L’Egittologia costituisce una presenza radicata nel panorama degli studi sulle civiltà dell’Oriente preclassico in Sapienza, sviluppatasi con continuità nell’arco di oltre un secolo attraverso una straordinaria ricchezza di esperienze didattiche e linee di ricerca.
Il primo insegnamento di Egittologia fu affidato a Giulio Farina, che aveva conseguito la libera docenza al tempo della clamorosa scoperta della tomba di Tutankhamon (1922) e fu nominato docente incaricato nel 1923, prima di diventare nel 1928 Soprintendente presso il Museo Egizio di Torino.
Fu quindi nel gennaio del 1956 che l’Università Sapienza di Roma inaugurò ufficialmente la cattedra di Egittologia, chiamando a ricoprirla Giuseppe Botti, filologo e papirologo piemontese formatosi sotto la guida di Ernesto Schiaparelli, celebre direttore del Museo Egizio di Torino. La carriera accademica di Botti rappresenta un momento di svolta significativo nella storia romana della disciplina: al suo impegno si deve la creazione di un primo importante fondo bibliotecario, poi confluito nell’attuale biblioteca di Studi Orientali; soprattutto, la costituzione della cattedra segnava una felice apertura del campo d’indagine dell’orientalistica di Sapienza alle grandi civiltà del Vicino Oriente Antico e inaugurava un centro di ricerca e formazione di rilevanza strategica.
A Giuseppe Botti succedette Sergio Fabrizio Donadoni, storico decano e figura monumentale di tutta l’Egittologia italiana, che operò in Sapienza dal 1960 al 1989 facendone un polo d’attrazione a livello nazionale e internazionale e combinando efficacemente i profondi interessi storico-filologici con un’intensa e pionieristica attività archeologica, segnata dall’apertura di cantieri importanti sia in Egitto sia in Sudan. A complemento di queste prolifiche iniziative, Donadoni si fece promotore, insieme a Sabatino Moscati, della fondazione di un pregevole museo universitario (oggi Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo) che raccoglie reperti provenienti dalle diverse campagne condotte nella Valle del Nilo e offre un prezioso spaccato sulle politiche culturali e museali di quel periodo.
L’importante eredità scientifica di Donadoni è stata portata avanti, attraverso i cambiamenti del sistema universitario tra la fine del Novecento e l’inizio del Nuovo Millennio, da Alessandro Roccati, subentratogli come Professore ordinario dal 1987 fino al 2005, quando si trasferì a Torino. Filologo e linguista rinomato, Roccati è stato anche il Direttore della Missione Archeologica in Egitto e Sudan dal 1991 fino al suo ritiro.
Negli stessi anni Loredana Sist, allieva di Donadoni, è stata ricercatrice e docente presso lo stesso ateneo dal 1980 al 2013. Direttrice del Museo del Vicino Oriente antico, ha anche fondato la Missione Italiana in Basso Egitto, presso il sito di Kom el-Ghoraf di cui ha proposto l’identificazione con l’antica Metelis. Luisa Bongrani Fanfoni, anche lei formatasi alla stessa scuola, è stata invece dal 1985 la titolare della cattedra di Antichità nubiane, la prima in Europa ad essere dedicata allo studio specifico dell’archeologia e della cultura nubiane.
In Sapienza la ricerca e l’insegnamento dell’Egittologia si distinguono presto per lo sguardo a tutto tondo sulla civiltà egiziana nella sua complessità storica, con un’attenzione non scontata alle manifestazione culturali, artistiche e linguistico-letterarie dell’Egitto copto e tardo-antico. L’incarico di lingua e letteratura copta fu dapprima tenuto da Michelangelo Guidi (1938), Sergio Bosticco, Edda Bresciani (1964-1967), per poi proseguire stabilmente con Tito Orlandi, titolare delle medesima cattedra dal 1976 al 2010. La storia dell’arte copta fu invece insegnata da Loretta Del Francia Barocas, professoressa associata dal 2001 al 2009.
La lunga e poliedrica tradizione di studio e ricerca egittologica sapientina, arricchitasi nel tempo di molteplici sfaccettature e ramificazioni a coprire ambiti cronologici e tematici diversi ma sempre fondati su un rigoroso senso critico, un vivo interesse per la profondità dell’interpretazione storica, una rinnovata sintesi tra indagine testuale e impegno archeologico, una nuova proficua vocazione all’interdisciplinarità ed alla collaborazione con nuove tecnologie e metodi d’indagine, prosegue oggi con Paola Buzi, titolare ordinario della cattedra dal 2017, e attraverso i due dipartimenti di Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo e Scienze dell’Antichità.