5 giugno 2020

Come fai a sentirti uomo se sei donna?



Nell’immaginario comune i concetti di genere, sesso biologico e sessualità sono troppo frequentemente visti come dei sinonimi, quando in realtà sono completamente diversi.

Per essere concisi, il sesso biologico è quello che ci viene assegnato alla nascita in base alle nostre caratteristiche fisiche, il genere è il sesso in cui ci riconosciamo (e può non coincidere con quello biologico) mentre la sessualità riguarda il genere da cui siamo attratti, fisicamente o emotivamente.

Molte volte si tende a far coincidere identità di genere e sesso biologico anche quando non dovremo, perchè così ci è stato insegnato, e siamo portati a conformarci con quelli che vengono chiamati ruoli di genere, ossia i doveri che sei tenuto ad adempiere in base al tuo sesso. Per questa logica, se sei donna devi essere educata, sensibile, amorevole e pronta ad accudire i figli mentre se sei uomo dovrai essere emotivamente forte, autoritario e pensare alle finanze della famiglia.

La questione dell’identità di genere e della soggettività dell’individuo è un tema lungamente dibattuto nel corso dei secoli.

Nei suoi studi, Marx vede il soggetto come una “creatura” dell’economia, formata essenzialmente da quest'ultima. Freud invece la guarda sotto un altro punto di vista e divide la soggettività in Io, Super-io e Es, guardando all’individuo non più come essere razionale, unificato o autonomo. Senza entrare nel dettaglio, vediamo come per questi studiosi la sessualità sia repressa e placata da un potere, esterno o interno all’individuo.

Qualche decennio più tardi, Foucault introdusse l’idea di identità individuale come frutto di un potere che organizza e plasma la sessualità. Per Foucault, infatti, la sempre più diffusa e ampia conoscenza del sesso che vediamo nell’Ottocento, la scientia sexualis, diede vita a una produzione scientifica che si presenta agli individui come verità assoluta e viene sfruttata come strategia di soggiogamento sociale. In questo periodo infatti abbiamo una distinzione tra pulsioni “lecite” e “illecite” e la delineazione di sentimenti affini alle norme sociali e conformi alle aspettative. Gli individui, secondo questa visione, devono rispettare i canoni che la scientia sexualis ha imposto loro: la donna ad esempio deve essere la classica figura casta fino al matrimonio, devota al marito e dedita alla procreazione. Secondo questi canoni della società borghese, il corpo biologico di ciascuno deve sempre coincidere con il corpo sociale.

Anche Simone De Beauvoir, nel suo scritto “The second sex”, affronta quest’argomento. Nel primo capitolo, parlando in particolare dell’infanzia e delle norme sociali imposte ai bambini in base al loro sesso biologico, De Beauvoir dice che „Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna.”. Con questo vuole intendere che se il sesso biologico è determinato alla nascita, quello che è il nostro genere non è dato dalle nostre sensazioni ma piuttosto da quella che è la nostra esperienza, o meglio, dalle ideologie riguardanti la sessualità che ci vengono imposte. Alla bambina viene insegnato che deve mostrarsi sottomessa e debole rispetto all’uomo. Il bambino così non sviluppa un orgoglio per il suo genere, ma piuttosto un senso di necessità di adeguarsi alle norme di un determinato gruppo sociale. Ai bambini quindi viene insegnato a seguire delle regole, adeguarsi al genere corrispondente al proprio sesso, non a guardare interiormente ma a obbedire.

Spesso vediamo come queste visioni non siano cambiate e come la distinzione tra ciò che è “femminile” e ciò che è “maschile” sia ancora presente nella nostra società. Il problema non è l’ideologia in sè, ma ovviamente le conseguenze a cui porta: l’impossibilità per i bambini di mettere poi in discussione la propria identità e genere e capire in quale sesso si identificano, sia esso uguale o diverso a quello biologico. Proprio per questo, le persone transgender spesso fanno fatica a comprendere appieno ciò che sentono di essere, perchè non sono stati educati alla possibilità di sentirsi di un genere diverso da quello di nascita. Spesso, poi, le persone intorno a loro non accettano questo sentimento e non sostengono le persona nel loro percorso di “scoperta di sé”, a volte la ostacolano (è il caso di Leelah Alcorn).

Troppo spesso accostiamo il genere al sesso e alla sessualità, adattandoci agli stereotipi della società. Quante volte crediamo di capire l’orientamento sessuale di una persona in base al suo aspetto, alla sua espressione di genere (la classica idea “se un ragazzo si trucca è gay”)? Quante volte crediamo che sesso, genere e orientamento sessuale siano aspetti che possiamo racchiudere in categorie (sei o maschio o femmina, o gay o etero)?

In realtà la sessualità è molto più sfaccettata di così. Se ci riferiamo all’attrazione sessuale, accanto a etero e omosessuali esistono i bisessuali, attratti da due generi (solitamente il proprio e un altro), i pansessuali, che non danno importanza al genere di chi sono attratti, gli asessuati, che non provano attrazione sessuale di alcun tipo. Per quanto riguarda l’identità di genere invece, accanto a persone cisgender, che sentono una coincidenza tra il loro genere e il loro sesso biologico, ci sono i transgender, che si sentono di un genere diverso rispetto al loro sesso, i genderqueer, che non si riconoscono in un genere specifico, i genderfluid, che si riconoscono a volte nel genere maschile a volte in quello femminile. Queste categorie sono solo alcune in cui i membri della comunità LGBTQ+ si identificano, ma anche esse sono variabili (tra i pansessuali distinguiamo diversi tipi di attrazione molto diversi tra loro). La cosa più importante che dovremo è capire è che la sessualità è uno spettro, non una divisione netta. Ognuno di noi dovrebbe essere libero di inserirsi in una categoria se lo vuole come essere libero di rimanere al di fuori di esse.


Carolina Broll


FONTI:

https://au.reachout.com/articles/the-difference-between-gender-sex-and-sexuality

https://milanoinmovimento.com/finestre/da-foucault-alla-teoria-del-queer

http://www.rivistadiscienzesociali.it/la-sessualita-tra-meccanismi-di-potere-e-controllo-nel-pensiero-di-michel-foucault/


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carolina.broll.ilcardellino@gmail.com