"Mirella" Clotilde Fiore Pastorino

BIOGRAFIA ARTISTICA

"Clotilde Fiore in arte "Mirella" nasce a Mèlito di Porto Salvo nel 1936; nel 1951 si trasferisce a Varazze con la famiglia e terminata la scuola si inoltra nel mondo del lavoro e dell'arte.

1953 Inizia la sua carriera artistica frequentando la scuola di Annamaria Ravano ( nipote di Dario Ravano ) apprendendo i rudimenti della pittura per circa un anno.

1954 Annamaria Ravano indica Mirella come apprendista alla fabbrica di Lina Poggi in via Isola di Albissola Marina dove accresce il suo bagaglio artistico, per circa due mesi, decorando vasi in MAT con figurine in rilievo.

1954 Annamaria Ravano visto le spiccate doti artistiche nella pittura, consiglia nuovamente Mirella, presentandola, a Tullio Mazzotti nella sua Fabbrica Mazzotti ( in quel periodo simpaticamente e goliardicamente Tullio la presentava come la sua fidanzata ), sua e di suo fratello Torido rimanendovi per quattro anni. In quel periodo Mirella influenza il suo stile conoscendo artisti del calibro di Romeo Bevilacqua, Bruna Cazzulini ( che faceva Antico Savona ), Lucio Fontana, Guglielmo Bozzano ( noto il suo stile agreste ) e altri che frequentavano la fornace in quel periodo. Rimane da Mazzotti per 4 anni.

1959 Nel frattempo, la ditta di famiglia "Mazzotti Giuseppe", fondata da "Bausin" padre di Tullio, cessa l'attività a seguito della divisione occorsa fra i fratelli Mazzotti ( Tullio e Torido ), che decidono di proseguire separatamente la produzione di ceramiche, Mirella in questo periodo rimane a Varazze per un anno.

1960 Nel '60 Mirella su consiglio di alcune sue amiche pittrici (Gina, Lorenza e altre) viene chiamata a lavorare da "Ivos" Pacino Pacetti per una  commessa di un pozzo nei giardini di Celle, pozzo dalla forma esagonale con piastrelle in basso rilievo con fiori a colori ( piastrelle ora sostituite da opere di Luzzati ) , lavoro a cui ha dedicato un’intera estate. Al termine del lavoro, Ivos notando la sua particolare bravura e maestria nel dipingere, decide di tenerla con sé. Mirella rimarrà con lui per 4 anni. Nella fabbrica di Ivos Pacetti, Mirella ebbe modo di conoscere altri artisti come Giuseppe Capogrossi, Antonio Sabatelli, Vicenzo Vollaro,  Lino Berzoini  ( con cui collaborava nella stesura di lustri nelle sue sculture ), Collina, Rita Damiano ( allieva di Raimondi ) e altri. In quel periodo con la conoscenza del titolare del caffè Roma di Alassio ebbe modo di eseguire la decorazione delle piastrelle poste sul notissimo Muretto.

1963 In quest’anno l’amica Maria Moliardo ( Già rinomata pittrice alla Fenice di Dalio) consiglia a Dalio di acquisire la pittrice consolidata Mirella. Già dai primi lavori Dalio si appassiona al suo modo di dipingere tanto da dedicargli una parte della sua produzione. In quel contesto familiare Mirella ha avuto modo di venire a conoscenza di Giacomo Raimondi periodo in cui lui fece la Madonnina alla Torre del Brandale, accrescendo il suo stile . Sempre in quel primo periodo viene anche a conoscenza di Luigi Valerisce abile e rinomato scultore Cuneese che nel frattempo aveva preso Albisola come paese di adozione artistica.

1967 Siamo alla fine del '67 quando Mirella tramite la sorella pittrice Marisa Fiore ( che dalla fabbrica di Ivos passa a quella di Pastorino ) fa la conoscenza di Mario Pastorino, in quel periodo diventerà prima sua fidanzata e poi moglie. Malinconica di lasciare la fabbrica di Dalio, Mirella passa un periodo di transizione lavorando per entrambe le fabbriche ( Fenice e Pastorino ).

1968 In quest’anno la felice attesa del primogenito Dario.( In questo primo periodo Mirella aiuta Mario per sviluppare i primi campioni a mano delle lattiere Lavazza) Il 24-06-68 si unisce in matrimonio con il compagno di vita e lavoro  Mario Pastorino.

1969 Alla fine del '69, dopo la nascita di Dario, Mirella prende la difficile decisione di lasciare la Fenice per iniziare la sua florida e splendida carriera di pittrice presso la ditta del Marito e compagno di vita Mario Pastorino nell’omonima fabbrica "Ceramiche Pastorino". Nel frattempo Mirella invita Luigi Valerisce a lavorare nella sua fabbrica. Sempre in quel periodo Valerisce fa conoscere la moglie di Bertagnin ( figlia di Arturo Martini ) che frequenterà la fabbrica per un breve periodo.

1969 – 1998 in questi anni di sodalizio con il marito Pastorino, Mirella ha modo di realizzare tantissime opere per clienti italiani ed esteri, ( Santagata olio GE, Don Vito restaurant Montreal Canada, Sceicco Abdul OMAN, Pannello comunale di Recco e tantissime altre produzioni di piatti, pannelli, vasi per clienti privati e istituzioni.) In quest’anno tramite l’ing. Peluffo, "A Campanassa" affida a Mirella l’onore di dipingere il famoso vaso del Confuoco di Savona, un' opera memorabile a conclusione di una stupenda carriera artistica. A fine del '98 Mirella Fiore e Mario Pastorino decidono a malincuore di chiudere la fabbrica ( visto l’età della pensione ) anche se si dedicheranno con passione in maniera minore alla produzione di ceramiche.


Oggi Mirella si dedica, con passione e amore verso la pittura, alla creazione artistica di tele a tema floreale e paesaggistico dove dall'esperienza ceramica e la pittura multistile si fondono in un concentrato di spontaneità e originalità."

(Paolo Pastorino)

 

Mirella Fiore ha dedicato tutto la sua vita all’arte sia come ceramista sia come pittrice, sia come collaboratrice del ceramista Mario Pastorino, fin dal 1963 anno dell’apertura della manifattura "Pastorino Ceramiche" con sede in Albisola Capo in corso Mazzini e successivamente trasferitasi in corso Ferrari 133. La sua carriera artistica inizia frequentando la scuola di Annamaria Ravano, nipote di Dario Ravano. Nel 1953 apprende i rudimenti della pittura sperimentando le tecniche classiche di quegli anni dove gli stili Antico Savona, levantino erano i più seguiti. Passa, poi, presso la fabbrica di Lina Poggi e, successivamente, a quella dei Mazzotti. Da Ivos Pacetti incontra, anche, grandi artisti (Lam, Fontana, Fabbri, Scanavino, Sassu, Capogrossi, Sabatelli, Berzoini, Collina, Jorn). Tante esperienze fino ad invitare Luigi Valerisce a lavorare presso la manifattura “Pastorino”: Ha fatto creazioni per tanti clienti italiani (Lavazza) ed esteri fino al 1998 quando ha realizzato il tradizionale Vaso del Confuoco, richiestole dalla “A Campanassa”. Con la morte del marito e compagno di lavoro Mario Pastorino, la Fiore abbandona pur se parzialmente, la produzione della ceramica d'arte, per dedicarsi alla pittura ad olio, creando opere tra l'immaginario e l'espressionismo moderno dove il pennello è il mezzo con cui esprimere le emozioni di una vita. Ceramiche e maioliche importanti decorate con sapienza e capacità tecnica raffinata dalla Fiore che è riuscita a dare una sempre rinnovata immagine agli stili più antichi del bianco/blu tipico delle nostre ceramiche e non solo. Come pittrice, invece, adopera un arcobaleno di colori che mettono, anche, in risalto il suo carattere spumeggiante, il suo desiderio di dialogare col Bello della natura che ci circonda.

(Silvia Bottaro)