Che cosa significa essere umani in un’epoca di complessità e cambiamento? Come si può gestire lo sviluppo tecnologico? E quali sono i limiti da non superare nel momento in cui la tecnica viene utilizzata per interventi non più solamente esterni, ma anche interni all’uomo?
La città contemporanea è un luogo sempre più tecnologico, dove spesso le narrazioni cercano la sintesi tra l’alto e il basso, il singolare e il molteplice, il poco e il troppo, il mescolato e il distinto. È il luogo in cui si moltiplicano esperienze digitali di partecipazione dal basso, di condivisione di tempi e di beni, come potenziali spinte per una vita comunitaria autentica e conviviale.
Interpretare la scuola non come insieme di norme e funzioni, principalmente legate al sapere organizzate in un edificio, ma prima di tutto come una comunità che rappresenta un sistema sociale con numerose interconnesioni e funzioni.
Per superare il concetto, l’idea di aula/corridoio/atrio che popola l’immaginario collettivo degli spazi sociali deputati al contenimento, come la scuola, gli ospedali, le caserme, e approdare ad una visione “oltre la siepe”, verrà proposto un esempio concreto di innovazione: dalla scrittura del bando di gara alla progettazione esecutiva.
Le città sono le prime responsabili dei cambiamenti climatici, da cui dipendono molti dei comportamenti più distruttivi per il pianeta; d’altro canto, sono proprio le città a essere oggi il laboratorio possibile di ogni cambiamento ecologico. Per questo ragionare su di loro è non solo utile, ma ormai indispensabile.