Gli anni di piombo identificano in Italia un periodo storico compreso tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni ottanta del XX secolo, in cui si verificò un'estremizzazione della dialettica politica che produsse violenze di piazza, lotta armata e terrorismo.
L'arco di tempo del periodo così chiamato non è perfettamente definito. Si considera solitamente dalla fine degli anni sessanta all'inizio degli anni ottanta, anche se gli anni considerati di inizio e fine possono variare in funzione delle convinzioni politiche dello storico. L'inizio è talvolta individuato con la cosiddetta contestazione del Sessantotto, talaltra con la strage di piazza Fontana.
Il primo caso di scontro violento del movimento del Sessantotto contro le forze dell'ordine si ebbe a Roma il 1º marzo 1968 durante la battaglia di Valle Giulia; esso fu il primo scontro in cui gli studenti in lotta non arretrarono ma fronteggiarono le forze di polizia. Il primo morto degli anni di piombo è spesso considerato l'agente di Polizia Antonio Annarumma, ucciso il 19 novembre 1969 a Milano, mentre il primo atto della strategia della tensione che caratterizzò quegli anni fu la strage di piazza Fontana, avvenuta a Milano il 12 dicembre 1969, non considerando le bombe del 25 aprile di quell'anno a Milano, che non causarono morti.
Il periodo è caratterizzato dalle imprese di alcune organizzazioni extraparlamentari di sinistra, come Lotta Continua, il Movimento Studentesco o altre attive negli anni settanta; altre organizzazioni terroristiche di estrema sinistra come Prima Linea e le Brigate Rosse e altre attive al di fuori dell'Italia come la Rote Armee Fraktion (RAF) in Germania Ovest. In quel periodo operarono tuttavia anche alcuni gruppi di destra, come i NAR, Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e Terza Posizione, che si contrapponevano a quelli di estrema sinistra nella lotta politica.
Il periodo si caratterizza soprattutto per diverse stragi che apparvero insensate e talvolta senza colpevoli: riguardo ad alcune di esse non vi è tuttora certezza sugli esecutori, e in nessun caso risultano noti i nomi di eventuali mandanti. Tra il 1968 e il 1974 in Italia furono compiuti 140 attentati, tra i quali: