Andar per funghi

I funghi in Val di Vara costituiscono una risorsa tipica. I boschi del monte Gottero ma anche il sito di Castelfermo nel Comune di Carro sono le aree migliori e più rinomate per i boscaioli. Non da meno la località Agnola. Nel nostro borgo, nei boschi che contornano la strada comunale di accesso alla frazione e sopra, lungo la strada per Castello, durante la stagione dei funghi non è difficile imbattersi, anche casualmente, in qualche porcino del tipo "boletus aestivalis" da noi detto comunemente funzu de castagnu (fungo di castagno). La vegetazione di questi boschi (a netta prevalenza di castagni) è infatti adatta a questa varietà di boletus mentre non costituisce habitat idoneo per le altre due varietà di porcini più comuni e prestigiosi in valle cioè i funghi da freddo, il boletus pinophilus (ad Agnola detto funzu de fo= di faggio) e il boletus edulis (settembrin). A parte i porcini da freddo già indicati, presso i boschi agnolesi possono essere trovate tutte le varietà di funghi commestibili comuni nella vallata: dal galletto (localmente: gaginellu), alla colombina, al dentino (dentixellu), al chiodino, al sanguinin (funzu de pin) alla mazza di tamburo ( boexia), al prataiolo, al peven, nonché anche se raramente, esemplari degli eccellenti ovolo buono (scientifico: amanita caesarea) e boletus aereus (funzu de seru = di cerro).

Ecco due esemplari... giganti di porcino (fungo di castagno) raccolti sopra Agnola durante la stagione 2004 rispettivamente di un chilo e di un chilo e quattrocento grammi.

Curiosità e precisazioni: i nomi locali con cui vengono chiamati i funghi sono talvolta usati in modo diverso in località anche molto vicine tra loro e ciò può ingenerare confusione; ad es. il boletus edulis nelle schede etnomicologiche sui funghi della vallata viene indicato anche come funzu de fo (fungo di faggio): per gli agnolesi con funzu de fo si intende solo il fungo da freddo più scuro e pesante, (boletus pinophilus) detto anche funzu neigru o funzu de postu non anche quello di colore più chiaro e più leggero che cresce nello stesso ambiente, talvolta insieme all'altro, da noi detto esclusivamente settembrin; un altro esempio: "servaelo" nelle schede etnomicologiche è una indicazione usata per il solo boletus edulis mentre da noi il termine servaelu indica genericamente qualsiasi porcino. Pertanto i nomi locali da me indicati sono quelli usati ad Agnola e non hanno valore generale. Leggo inoltre in alcuni testi che il porcino considerato migliore è il boletus pinophilus mentre altri attribuiscono la palma dell'eccellenza al fungo di castagno. Il fungo di castagno è la varietà ritenuta migliore dai fungaioli agnolesi, quella che se le condizioni meteo sono favorevoli si può trovare in piccole quantità già in primavera e durante l'estate, ma anche quella che si deteriora più velocemente, in genere molto ben accetta dai privati e dai buongustai, per un consumo immediato, ma non dai ristoranti e dai grossisti che rivendono i funghi nei mercati e che quindi abbisognano di una conservazione più prolungata. I funghi da freddo crescono in faggete miste a castagni in periodi più avanzati della stagione, quando c'è freddo, appunto, e se le condizioni di pioggia e calore sono favorevoli, possono continuare a nascere fino a novembre inoltrato. Per chi fa commercio il fungo di fo è sicuramente il porcino più ambito: più commerciale perché come già detto resiste più a lungo, ma anche perché ha un peso specifico maggiore (a parità di volume pesa molto di più di un fungo di castagno e di più di un settembrin, pertanto rende di più economicamente). Il fungo di castagno è più saporito. Dal punto di vista qualitativo, al fungo di castagno è simile il boletus aereus, ottimo ma piuttosto raro nei nostri boschi.

Per approfondire sui funghi dell'Alta Valle del Vara e sulle regole per la raccolta: clicca qui.

Angela posa sorridente con il suo cavagno di funghi sul terrazzo di casa (1984). All'interno, porcini. In mano, una boexia