Olivier Messiaen

Olivier Messiaen nacque ad Avignone nel 1908. Talento precocissimo, crebbe in una famiglia colta. Durante la Prima Guerra Mondiale visse nei pressi di Grenoble con la madre e dopo la guerra la famiglia si trasferì a Nantes. In questo periodo cominciò a studiare pianoforte e si interessò alle opere dei grandi compositori francesi a lui contemporanei come Claude Debussy e Maurice Ravel. Soprattutto Debussy fu per Messiaen una vera e propria folgorazione quando poté toccare con mano la partitura del “Pelléas et Mélisande”.

Olivier Messiaen a la Sainte-Trinité di Parigi

Nel 1919 la famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Parigi dove il padre ottenne un impiego da insegnante, e in quell’anno il giovane Olivier entrò al conservatorio cittadino dove poté frequentare i corsi di Paul Dukas, Marcel Dupré, Charles-Marie Widor e Maurice Emmanuel ottenendo particolari successi accademici. Studiò pianoforte, composizione e organo e cominciò già in quel periodo ad interessarsi alla musica antica e a quella extraeuropea.

L’organo fu per Messiaen uno strumento privilegiato che cominciò a coltivare nel 1927 e in poco tempo divenne abile a tal punto da ricoprire già dal 1929 il ruolo di organista alla chiesa della Sainte-Trinité a Parigi, ruolo che divenne stabile nel 1931 e che mantenne per tutta la vita con molta devozione, per via anche della sua autentica fede nel cattolicesimo che lo accompagnerà e lo influenzerà sempre durante la carriera di compositore. A questo periodo risale “L’Ascension” in quattro parti per organo solo che anni più tardi rivedrà per farne una versione orchestrale. Nel 1932 sposò Louise Justine Delbos, violinista e compositrice dalla quale avrà un figlio, e che purtroppo vivrà un destino tragico; operata per un tumore al cervello dovette poi trascorrere i restanti anni della vita in un ospedale psichiatrico.

In contrapposizione con le tendenze musicali e culturali francesi dell’epoca, nel 1936 fondò con André Jolivet, Jean-Yves Daniel-Lesur e Yves Baudrier il movimento La Jeune France, il quale manifesto prendeva le distanze dalla frivolezza della corrente neoclassica e dall'astrattismo per recuperare una visione più umanistica dell’arte. Quando il movimento acquisì una connotazione politica Messiaen però ne prese le distanze.

Nel 1939 iniziò ad insegnare. All’École Normale de Musique tenne corsi di lettura della partitura e alla Schola Cantorum di Parigi insegnò improvvisazione organistica fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e all'arruolamento come ausiliario medico nell'esercito. Nel 1940 a Verdun fu catturato dai tedeschi e deportato in un campo di lavoro a Görlitz (oggi al confine tra la Germania e la Polonia) dove scrisse gran parte della musica contenuta nel “Quatuor pour la fin du temps”, una delle composizioni più celebri ed eseguite di Messiaen e considerato uno dei grandi capolavori del XX secolo.

Dopo la liberazione, nel 1941 ottenne la cattedra di armonia e poi quella di analisi presso il conservatorio di Parigi ed ebbe come primi studenti personalità come Pierre Boulez, Karel Goeyvaerts e Yvonne Loriod, pianista che stringerà un particolare legame con il maestro e alla quale Messiaen dedicherà numerose composizioni come “Visions de l'Amen” per due pianoforti del 1944 e “Vingt regards sur l'enfant-Jésus”, un vasto ciclo di pezzi pianistici. Altri celebri allievi di Messiaen furono Karlheinz Stockhausen, György Kurtág e Iannis Xenakis negli anni ’50, e George Benjamin negli anni ’70. Già nel 1944 prese forma anche la sua più importante opera teorica, “Technique de mon langage musical”. In qualità di didatta tenne corsi anche al di fuori della Francia: al Conservatorio di Budapest nel 1947, Negli Stati Uniti al Tanglewood Music Center nel 1949, ed a Darmstadt dove partecipò dal 1949 al 1950 ai corsi estivi che furono per le nuove generazioni di compositori del secondo dopoguerra un vero punto di riferimento per la nuova musica del Secondo Novecento. Messiaen fu infatti il primo a teorizzare in modo sistematico la serializzazione dei parametri musicali, al di là delle altezze (come avveniva già nella dodecafonia), studi che diedero vita al brano “Mode de valeurs et d'intensités” che ebbe un’influenza determinante nell'opera di giovani compositori come Boulez e Stockhausen.

Nel 1946 Serge Koussevitzky commissionò a Messiaen un brano sinfonico, “Turangalîla”, una composizione in dieci movimenti per grande orchestra e ondes Martenot eseguita per la prima volta nel 1949 dalla Boston Symphony Orchestra sotto la direzione di Leonard Bernstein.


Tra i numerosi interessi di Messiaen vi fu anche la passione per l’ornitologia e in particolare per il canto degli uccelli dal quale aveva preso ispirazione già per alcune composizioni precedenti, ma è dall'inizio degli anni ’50 che il maestro francese cominciò a comporre brani ove il canto degli uccelli è direttamente riprodotto dagli strumenti come in “Le merle noir”, composizione per flauto e pianoforte scritta come brano di ammissione per i flautisti al conservatorio di Parigi, e “Réveil des Oiseaux” per orchestra. Nel 1961 sposò l’allieva Yvonne Loriod con la quale condivise la passione per lo studio e la trascrizione del canto degli uccelli, attività che li portarono a viaggiare molto in tutto il mondo.

Frutto dei numerosi viaggi di Messiaen fu anche l’interesse per la cultura giapponese che portò alla composizione dei “Sept haïkaï”, raccolta di brani per pianoforte e piccola orchestra eseguita per la prima volta nel 1961 sotto la direzione di Pierre Boulez ed ispirata al gagaku e quindi dalle sonorità della musica classica nipponica.

La fama e i riconoscimenti internazionali per il lavoro compositivo di Messiaen continuavano a crescere a tal punto che nel 1964 il ministero della cultura francese gli commissionò “Et exspecto resurrectionem mortuorum”, una composizione per orchestra di fiati e percussioni per la commemorazione delle vittime delle due guerre. Tra gli anni ’60 e ‘70 fu poi impegnato alla stesura de “La Transfiguration de Notre Seigneur Jésus-Christ”, monumentale opera per organo, coro, strumenti solisti e grande orchestra che vuole essere una lunga meditazione sulla trasfigurazione di Gesù. Altra composizione monumentale su commissione fu l’opera “Saint François d'Assise (scènes franciscaines)” che gli costò ben otto anni di lavoro. La composizione venne eseguita per la prima volta nel 1983 all’Opéra Garnier sotto la direzione di Seiji Ozawa.

Messiaen si spense nel 1992 all'ospedale Beaujon di Clichy ed è sepolto a Saint-Théoffrey, una cittadina a sud di Grenoble.


Messiaen: a life in colour

Messiaen e i colori in Debussy

Messiaen et les oiseaux

LIBRI DI e SU MESSIAEN

Olivier Messiaen: Tecnica del mio linguaggio musicale - trad. di Lucia Ronchetti - Ed. Leduc, Parigi 1999

Olivier Messiaen: Traité de rythme, de couleur, et d'ornithologie (in 8 tomi), Leduc, Parigi 2002

Vincent Benitez: Olivier Messiaen, A Research and Information Guide [EN]

Peter Hill: Olivier Messiaen. Dai canyon alle stelle - Ed. Il Saggiatore, Milano, 2008