La storia del Santuario di Pompei è la storia di un sogno che ha coinvolto migliaia di credenti. Bartolo Longo s’impegno a raccogliere fondi per la costruzione della Basilica, che fu eretta grazie alle donazioni provenienti da tutto il mondo. La costruzione iniziò l’8 maggio del 1876 sotto la direzione di Antonio Cua, che offrì gratuitamente la sua opera per avviare i lavori del Santuario. Nel corso dei secoli è stato necessario ampliare il Santuario, perché la struttura originale non riusciva più a contenere i numerosissimi fedeli che si recavano a venerare il quadro della Vergine. Oggi la Basilica ha l’aspetto ideato dal sacerdote architetto Monsignor Spirito Maria Chiapetta, con tre navate. Le due minori hanno tre altari per ogni lato, e si congiungono dietro l’abside, dove si trovano quattro cappelle semicircolari. Nonostante i lavori, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, giorni in cui si svolge la Supplica alla Madonna di Pompei, la Basilica non riesce a contenere i pellegrini che arrivano da tutto il mondo per assistere a questa importante preghiera.
Il Foro di Pompei
Il Foro che si trova negli scavi archeologici di Pompei è stato il centro economico, politico e religioso della città. Il Foro era il luogo in cui si svolgevano i dibattiti pubblici e le manifestazioni religiose: era il vero cuore della città.In origine era costituito da un’area non molto grande, in cui c’erano poche botteghe che esponevano la loro merce. Durante il secondo secolo A.C. i pompeiani decisero di dare al Foro una struttura più consona alla carica che ricopriva. L’area fu ampliata, si realizzarono coperture per le botteghe, portici per proteggere il passeggio dalla pioggia e furono costruiti importanti edifici pubblici lungo i lati della piazza. L’opera di abbellimento del Foro di Pompei fu completata con la sostituzione dell’antica pavimentazione in tufo con una più bella, in marmo travertino, i cui resti sono visibili ancora oggi. Una volta giunti al centro della piazza, lo sguardo viene attirato dai resti del Tempio di Apollo, l’antico luogo religioso più importante e antico della Pompei che fu. Le statue delle divinità che furono trovate nei dintorni del Tempio di Apollo, sono state trasferite al Museo Archeologico di Napoli.
L'Anfiteatro
L’Anfiteatro che si trova alla fine della Via dell’Abbondanza, negli scavi archeologici di Pompei, è la più antica costruzione in pietra del suo genere che sia mai stata scoperta.La sua costruzione, infatti, risale all’80 a.C., mentre il primo Anfiteatro di Roma, quello di Statilio Tauro, fu eretto nel 29 a.C. Una particolarità dell’Anfiteatro ritrovato negli scavi di Pompei è che la struttura non aveva alcun sotterraneo sotto il piano dell’arena, come invece hanno le stesse costruzioni dell’età imperiale. Nella parte superioredell’Anfiteatro sono visibili i larghi fori utilizzati per puntellare la copertura dell’arena, per proteggere gli spettatori sia dal sole battente, che dal vento e pioggia. In questo modo gli spettacoli sempre.
La Villa dei Misteri
La Villa dei Misteri di Pompei è un’antica casa romana, posta leggermente fuori dalla città e dagli scavi archeologici. Anche in questo caso non è possibile accertare a chi appartenesse la grande costruzione, ma alcuni ritrovamenti fanno intendere che i proprietari dovessero essere ricchi patrizi romani. Alcuni sostengono che la Villa appartenesse a Livia, la moglie dell’Imperatore Augusto, di cui è stata trovata una statua tra le rovine. La Villa dei Misteri deve il suo nome ad una serie di dipinti scoperti in una camera dell’abitazione, e della quale si cerca di stabilire ancora oggi il significato. Tutte le correnti di pensiero sono concordi nell’affermare che gli affreschi rappresentino una giovane donna che viene iniziata ad un culto.
Cave Canem
Forse lo avete visto all’ingresso di qualche villa, da qualche parte in Italia o nel mondo. Il cave canem (attenti al cane in latino) è uno dei mosaici più famosi del mondo e si trova proprio qui, nella Casa del Poeta Tragico.Dopo anni di incuria è stato da poco restaurato e portato al suo antico splendore, con una protezione che lo mette al riparo da pioggia e vento ma non ne impedisce la visione. La Casa del Poeta Tragico è una tipica casa ad atrio e prende il nome da un mosaico che si trova al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fu questa la casa, allora appena scavata (1824-1825), che servì da modello per descrivere la la dimora di Glaukos nel romanzo di E. Bulwer-Lytton, Gli ultimi giorni di Pompei (1834).
Casa del Fauno
Il proprietario della “Casa del Fauno” che si trova all’interno degli scavi archeologici di Pompei sarà sicuramente stato una delle personalità più invidiate della città. I ritrovamenti della casa fanno pensare ad un complesso enorme, con stanze, ambienti e aree dedicate alle attività più diverse. Dai reperti non è stato possibile risalire all’identità del proprietario della struttura, che viene identificata come “Casa del Fauno” per la statuetta in bronzo del fauno danzante, che era posta al centro di una delle sale principali. La “Casa del Fauno” era una sorta di moderno residence, all’interno del quale c’era anche una specie di centro commerciale.