"FAI DELLA TUA VITA UN SOGNO E DI UN SOGNO UNA REALTA'" - A. Saint - Exupery -

At Work - Picasso (1971)

Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi invece! 

Mi capita spesso di avere di fronte volti di adolescenti spenti, che non conoscono il loro desiderio, che vengono a scuola per svolgere un compito, un dovere spesso deciso da altri, come fossero già adulti mancati. La serata partirà da un quadro di Picasso: At work. 

Il quadro fu dipinto da Picasso all’età di 83 anni, due anni prima della morte e nonostante questo è un’esplosione di colori 

forti, di sostanza, che disfa la forma, di vita più forte del tempo. Ho letto in questo quadro la necessità per l’artista di cercare ogni giorno di realizzare il proprio desiderio, di vivere e di non sopravvivere. Mi ricorda un verso di una bella poesia di Madre Teresa: “Fino a quando sei viva, sentiti viva.”


Partiremo da Picasso e attraverso la lettura di Ulisse nell’inferno della Divina commedia, le

Lettere luterane di Pasolini, brani musicali scelti, metteremo i ragazzi di fronte alla riflessione

sul desiderio di fare della propria vita un sogno.


Discutiamo del tema con Romina D'Amico accompagnata dagli Acusticamente.

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Lettere Lutarane, I giovani infelici

P.P Pasolini, 1922-1975 (aggiunte al testo alcune parti esplicative)

 

Ti faccio un piccolo elenco dei tipi di tuoi coetanei che ti descriverò in questa sezione della nostra «Pedagogia». Ti descriverò prima i ragazzi che si possono approssimativamente chiamare «obbedienti» (sappi che il fatto che qualche volta si atteggino a contestatori, ribelli, estremisti ecc. non ha alcuna importanza, sono comunque obbedienti alla moda, ai modelli proposti, alla società del momento). Poi ti descriverò i ragazzi che si possono approssimativamente chiamare «disobbedienti», cioè i pochi veri estremisti sopravvissuti, i disadattati, i devianti.

Partiamo con gli obbedienti: quale è la loro funzione pedagogica nei tuoi riguardi? Che cosa ti insegnano col semplice loro essere e comportarsi?

Essi ti insegnano: primo, la rinuncia: rinuncia, resa assoluta, abitudinaria, e quotidiana dalla mancanza di vitalità, che in essi è un dato di fatto reale, fisico, e che in altri (come in te), può essere una tentazione. È vero che come dice un mio amico napoletano - un ragazzetto che ricorda i proverbi dei vecchi — «il mondo è dei bravi, e i coglioni se lo godono». È una delle più grandi verità che le mie orecchie abbiano mai ascoltato.

Tuttavia, io, vecchio borghese razionalista e idealista, cioè «bravo», continuo sempre a detestare con tutte le mie forze lo spirito di rinuncia, la mancanza di vita, che è solo ansia di integrazione e qualunquismo.

Non temere di essere ridicolo Gennariello: non rinunciare a niente.

Lascia che i coglioni si godano il mondo, e invidia pure come me, struggentemente, per tutta la vita, la loro felicità.

La seconda cosa che i tuoi coetanei obbedienti ti insegnano è una certa obbligatoria tendenza all'infelicità. Tutti i giovani di oggi - tuoi coetanei - hanno l'imperdonabile colpa di essere infelici. A quanto pare, non ci sono più cojoni.

Tutti sono bravi.

E dunque tutti hanno la loro brava faccia infelice. Essere bravi è il primo comandamento del potere dei consumi (nel cui universo mentale e di comportamento tu, povero Gennariello, sei nato). Ci propongono una felicità che si ottiene con il possesso, con l’acquisto, con la posizione sociale. Il risultato è che la felicità che gli obbedienti propongono è tutta completamente falsa; e invece si diffonde sempre di più una immediata infelicità.

Non lasciarti tentare dai campioni dell'infelicità, di bronci scontrosi, della serietà ignorante. Sii allegro.

La terza cosa che ti viene insegnata è la retorica della bruttezza. Mi spiego. Da alcuni anni i giovani, i ragazzi fanno di tutto per apparire brutti. Si conciano in modo orribile. Chi trionfa in tutta questa follia sono coloro che sono divenuti i campioni della moda e del comportamento. Ho imperversato un po' contro questi obbedienti, col rischio di apparire un po' vile e razzista: di creare cioè una categoria di persone da proporre alla condanna. No. Tra gli obbedienti ci sono esseri adorabili per lo meno come te, Gennariello che sei cosi vistosamente destinato alla vita e alla disobbedienza.

Gli obbedienti non hanno certo gioventù splendenti: ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece, Gennariello. 

Come il Sole all'improvviso

Zucchero (1986


Nel mondo

Io camminerò

Tanto che poi i piedi mi faranno male

Io camminerò

Un'altra volta

E a tutti domanderò

Finché risposte non ce ne saranno più

Io domanderò

Un'altra volta

Amerò in modo che il mio cuore

Mi farà tanto male che

Male che come il sole all'improvviso

Scoppierà, scoppierà

Nel mondo

Io lavorerò

Tanto che poi le mani mi faranno male

Io lavorerò

Un'altra volta

Amerò in modo che il mio cuore

Mi farà tanto male che

Tanto che come il sole all'improvviso

Scoppierà, scoppierà

E nel mondo tutti io guarderò

Tanto che poi gli occhi mi faranno male

Ancora guarderò

Un'altra volta

E amerò in modo che il mio cuore

Mi farà tanto male che

Male che come il sole all'improvviso

Scoppierà, scoppierà

Nel mondo

Io non amerò

Tanto che poi

Il cuore non mi farà male



Always with me, always with you

Joe Satriani, (1956)

Somewhere over the raimbow

Harold Arlen  (1905-1986

Somewhere over the rainbow

Way up high

And the dreams that you dream of

Once in a lullaby, oh

Somewhere over the rainbow

Bluebirds fly

And the dreams that you dream of

Dreams really do come true-ooh-ooh

Someday I'll wish upon a star

Wake up where the clouds are far behind me

Where trouble melts like lemon drops

High above the chimney tops that's where

You'll find me, oh

Somewhere over the rainbow

Bluebirds fly

And the dream that you dare to

Oh why, oh why can't I


Don Chisciotte - Capitolo VIII

Miguel de Cervantes, (1547-1616)


La fortuna guida i nostri affari meglio di quanto avremmo potuto desiderare.

Guarda, amico Sancho, ecco là una trentina, o poco più, di giganti smisurati, con cui

mi propongo di venire a battaglia e di ucciderli tutti. Con le loro spoglie cominceremo

ad arricchirci, perché è buona guerra e perfetto servizio di Dio il levar al mondo così

cattiva semenza.

Che giganti?

Quelli là! Con le braccia lunghe! Alle volte alcuni le hanno quasi di due leghe!

Badi bene sa, che quelli là non sono giganti, ma mulini a vento. E quelle che

paion braccia, son le ali, che mosse dal vento, fanno andare la macina.

Si vede bene che d’avventure non te ne intendi: quelli là son giganti, caro mio; e

se hai paura, allontanati e mettiti a pregare, mentre io vo a ingaggiare con loro una

fiera e inegual tenzone.

Così’ dicendo Don Chisciotte si raccomandò di tutto cuore alla sua dama

Dulcinea, chiedendole che lo soccorresse in tal frangente. Mise Ronzinante al

galoppo, si precipitò contro il primo mulino che gli stava davanti e gli infilò un’ala. Ma

in quel mentre il vento la fece girare con tanta violenza che mandò la lancia in mille

pezzi e si portò dietro cavallo e cavaliere.

Dio santissimo! Non gliel’ho detto che badasse bene a quel che faceva? Non eran

mulini a vento! E bisognava proprio averne degli altri in testa per non

accorgersene…

Sta zitto, amico Sancio, che le faccende di guerra, più che le altre, vanno

soggette a continui mutamenti; tanto più che io penso che deve esser così: cioè che

quel mago Frestone, che mi rubò la stanza e i libri, ha cangiato questi giganti in

mulini a vento per togliermi la gloria di vincerli.

E così voglia Iddio nella sua onnipotenza!

E così, parlando dell’avventura, continuarono la strada di Porto Lapice; perché lì,

diceva Don Chisciotte, non era possibile che non si dovessero trovare molte e

svariate avventure.

Tieni sempre presente

Madre Teresa di Calcultta, (1910-1997)

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.

Dietro ogni successo c’è unaltra delusione.

Fino a quando sei vivo, sentiti vivo.

Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.

Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.

Fai in modo che invece di compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.

Quando non potrai camminare, usa il bastone.

Però non fermarti mai.

Generale

De Gregori  (1978

Generale, dietro la collina

Ci sta la notte buia e assassina,

E in mezzo al prato c'è una contadina,

Curva sul tramonto sembra una bambina,

Di cinquant'anni e di cinque figli,

Venuti al mondo come conigli,

Partiti al mondo come soldati

E non ancora tornati.

Generale, dietro la stazione

Lo vedi il treno che portava al sole,

Non fa più fermate neanche per pisciare,

Si va dritti a casa senza più pensare,

Che la guerra è bella anche se fa male,

Che torneremo ancora a cantare

E a farci fare l'amore, l'amore delle infermiere.

Generale, la guerra è finita,

Il nemico è scappato, è vinto, è battuto,

Dietro la collina non c'è più nessuno,

Solo aghi di pino e silenzio e funghi

Buoni da mangiare, buoni da seccare,

Da farci il sugo quando viene Natale,

Quando i bambini piangono

E a dormire non ci vogliono andare.

Generale, queste cinque stelle,

Queste cinque lacrime sulla mia pelle

Che senso hanno dentro al rumore di questo treno,

Che è mezzo vuoto e mezzo pieno

E va veloce verso il ritorno,

Tra due minuti è quasi giorno,

è quasi casa, è quasi amore.