L'habitat del Rio Agnola

Fonte: studi compiuti dalla Comunità Montana dell'Alta Val di Vara e il Parco Monte Marcello 


Il SIC/ZSC del rio Agnola si sviluppa per 138 ettari su un tratto di 4,5 Km  a monte della confluenza col Torrente Trambacco. La parte superiore scorre fra i nuclei abitati di Carro e Castello e mostra una più forte impronta delle attività rurali, mentre quella inferiore è più selvaggia. Il substrato presenta argille a palombini, arenarie, argilliti e serpentiniti. Lungo il corso d’acqua la vegetazione con salici, olmi e ontani è tra gli habitat prioritari protetti dalla direttiva europea 92/43; sono inoltre presenti prati, boschi di querce, castagno e pino marittimo. 

Gli habitat ripari

Le rive del torrente sono fiancheggiate qua e là da cinture di boschi ripari idro-igrofili, considerati habitat di interesse prioritario a livello europeo. Esse sono caratterizzate principalmente da ontani (Alnus glutinosa), pioppi neri (Populus nigra), olmi, (Ulmus spp.), salici (Salix eleagnus, S. purpurea), nocciolo (Corylus avellana), sambuco (Sambucus nigra); nel sottobosco, particolare evidenza hanno la carice maggiore (Carex pendula), i farfaracci (Petasites spp), gli equiseti o code di cavallo (Equisetum telmateia, E. arvense). Presso le pozze si sviluppano talora canneti con cannuccia di palude (Phragmites australis) o tifa (Typha latifolia).

Gli stagni perenni e le pozze effimere favoriscono l’insediamento degli anfibi fra i quali emergono l’ululone dal ventre giallo, la rana agile, la rana appenninica, il tritone alpestre. Tra gli uccelli si possono osservare il pecchiaiolo, l’averla piccola, l’airone cenerino e la garzetta. Le acque dei torrenti sono frequentate da pesci di specie protette dalla medesima direttiva, quali il vairone e il barbo. Tra gli invertebrati emergono altre specie protette come il cervo volante e la Callimorfa (specie d’interesse prioritario per l’Europa), la polissena, una tra le più belle farfalle diurne italiane, considerata a rischio di estinzione.

Gli anfibi: l'ululone dal ventre giallo

La presenza nel sito di stagni perenni e pozze effimere favoriscono l'insediamento di una fauna ricca di anfibi. Tra le specie di maggiore importanza si trova l'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata pachypus), piccolo rospo di 4-5 cm, zampe escluse. Specie fortemente legata all'acqua, si ciba di insetti che attende in agguato rimanendo a pelo dell'acqua. La sua pelle secerne tossine che lo rendono non commestibile per molti predatori. Il suo nome deriva, oltre che dal colore del ventre, dal tipico canto emesso nel periodo riproduttivo costituito da un "uuh...uuh...uuh..." ripetuto anche più di 40 volte al minuto.

Gli anfibi urodeli: la salamandra pezzata e il tritone alpestre

Tra gli Urodeli, ossia gli anfibi che hanno la coda, ricordiamo la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) caratterizzata dalla colorazione gialla che segnala ai predatori la tossicità della cute. La salamandra vive nel sottobosco ed entra in acqua soltanto a primavera per la riproduzione.

Altro anfibio presente è il tritone alpestre (Triturus alpestris) che vive per gran parte della sua vita nelle pozze di abbeveramento o irrigazione prossime alle coltivazioni dove deporre le uova. Il maschio è inconfondibile per il ventre arancione senza macchie e l'azzurro intenso del resto del corpo.

Foto di repertorio

L'ambiente acquatico e i pesci

Il Rio Agnola ospita numerose specie di pesci tra cui il Vairone (Leuciscus souffia) risulta di interesse prioritario. Questo pesce ha abitudini gregarie, infatti forma piccoli branchi che solo in casi eccezionali arrivano a contare più di un centinaio d'individui. La sua attività si svolge di preferenza in vicinanza del fondo o nel settore di mezzofondo. La specie è sensibile alle variazioni meteorologivhe e il suo comportamento cambia durante la giornata in relazione all'ora e alla temperatura.

Tra i crostacei si segnalano il granchio di fiume (Potamon Fluviatilis) nel Rio Travo e il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) nel Rio Colla, importanti bio-indicatori.

Gli animali notturni: i chirotteri

Durante la notte il sito si popola di numerosi animali notturni. Tra questi di particolare interesse naturalistico sono i chinotteri come il pipistrello di Savi (Hypsugo savii), piccolo animale di 43-45 mm di lunghezza e 5-10 gr di peso che si trova spesso in zone urbane, ma frequenta anche i boschi. Si nutre di piccoli insetti e lepidotteri che cattura in volo, il quale è lento e rettilineo con brevi planate.

Gli accoppiamenti avvengono tra agosto e settembre. I parti si verificano a metà luglio e di solito i piccoli sono due, che pesano alla nascita tra 1 e 2 grammi.

I pipistrelli, unici mammiferi in grado di volare attivamente, si orientano nell'oscurità grazie a un sofisticato sistema radar che capta l'eco degli ultrasuoni emessi dalla bocca o dal naso, riuscendo così a localizzare anche nel buio più assoluto sia gli ostacoli che le prede da catturare.

I rapaci notturni

Durante la notte è possibile scorgere diversi rapaci notturni come il barbagianni (Tyto alba), facilmente identificabile dalla forma a cuore dei dischi facciali attorno agli occhi. Di notte, questo uccello percorre le campagne con un volo ondulato e leggero radente al suolo ed emette un grido rauco e spiacevole.

Inoltre si possono trovare il gufo reale (Bubo bubo), l'allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) e l'assiolo (Otus scops).