Luca Cipolla
Psicologo Psicoterapeuta
Psicologo Psicoterapeuta
Mondo
Scritto il 02/12/2025
Escalation o resa
L'Ucraina in un vicolo cieco
Le sanzioni economiche protratte contro la Russia e il continuo invio di armi all'Ucraina (anche da parte nostra) hanno rallentato l'azione militare di Mosca, trascinando il conflitto in un'escalation lenta e inarrestabile che vanifica ogni sforzo diplomatico. Ormai non si discute più dell'impiego di strumenti risolutivi in grado di ribaltare le sorti delle ostilità in favore di Kiev; anzi, l'utilizzo di armamenti più avanzati, quindi più distruttivi, da parte ucraina renderebbe forse più probabile l'eventualità di un confronto diretto NATO-Russia, uno scenario dalle conseguenze catastrofiche che nessuno desidera. Indebolire la Russia non ha condotto a un facile negoziato di pace; l'ha resa, invece, più determinata nel perseguire i suoi obiettivi.
Una pace in tempi brevi rimane la meta auspicabile; tuttavia, la pace possibile si configura, per l’Ucraina, come una sostanziale resa. Zelensky fatica comprensibilmente ad accettare questa dura realtà. Ci sono, in effetti, importanti considerazioni da fare: nel mese di novembre la Russia ha strappato circa 700 km² di territorio all'Ucraina (dati dell'Institute for the Study of War); l'occupazione russa di parte dell'Ucraina limita de facto le possibilità di espansione della NATO nell’Europa orientale.
Le mie poesie
Scritta il 25/11/2025 *
Lucchetti
Non abbracci più il mondo
Le parole lucchetti chiusi
Il corpo le custodisce in silenzio
Migrano con ali immaginarie
Verso un orizzonte vuoto
Non lasciarle andare
*Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Cinema
Scritto il 25/11/2025
A Beautiful Mind
È questo che faccio io: risolvo problemi
A Beautiful Mind (2001) è un film sulla vita del matematico e premio Nobel John Forbes Nash. La sceneggiatura è intrigante e Russell Crowe, nei panni del protagonista, mostra eccellenti capacità attoriali. In quest'opera si racconta il dramma di un grande intelletto che fallisce nel suo tentativo principale: imporre un ordine matematico all'imprevedibilità della realtà umana.
Sono gli anni della guerra fredda e gli USA hanno bisogno di uno come Nash. Gli affidano un progetto segreto legato alla crittografia; un incarico difficile da gestire per un uomo che si trova a suo agio solamente tra i numeri. Il contesto polarizzato in cui lavora lo contamina: la sua mente diventa uno strumento di difesa contro un mondo immaginario, che sempre più inaccessibile, lo perseguita. Inizia a formulare narrazioni deliranti via via più complesse. Tali tentativi onnipotenti di controllare la situazione caotica che egli stesso ha generato non lo aiutano; anzi, lo costringono all’alienazione, al ruolo di ingranaggio in una catena infinita e ingestibile di causalità. Perde così la sua libertà, rinuncia al cogito; il fallimento nel trovare un senso lo sprofonda nel catastrofismo e nella depressione. Gli viene diagnosticata la schizofrenia paranoide.
Le mie poesie
Scritta il 29/10/2025
Via Condotti
Una lumaca sta sciando
Il suo guscio di cristallo
Lascia una bava d'oro giallo
Società
Scritto il 24/10/2025
Urgenza climatica
Il polmone del mondo e l’apnea del progresso
A Belém, in Brasile, nel cuore dell'Amazzonia, dal 10 al 21 novembre si terrà la 30ª Conferenza delle Parti (COP 30), un importante appuntamento per discutere gli accordi sul clima. Questo contesto di ambizioni mondiali mi ha fatto riflettere.
Ormai quasi tutti abbiamo sviluppato una coscienza ecologica, quindi siamo determinati a raggiungere le zero emissioni di CO₂; un obiettivo che, ovviamente, condivido. A volte, addirittura, mi ritrovo a pensare che, come essere umano, sono costretto a produrre CO₂ con la respirazione; questo mi induce un leggero senso di colpa. Se poi considero tutti i km che ho percorso con il mio vecchio diesel, finisce che rischio una depressione da combustibile fossile.
Il vero desiderio è che il cervello vada d'accordo con i polmoni; che le nostre ambizioni di progresso siano in armonia con i processi naturali. L'intelligenza che ha creato le armi atomiche deve, ora, dimostrarsi capace di giungere a compromessi con la sensibilità necessaria a salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale.
Sono scettico sulla possibilità di raggiungere un tale obiettivo in tempi brevi. Una politica destrorsa sta scrivendo la storia dell’Occidente, rinvigorita giorno dopo giorno dalla crisi democratica globale. Il ritorno all’obbedienza e la passività di una società atomizzata rallentano i tempi di risposta delle istituzioni alla crisi climatica: la transizione energetica, fatta di sacrifici e cambiamenti radicali, potrebbe diventare troppo difficile da sostenere per chi è votato all’individualismo.
Mondo
Scritto il 10/10/2025
Il Nobel che non c'è
Trump non si dà pace
La politica americana è da sempre stata influenzata dal dollaro, e per chi si lascia guidare dal denaro, l'unica pace perseguibile è spesso solo una pace di comodo. La logica capitalista, portata all’estremo, può arrivare a considerare guerra e pace come conseguenze marginali di affari che devono semplicemente andare in porto: la pace può trasformarsi nella “pace di cui abbiamo bisogno”; la guerra nella “guerra di cui abbiamo bisogno”. Dietro al capitalismo si agita lo spettro di una moralità volatilizzata, e il Nobel per la Pace è la sacra reliquia che serve a esorcizzarlo.
Donald Trump, ormai pacifista par excellence anche a causa della febbrile attività diplomatica che lo ha tenuto occupato tra Ucraina e Palestina, lo ha a lungo desiderato. L’ambito premio gli avrebbe riconosciuto ufficialmente il ruolo di uomo indispensabile per la risoluzione dei conflitti globali e avrebbe migliorato l’immagine del suo partito in vista del prossimo appuntamento elettorale. “In sette mesi ho messo fine a sette guerre”, dichiarava il Presidente USA il 23 settembre 2025 davanti all’Assemblea Generale ONU.
Alla fine, il Nobel per la Pace è andato a María Corina Machado, attivista venezuelana per i diritti umani. Il Comitato norvegese per il Nobel l'ha premiata per aver mantenuto “accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente”.
Le mie poesie
Scritta il 01/10/2025
Intellettuali
Nel mondo elettrico
Non brillano al buio
Prodotti invenduti
Da proporre in saldo
Concetti d'occasione
Lusso inutilizzato
Stoffe naturali
Lavaggio delicato
Mondo
Scritto il 24/09/2025
I dilemmi di Trump
Tra dazi e diplomazia
La politica trumpiana, fatta di ammonimenti e sanzioni, non ha modificato affatto la condotta russa in Ucraina; di conseguenza, gli Stati Uniti rischiano di perdere credibilità. Per questo, in una lettera del 13 settembre 2025 pubblicata su Truth, il Presidente USA ha cercato di mantenere viva la fiducia della NATO nei suoi confronti, promettendo che la guerra in Ucraina sarebbe terminata in fretta se tutti i Paesi membri avessero seguito le sue direttive: "Se la NATO fa come dico, la guerra finirà rapidamente".
Questo ha richiesto pazienza e obbedienza: un atto di fiducia nei confronti di chi si considera predestinato al comando. Per i molti satelliti che orbitano attorno alla Casa Bianca, non c’è molto da fare. Sono costretti alla passività, devono ingoiare il rospo e, nonostante tutto, seguire le indicazioni politiche della potenza egemone. In un mondo che dovrebbe essere retto da un fondamento egalitario-democratico, il fatalismo è così demodè.
Trump sa che l'attrito diplomatico tra potenze alleate può nuocere all'economia americana e che gli effetti dei suoi dazi stanno scuotendo quella globale. È forse per questo motivo che, per una volta, ha poi deciso di seguire la corrente. Il 23 settembre 2025 ha quindi espresso, sempre su Truth, una posizione che sembra allinearsi con l'UE: l'Ucraina, con il sostegno dell'Unione Europea, può essere in grado di combattere con successo contro la Russia fino a ripristinare i confini che aveva prima dell'invasione del febbraio 2022.
Le mie poesie
Scritta il 12/09/2025
San Lorenzo
È notte, è circa l'una
E il sonno non mi cerca
Stelle immobili, stanche
Cadono distratte
Vorrei salvarne almeno una
Il cielo buio ci accomuna
Cinema
Scritto il 08/09/2025
Se mi lasci ti cancello
Siamo morti che mangiano
Se mi lasci ti cancello è un'iconica e imperdibile commedia romantica del 2004, ben interpretata e costruita su una brillante sceneggiatura. Il titolo originale è Eternal Sunshine of the Spotless Mind, un verso del poeta Alexander Pope che suggerisce con eleganza la profondità della storia. È un film profetico o, più semplicemente, un capolavoro.
Una crisi nella relazione tra Joel e Clementine porta in scena il Dottor Howard Mierzwiak, il quale, purtroppo non è uno psicoterapeuta: si tratta di uno scienziato che a pagamento cancella i ricordi dei suoi clienti con l’ausilio di un apposito macchinario. Può la rimozione del passato assicurare un presente migliore? Sarà possibile agire sui sentimenti in maniera così rude ed elementare senza patire conseguenze?
Alle difficoltà che naturalmente si sperimentano quando si cerca di creare un legame intimo e duraturo, talvolta si preferisce la solitudine, perché in una società condannata a ricercare la perfezione, fragilità e insicurezze sono solo un fastidio da eliminare in fretta. Il vero problema non è più l’incapacità di connettersi con l’altro; la cosa che più preoccupa, in alcuni casi, è la difficoltà che si sperimenta nel cercare di diventare flessibili e cangianti quanto il mondo che ci circonda. Insomma, fa paura il pensiero di non poter stare al passo coi tempi. Non bisogna semplificare: “Se si possono cancellare le rughe, allora si possono cancellare anche i ricordi sgraditi”; affermazioni di questo tipo non tengono in considerazione la strutturazione psichica della persona. Non si può rischiare di perdere la propria identità per soddisfare il desiderio di adattarsi.
Mondo
Scritto il 28/08/2025
Balistica contro negoziati
La pace che non arriva
Le parole pronunciate il 28 agosto 2025 da Zelensky, “La Russia sceglie la balistica invece del tavolo dei negoziati”, risuonano come un'amara verità. Cercare la pace è un dovere a cui i politici non possono sottrarsi, eppure raggiungerla sembra un miraggio. La scena a cui stiamo assistendo è degna di un film horror: una diplomazia-zombie si trascina lentamente, senza meta, mentre i russi cercano di chiudere il conflitto con una vittoria militare.
I tentativi di trovare una soluzione diplomatica somigliano a un balletto caotico, ogni sforzo sembra più volto a soddisfare l'opinione pubblica che a produrre risultati concreti. Putin ha incontrato Trump, Zelensky ha visitato le capitali del mondo; Giorgia Meloni si è vista spesso in giro tra strette di mano e sorrisi.
Nel frattempo, le sanzioni economiche, pensate per costringere la Russia a negoziare, non hanno avuto gli effetti sperati. Al contrario, hanno contribuito a far calare il tenore di vita per le fasce più deboli della popolazione occidentale. Tutti vogliono la pace, e molti si accontenterebbero anche di una "pace qualsiasi". I mezzi usati finora non sembrano avvicinare la soluzione del conflitto, aumentano solo il disagio.