La politica




A livello politico, l’Italia del dopoguerra era caratterizzata da un ampio intervento dei partiti all’interno della vita dei cittadini. Si percepiva, infatti, la necessità di traghettare la nazione dall’assetto totalitario fascista a un nuovo ordine di tipo democratico. I partiti assunsero dunque un ruolo pedagogico nel processo di democratizzazione della società. I partiti erano radicati nel territorio e, contando centinaia di migliaia di iscritti, erano in grado di coinvolgere ampi strati di popolazione, attraverso strutture organizzative che diventavano punti di riferimento all’interno della quotidianità delle famiglie. In generale, la politica occupava un ruolo centrale nella vita degli italiani, coinvolti finalmente, dopo un ventennio di partecipazione coatta, nella vita pubblica.



1 I Balilla: In questo scatto del 1930, una parata di giovani si dirige verso l’entrata del Convitto Delfico. L’educazione totalitaria delle nuove generazioni rappresentava una priorità per il partito Fascista, che promosse, a partire dalla fine degli anni Venti, una pedagogia totalitaria, volta alla fascistizzazione dei bambini e dei ragazzi. Tale pedagogia implicava la militarizzazione del comportamento degli alunni, attraverso l’adozione di riti e di simboli nella vita scolastica. Nel 1930, la fascistizzazione dell’infanzia e della gioventù era affidata all’Opera nazionale balilla; successivamente, a partire dal 1937, sarebbe stata affidata alla Gioventù italiana del Littorio.


2 Si vota!: Il 18 aprile del 1948 si tennero in Italia le prime elezioni politiche, dopo l’entrata in vigore della Costituzione. L’affluenza alle elezioni, precedute da una campagna elettorale particolarmente agguerrita, che ebbe come protagonisti il Fronte Democratico Popolare e la Democrazia cristiana, è la fotografia dell’alto coinvolgimento nella vita politica da parte della popolazione: a Teramo, ad esempio, la percentuale di votanti fu del 90,71 %. Come in molte altre parti d’Italia, si impose la Democrazia Cristiana, che in Abruzzo ottenne il 53,7 dei voti. Le elezioni del 1948 furono anche la prima occasione in cui le donne furono chiamate a esprimere il proprio voto, dopo il Referendum del 2 giugno 1946. Non a caso, le donne appaiono protagoniste negli scatti di Nardini, che le immortala nell’atto di votare e appena dopo. Durante il dopoguerra, infatti, le donne erano attive nella vita politica del Paese, coinvolte anche dalle organizzazioni collaterali dei partiti: l’UDI, Unione donne italiane, aveva a quest’altezza un ampio numero di iscritte e una propria rivista, “Noi Donne”.



3 Il comizio: Piazza Martiri appare gremita in questi scatti del 1948, testimoni di un comizio della Democrazia cristiana. Le immagini attestano certamente tanto il successo del partito, che nelle elezioni del 1948 si impose a Teramo con il 56,67% dei voti, quanto, più in generale, dell’attivismo politico tipico degli anni della ricostruzione. La Democrazia cristiana coinvolgeva i ceti medi, sia urbani che rurali, attraverso l’affermazione della morale cattolica, facendo appello ai valori familiari, forte anche dell’appoggio della Chiesa e della sua organizzazione, l’Azione Cattolica.




4 Filomena Delli Castelli: Lo scatto, risalente agli anni Cinquanta, ritrae la deputata della Costituente Filomena delli Castelli, sotto il ritratto di Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana. Alla sua destra, appare Vittorino Traquini. Filomena Delli Castelli fu eletta all’Assemblea Costituente all’età di trent’anni, con più di 27.000 voti di preferenza.




5 Dalla sede del PCI: La foto, risalente agli anni 60, fu scattata dal balcone della sede del Partito Comunista, in Corso Michetti. Nella Provincia di Teramo, alle elezioni del 1963, il Partito Comunista ottenne il 31,4% dei voti, migliorando i risultati delle precedenti, in cui si era assestato sul 25,9%. Alle elezioni del 1968, il Partito Comunista raggiunse il 32,7 dei voti.