proverbio messicano: "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto". Non è sempre vero. 

Di fronte a un "al di fuori" troppo minaccioso l'Io cede al dominio del principio del piacere, al dispiacere del mondo esterno si contrappone un Io-piacere: se c'è guerra oltre il confine ci deve essere fervore patriottico dentro il confine. Ecco che si guarda al passato con nostalgia e tornare alla leva obbligatoria ci sembra quasi una cosa giusta. Il disegno di legge sulla mini naja di 40 giorni non incontra il mio entusiasmo.

MONDO

Scritto il 11/11/2022

Il monopolio della forza

Il tramonto del cogito tra guerra e democrazia



Il referendum di annessione dello scorso settembre è stato un esercizio democratico senza senso: una popolazione stremata dalla guerra non può esprimersi liberamente. Votare o non votare? E’ difficile pensare quando su ogni cosa incombe il timore di essere uccisi. E' impossibile contrastare un'espressione megalomanica facendo semplicemente una croce su un foglio. Di certo i cittadini di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhya non hanno potuto votare per la pace. 

Un mondo teatrale aveva soppiantato quello reale: l’esercito russo che presidiava i seggi era passato a razzo dalla cecità della guerra agli occhi splendenti di chi è amico del diritto di voto; gli ucraini in coda sorridenti che attendevano di votare sembravano elfi fuggiti da un bosco incantato. Tutto era funzionale a dare una parvenza di correttezza. Tutto era una messa in scena per agghindare un appuntamento con le urne manifestamente insignificante. 

La paranoia russa della bomba sporca è stata inevitabile: il delirio di onnipotenza genera angoscia di castrazione. Poi c'è stato il ritiro da Kherson per rafforzare il controllo sulle altre zone occupate, più del 90% dei votanti al referendum di annessione ha votato "Sì": il contesto dialogante della diplomazia è ormai contaminato da elementi bizzarri.

MONDO

Scritto il 05/07/2022

Per qualche alleato in più

Più si è, meglio è

 


La subalternità alle decisioni di Washington può causare insofferenza, ma di fronte alla minaccia russa l'orgoglio si può mettere da parte. La neutralità è diventata pericolosa, ormai bisogna schierarsi. Direbbe Nietzsche: "Solo chi ha la freccia e l'arco è capace di assidersi silenzioso: tutti gli altri sono chiacchieroni litigiosi". Oggi sono stati firmati i protocolli di adesione alla NATO di Finlandia e Svezia.

In ogni polveroso e fatiscente paese del vecchio West c'è sempre uno sceriffo incaricato di mantenere l'ordine. Lo sceriffo è un uomo onesto dalla mira infallibile. Con lo sceriffo si mettono al bando le preoccupazioni e si lascia che diventino materiale pregiato per paranoici, gente abituata agli eventi oscuri del sottosuolo. Vuol dire che ce ne staremo seduti al saloon tra badanti della pay TV e note strimpellate al pianoforte, così quando ci assaliranno i banditi avremo nel sangue più whisky che coraggio. Noi non abbiamo la selvatichezza che spinge gli esploratori oltre la frontiera, certi denti e artigli ci causano troppo turbamento. Noi non abbiamo l'ardire di ostentare una stella sul petto innanzi a guance imbellettate. Siamo persone modeste. Per fortuna gli americani sono tanto benevoli da proteggerci. L'affetto verso gli USA nasconde forse un elemento inconscio di ostilità.

MONDO

Scritto il 29/06/2022

Bulimia di guerra

Il dovere di satollarsi




L’istinto predatorio della moderna Russia è legato alle sue peregrinazioni genitali infantili: orfana della grande madre comunista, nutrice scrupolosa ma priva di gioia, pratica la guerra come strumento efficace per acquisire sicurezza e potere. Se ne accorse Barack Obama già nel marzo 2014 quando affermò: “La Russia oggi è una potenza regionale che cerca di minacciare i suoi vicini partendo da una posizione di debolezza, non di forza”. Tuttavia le condizioni economiche di arretratezza considerate da Obama nella sua dichiarazione non erano l’espressione di una masochistica volontà di emaciazione, nascondevano un’insaziabile fame di conquista che non si affievolisce innanzi ad armi e sanzioni. 

Il 15 giugno l'ex Presidente russo Dmitri Medvedev si è posto una domanda provocatoria su Telegram: "Chi ha detto che l'Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?". Gli ingenui sperano che la Russia dopo la tremenda abbuffata militare possa vomitare qualcosa in segno di pace: un pezzo di Donbass, un porto, mezzo sacco di grano. Tutto è diventato ormai grasso corporeo, un ammasso geopolitico boteriano. Non molleranno niente.

Sun Tzu scriveva: “Quando la guerra dura troppo a lungo le armi si spuntano e il morale si deprime”. Dopo quattro mesi di guerra i missili russi lanciati sull’Ucraina diventano sempre più grandi e appuntiti. 

MONDO

Scritto il 13/06/2022

Libera nos Domine

Dalla crisi alimentare e dalla guerra



Il grano ucraino poteva marcire nei porti del mar Nero mentre la Russia testava l'ennesimo missile ipersonico a lungo raggio, così il 1⁰ giugno Bergoglio ha instillato buon senso nelle menti confuse dei bellicosi con un appello: "Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra!". Poco tempo dopo il Cremlino si è detto pronto a garantire l'export del grano. È stato surreale. Quando i lupi gettano scompiglio nel gregge solo l’intervento del pastore può ripristinare la verde felicità del pascolo.

Il fiume di miliardi speso in armamenti per l'Ucraina è una ridicola espressione della volontà di pace e mantenerne la portata sta forse diventando un impegno troppo oneroso per le nostre democrazie. Rinvigoriti da erbacea speranza in molti continuano a guardare al Vaticano: lontano dalla violenza di lotte e sopraffazioni, l’intervento papale, con la sua forza unificante, potrebbe orientare le nazioni accecate dal bagliore delle armi verso un ragionevole compromesso. 

Nessuno può preservarci dall’affrontare i problemi, il perbenismo incrosta la mente e paralizza il pensiero. Nebulizzare anticomunismo nell’aria sotto forma di invisibili particelle serve soltanto a vaccinare la popolazione contro una possibile epidemia politica: il male attecchisce di più tra guerre, confusione e miseria. A Mariupol l'11 giugno i russi hanno ribattezzato "Piazza della libertà" in "Piazza Lenin", forse per l'Ucraina è già troppo tardi. La storia è un cimitero popolato di fantasmi.

Referendum docet: la tediosa complessità di certi argomenti può disturbare la quiete dei bagnanti.

MONDO

Scritto il 18/05/2022


Tensione diplomatica

Ansia del vicolo cieco



Sfiancati da interminabili e ponderose elucubrazioni sul significato di ogni cosa guardiamo telegiornali e talk show quasi con rassegnazione, la mente è stanca di arrovellarsi, bramiamo la pace, per l'Ucraina e per noi stessi: l’idea della guerra come fallimento comporta l’accettazione della realtà psichica della sconfitta. La politica della superiorità e delle armi ha fallito.

Parole vuote, fiato sprecato. L’Italia continua a inviare armi in Ucraina, la Russia espelle 24 diplomatici italiani. Abbiamo barattato in poco tempo la paura della dipendenza dal gas russo con una idealizzata autosufficienza energetica (ENI ha aperto due conti correnti presso Gazprom Bank, uno in euro e uno in rubli). Una politica estera declinata attraverso i costrutti di forza-debolezza ha portato Finlandia e Svezia quasi nella NATO. 

Della guerra ormai si conosce tutto, lo stesso abbiamo la sensazione che qualcosa ci sia sfuggito. C’è un atteggiamento ipervigilante sull’informazione che rasenta la paranoia, ci sono troppe persone pagate per pensare. Chi pensa gratis molto spesso viene assalito dal dubbio. La forza di volontà che sospinge gli eserciti trasforma gli uomini in massa inerziale.

MONDO

Scritto il 23/04/2022

Senilità e democrazia

Poche chiacchiere e sorrisi perfetti



L’impulsività della giovinezza cede col tempo alle lunghe meditazioni tipiche della vecchiaia, la determinazione improvvisa diventa vocazione a lasciar correre, il fondamentalismo si perde nell’indifferenza. Invecchiare ci cambia. Alcuni politici invecchiano in Parlamento sorbendo tutti i giorni la stessa minestra di populismo e frasi fatte, seduti sulle loro poltrone, facendo il loro dovere, lavorando per noi. Invecchiare per loro è un fatto puramente anagrafico: hanno quasi la stessa faccia di quando erano giovani, conservano lo stesso modo di pensare che li animava nelle loro prime campagne elettorali. La coerenza ispira fiducia. Si tratta di coerenza o di pigrizia? Le scarpe vecchie sono sempre più comode delle nuove. Forse, in qualche caso, i politici fuggono il cambiamento per semplice opportunismo.

Stavo pensando a Joe Biden. L'agitazione dei tempi difficilmente lo contagia. Biden, 80 anni a novembre, con un tasso di popolarità ai minimi storici, intende ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 2024 per ottenere il secondo mandato. L’acceso individualismo americano e un’incrollabile fiducia nel futuro devono averlo mantenuto giovane e pronto a mettersi in gioco ancora una volta. 

MONDO

Scritto il 15/04/2022

La diplomazia stenta

Ma almeno l'incrociatore Moskva è affondato



L'8 aprile l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha affermato che continuare a fornire armi all'Ucraina potrebbe portare "gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto". A causa di affermazioni del genere stiamo diventando tutti atlantisti, nessuno è filo-Putin. Più va avanti la guerra e più si diventa filoamericani. Non c'è molto da scegliere. L'esercito Ue è poco più di un'idea e la Russia fa paura. Finlandia e Svezia forse entreranno a far parte della NATO entro giugno. La notizia ha attratto sciami di veicoli militari russi verso il confine finlandese.

Si sta manifestando una tendenza generale a dare risposte automatiche, a comportarsi secondo dinamiche tipiche della mentalità primitiva: lo spazio per l’individuo è sempre più limitato, pensieri ed emozioni dissonanti vengono talvolta squalificati o repressi. È diventato complicato anche far partecipare due donne, una russa e una ucraina, alla tradizionale Via Crucis presieduta dal Papa al Colosseo. 

Il mondo sembra seguire vecchi solchi già impressi dalla storia. Si inizia con un embargo, poi si inviano armi, si mandano militari a presidiare confini che scioccamente ci sembravano lontani (la sicurezza non è mai troppa), e alla fine, innanzi all’incessante follia omicida di un invasore, si entra in guerra, una guerra sacra, da vincere assolutamente, dove chi esita è solo un patetico vigliacco. "Nulla piace agli uomini quanto avere dei nemici e poi vedere se sono proprio come ci si immaginava" avrebbe detto Italo Calvino.

L’individuo che perde la sua unicità diventa più determinato e quindi anche più fedele alla causa, è il soldato perfetto, un’armatura forgiata per contenere nobili ideali (servono per contrastare la dolorosa pochezza del nichilismo): chi si sente indistruttibile non ha paura di mostrare la sua forza atomica. 

MONDO

Scritto il 28/03/2022

Gli sforzi per la pace

La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni 



C’è insoddisfazione per lo stato attuale in cui versano le cose e quindi c’è forte necessità di cambiamento. La diplomazia impiega tempo ed energie per raggiungere la pace ma il problema della guerra persiste. Plus ça change, plus c'est la même chose. Mentre continuano i negoziati di pace le sanzioni economiche contro la Russia si fanno sempre più pesanti. Mentre continuano i negoziati di pace si inviano in Ucraina forniture militari sempre più cospicue. Insomma, la ricetta del "più di prima", più sanzioni alla Russia e più armi all'Ucraina, non sembra produrre i risultati sperati. È su queste premesse che si terranno a Istanbul, in Turchia, i nuovi colloqui di pace tra i mediatori di Mosca e Kiev, da oggi 28 marzo al 30 marzo. 

MONDO

Scritto il 20/03/2022

Dalla bocca del cannone

Ci ho buttato un occhio



Dalla bocca del cannone escono solo cannonate, certi aggeggi ogni volta che parlano fanno soltanto “bum”. In giro c'è gente che ha troppi cannoni. Abraham Maslow direbbe: "Se il solo strumento che possedete è un martello, vedrete in ogni problema un chiodo". Con i cannoni non può esserci confronto costruttivo, per un cannone tutto il mondo è un bersaglio. È abbastanza semplice. Non serve nemmeno starli a sentire, si rischia di perdere l’udito. 

Le sirene antiaeree hanno già suonato a Kiev. Il 22 marzo '22 il Presidente dell'Ucraina Zelensky parlerà in videoconferenza al Parlamento Italiano. Probabilmente dirà che questa guerra riguarda anche noi. Lo sappiamo. È da troppo tempo che respiriamo inquieti sotto un cielo plumbeo e ci troviamo a vivere come il visconte Medardo di Italo Calvino. È come se fossimo stati dimezzati da una palla di cannone. 

Anche il nostro cervello sembra diviso in due. Siamo degli split brain per colpa della guerra. La polvere da sparo dell’uomo contemporaneo è precisa e implacabile quando esplode nelle sue armi perfette. Abbiamo sentimenti e pensieri polarizzati, tutto bianco o nero, buono o cattivo. Le nostre metà, un tempo integrate e funzionanti, adesso hanno smesso di comunicare e cercano di tirare avanti con la loro difettosa autonomia. La parte destra e la parte sinistra sanno che separate sono più deboli. La soluzione è armarsi per difendersi, sembra questo l’imperativo del momento.

MONDO

Scritto il 10/03/2022

Le insidie della propaganda

Riflessioni sull'ospedale bombardato


Sotto il fragore delle bombe gli spiriti smaniosi d’autorità diventano la maggioranza. Il desiderio di conferme assolute spazza via ogni dubbio e approssimazione. La paura del nemico muta rapidamente in paranoia, il pensiero libero si converte in arroganza. Cambia in questo modo il rapporto dell’uomo col mondo. La percezione di aver perso completamente il controllo sugli eventi che caratterizzano l’esistenza è troppo difficile da sopportare. Smarriti nella tempesta in molti tentano il ritorno a un porto sicuro. Si raggomitolano strettamente come gatti d’inverno in cerca di calore, oscurità e assenza di stimoli.

La propaganda di guerra agisce come una bussola per gli intelletti infiacchiti. A Mariupol è stato bombardato dai russi un ospedale pediatrico. Secondo il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov: “L’ospedale pediatrico di Mariupol era usato come base del battaglione Azov”. Era quindi una caserma militare e non più un ospedale. Secondo il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky le cose non stanno proprio così. I telegiornali mostrano un video dell’edificio sventrato, c’è una donna incinta evacuata e gente ferita che si allontana dalle macerie. È l’effetto che fa un missile di precisione su un ospedale. Non era una caserma.

MONDO

Scritto il 08/03/2022

I negoziati procedono

Il valore magico delle profezie


 

Oscillando tra l’ottimismo della volontà e il pessimismo dell’esperienza stanno continuando i negoziati di pace. Ma forse è tutto inutile. Dagli Usa Lindsey Graham, senatore repubblicano della Carolina del Sud, ha già sentenziato che per mettere fine allo spargimento di sangue c’è un unico modo: Vladimir Putin va “assassinato dal suo stesso popolo”. Gli americani hanno sempre le idee chiare su tutto.

È proprio nel tentativo di scansare un pericolo che in determinate circostanze si finisce inesorabilmente col procurarlo. Si tratta della vecchia storia della profezia che si autoadempie, ben nota a noi psicologi. Ci sono tutti gli ingredienti. C’è la preoccupazione che gli Usa possano essere coinvolti nel conflitto tra Russia e Ucraina, la segreta convinzione che le cose prima o poi andranno a finire così.

Poi si mette inavvertitamente in atto un comportamento che conferma quanto si è profetizzato.

Da quanto sostiene il senatore Graham si evince che se Putin non viene assassinato dal suo stesso popolo gli Usa, prima o poi, dovranno intervenire. Sono ormai contagiato da questa idea. Ancora negoziati. Tanto il senatore Graham ha parlato, ci ha detto come stanno veramente le cose. Negoziati inutili. Sono passati quattro giorni da quando il senatore Graham ha parlato e c’è ancora guerra. Quell’uomo ha capito tutto. Questo è il valore magico delle profezie. Bisogna avere fiducia nei negoziati, altrimenti non funzionano.

MONDO

Scritto il 07/03/2022

Una nazione "ostile"

Quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito

            

 

Ogni natura forte ha bisogno di resistenze. Non è certo l’Ucraina il nemico di cui la Russia ha bisogno. L’Italia, prudente e attenta, lo ha capito e il 28 febbraio ha autorizzato l’invio di armi all’esercito di Kiev. Ormai siamo una nazione che guarda all’esterno. Ciò che accade al di fuori dei nostri confini ci preoccupa molto. Io però conservo ancora una certa passione per l’introspezione. Temo una deriva autoritaria.

Cerco di schiarirmi le idee e inciampo nella riforma Gentile del 1923. Il Ministro della Pubblica Istruzione del governo Mussolini nel 1923 tolse dai licei l’insegnamento della psicologia, impartito invece dal 1889. La cosa naturalmente ebbe ripercussioni in ambito universitario, nel 1945 sopravviveva una sola cattedra. La psicologia era diventata una delle cosiddette “scienze umane”, era stata declassata dal neoidealismo al rango di disciplina priva di fondamento teorico. Ecco cosa temo, un nuovo declassamento.

Quello che i diplomatici si affannano a mettere sul tavolo dei negoziati in cambio di pace inizia ad avere l’odore tipicamente alcolico del frutto troppo maturo. Dalle teste degli esperti che affollano i salotti televisivi escono “nuvole di pensiero” come quelle dei fumetti. C’è troppa confusione. Il 07 marzo la Russia ha messo l’Italia in una lista di Paesi ostili. Una faccenda economica. Ormai siamo una nazione “ostile”.  

MONDO

Scritto il 03/03/2022

Ancora guerra in Ucraina

L’importanza di comunicare

        

Senza una connessione internet è impossibile anche scambiare due chiacchiere col vicino di casa. Sui social le relazioni sono facili da instaurare e altrettanto facili da troncare, tutto si può fare e disfare, non ci sono conseguenze. Un rapporto vis-à-vis con un altro essere umano è diventato troppo pesante da sopportare, quasi imbarazzante. Molti ci rinunciano e comprano un cane.

In Ucraina la dialettica del bunker produce profughi e tragedie. La schizofrenia dei proiettili che sibilano è uno sproloquio inaccettabile di violenza.

MONDO

Scritto il 28/02/2022

Sulla guerra Ucraina-Russia

La vertigine da svuotamento dell'Io


All’improvviso una botola ci si è aperta dentro, è scoppiata la guerra in Ucraina. La Russia ammassava truppe al confine ucraino da settimane, tutti lo sapevano, però la guerra è considerata una cosa senza senso, una guerra non può fare altro che “scoppiare”.

Poi si è spenta la luce di ottimismo che di solito ci illumina il futuro e qualcuno, impaurito e smarrito, ha iniziato a cercare candele nei cassetti per farsi strada nel passato. Ora siamo entrati in depressione. Sappiamo che la pace è persa. I politici stanno pensando ai loro fallimenti, agli errori, agli sforzi e alle opportunità bruciate per mantenerla. “Non è possibile studiare in modo conveniente le leggi della gravità osservando edifici che rovinano durante un terremoto” avrebbe detto loro Gregory Bateson.

I depressi hanno vita più breve degli altri, colpa del bombardamento di ormoni dello stress a cui sono sottoposti. Bisogna sempre rimettersi in piedi in qualche modo.