Attualità

Didattica a distanza: bene o male?

Metodo efficace da mantenere oppure solo un metodo emergenziale?

Lo scoppio della pandemia provocata dalla diffusione del virus Sars Cov2 ha costretto la scuola a inventarsi un nuovo metodo di fare didattica, e per questo è nata la DAD, o didattica a distanza, un modo di fare didattica senza la presenza fisica degli alunni e degli insegnanti in aula. Questa si avvale infatti di strumenti digitali, e la modalità più diffusa è stata la video lezione. Sicuramente la DAD ha permesso ai docenti di continuare il percorso di formazione già intrapreso.

Le opinioni sulla validità o meno della DAD sono contrastanti, ma bisogna pur riconoscere che essa ha permesso ad una moltitudine di ragazzi di ritrovarsi e continuare, anche se virtualmente, le lezioni quotidiane. La didattica a distanza può essere una valida alternativa alla didattica tradizionale, ma per far sì che funzioni, bisogna cambiare i metodi di insegnamento.

Certo, la maggioranza degli studenti, come risulta dall’indagine di Almadiploma, ritiene che la DAD abbia aumentato il carico dei compiti e, talvolta, è stato difficile mantenere la concentrazione. Il 72% degli studenti pensa addirittura che la preparazione raggiunta con la DAD non permetta loro di trovare lavoro. Questi sono i timori di molte persone, perché si ritiene erroneamente di utilizzare nella didattica a distanza lo stesso metodo della didattica in presenza. In effetti, Stefano Stefanel, in un suo documento del 28 marzo 2020, afferma che, purché sia valida, la didattica a distanza debba utilizzare metodologie del tutto nuove e moderne. Gli insegnanti devono abbandonare la vecchia lezione dalla cattedra, e l’interrogazione non deve più partire dalla domanda degli insegnanti, ma dalla domanda degli studenti al professore; solo così si potrà sviluppare l’interesse e le competenze delle nuove generazioni, che sono chiamate “nativi digitali”. Nella storia dell’apprendimento della scrittura e dell’apprendimento per scrivere si è passato dall’utilizzo dello stiletto di legno, alla piuma d’oca fino alla biro, per cui non dovremmo spaventarci se tra qualche anno quest’ultima sarà sostituita dalla tastiera.

Alessandro De Prisco

Classe IIIA

(Secondaria di Primo grado)

Dad: solo a scopo emergenziale

La Dad è una didattica alternativa a quella tradizionale. Viene utilizzata nel 2020 a scala mondiale a causa della Pandemia di Covid-19. Scuole e famiglie di tutto il mondo si sono trovate impreparate perché privi di strumenti e conoscenze digitali.

Si sono aperti molti dibattiti sulla Dad tra chi è contro e chi è pro.

I vantaggi sono: potersi collegare da ogni luogo, se la lezione è registrata si può sempre riascoltare ed è accessibile a tutti… Avete letto bene! La Dad tende ad essere accessibile a tutti anche a chi non riesce ad accedere ai corsi in aula. Infatti, non si tratta di una realtà nuova perché le università hanno già iniziato a sperimentarla a inizio decennio.

Di contro gli svantaggi sono: discontinuità nei collegamenti, mancanza di contatto tra studenti e professori, mancanza di legame tra studenti…

Uno dei problemi più allarmanti è l’emarginazione. Molti studenti appartenenti a famiglie povere non sono riusciti a collegarsi perché privi di strumenti. La scuola ha distribuito i materiali ma non a tutti sono arrivati. Altri svantaggi sono di carattere più pratico: la difficoltà nel fare interrogazioni o verifiche, consentire alle famiglie con più figli di garantire a tutti di seguire le lezioni pur non avendo a disposizione un computer a testa...

Non si può dire però che la Dad non sia utile, perché durante l’emergenza è servita molto e ha permesso di continuare i programmi scolastici. Su scala nazionale il 68,4% degli studenti ritiene che la Dad sia utile solo in casi d’emergenza, la restante parte che sia utile alternare le due modalità.

In 3 A su 25 alunni 24 sono del parere che sia utile solo in caso d’emergenza.

D’altronde in Dad si perdono tutti quegli aspetti della modalità tradizionale come gestualità e parole che fanno capire all’insegnante se la classe segue o meno.

Ci auguriamo tutti che in un futuro si possa riutilizzare al meglio e con più consapevolezza, non escludendo nessuno, non facendosi cogliere impreparati e privi di strumenti.


Leonardo Salvatori

Classe 3 A

(Secondaria di Primo Grado)

DAVANTI O DIETRO A UNO SCHERMO?

Durante la catastrofe globale avvenuta a marzo 2020 per via dell’ormai noto COVID-19, le persone hanno dovuto iniziare ad adattarsi davanti a questa nuova e opprimente realtà. Bisognava e tutt’ora bisogna portare una mascherina, stare a distanza e seguire altri protocolli sanitari. I negozi chiudevano, così come i ristoranti, i bar, le palestre e infine anche la scuola.

La sua chiusura rischiava di lasciare milioni di studenti senza la preparazione adeguata per arrivare alla fine dell’anno. Ma questo era un rischio che nessuno voleva e poteva correre. Così iniziò la così detta DAD, ovvero Didattica a Distanza. Questo nuovo metodo di insegnamento consiste nel far studiare gli alunni da casa attraverso computer o tablet. Ogni studente doveva scaricare sul proprio device un’app scelta dalla scuola per fare delle videoconferenze assieme al resto della classe e all’insegnante, che spiegherà attraverso uno schermo. Una didattica completamente nuova che costituiva una buona alternativa alla scuola … almeno così era all’inizio.

Col tempo però, questa didattica ha iniziato a dare problemi nonostante la capacità di riorganizzazione e adattamento. Gli studenti hanno iniziato ad apprendere molto meno rispetto alla didattica in presenza, inoltre sono venuti a mancare i valori fondamentali che la scuola deve insegnare ovvero l’appartenenza alla comunità, il rispetto reciproco e la creazione di uno studente che ragioni con la sua testa e non solo coi libri. Alcuni insegnanti sono riusciti a mantenere, almeno in parte minima, questi valori… ma è quasi impossibile riuscire a stabilire un contatto umano con l’alunno. All’inizio di questa didattica gli orari erano abbastanza leggeri, come il carico dei compiti. Inoltre nessun insegnante interrogava o faceva verifiche (se non nelle piattaforme digitali, con gli alunni incontrollati che guardavano risposte o eseguivano il compito insieme ad un genitore), quindi molti studenti non hanno trovato più una vera motivazione per studiare seriamente. Abbiamo iniziato ad apprendere solo i concetti fondamentali, a non stare attenti alle lezioni perché, con il telefono a portata di mano, eravamo distratti… e a non avere più nessuna aspirazione e desiderio di conoscere. Inoltre, molti studenti più fragili hanno iniziato a soffrire di attacchi d’ansia, i più poveri hanno dovuto sacrificare molto per comprare la giusta attrezzatura e molto altro. Ma guardiamo nella specifico come hanno reagito gli studenti di IV e V superiore secondo un’indagine di AlmaDiploma. Il 93,6% degli studenti non ha ricevuto l’attrezzatura necessaria dalla scuola e quindi si sono dovuti affidare alle risorse familiari. Il 79,6% degli studenti dichiara che i compiti siano aumentati rispetto a quelli delle lezioni normali, probabilmente perché anche gli insegnanti col tempo hanno capito che gli alunni non apprendevano… ma il 24,7% degli studenti afferma che il carico di studio era insostenibile. In breve, si può utilizzare un solo aggettivo per esprimere lo stato d’animo dei ragazzi: “tranquilli” (35,3% IV e 24% V) e “preoccupati” (32,3% V e 19,2% IV).

Il 72,1% degli studenti pensa che la preparazione raggiunta con la DAD sia inferiore a quella raggiunta in presenza, inoltre il 42,8% non si sente preparato per il prossimo anno scolastico. Con una ricerca più approfondita si può osservare che durante la DaD sono stati violati alcuni diritti costituzionali come nel caso degli studenti che non hanno ottenuto l’attrezzatura dalla scuola contro gli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana (mancanza di solidarietà e la non rimozione di ostacoli). E ancora, per via della scelta dell’app da utilizzare non si ha la libertà di metodologia nell’insegnamento (art.33) e tramite uno schermo non ci si può rendere conto né delle diverse esigenze né dei capaci e meritevoli (art.34).

Col tempo noi studenti da che eravamo degli umani davanti ad uno schermo, siamo diventati solo dei volti vuoti nascosti dietro ad uno schermo. Da che eravamo ragazzi, siamo diventati delle immagini proiettate su un computer. Siamo diventati schiavi della tecnologia, ne siamo diventati dipendenti sotto ogni aspetto, tant’è che non eravamo più noi a controllare il computer… era lui a controllare noi, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto… Per ogni cosa che dovevamo fare ci affidavamo a lui e non più a noi stessi. Eravamo vuoti e ubbidienti come dei burattini. Col tempo abbiamo iniziato a trasformare la realtà in teoria, poiché la realtà non era più la stessa e nessuno viveva più quella realtà, nessuno la esplorava, nessuno la conosceva né tantomeno la capiva.

Noi delle medie e i ragazzi delle elementari adesso siamo di nuovo noi, ma per far tornare i ragazzi delle superiori delle persone vere bisogna fargli trasformare la teoria in realtà, bisogna stimolarli a conoscere, bisogna anche farli staccare dal computer, fargli scrivere, sentire l’odore della carta e non bisogna trattare gli studenti come robot pur di fargli rispettare un programma, perché penso che la loro salute mentale valga più di un 8.


Maria Cristina Conti

Classe III A

(Secondaria di Primo Grado)

DISCRIMINAZIONI

In occasione della giornata della memoria, il 27 gennaio scorso la IIIC ha visionato un film intitolato “Il viaggio di Fanny”, una pellicola che ha dato ai ragazzi molti spunti di riflessione. Dopo un iniziale dibattito in classe, che dalle leggi razziali contro gli ebrei è arrivato a toccare temi per loro più attuali, come la discriminazione in senso lato contro chi è considerato “diverso”, ogni studente ha raccolto le sue idee in un tema. Di seguito si riporta la riflessione di Nahum, che la classe ha apprezzato molto e dalla quale è scaturita un’interessantissima discussione che ha appassionato molto i ragazzi. Senza perdere altro tempo ad introdurvela, lasciamo che a parlarvi siano direttamente le parole di Nahum. Buona lettura!


Viviamo in un mondo in cui sentiamo continuamente parlare di discriminazioni: ciò è dovuto alla portata mediatica che le persone stanno acquisendo grazie ai social network.

Oramai, però, diamo per scontato che per essere discriminati bisogni avere un determinato colore della pelle, sesso o orientamento sessuale, come se un uomo bianco etero non possa subire discriminazioni. Questo pensiero che si sta radicando nella mente delle persone porta a sminuire i problemi di un eventuale soggetto appartenente alla classificazione si cui si è appena detto.

Ad oggi tutti vengono discriminati: uomini, donne, neri, bianchi, etero o omosessuali, anche se in minoranza questa differenziazione non esiste.

Odio sentir dire “Gli uomini non vengono discriminati”: non è assolutamente vero. Nei nostri giorni si sente spesso parlare di femminismo, un movimento che cento anni fa lottava per l’emancipazione femminile e che oggi è diventato un movimento di adolescenti poco informate che sminuisce la discriminazione sugli uomini.

Anche se sminuita, questa discriminazione esiste e ne riporto alcuni esempi:

  • A parità di reato, un uomo riceve sempre una pena maggiore;

  • In guerra gli uomini vengono messi in prima fila;

  • In certi Stati le donne sono esonerate dalla pena di morte.

Con ciò non voglio dire che le donne non vengano discriminate, anzi. Sto solo lamentando il fatto che nel 2021 si sminuisca la discriminazione verso il sesso maschile.

Un’altra discriminazione che viene spesso ignorata è quella verso i bianchi: mentre in America un nero viene ucciso da un poliziotto, in Sudafrica viene ucciso un bianco. Sono stupito perché solo un ignorante potrebbe negare l’esistenza del cosiddetto “razzismo inverso”.

Sui social, oltre a parlare molto di discriminazioni, si sente spesso parlare anche di diversità, di voler includere il diverso e normalizzarlo. Mi troverei totalmente d’accordo se solo non si volesse normalizzare malattie come l’obesità: quest’ultima è molto pericolosa e può portare alla morte, pertanto andrebbe combattuta, non normalizzata. Un’altra cosa che le persone sui social tendono a voler normalizzare sono alcuni disturbi mentali che portano gli individui a fare cose totalmente contro natura.

Insomma, è il 2021 e le persone si spacciano per paladine della giustizia, cercando di combattere per ciò che definiscono giusto, andando ad attuare politiche opprimenti e di censura verso coloro che giudicano fin troppo normali per poter subire delle ingiustizie.

Come uomo nero nel 2021 posso dire che molte volte l’ironia sarebbe la soluzione a tutto; io lascio passare gli insulti e ci rido sopra, riconoscendo l’ignoranza di chi insulta. La nuova generazione, purtroppo, sta creando un’orda di frustrati, uccidendo l’ironia con il politicamente corretto.


Nahum Solomon

Classe IIIC

(Secondaria di Primo Grado)

IL POTERE SOSTENIBILE DELLE DONNE

Cominciamo col dire che la sostenibilità è femminile, non solo dal punto di vista del genere grammaticale, ma perché la donna ne costituisce il fulcro senza cui non si può neppure iniziare a definirla. E’ stata propria una donna, infatti, a coniare questo termine: Gro Harlem Brundtland, nel 1987 e, quando era presidente della Commissione mondiale Ambiente e Sviluppo dell’Onu, pubblicò il rapporto “Our Common Future”. Questo documento, che prende il nome di Rapporto Brundtland, rappresenta uno debasi dello sviluppo sostenibile.

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Nel corso del tempo le donne sono diventate protagoniste indiscusse di azioni e scoperte sempre più importanti nel campo della sostenibilità. Abbiamo quindi deciso di indagare a fondo su questo tema ed abbiamo scoperto che le vere protagoniste del cambiamento ambientale sono proprio loro: le donne. Vi chiederete sicuramente in che senso. La risposta è che per esempio, il 62% degli italiani oggi si dice molto interessato al tema della sostenibilità ma secondo le statistiche, le campionesse di sostenibilità sono le donne. A confermarlo è uno studio della Commissione Europea, secondo cui le giovani adulte italiane tra i 30 e 35 anni, di reddito e cultura medio-alti, sono le più attente all’ambiente.


Maria Kresovic e Angelica Sayson

Classe IIIA

(Secondaria di Primo Grado)

STOP AL RAZZISMO

Ogni giorno siamo spettatori passivi di notizie che ci arrivano dai social media, dalla tv e dalla radio di episodi a dir poco agghiaccianti che hanno come protagonisti spesso giovani che si scagliano senza motivo contro chi viene definito diverso. Ma diverso da chi? E soprattutto da cosa?

L'impegno delle nuove generazioni dovrebbe essere focalizzato soprattutto sul combattere la dilagante ignoranza relativa alle discriminazioni razziali, per l'orientamento sessuale o religioso, per la condizione socio-economica ecc...

Noi cosa possiamo fare ?

Possiamo evitare che gli sbagli del passato si ripetano. Possiamo partire dal concetto che ESISTE UNA SOLA RAZZA: QUELLA UMANA. Per un futuro migliore, per una vita pacifica.

Classe IIIA

(Scuola Secondaria di Primo Grado)

GIORNATA MONDIALE DEI... CALZINI SPAIATI

Il 5 febbraio 2021 abbiamo festeggiato la "Giornata Mondiale dei calzini spaiati". Vi starete sicuramente chiedendo di cosa si tratta. I calzini sono metafora del fatto che colore, lunghezza, forma e dimensione non cambiano la natura delle cose: sempre calzini restano. Questa giornata ci è servita per sensibilizzare chi ci conosce ad adottare uno sguardo diverso alla diversità.

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Abbiamo indossato calzini spaiati per dimostrare che DIVERSO è semplicemente DIVERSO e non NON DORMALE, perchè non ci può essere uguaglianza senza diversità.

Classe IV B

(Primaria-via Anagni)


VIVERE IN UNA R.S.A. AL TEMPO DEL COVID

Questo periodo così difficile per tutti a causa del terribile covid-19 lo è forse di più per gli anziani che si trovano nelle R.S.A.

Infatti, non possono ricevere visite dall'esterno perchè altrimenti rischierebbero di essere contagiati e di ammalarsi seriamente. Ovviamente gli anziani delle R.S.A. sono in una condizione di solitudine e in un certo senso di isolamento dal mondo esterno.

Questo ci ha colpiti particolarmente e abbiamo deciso di esprimere tutta la nostra solidarietà agli anziani delle R.S.A. e abbiamo inviato alla "Casa Sacro Cuore", una R.S.A. di Pianello, in provincia di Como, dei disegni in occasione delle feste natalizie. In questo modo abbiamo cercato di far sentire loro la nostra vicinanza.

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Classe VA

(Primaria-via Fiuggi)