Riti
Benedirò il Signore in ogni tempo!
Il Rito è l'insieme delle norme, prestabilite e vincolanti, che regola lo svolgimento di un’azione sacrale.
Ogni Rito deriva da una Tradizione antica, che risale ai primi secoli del Cristianesimo.
La Tradizione Ortodossa suddivide le proprie Ritualità a seconda delle zone nelle quali si sono sviluppate e sono essenzialmente individuati i Riti Ortodossi Orientali ed Occidentali.
Riti Ortodossi Orientali
Il Rito universalmente riconosciuto nella celebrazione della Divina Liturgia è il Rito di San Giovanni Crisòstomo, Arcivescovo di Costantinopoli - Nuova Roma.
Ad esso, però. si affiancano altri Riti, anche più antichi, in uso alle altre Chiese orientali, che racchiudono in ognuno gli insegnamenti derivati dagli Apostoli e dai Patriarchi ai quali riconducono la propria origine.
Tra questi Riti ricordiamo:
La Divina Liturgia di San Basilio Magno
La Divina Liturgia di San Marco (in uso presso le chiese copte, Alessandria d'Egitto, in Etiopia ed Eritrea)
Il Rito Siro - Antiocheno (in uso presso le Chiese del Medio Oriente)
Il Rito Caldeo (in uso presso le Chiese dell'attuale Iraq)
La Divina Liturgia di San Giacomo di Gerusalemme (anche denominata Anàfora dei Dodici Apostoli, forse il Rito più antico delle comunità Cristiane)
Riti Ortodossi Occidentali
I Riti considerati Ortodossi, in uso presso la Chiesa d'Occidente, sono quelli già in uso antecedentemente lo scisma del 1054 e si considerano derivanti dal Rito di San Gregorio Magno, primo Vescovo di Roma a riunire organicamente la ritualità latina in una forma omogenea nell'uso ecclesiastico.
La Divina Liturgia di San Gregorio Magno era fondamentalmente costituita da due Riti: uno Pontificale (riservato al Vescovo di Roma) ed uno dei cosiddetti "tituli" (utilizzato dalle parrocchie romane).
Questo secondo Rito ha visto l'affiancarsi di diversi altri Riti, derivati da esso, nei quali la Tradizione ha visto la fusione degli usi locali, senza snaturare né la composizione rituale, né la validità del Sacramento.
Tra questi Riti ricordiamo:
Divina Liturgia di San Pietro (in uso nell'area mediterranea continentale, che fonde il Canone Romano della consacrazione nella Divina Liturgia di San Giovanni Crisòstomo)
Divina Liturgia Gallicana (o Rito di Lione, in uso in Francia, ed estesa sino al nord Italia, di cui il Rito Ambrosiano ne è derivazione)
Divina Liturgia di Sàrum (antico nome di Salisbury, in Inghilterra, che successivamente alla Riforma Anglicana di Enrico VIII divenne il Rito principale della neonata Church of England)
Divina Liturgia di San Patrizio (in uso nei possedimenti romani dell'Irlanda)
Rito di Stowe (detta Liturgia Britànoromana prima fusione rituale fra tradizioni latina e celtica, che diede origine al Rito di Sarum)
Rito Ortodosso Orientale
Rito Ortodosso Occidentale
QUALI RITI SEGUIAMO ?
I Riti ufficiali della nostra Chiesa sono rispettivamente:
Per la Tradizione Orientale
La Divina Liturgia di San Giacomo di Gerusalemme
(in lingua italiana)
Per la Tradizione Occidentale
La Divina Liturgia di San Gregorio Magno
(in lingua latina o italiana)
E' comunque data facoltà al nostro Clero, previa autorizzazione dell'Ordinario locale, di celebrare secondo i Riti Ortodossi (orientali o occidentali) a seconda delle consuetudini dei singoli luoghi.
Tutti le altre Celebrazioni della Chiesa, esterne alla Divina Liturgia (Confessione, Artoclasìa, Battesimo, Matrimonio, Esorcismo, Esequie, Benedizione della Casa e delle Persone, ecc.) seguono le Ritualità proprie della Chiesa d'Oriente.
Avvertenza Importante!
Ogni Rito assume una connotazione a sé stante e l'uso dei paramenti sacri deve rispondere alla tipologia di Rito celebrato.
Quindi, sostanzialmente, il paramento utilizzato è connotazione peculiare della celebrazione.
Vi sono, purtroppo, molti sacerdoti e vescovi improvvisati che identificano nel termine "Ortodosso" l'uso più o meno folkloristico di paramenti di foggia orientale.
Tali pseudo ministri di culto, perché il più delle volte nemmeno le loro consacrazioni sono valide (vedi i requisiti di validità e legittimità), si presentano con titoli altisonanti, secolari, nobiliari ed ecclesiastici, i quali, oltre a creare di sana pianta dei Riti che vengono di volta in volta addomesticati alla circostanza, inducono in errore i Fedeli, che si trovano ad assistere a poco più che una rappresentazione teatrale, che di sacro offre ben poco.
A tali celebrazioni (invalide), si aggiunga la celebrazione pubblica di momenti (non definibili riti) che rasentano la vera e propria blasfemìa.