ROBEZ

Eravamo 12 amici al bar


INTRO ALLA MONUMENTALE OPERA


"Ma cosa diavolo ti ha fatto venire in testa di mettere insieme questa roba qui?"

Non sono proprio queste le parole precise, ma preciso è il concetto tirato fuori da Laura, con cui condivido la vita (tanta) e la musica (poca quella che ci mette d'accordo).

Rispondo alla domanda: la voglia di continuare a giocare.

E anche in questo lavoro, che per me è un nuovo esperimento (fine a se stesso, come gli altri già fatti in precedenza nel mondo dello scrivere), continuo a giocare.

Stavolta assieme agli amici perchè, in fondo, penso che siano rimasti un po' bambini come me, con la stessa voglia di giocare che va avanti nel tempo e li tiene ancorati alla loro voglia di vivere.

Giocando a fare il finto rapper della periferia nordmilanese, sono nati 12 brani corti, uno per ogni mese: i pezzi sono commentati da alcuni amici che, a loro volta si sono poi spesso autocommentati sulla loro relazione con la musica.

Il tutto nella massima libertà di esprimersi.

Da tutto questo ambaradan mi porto a casa l'affetto delle persone che hanno partecipato con pazienza, nella loro diversità, a creare questo puzzle di appunti pseudomusicali cantati male e registrati anche peggio, cioè alle condizioni che un'app gratuita permetteva egregiamente di fare.

A chi vorrà ascoltare, a chi vorrà leggere, a chi vorrà anche solo passare qualche minuto tra queste pagine, semplicemente grazie.

A tutti lascio questo consiglio: non soffocate la vostra voglia di giocare e di guardare ogni nuovo giorno con ironia.


A Laura, Lucia e Alessia, chi più chi meno fan di Robez: siete la miglior musica che abbia ascoltato.

Ai miei amici compagni di avventura: sappiate che vi voglio bene e sappiate che, assieme, abbiamo potuto creare e creeremo ancora delle ottime sinfonie che rimarranno nella nostra memoria.


Robez