I cento passi

La colonna sonora


  • Giovanni Sollima – Aria di Aquilarco e Lamentu
  • Arvo Pärt – Silouan’s Song
  • John Williams – Aeolian Suite for Guitar and Small Orchestra
  • Gustav Mahler – Sinfonia n°2 in do minore
  • Quintette du Hot Club de France – Minor Swing
  • Domenico Modugno – Nel blu dipinto di blu
  • Sweet – Ballroom Blitz
  • Leonard Cohen – Suzanne
  • India/Traditional – Morning Praise

Modena City Ramblers – I cento passi (TESTO E VIDEO)

Canzone ispirata alla vicenda di Impastato, ha contribuito a rendere ancora più popolare il film di Marco Tullio Giordana: il gruppo modenese narra la storia del giovane siciliano che si ribellò alla mafia inserendo nel brano alcune battute del film pronunciate da Luigi Lo Cascio tra le quali anche quelle della celebre scena in cui Impastato fa notare a suo fratello che sono soltanto cento i passi che li separano dalla casa del loro nemico, il boss Badalamenti.

Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio…

Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..

Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato…

Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un’ideale ti porterà dolore…

“Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura

contando cento passi lungo la tua strada

Allora… 1,2,3,4,5,10,100 passi! 1,2,3,4,5,10,100 passi!



I cento passi è un film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia.

Il giovane Peppino Impastato vive cercando di sfuggire all'inesorabile legame con l'ambiente mafioso che il padre Luigi, un po' per inerzia, un po' perché ha una famiglia da proteggere e due figli da crescere, non ha la forza di rompere. Anche di fronte alla vulnerabilità sua e della propria famiglia, Peppino, animato da uno spirito civico irrefrenabile, non esita, con l'involontaria complicità del fratello Giovanni, ad attaccare il boss Gaetano Badalamenti, "don Tano", e a denunciarne pubblicamente le malefatte.

Il percorso "controcorrente" di Peppino nasce quando, da bambino, vede scorrere davanti a sé gli albori della lotta politica contro la mafia e il potere a essa colluso, lotta a cui poi prenderà attivamente parte diventato prima adolescente e poi adulto. Dopo la morte violenta dello zio capomafia don Cesare Manzella, saltato in aria su un'Alfa Romeo Giulietta all'interno della quale era stato messo un ordigno esplosivo, l'incontro con il pittore comunista Stefano Venuti, il rifiuto del padre biologico e della famiglia intesa in senso mafioso e il formarsi con il pittore idealista, suo vero "padre etico", sono i punti di svolta della vita di Peppino, che lo segneranno per il resto della sua esistenza.

Successivamente il giovane Impastato scrive articoli, uno dei quali è intitolato La mafia è una montagna di merda, che lo rendono malvisto agli occhi della criminalità. Peppino apre poi Radio Aut, emittente dai microfoni della quale attacca e prende in giro la mafia, in particolare Badalamenti, e denuncia i suoi atti criminali. Candidatosi alle elezioni comunali per il partito Democrazia Proletaria, la sua frase «noi comunisti perdiamo perché ci piace perdere», pronunciata durante un comizio, sembra quasi un preludio alla sua tragica morte avvenuta, durante la campagna elettorale ancora in corso, con un attentato realizzato in modo da far credere che fosse un suicidio. Ormai Peppino era diventato troppo scomodo per i mafiosi e nemmeno il padre, morto in un oscuro incidente, lo può più proteggere da don Tano.

Xue Xia