I miei amici


Marco Ardemagni

"Non voglio parlare di TUTTO il mio rapporto con la musica (scriverei un romanzo) ma di un aspetto particolare del mio rapporto con la musica.

Faccio parte di quelle persone che riescono a dormire con le cuffie e la musica che va, anche abbastanza alta.

Questo mi ha sempre fatto riflettere: cosa vuol dire? Forse che la musica mi fa sentire a casa e che ricopre per me un ruolo quasi materno? Beh, sì.

Dalla musica non mi aspetto niente di male se mi affido a lei nel momento in cui sono meno difeso: il sonno.

Per dormire con la musica a palla, però, devo scegliere brani che conosco bene. Anche tosti, anche molto mossi e rumorosi, ma che conosco bene.

La musica rilassante non è quella che nasce con l'obiettivo di essere rilassante, ma quella che amo e che conosco bene.

La musica è come un mantra che tanto più padroneggio tanto più fa effetto su di me. Per questo esercizio la mia soglia di ingresso è molto alta:soltanto pochi brani di un numero limitatissimo di artisti entrano in questo selezionatissimo novero. La musica che mi fa dormire è la mia musica"


Marco nella vita scrive e vi parla dalla radio: sicuramente lo avrete sentito almeno una volta tra Bar Sport, CaterSport, CaterpillarAM. Gli invidio la capacità di giocare con le parole. Ogni tanto mi coinvolge in qualche suo progetto e paga dazio nel fatto che io lo coinvolgo nei miei esperimenti. Col tempo, e tra le vicende della vita, ne è nata una bella amicizia che mi tengo ben stretta.

Alessandro Banfi

Alessandro e se stesso in 20 parole

"Ale1966 mezzosecolo+1 figlio marito papà credo spero prego celebro amo ascolto oratorio Pirelli amici zuccherofilato lupo blucobalto basket forzaMilan."


Alessandro e la musica in 20 parole

"45giri papà pianoforte studiare (uffa) basta! comesiaccendelorgano? Fratellosolesorellaluna chicantapregaduevolte lavitaèadesso ilsognoèsempre ancheMozart YamahaDX7 midi gruppomusicale chenedicidiriattaccarelecassedellostereo? nonsopiùfarelescale facciamouncoro paroleemusica attimodieterno."


Alessandro, nella vita, lavora in Formula 1, nel senso che lavora per una azienda che fabbrica le gomme per le monoposto di Formula 1. Suona l'organo e canta in un coro della Parrocchia. Passiamo intere serate in terapia di gruppo per riprenderci dalle delusioni che ci danno i colori rosso e nero (lui) e nero e azzurro (io).

Davide Bianchi

"Ti ho sentito quando ero piccolo ed intorno a me tutto era buio. Il tuo ritmo era già intorno a me, poi dopo quel grande freddo, quando ero certo di averti smarrito, ti sei trasformata in bellissime melodie. Ed in quei momenti stavo in silenzio per riuscire a sentirti; per me eri già bella. E chi non cerca le cose belle?

E allora ti cercavo; potevo trovarti dappertutto; bastava battere le mani o ascoltare un piccolo gioco.

E ricordo quando ho scoperto che anche io potevo imitarti, melodie, note, mi divertivo ad ascoltarle, a farle. Quanta allegria da quei suoni! Quanti ricordi belli … e chi non cerca le cose belle?

Passammo un po’ di tempo insieme così, poi quei suoni che prima uscivano spontanei, non so, avevo paura di rifarli, tu in fondo eri così bella, non come me.

Avevo 13 anni, ti sei avvicinata a me senza che ti sentissi arrivare, quando ero stanco di piangere ed arrabbiarmi, quando non ero sicuro di me, ed in quel preciso momento mi hai spiegato che cercando di imitarti potevo essere bello.

L’ho fatto, ce l’abbiamo fatta! E di quegli anni ho i ricordi più vividi; ancora oggi quando ti imito, quando canto le note e le parole di quei giorni sento ancora le stesse emozioni, la stessa energia. E ti vedo bella, e mi vedo bello come allora. E chi non cerca le cose belle?

E sei stata compagna scatenata, poche volte malinconica, alcune volte discretamente accanto, quasi silenziosa. E quando volevo starmene da solo non mi hai lasciato nemmeno la mia intimità! Sei proprio una sfacciata. Ma sei bella, sfacciatamente bella. E chi non cerca le cose belle?

Sei sempre stata in grado di cambiarmi, ti ricordi quando ormai ero un uomo? Quando avevo paura di perdere l’amore intorno a me? Anche quella è una cosa bella, ma lo volevo solo per me. Non è così con te, fai parte di quelle cose della vita così belle che vanno condivise; tu dai emozioni così grandi, ed io sono un recipiente troppo piccolo per te che sei così bella. E chi non cerca le cose belle?

Un giorno di Aprile, poco più di 10 anni fa, poi sei tornata e hai destato ancora quel meccanismo complesso e semplice allo stesso momento, che ci fa ritrovare i ricordi. Chi dice che non si può viaggiare nel tempo? Me l’hai fatto fare. E mi hai fatto risentire quel ritmo che sentivo, quando ero molto piccolo e li, in quell’esatto istante ho capito che erano battiti. I battiti di una madre, all’unisono con quelli di un figlio.

E siccome era una cosa bella questa musica me l’hai fatta riascoltare ancora qualche anno più tardi. E chi non cerca le cose belle?

Sei stata bellezza senza tempo, sei infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità. E mentre siamo in viaggio oggi ancora cantiamo, liberi le tue note, e vedo intorno a me tutte le cose belle. E anche quando urla, pianti, rumori cercano di soverchiarti, tu mi stai silenziosamente accanto ed attendi il tuo momento. E quando arriva è sempre un momento bello. E chi non cerca le cose belle?

Musica che accompagni anche lo spirito…in fondo è così chiaro; com’è che non riusciamo a capirlo? Quando cerco Dio sei lì; sei silenzio o ritmo, sei battito di mani, sei commozione, sei leggera e profonda. Sei bella.

E chi non cerca le cose belle?

Davvero ho cercato di fare a meno di te, davvero il tempo di oggi ci tiene spesso lontani, ma siamo fatti l’uno per l’altra, ti ascolto, ti canto. E ancora mi fai fare cose strane, cose belle. Mi fai stare alzato la notte per Robez e sei ancora bella.

E chi non cerca le cose belle? "


Davide è una persona da incontrare; vive tra le reazioni chimiche e la sua famiglia. Da pochi minuti ho anche scoperto che scrive maledettamente bene. Una mia personalissima teoria mi fa pensare che sia il clone di Claudio Brasini dei Baustelle (o che Claudio Brasini dei Baustelle sia stato clonato partendo da Davide). A parte questo, è per me speciale. E questo mi basta.

Mirella Bolondi

Mirella, nella vita, fa l'educatrice. Solo che in più scrive libri, sceneggia film e crea cartoni (ma questa è un'anteprima) e parla in radio.

Fa parte di quelli che sono costretti a subire tutte le mie idee folli quando scrivo o provo a rappare. E' così solare che a volte, stando con lei mi è venuto l'eritema. Ma nella mia vita ha un posto che non si può sostituire.

Gian Piero Cadei

"Gian Piero Cadei. Nato 1955 .

Appassionato di yoga, natura, musica e lo spettacolo della vita...

Lascio che l'istinto faccia il proprio lavoro..."


Gian Piero nella vita mi ha incontrato una fresca sera di Agosto in Alpe di Siusi. Ha coccolato Alessia mentre stava male, e da quel momento mi è entrato nell'anima.

Carlo Ferreri

"Nella mia vita ho ascoltato cose molto diverse.

C'è stato il periodo di Patty Smith, di De Gregori, De Andrè, Led Zeppelin, Deep Purple, Pink Floyd.

Sono passato da Vecchioni a Riccardo Zappa, a Emerson Lake and Palmer, David Bowie, Pino Daniele, Queen. dai cantautori al rock ....

Tutto ciò che mi emoziona, e sicuramente suonicchiando la chitarra, le varie parti di chitarra hanno preso una parte consistente nelle mie scelte..."


Carlo nella vita fa la mano sinistra di Dio negli assoli di chitarra elettrica; dipinge quadri spatolando e. come me, ama Bukowski e la birra.

Nicola Gavazzi

"Sono Nicola, un folletto che ama girare per i boschi ascoltando il rumore del vento e la musica delle fronde.

Cammino senza fretta e senza meta leggendo la storia della Terra tra le pagine pietrificate che tutti chiamano sassi.

Ho iniziato a suonare sin da giovane per curiosità e per voglia di sperimentare.

Suono il sax contralto ed il clarinetto mentre strimpello, per puro divertimento, la chitarra e i flauti irlandesi di cui amo la semplicità costruttiva."


Nicola nella vita lavora con me e mi insegna le arti della tranquillità e dei sistemi informativi geografici.

Alessandro Noseda

"La musica è una compagna di viaggio.

In sottofondo o in primo piano (talvolta), la musica non manca mai per me.

Una volta - dice mia madre - la gente fischiava e canticchiava andando in giro!

A me succede ancora: penso alla musica come qualcosa che sa dire benissimo cosa ci passa per la testa e cosa abbiamo nel cuore!"


Alessandro, che di prefisso fa don, nella vita ha fatto il prete nella parrocchia che frequento. Suona la chitarra da Dio; e chi ha orecchi per intendere, intenda.

Paolo Parla

Paolo, fratello acquisito ai tempi del Politecnico, nella vita fa veramente l'ingegnere (non come me, che inseguo dati come aquiloni). Sa di musica, di sport, di letteratura. Mi sopporta e supporta nei miei esperimenti lessical-musicali. Gli sarò grato tutta la vita.

Maurizio Pogliani

"Sono Maurizio, uomo libero, marito e padre di due figli (maschi). Nella vita lavoro, per fortuna, e faccio il Field Application Engineer per un’azienda americana di semiconduttori. Al lettore l’interpretazione di quanto sopra ... Amo incondizionatamente il basket, lo sci e suonare (vabbè...) pianoforte e tastiere. Suono nei Punto a Capo (centrifugal funk).

Nasco musicalmente da autodidatta, dato che in casa mia l’unica musica che si ascoltava era la sigla del Gazzettino padano.

Il primo vinile ascoltato è Wish you where here dei Pink Floyd, grazie a mio cugino Marco, con cui, stranezza del fato, ci scambiammo inconsapevolmente lo stesso regalo di Natale: Ghost in the machine dei Police.

Non avendo riferimenti in casa, mi aggrappai alle radio che ascoltavo tutto il pomeriggio e parte della sera. Fu Massimo Oldani, allora su Radio Milano International a farmi innamorare di Soul e R ’n B, ma fu Deejay a proiettarmi a razzo negli anni 80 che presentarono una grande ammucchiata dal punto di vista musicale: dalla musica di qualità a delle cagate inenarrabili.

Per cui fui a esempio sballottato tra Simple Minds, Toto, Psychedelic Furs, Talking Heads e Scritti Politti, Tipinifini, Duran Duran senza dimenticarsi robe come Viaverdi e Sandy Marton, che son da ricordare, per ovvi morivi...

Furono peró sempre gli amici a condividere i percorsi musicali più appaganti che io poi amavo approfondire. Per cui furono gli anni 90-00 a dare forma al mio corpo musicale, che è elegante anche se non ben definito. Grazie a Roby scopro gli Eelst, grazie a Fabio la fusion, il jazz contamporaneo e l’acid jazz, grazie ad Alberto il funk-rock di qualità. La conoscenza di musicisti come Yellowjackets, Crusaiders, Spyro Gyra, Steely Dan, Larry Carlton, etc. aprono la tua mente musicale a viaggiare verso l’infinito!"


Maurizio nella vita lavora, suona e cucina ottimi risotti; anni fa, ai bei tempi in cui correvamo facendo rimbalzare palla a spicchi, lui era play, io ala. Lui segnava e io no.

Serena Rabica

"Il mio rapporto con la musica parte dagli auricolari ed arriva alle scarpe da running; e via senza pensare!"


Serena nella vita ci aspetta tutte le volte che passiamo da Perugia e, viceversa, è aspettata tutte le volte che passa da Milano. Fa la mamma, lavora, corre e trova pure il tempo di darmi retta. E' una delle prove viventi che l'amicizia a distanza esiste: eccome."