esperienze

Zoli-Maps, una mappa per il futuro

Viviamo in un’epoca di crisi, è innegabile. Eppure, grazie al progresso della scienza e della tecnica, nonché delle comunicazioni, è altrettanto innegabile che sia anche piena di opportunità.

Spesso basterebbe saperle cogliere e reinventarsi, con intraprendenza e coraggio, per avere fortuna. Per quanto sembri un paradosso, in quest’ottica, “avere fortuna” non è dunque subire il fato, ma studiare, conoscere, analizzare, confrontare per poi scegliere la strada giusta a livello professionale.

Il famigerato “programma ministeriale” fornisce di per sé ai giovani uno spunto per apprendere innovazioni e possibilità, ma non basta.

Per conoscere veramente bisogna vedere, tastare, fare esperienze, ascoltare dalla voce di chi ha “avuto fortuna” grazie allo studio, alla competenza e all'intraprendenza.

L’I.T.A. Zoli è attento a fornire ai suoi studenti preziosi spunti in tal senso, per aiutarli, come una mappa, ad orientarsi nel dedalo professionale.

Si serve così di visite guidate, convegni e laboratori per informarli e formarli, attraverso personale qualificato, su problematiche e potenzialità del territorio, sulle risorse, sulle richieste del mercato, sulle tecniche più all'avanguardia del settore agroalimentare. Particolare attenzione viene posta all'agricoltura sostenibile, alla salvaguardia della biodiversità locale e alle più moderne tecniche di biologia molecolare. Rilievo viene posto anche alla formazione di “esperti”, da cui scaturisce la convenzione con Enti che organizzano corsi da sommelier, sia del vino che dell’olio.

Di seguito si riportano stralci di relazioni degli alunni su alcune delle tantissime attività svolte in questi anni.

Si tratta solo di esempi, assolutamente non esaustivi, di spunti professionali forniti agli alunni grazie alle attività extracurriculari.

In questa sede non è possibile “raccontare” tutte le attività. Così, purtroppo, non avranno spazio esperienze molto singolari, come la visita all'azienda che produce piccoli frutti con “coltivazione idroponica”, o a quella che produce vino “biodinamico”, o all'infinita serie di realtà locali che hanno unito tradizione e innovazione e si sono distinte sul mercato nazionale.

Per la stessa ragione, si dovranno tralasciare anche le “uscite didattiche” sul territorio finalizzate alla scoperta e alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Ultima, ma solo a livello cronologico, quella a Bominaco, “sulla via dello zafferano”.

Paola D'A.

30 Novembre 2018: Frantoio Tini, uno spaccato di tradizione ed innovazione

Siamo a Castilenti, immersi nelle splendide colline abruzzesi, a circa 375 metri sul livello del mare, in un frantoio che vanta quasi un secolo di storia e ben 4 generazioni di mastri oleari.

Grazie alle tecniche all'avanguardia, e alla ricerca continua di una produzione sempre più attenta e di alta qualità, l'Azienda si è collocata, fin dagli esordi, lungo la linea del tempo di questa realtà e ha accompagnato, passo dopo passo, un processo antico e nobile in continua evoluzione. Un attento controllo e una scrupolosa selezione fanno del prodotto finito oli dal gusto deciso e raffinato.

Il Frantoio vanta ben 4 linee produttive, attentamente seguite dalla scelta della cultivar all'imbottigliamento.

Una linea è interamente dedicata ad una cultivar autoctona, di fiorente emersione, la Castiglione, linea dal sapore piccante ed erbaceo, a tratti mandorlato e con sentori di pomodoro verde e erba tagliata.

Una linea interamente biologica e un olio di oliva delle varietà locali Leccino, Castiglionese e dritta, dal sapore erbaceo, di carciofo e persistente.

Una linea aromatizzata al limone, dal profumo intenso e acidulo ma dal sapore delicato e gradevole.

L’olio, sottoposto ad analisi chimiche e degustazioni, fini e attente, ha come obiettivo una ricerca qualitativa sempre migliore e ottimale, dal punto di vista sia organolettico che nutrizionale.

L'intera filiera produttiva è svolta interamente dedicandosi a combattere in ogni loro aspetto i tre nemici principali dell'olio: luce, temperatura e ossigeno. L'impianto, a ciclo continuo, l'esperienza e la modernità valorizzano prima di tutto una tecnica complessa e ogni anno sempre diversa ma, soprattutto, il fatto che si sta trattando una materia che sarà poi alimento, per cui ogni operazione compiuta porterà ad una caratteristica, positiva o negativa, del risultato.

Un metodo tutto nuovo di tracciare i prodotti fanno, di ogni bottiglia, un tesoro unico e inimitabile delle quali si può conoscere la storia dalla campagna alla bottiglia. Passo dopo passo e chicco dopo chicco..

Questa evolution colloca il Frantoio Tini sull'olimpo dei frantoi locali.

Chiara R. 4°P

14 Marzo 2018: Visita ai vivai “Apice piante” e “Oasi piante”

“(…) Apice piante, a Francavilla, rappresenta oggi un punto di riferimento in ambito vivaistico nel Centro Sud Italia, sia per la produzione di piantine tramite la tecnica della micropropagazione, sia per la produzione di piante delle varietà antiche, riscoperte e reintrodotte.

L’azienda produce piantine tramite la tecnica della micropropagazione.

(…) Tra i vantaggi della micropropagazione c’è quello che non deve rispettare la stagionalità, come invece accade nella riproduzione per talee.

La micropropagazione si effettua in laboratorio, a temperatura controllata, in ambiente sterile. Si parte dall'apice meristematico della pianta: si preleva la gemma apicale, la parte meno attaccata da virus e batteri; la si lava con ipoclorito di sodio e alcool. L’apice viene poi messo in provetta per un mese in un substrato di macroelementi (azoto, fosforo, potassio) e microelementi (nichel, calcio, magnesio), zucchero (in genere glucosio).

Una volta cresciuto il germoglio, vi è la fase di stabilizzazione, in cui la pianta deve adattarsi al substrato artificiale per poi essere inseriti in barattoli sterili. Una volta terminata la fase di stabilizzazione, vi è la fase di moltiplicazione, di grande interesse economico per un’azienda privata.

Nella fase di moltiplicazione, si ricavano talee dalla piccola piantina. Da ogni piantina in genere si ottengono tre talee. La moltiplicazione viene fatta 10-11 volte, quindi da un singolo apice si ottengono 30 piantine. (…)”

Francesco P. 4°P

15 Dicembre 2017: Partecipazione al Convegno “La tartuficoltura in Abruzzo”

“(…) Il relatore dell’evento è stato Giovanni Castiglione, responsabile presso il Servizio Caccia e Pesca micologica della Provincia e cofondatore dell’Associazione Micologia e Natura Abruzzese.

(…) Ogni specie di tartufo predilige un habitat differente, ma in genere la maggior parte dei tartufi si sviluppa in terreni ricchi di calcio e sub alcalini, con PH superiore a 7. In Abruzzo sono presenti due tipologie fondamentali di tartufo: il Tartufo Nero Pregiato (Tuber Melanosporum Vitt.) e il Tartufo Estivo (Tuber Aestivum Vitt).

(…) Il Tartufo si può anche coltivare. In Abruzzo ciò avviene da 25 anni. Le tartufaie vanno da un minimo di 200 ad un massimo di 400 piante ad ettaro. Il periodo più idoneo per la piantagione è Novembre-Marzo.

(…) Si aspira al miglioramento evolutivo della commercializzazione del tartufo.”

Roberta R. 4°P

22 Novembre 2017: Convegno sulla filiera brassicola presso la Sala Consiliare del Comune di Atri.

“Il MIPAAF, il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali, ha finanziato al CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, un progetto di ricerca denominato Luppolo.it, che rappresenta il primo progetto nazionale di ricerca sulla coltivazione del luppolo, con l’obiettivo di alimentare la sostenibilità e la produttività della filiera brassicola artigianale attraverso il miglioramento competitivo e qualitativo delle materie prime.

(…) Il luppolo cresce bene in Abruzzo. E’ stato sviluppato all'interno del progetto Luppolo.it un modello di valutazione dell’attitudine territoriale, che può essere davvero utile per chi volesse coltivare il Luppolo in aree più vocate.

(…) E’ stata fatta una mappatura su tutto il territorio italiano e sono stati censiti 64 luppoli, di cui 3 in Abruzzo, a Corropoli, Atri, Rocca Scalegna. (…)”.

Roberta R. 4°P