Parole letterarie

Il canto di Ulisse, Se questo è un uomo, Primo Levi


… Il canto di Ulisse. Chissà come e perché mi è venuto in mente: ma non abbiamo tempo di

scegliere, quest’ora già non è più un’ora. Se Jean è intelligente capirà. Capirà: oggi mi sento

da tanto. Chi è Dante. Che cosa è la Commedia. Quale sensazione curiosa di novità si

prova, se si cerca di spiegare in breve che cos’ è la Divina Commedia. Jean è attentissimo,

ed io comincio lento e accurato:

Lo maggior corno de la fiamma antica

cominciò a crollarsi mormorando,

pur come quella cui vento affatica;

indi la cima qua e là menando,

come fosse la lingua che parlasse,

gittò voce di fuori e disse: "Quando…

Qui mi fermo e cerco di tradurre. Disastroso: povero Dante e povero francese!

E dopo “Quando”? Il nulla. Un buco nella memoria. “prima che sì Enea la nomasse”. Altro

buco. Viene a galla qualche frammento non utilizzabile, ma sarà poi esatto?

Ma misi me per l’alto mare aperto.

Di questo sì, di questo sono sicuro, sono in grado di spiegare a Pikolo perché “misi me” non

è “je me mis”, è molto più forte e più audace, è un vincolo infranto, è scagliare se stessi al di

là di una barriera, noi conosciamo bene questo impulso.

L’alto mare aperto: Pikolo ha viaggiato per mare e sa cosa vuol dire: è quando l’orizzonte si

chiude su se stesso, libero, dritto e semplice, e non c’è ormai che odore di mare: dolci cose

ferocemente lontane.

Mare aperto”, “mare aperto”. So che rima con “diserto”: “...quella compagna picciola dalla

quale non fui diserto”, ma non ricordo più se viene prima o dopo. E anche il viaggio, il

temerario viaggio al di là delle colonne d’Ercole, che tristezza, sono costretto a raccontarlo in

prosa: un sacrilegio. Non ho salvato che un verso, ma vale la pena di fermarcisi:

...Acciò che l’uom più oltre non si metta.

Si metta”: dovevo venire in Lager per accorgermi che è la stessa espressione di prima “e

misi me”. Quante altre cose ci sarebbero da dire, e il sole è già alto, mezzogiorno è vicino.

Ho fretta, una fretta furibonda.

Ecco, attento Pikolo, apri gli occhi e la mente, ho bisogno che tu capisca:

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza.

Come se anch’io lo sentissi per la prima volta: come uno squillo di tromba, come la voce di

Dio. Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono.

Pikolo mi prega di ripetere. Come è buono Pikolo, si è accorto che mi sta facendo del bene.

O forse è qualcosa di più: forse, nonostante la traduzione scialba e il commento pedestre e

frettoloso, ha ricevuto il messaggio, ha sentito che lo riguarda, che riguarda tutti gli uomini in

travaglio, e noi in ispecie; e che riguarda noi due, che osiamo ragionare di queste cose con

le stanghe della zuppa sulle spalle.