Dentro le mura

Un’esplorazione della città di Teramo all’interno delle sue mura non può che cominciare con una breve introduzione circa la sua storia. La città di Teramo è uno dei quattro capoluoghi di provincia dell’Abruzzo, situata tra i fiumi Tordino e Vezzola, alle pendici del Gran Sasso. La nascita della città ha origini molto antiche, riconducibili ai Fenici, i quali fondarono Teramo con l’intento di creare un importante centro commerciale. Furono poi i Romani a prendere il controllo della città, a cui diedero un altro nome: Interamnia Urbs, letteralmente “città tra i due fiumi”. In epoca Romana Teramo visse il suo momento di massimo splendore: sotto il dominio degli imperatori Augusto e Adriano furono costruiti monumenti, teatri e anfiteatri. Nel 410, tuttavia, la città venne distrutta dai Visigoti. Sarebbero poi stati i Normanni e i Longobardi a ricostruirla dopo secoli, ma fu solo con il Medioevo che la città recuperò la sua importanza. Nel Settecento e nell’Ottocento Teramo appariva come una città florida, che si apriva al pensiero illuminista, grazie anche alla presenza di rilevanti personalità: è il caso dello studioso Melchiorre Delfico, una figura ancora oggi molto importante per la città. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Teramo venne occupata dalle truppe naziste, che distrussero tutti i maggiori punti di collegamento con l’esterno, come la ferrovia, le strade e i ponti. Nonostante ciò, la città fu in grado di rifiorire durante il dopoguerra: in questo periodo, infatti, Teramo fu oggetto non solo di ricostruzione di ciò che era stato distrutto, ma anche protagonista di una forte espansione, grazie all’edificazione di nuovi quartieri e al miglioramento dei collegamenti stradali. Oggi Teramo è una piccola realtà contraddistinta da un’intensa vita culturale e sociale. I luoghi che rappresentano al meglio la vita cittadina sono sicuramente Corso San Giorgio, Piazza Martiri, il giardino dei Tigli e piazza Orsini, caratterizzata dall’illustre Fontana dei due Leoni.

1 I Tigli: Una serie di busti di personaggi di spicco che hanno segnato la vita culturale di Teramo e dell’Abruzzo in generale accompagna il visitatore attraverso il lungo viale alberato che è il giardino dei Tigli. Alla fine del viale spicca la fontana dei Tigli, su cui è posto un monumento ai caduti di tutte le guerre: un’opera realizzata dallo scultore Venanzo Crocetti tra il 1959 e il 1969, che voleva essere un simbolo di eroismo e sacrificio, nonché un buon auspicio per la pace e la solidarietà tra i popoli. Il monumento è costituito al centro dal Cavaliere della pace e ai lati dai Caduti della terra, Caduti del mare e Caduti dal cielo. Questi ultimi sono posti in verticale e caratterizzati da pose allungate e innaturali, che stanno a rappresentare la morte eroica di tutti i cittadini teramani che hanno sacrificato la loro vita per un bene superiore.


2 Corso San Giorgio: Nel 1959 fu portata a termine l’opera di demolizione dell’ottocentesco teatro comunale, situato in corso San Giorgio. Lo smantellamento dell’edificio può essere considerato simbolico rispetto allo stravolgimento edilizio che interessò il corso, principale decumano di Teramo, sin dall’epoca fascista. Nel corso degli anni il corso si trasformò, allargandosi per accentuare il suo valore di asse principale della città e per fare spazio a edifici istituzionali e pubblici, come il Banco di Napoli, edificato all’imbocco attinente a piazza Martiri, che prese il posto dell’edificio dei portici Italia, detti anche “portici bassi”. Alle mutate esigenze dei cittadini, invece, è da imputare la demolizione che interessò l’imbocco opposto, dalla parte di Piazza Garibaldi: la struttura Ottocentesca eretta in memoria della preesistente porta San Giorgio, formata da due colonne sormontate da vasi decorativi, il cosiddetto “due di coppe”, fu demolita nel 1926 per rendere la circolazione dei veicoli a motore più agevole.




3 Piazza Martiri: Un gazebo pronto ad ospitare una banda musicale è il protagonista di questo scatto risalente agli anni Sessanta, che offre anche una veduta di Piazza Martiri, sulla quale si affacciano la cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta, il Palazzo Vescovile, il seminario diocesano e il Palazzo Costantini-Pompetti. Sullo sfondo è possibile notare l’arco del Monsignore, una struttura che, prima del 1968, anno in cui fu demolita, collegava il Palazzo Vescovile alla cattedrale.


4 Fontana dei Leoni: Piazza Orsini trova nella Fontana dei Due Leoni, realizzata dallo scultore Pasquale Morganti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, un elemento caratterizzante. Oggetto di restauro nel 2006, dopo anni di abbandono, il monumento rappresenta oggi un importante punto di riferimento e luogo di ritrovo per i Teramani. La fontana, che si trova su un pilastro della loggia del Palazzo Municipale, nacque con l’intento di celebrare l’ampliamento della rete idrica teramana. La simbologia degli elementi che compongono la fontana, infatti, è strettamente legata all’acqua: i due leoni tra le rocce, infatti, rappresentano i fiumi Tordino e Vezzola che racchiudono la città di Teramo, tra i quali si originò il primo insediamento della città in epoca preistorica. Tra i due leoni scorre l’acqua che poi si raccoglie in un catino ovale. In alto, sopra le rocce, si trovano lo stemma della città e una lapide, in memoria della strage di Bosco Martese avvenuta nel settembre del 1943. Per anni questo monumento era stato abbandonato a sé stesso, ma dopo il restauro del 2006 è stato restituito alla cittadinanza e ad oggi rappresenta un importante punto di riferimento e luogo di ritrovo per tutti i Teramani.