Anche un orologio fermo segna due volte al giorno l’ora esatta.
Herman Hesse
Anche un orologio fermo segna due volte al giorno l’ora esatta.
Herman Hesse
Lo scopo del progetto è di dare forma plastica all’ineffabile consistenza di luce e ombra.
Il processo parte dalla teoria delle ombre: definito il fascio di luce che investe un solido, si individuano le ombre portate a terra. Le linee di costruzione sono state considerate come spigoli appartenenti a figure solide. Sezionato il fascio di luce, si formano 2 nuovi volumi: la cristallizzazione della luce e la pietrificazione dell’ombra.
Ogni studente ha realizzato il proprio prototipo scegliendo in autonomia il solido di partenza, la direzione della luce e la modalità di sezionamento del fascio luminoso.
Il programma adoperato per la modellazione consente d’impostare le coordinate geografiche, la data e l'orario e determinare con precisione l'ombra di qualsiasi solido in un certo luogo e in un certo momento.
Per approfondire il processo è sembrato opportuno ripartire dal cubo come solido di partenza in ragione del suo carattere schietto e neutro, scelta che ha favorito la necessaria rinuncia alla formalizzazione personale. Considerando che la stessa condizione d’illuminazione (azimut e elevazione) si ripresenta a distanza di un anno, lo specifico oggetto plastico è stato denominato meridiana rotta. Il passaggio successivo è stato di individuare una relazione tra un evento e il luogo e il momento nei quali l'evento è avvenuto.
Se un orologio fermo segna due volte al giorno l’ora esatta, una meridiana rotta solidifica l’ombra prodotta dall’interazione della luce solare con un cubo e, una volta all’anno, indica correttamente giorno ed ora in un certo punto della Terra, segnando nella memoria la traccia di un evento.
Per ogni evento l’inclinazione dei raggi solari definisce la forma senza l'intervento dell'artefice. La connotazione risulta così anti-monumentale e anti-retorica.
Il processo si presta ad essere applicato in vari ambiti e a differenti scale di realizzazione dal design alle installazioni all’architettura.
Per realizzare la meridiana rotta sono state sperimentate due diversi metodi: una digitale e una empirico. Per quella in corso di realizzazione è stato adoperata invece una procedura matematica.
Metodo digitale
Scelto luogo, data e ora dell'evento di riferimento, i dati vengono riportati nel settaggio del software di modellazione. Si costruisce il cubo con il lato della misura scelta (nel caso in esame 50 cm) e orientato N-S. Si proiettano le ombre. Si ricostruisce il perimetro mantenendo parallelismo e dimensioni desumibili dal cubo. Ricavate le rette di proiezione si definiscono le superfici. Attraverso semplici triangolazioni le misure vengono riportate in un programma vettoriale per poi procedere al disegno esecutivo adeguato alla realizzazione (esportazione per la stampa nel caso dei prototipi, disegni quotati dei casseri in lamiera e legno per le installazioni).
Metodo empirico
Realizzato preventivamente un modello digitale di studio per definire l'ingombro di massima, nel luogo prescelto per l'installazione si colloca una lamiera in ferro in posizione perfettamente orizzontale. Su di essa si ancora un cubo in legno delle dimensioni prescelte. Il giorno dell'evento di riferimento all'ora prevista si disegna sulla lastra la sagoma dell'ombra portata dal cubo sulla lastra stessa. Poi si procede come già illustrato nel caso del metodo digitale. La lastra e il cubo usati per la misurazioni vengo usati anche per la realizzazione dei casseri.
Nell’arco di un anno sono state realizzate 4 meridiane rotte in calcestruzzo in collaborazione con la Buzzi Unicem, partner e sponsor dell'intervento. Una quinta meridiana è in corso di realizzazione unitamente a un semicubo. Un quadrante polare in forma di semicubo, da realizzare presso gli stabilimenti Buzzi Unicem, è in corso di progettazione.
Il processo è stato approfondito partecipando a due concorsi (Ombre rosse ha ricevuto la menzione speciale alla IX edizione del concorso Tracce di memoria e Matteotti il ponte ha vinto l’VIII Concorso Matteotti per le scuole) e nell'ambito del design è stata sperimentata la realizzazione di un gioiello: l'ode [LUOGO ORA DATA EVENTO]. La possibilità di sviluppare l'idea della meridiana rotta declinata in differenti ambiti di applicazioni è stata indagata partecipando al PCTO Startupper presso Lazioinnova (primo premio a Flashes per Presenta la tua idea).
42°00'13.2"N | 12°42'58.7"E | 11:30 UTC +1 | 06.10.1941 | 209.99° | 38.42°
LOCATION: lat 42°00'13.2"N long 12°42'58.7"E (Guidonia, RM, ITA)
TIME: 11:30 UTC +1
DATE: 06.10.1941
SUN POSITION: azm 209.99° elev 38.42°
41°57'36.9"N | 12°42'39.6"E | 08:00 UTC +2 | 29.06.2019 | 135.44° | 65.93°
LOCATION: lat 41°57'36.9"N long 12°42'39.6"E (Guidonia, RM, ITA)
TIME: 08:00 UTC +2
DATE: 29.06.2019
SUN POSITION: azm 135.44° elev 65.93°
41°58'56.4"N | 12°44'22.5"E | 09:50 UTC +1 | 22.10.1938 | 178.88° | 37.13°
LOCATION: lat 41°58'56.4"N long 12°44'22.5"E (Guidonia, RM, ITA)
TIME: 09:50 UTC +1
DATE: 22.10.1938
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41°58'56.4"N | 12°44'22.5"E | 18:51 UTC +1 | 03.07.1928 | 313.78° | -10.02° / 15:00 UTC +1 | 05.07.1928 | 276.10° | 28.37°
LOCATION: lat 41°58'56.4"N long 12°44'22.5"E (Guidonia, RM, ITA)
TIME: 18:51 UTC +1 / 15:00 UTC +1
DATE: 03.07.1928 / 05.07.1928
SUN POSITION: azm 313.78° elev -10.02° / azm 276.10° elev 28.37°
LOCATION: lat 41°54'26.9"N long 12°33'00.5"E / lat 41°53'44.2"N long 12°33'27.4"E / lat 41°52'10.3"N long 12°34'47.9"E (Roma, ITA)
TIME: 14:20 UTC +1 / 7:25 UTC +1 / 7:45 UTC +1
DATE: 9.11.1979 / 27.11.1979 / 7.12.1979
SUN POSITION: azm 241.9° elev 5.3° / azm 142.8° elev 17.94° / azm 147.06° elev 18.36°
Proposta della realizzazione di tre meridiane rotte in un'area a verde nel quartiere romano di Torre Spaccata per, Michele Granato, Domenico Taverna e Mariano Romiti. Ombre rosse ha ricevuto la menzione speciale alla IX edizione del concorso Tracce di memoria.
LOCATION: lat 41°54'51.5"N long 12°28'10.2"E (Roma, ITA)
TIME: 15:00 UTC +1
DATE: 30.5.1924
SUN POSITION: azm 276.18° elev 26.68°
Proposta della realizzazione di una meridiana rotta di fronte a Ponte Matteotti. Matteotti il ponte ha vinto l’VIII Concorso “Matteotti per le scuole”.
Il PCTO Startupper tra i banchi di scuola (resp. Monia Montana, ref. Valentina Diana) presso Lazio Innova ha consentito a 5 gruppi di studenti (3B scientifico), partendo dall’idea di meridiana rotta, di approfondire tematiche relative all’imprenditorialità, alle tecnologie ecosostenibili, alla prototipazione (Fab Lab degli Spazi Attivi, resp. Stefano Gigli), nonché di sviluppare competenze trasversali (storytelling). Un sesto gruppo ha avuto la possibilità di testare positivamente il prototipo del board game AND OR NOT nello stand della Regione Lazio al Romics 2024.
Le proposte (idee e prototipi) sono state candidate al contest regionale di Startupper School Academy 2023-24 per il quale si è svolta una cerimonia finale il 6 giugno 2024 presso l’Aula Ezio Tarantelli della Facoltà di Economia di Sapienza Università di Roma. Hanno partecipato 101 istituti scolastici, 7.667 studenti e 240 docenti, con la realizzazione di 493 progetti di impresa e 59 prototipi in tutto il territorio regionale. Per la categoria “Presenta l'idea” FLASHES si è classificato al PRIMO POSTO. Per la categoria “Prototipa l'idea” AND OR NOT si è classificato al SECONDO POSTO e SHADOW OF THE LIGHT tra i cinque migliori progetti. Le tre proposte saranno presentate al Maker Faire 2024 nel padiglione della Regione Lazio. Gli esiti sono stati presentati il 25 ottobre 2024 al Maker Faire nel padiglione della Regione Lazio e hanno ricevuto il secondo premio per Storie di alternanza e competenze 2024 promosso da Unioncamere in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione per Startupper tra i banchi di scuola.
Flora De Biasi, Ilaria Gugliotta, Nicole Marra, Alessandra Tilvar, Roberta Tuzi
La meridiana rotta viene impiegata come monumento celebrativo di piccole dimensioni che ricordi una data importante nella vita di una persona che è venuta a mancare, può essere collocata sia in casa sia nel loculo, per una commemorazione dei defunti non convenzionale.
Matteo Bendoni, Gaetano Bove, Luca Chirciu, Leonardo Fortuna, Alessandro Quaglione
È il primo portachiavi che riesce, contemporaneamente, a ricordare un evento tramite la forma della meridiana rotta e ad evitare di perdere le chiavi attraverso un sistema di geolocalizzazione che sfrutta i satelliti e un'app integrata per mostrare in ogni momento la posizione dell'oggetto a cui il prodotto è connesso.
Sara Caggiano (prot), Martina Corrado, Damiano Merli, Giorgia Rufini (prot), Maria Elena Stefani
È un portacandela customizzato che, oltre a ricordare un evento sfruttando il funzionamento della meridiana rotta, si avvale dell'utilizzo della polvere di cera invece che della cera tradizionale per evitare i problemi causati dalla combustione e ridurre così l'impatto ambientale. Il prodotto è stato prototipato.
Flavia Giordano, Lorenzo Paolozzi, Asia Polito, Filippo Puglia
Flashes rivisita la meridiana rotta come porta-urna in legno che contiene le ceneri di una persona cara scomparsa e, allo stesso tempo, ne onora la memoria ricordando un evento significativo della sua vita.
Valerio Ciani, Matteo Colaiuta, Edoardo Maggiani, Alice Voci
Time bricks si muove nel mondo ludico propone una meridiana assemblabile a mo' di costruzioni che commemora eventi storici spesso dimenticati. Pensato anche per la didattica infantile, prevede un video visibile solo a ridosso dell'anniversario dell'evento tramite un QR code posto su una piattaforma che fa da base alla meridiana.
Cesar Alberto Aliaga Safra, Stella Cerqua, Riccardo Cricca, Giorgia Fortuna
AND OR NOT è un board game la cui logica nasce da un rigoroso processo geometrico additivo e sottrattivo. Lo scopo del gioco è assemblare più rapidamente possibile puzzle 3D composti da tre pezzi. Ogni puzzle (OR) è formato sempre da una parte nera (AND) e da due di colore rosso, verde, blu o giallo (NOT). Vince la squadra che completa per prima 7 puzzle. Si gioca in due squadre da 1, 2 o 3 giocatori, ognuno dei quali deve risolvere il puzzle riprodotto sulla carta. La squadra che realizza per prima sette puzzle vince. È stato realizzato un primo prototipo poi testato all’inizio di aprile in occasione del Romics 2024 e successivamente un secondo prototipo più avanzato alla fine dello stesso mese.
Clicca sulla scritta per accedere alla pagina di approfondimento sul PCTO.
Il Comune di Guidonia in accordo con il 60° Stormo dell'Aeronautica militare ha deciso di intitolare una piazza al colonnello Giuseppe Cipriano e al tenente colonnello Marco Meneghello dell’Aeronautica Militare. Per la progettazione e la realizzazione sono stati convolti l'IIS Via Roma 298 e la Buzzi Unicem.
41°58'28.8"N | 12°42'49.2"E | 11:46 UTC +1 | 07.03.2024 | 168.48° | 42.40°
LOCATION: lat 41°58'28.8"N long 12°42'49.2"E (Guidonia, RM)
TIME: 11:46 UTC +1
DATE: 07.03.2024
SUN POSITION: azm 168.48° elev 42.40°
Nel caso della quinta meridiana la procedura realizzativa è stata il frutto dell'interpolazione dei risultati dei calcoli trigonometrici con quelli del metodo digitale già utilizzato nei primi tre interventi. La discrepanza tra i due risultati è di soli 1,3 mm su una misura di 500 mm.
Una sottile striscia metallica incassata nella pavimentazione mette in relazione la meridiana con un semicubo in travertino che riporta sul piano inclinato le coordinate geografiche, la data, l’ora e la direzione dei raggi del sole. La spezzata che si viene a generare è intesa come la linea temporale che intercetta il cubo sezionandolo in due semicubi speculari per poi cambiare direzione in ragione dell’inclinazione dei raggi del sole il 7 marzo alle 11:46 del 2023, rimandando così al luogo e al momento esatto nel quale le vite del colonnello Giuseppe Cipriano e del tenente colonnello Marco Meneghello dell’Aeronautica Militare si sono allineate in un unico epilogo.
La realizzazione è il risultato della collaborazione tra Comune di Guidonia Montecelio, 60° Stormo dell’Aeronautica Militare, Buzzi Unicem Srl, IIS Via Roma 298 di Guidonia e Estraba SpA, collaborazione che ha portato anche alla riqualificazione della piazza che ospita il manufatto.
Alle 11:46 di giovedì 7 marzo 2024 il capo dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Luca Goretti, la vicesindaca del Comune di Guidonia Paola De Dominicis e il comandante del 60° Stormo dell’Aeronautica Militare Michele Cesario, alla presenza dei familiari e delle autorità civili e militari hanno inaugurato, scoprendola, la meridiana rotta che segna le 11:46 del 7. 03.23 a Colle Fiorito (Guidonia Montecelio) momento e luogo dell’incidente che ha coinvolto due velivoli pilotati dal colonnello Giuseppe Cipriano e dal tenente colonnello Marco Meneghello dell’Aeronautica Militare che hanno perso la vita.
Nel momento dello svelamento del manufatto la meridiana rotta non generava ombre e le superfici inclinate erano in luce radente così come il piano inclinato del semicubo.
Il direttore della Buzzi Unicem di Guidonia Giuseppe Paci ha espresso la volontà di realizzare un orologio solare negli spazi esterni della propria sede e ha chiesto al gruppo di lavoro di proporre un progetto.
Tra le varie tipologie di orologi solari si è optato per un quadrante polare.
L'orologio polare è un dispositivo che utilizza il cielo come riferimento per indicare l'ora. Il quadrante dell'orologio è orientato in modo che il suo piano sia parallelo all'orizzonte locale e inclinato di un angolo uguale alla latitudine del luogo. Questo significa che il quadrante segue la curvatura della Terra e si allinea con l'asse di rotazione della Terra. Lo stilo dell'orologio è parallelo all'asse della sfera celeste e viene chiamato stilo polare. Le linee orarie sul quadrante sono disposte in modo che siano parallele tra loro, e la loro distanza dipende dall'ortostilo. La linea oraria che passa sotto lo stilo, chiamata meridiana, è simmetrica rispetto alle altre linee orarie. Al centro dello stilo c'è un pallino che segna un'altra simmetria chiamata linea equinoziale, che rappresenta la posizione del Sole durante gli equinozi.
La declinazione del Sole, cioè la sua posizione rispetto all'equatore celeste, influisce sull'ombra proiettata dallo stilo sull'orologio polare. Se l'ombra del pallino è al di sotto della linea equinoziale, significa che il Sole si trova nell'emisfero celeste nord e la sua declinazione è positiva. Se l'ombra è al di sopra della linea equinoziale, il Sole si trova nell'emisfero celeste sud e la sua declinazione è negativa.
LONG 42°00'12.2"N
LAT 12°42'56.8"E
Per progettare il quadrante polare sono stati messi a confronto i risultati dei calcoli trigonometrici e quelli della procedura grafica vettoriale per poter arrivare alla realizzazione concreta del manufatto confortati dalla corrispondenza dei dati dei due procedimenti.
CB = CA cosφ AB = CA sinφ CA = 1.00 m CB = 0.743 cm AB = 0.669 cm
G'T = GG' tanα GG' = 25 cm
ORE 13/11 α= 15° GT = 6.70 cm
ORE 14/10 α= 30° GT = 14.49 cm
ORE 15/9 α= 45° GT = 25.00 cm
ORE 16/8 α= 60° GT = 43.30 cm
ORE 17/7 α= 75° GT = 93.30 cm
Per approfondimenti sulla procedura trigonometrica si fa riferimento al pdf qui scaricabile (orologi solari) realizzato dalla 4G.
L'oggetto plastico, inizialmente pensato in forma di semicubo, è stato poi progettato in chiave planare per risolvere alcune problematiche relative alla concreta collocazione fisica del manufatto (presenza di alberature, muri e recinzioni). Il manufatto è in cls armato con inserti in acciaio inox.
Oltre al quadrante il manufatto presenta un foro circolare di 50 cm di diametro allineato ad un cilindro di cls infisso nel terreno. Ogni giorno a mezzogiorno il foro proietta un fascio di luce che, interagendo con il cilindro, disegna a terra un mezzaluna di luce. L'idea è che ogni giorno a quell'ora si possa assistere al fenomeno della luna nel pozzo.
Dimensionalmente l'oggetto ha uno spessore di 20 cm. La parete verticale è costituita da 2 quadrati di lato 1 mt e quella inclinata da due rettangoli aurei 1 x 1,618 mt nei quali il passaggio dal quadrato all'ulteriore rettangolo aureo 1 x 0,618 è evidenziato da fenditure realizzate con profili in acciaio inox che scandiscono le ore.
La meridiana rotta realizzata presso lo stabilimento della Buzzi Unicem di Guidonia è un affascinante esempio di doppia proiezione assonometrica dello stesso cubo orientato nord-sud.
1 In primo luogo si può osservare che il basamento dell'intera installazione è allo stesso tempo l'ombra portata a terra dal cubo di cemento di 50 cm di lato il 6 ottobre alle 11:30 e allo stesso tempo la sagoma della sua proiezione assonometrica obliqua in scala 1:1 ove il punto di vista improprio ha la direzione dei raggi del sole in quello stesso momento e il piano di proiezione coincide con il terreno.
Il basamento esagonale costituisce anche il perimetro dell'ombra e la sagoma dell'assonometria del cubo di 50 cm di lato posizionato allineato al vertice dell'esagono con angolo retto a N-O e proiettato secondo una direzione simmetrica rispetto alla precedente.
2 I bordi della lastra in metacrilato arancione invece costituiscono il perimetro della proiezione assonometrica ortogonale in scala 1:1 dello stesso cubo sempre secondo la direzione dei raggi di luce e il piano di proiezione è quello al quale appartiene la lastra. Le scritte evidenziano tale aspetto infatti risultano in assonometria sulla lastra e parallele agli spigoli del cubo quando sono proiettate dal sole sulle tre facce in luce il 6 ottobre alle 11:30. Rispetto ad una assonometria canonica qui la successione è punto di vista, piano di proiezione, oggetto.
In realtà le due assonometrie così individuate non sono le proiezioni del solo cubo preso in considerazione, ma anche degli infiniti cubi ottenuti per traslazione lungo la direzione di proiezione. Il processo di solidificazione delle linee di costruzione dell'ombra consente di ridurre l'infinità dei cubi proiettabili all'unico poggiato a terra.
L'assonometria obliqua della meridiana rotta secondo la direzione di proiezione simmetrica rispetto a quella che genera il solido completo risulta avere l'asse z parallelo alla proiezione della direzione di proiezione restituendo così un'disegno di difficile lettura. Una prospettiva con il quadro perpendicolare a questa stessa direzione e punto di vista opportunamente posizionato fornisce un'immagine altrettanto ambigua, una sorta di prospettiva di un'assonometria. Questo è il motivo dell'illusione ottica che si ha guardando le installazioni secondo questo punto di vista e che ci fa apparire il solido come un parallelepipedo.
Le due proiezioni assonometriche individuate dal basamento e dalla lastra in metacrilato hanno perimetri costituiti da esalateri con i lati opposti tra di loro paralleli. Realizzando una merdiana rotta secondo diverse direzioni d'irraggiamento i due esalateri cambiano le proprie dimensioni in modo differente: la proiezione obliqua può allungarsi notevolmente all'alba e al tramonto specialmente in inverno o ridursi molto nelle ore centrali delle giornate estive, mentre i lati proiettati in quella ortogonale avranno necessariamente misure inferiori o al massimo uguali a quelle degli spigoli del cubo.
L'immagine assonometrica determinata da una direzione di proiezione corrispondente alla direzione dei raggi solari all'alba (come nel caso di due meridiane rotte su tre progettate per il progetto Ombre rosse) risulta essere particolarmente interessante: di fatto è un cubo in assonometria cavaliera infatti il piano XY è parallelo al piano di proiezione mentre il segmento unitario sull'asse Z è notevolmente più grande rispetto agli altri due che hanno la stessa identica dimensione.
La sua anomala configurazione ci rimanda al teorema fondamentale dell'assonometria, il teorema di Pohlke.
Il teorema di Pohlke afferma che una qualsiasi terna di segmenti di un piano aventi un estremo in comune e lunghezza arbitrarie può sempre considerarsi come la proiezione da un punto improprio di tre segmenti dello spazio tra loro perpendicolari di origine comune e di eguale lunghezza.
Detto in altre parole si afferma che è possibile costruire un'assonometria tracciando a caso x', y' e z' uscenti da un punto comune 0' e tre segmenti unitari 0'X', 0'Y' e 0'Z' scelti altrettanto arbitrariamente.
Per visualizzare il significato di tale teorema si può procedere disegnando su un piano tre segmenti orientati liberamente e di dimensioni diverse uscenti da un'origine comune 0'. Tali segmenti saranno quelli unitari 0'X', 0'Y' e 0'Z' dell'assonometria appena descritta.
Due dei tre segmenti possono essere allineati oppure uno può degenerare in un punto (in tale situazione si ottiene una proiezione identica a quella delle proiezioni ortogonali). Unico caso escluso è quello che prevede i tre segmenti allineati.
Operando per parallelismo è possibile rappresentare un cubo definito dai suoi spigoli e di lato pari al segmento unitario. A questo punto è interessante notare che se volessimo rendere le facce opache potremmo ottenere due possibili soluzioni. Ciò vuol dire che i tre segmenti rappresentati sono l'immagine di due terne di segmenti dello spazio tra loro perpendicolari di origine comune e di eguale lunghezza proiettate da due punti impropri differenti.
Procediamo ora estendendo i segmenti 0'X', 0'Y' e 0'Z' di una misura pari ai segmenti stessi. I segmenti così ottenuti, presi due a due, possono essere intesi come coppie di diametri coniugati di altrettante ellissi.
Applicando la costruzione dell'ellisse a partire da due suoi diametri coniugati possiamo disegnare le tre ellissi che possiamo immaginare come proiezione assonometrica di tre circonferenze di centro O, pari diametro e appartenenti a tre piani tra loro perpendicolari. Queste tre circonferenze possono essere immaginate come le sezioni di una sfera secondo i suddetti piani. L'ellisse che inviluppa queste tre ellissi sarà quindi la proiezione di questa sfera. Visualizzare la sfera consente di individuare nello spazio i segmenti unitari 0X, 0Y e 0Z.
Per individuare la direzione di proiezione e la sfera possiamo disegnare il cerchio di centro O' e diametro pari all'asse minore dell'ellisse d'inviluppo e ribaltarlo di 90° rispetto all'asse maggiore della stessa ellisse. Tracciamo poi le tangenti a questa circonferenza passanti per gli estremi dell'asse maggiore dell'ellisse. Possiamo proseguire la costruzione considerando una delle due direzioni.
Disegnata la sfera e ricostruite le tre circonferenze è possibile evidenziare nelle intersezione dei piani ai quali appartengono le circonferenze i tre segmenti unitari 0X, 0Y e 0Z tra loro perpendicolari di origine comune e di eguale lunghezza.
La rappresentazione assonometrica della sfera sul piano (l'ellisse d'inviluppo) coincide con l'ombra della stessa sfera in ragione di una direzione della luce parallela a quella della proiezione assonometrica e può essere immaginata come l'intersezione tra il piano di proiezione e un cilindro la cui base ha diametro pari a quello della sfera, centro in O e asse parallelo alla direzione di proiezione.
La posizione del centro della sfera rispetto alla retta di proiezione è stata scelta arbitrariamente, pertanto risulta evidente che l'ellisse è l'immagine delle infinite sfere di pari diametro il cui centro appartiene alla suddetta retta.
Utilizzando l'altra direzione di proiezione tangente alla circonferenza ribaltata di 90° è possibile individuare la sfera simmetrica rispetto a quella già rappresentata. Estendendo i cilindri proiettivi all'infinito nelle due direzione di proiezione e al di sotto del piano di proiezione ci rendiamo conto che l'ellisse rappresentata è la proiezione assonometrica di quattro infinità di sfere.
webgrafia
Internet Archive, Una verifica intuitiva del teorema di Pohlke
Fabrizio Gay, Elementare! (Pohlke): osservazioni sul teorema fondamentale dell’assonometria
https://library.oapen.org/bitstream/id/802d9ab4-d103-4b87-a42e-af000f6f5017/2503-2522_Gay.pdf
Giuseppe Maria Catalamo, Dal passato al futuro: una nuova dimostrazione del teorema fondamentale dell'assonometria
Si realizzano con la stampante 3D 2 cubi di pari dimensioni, ognuno dotato di un esile supporto che solleva il solido alla stessa altezza e nella stessa posizione dell'atro. Uno dei due cubi è costituito da un sottile telaio definito dai suoi spigoli.
I supporti sono assicurati ad un piano in legno adeguatamente dimensionato e collocato all'aperto in una posizione tale per cui la luce del sole investa i due solidi producendo le ombre più lunghe possibili. Sarà così possibile visualizzare l'ombra del cubo affiancata alla sua assonometria obliqua.
Sol Lewitt realizza numerose opere che hanno come soggetto il cubo rappresentato in assonometria. Nel 2001 produce una serie di 5 incisioni evidentemente connesse con il teorema di Pohlke: Distorted Cubes. Le singole immagini, di primo acchitto, sembrano essere dei generici prismi. Il titolo ci suggerisce invece che si tratta di cubi rappresentati in assonometria secondo punti di vista inusuali e deformanti.
webgrafia
Sol Lewitt catalogue raisonné
https://www.sollewittprints.org/artwork/lewitt-raisonne-2001-01/
MoMA.org
Le riflessioni sul teorema di Pohlke possono fornirci una possibile chiave di lettura sulla nota opera di Magriitte L'inganno delle immagini (Ceci n'est pas une pipe) del 1928-29.
Abbiamo chiarito che non esiste una corrispondenza biunivoca tra oggetto e immagine perché l'immagine assonometrica può corrispondere quantomeno a due infinità di oggetti. Pertanto, si potrebbe affermare che la pipa rappresentata dall'artista surrealista (come qualsiasi altro oggetto rappresentato in pittura) non è né una pipa reale, né l'immagine di una sola pipa, ma l'immagine di infinite pipe, da quella piccolissima a pochi centimetri dall'occhio a quella infinitamente grande posta a distanza siderale.
Per visualizzare in forma diretta l'enunciato del teorema di Pohlke è stata realizzata un'installazione nello spazio espositivo.
L'installazione è costituita delle ombre e allo stesso tempo dalle proiezioni assonometriche di due cubi di 40 cm di lato sospesi a circa 250 cm di altezza. Lo schema di base è stato realizzato calcolando l'ombra reale che i due solidi getterebbero sulla parete in precisi orari di specifici giorni dell'anno se non fosse presente il solaio di copertura. Gli esalateri così individuati chiariscono l'enunciato del teorema di Pohlke. Il riferimento ad Archimede è legato invece all'Occhio di Archimede, un sistema costituito da due fori un tempo esistenti nel tempio di Athena (cattedrale di Siracusa) che segnavano i 2 equinozi su una meridiana attribuito ad Archimede e così denominata. In questo caso non è la luce ad essere protagonista ma l'ombra.
L'Occhio di Archimede era costituito da due fori un tempo esistenti nel tempio di Athena (cattedrale di Siracusa) che segnavano i 2 equinozi su una meridiana attribuito ad Archimede e così denominata.
Numerosi sono gli edifici storici che possono essere considerati come vere e proprie meridiane. Lo studio di questi edifici è approfondito da una nuova disciplina l'archeoastronomia.
Il Pantheon è uno di questi edifici. L'oculo di circa nove metri che lo corona in alcuni specifici giorni dell'anno proietta la luce del sole in precisi punti dell'edificio. Ad esempio il 21 aprile (tradizionalmente il Natale di Roma) la luce solare ha un'inclinazione di 60° e investe interamente il grande portale d'ingresso.
Nel tempio egizio di Abu Simbel il 22 febbraio e il 22 ottobre per pochi minuti il sole "percorre" il lungo corridoio e illumina le statue di Amon, di Ra-Harakhti e del faraone Ramesse II.
Alcuni studiosi sostengono invece che a Siracusa, nel tempio di Athena oggi inglobato nella Cattedrale, Archimede realizzò due fori nei muri contrapposti a est e ovest tali che ai due equinozi, all'alba e al tramonto, un sottile fascio di luce attraversava l'intero edificio come sostiene Serafino Privitera: il raggio solare entrando per un foro dall’uno, ed uscendo dall’altro di ricontro segnava nel bel mezzo con un fascio di luce sfavillante, quasi linea infallibile, i due equinozi di primavera e d'autunno.
Bibliografia e webgrafia
Bibliografia
Emanuela Ughi e Noemi Aldebrandi a cura di, Le meridiane di Santa Maria Novella ovvero .Come un foro può misurare il tempo, Università degli Studi di Perugia.
Marina De Franceschini, Giuseppe Veneziano, L’uso simbolico della luce nell’architettura adrianea ed il “Bacio del Sole”.
Si ringrazia la Società Storia Patria di Siracusa per i seguenti documenti:
Serafino Privitera, Storie di Siracusa antica e moderna, Volume 2, Forni Editore, Bologna 1971
Serafino Privitera, L’antico tempio di Minerva oggi Il duomo di Siracusa, Tipografia la fenice di Musumeci, Catania 1863.
Giacomo Bonanni, Vincenzo Mirabella, Delle antiche Siracuse, Vol.II, (rist. anast. 1717) Arnaldo Forni Editore, Bologna 1987
Ottavio Garana, I Vescovi di Siracusa,( rist. anast. 1969), Emanuele Romeo Editore, 1994.
Webgrafia
https://www.didatticarte.it/Blog/?page_id
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