Data pubblicazione: 29-set-2014 17.38.57
- di Ernesto Capozzo.
Nuotare senza fatica
Domenica scorsa sono stato in piscina, data la giornata piovosa e finalmente ho scoperto cosa significhi riuscire a nuotare senza fatica. Non sono un gran nuotatore, pur essendo sportivo (maratoneta e fondista) ed ho sempre fatto fatica ad andare avanti nell’acqua, ma domenica qualcosa si è sbloccato in me; sono riuscito ad entrare in acqua rilassato e mettere in pratica i principi studiati a fondo e mai applicati. Sembra facile, ma quanta fatica ho fatto per riuscire in questo, non solo a capire, ma anche a “fare”. Nuotando esponi tutto il corpo all’acqua, una superficie molto più estesa che non i piedi, ed io ero sempre teso: correre è molto più facile. Ci vuole uno stato d’animo di fondo, una serenità interiore, che ti spinga a fare i movimenti essenziali, non aggredire l’acqua, creare resistenza e spinta, evitare i vuoti d’aria, arrivare veloce al bordo vasca, virare, continuare a nuotare senza andare in debito d’ossigeno.Ora ho capito il motivo: bisogna lasciarsi andare, secondo il flusso dell’onda, secondo il flow!
E’ necessaria una serenità interiore, di testa, l’opposto dell’ansia che avevo prima.
Sfruttando questa logica scivoli via facilmente, in uno stato di benessere, nella “zona”, in gergo sportivo.
Nuoto e Organizzazione
Sensazioni ricavate. Le sensazioni del corpo sono importanti perché ti permettono di ascoltare la superficie di contatto, l’acqua in questo caso, ma sono importanti in qualsiasi sport ed azione, quale può essere anche l’organizzazione.
Nuotare significa esporre tutto il corpo all’acqua, quindi le sensazioni sono maggiori.
Si parla tanto di Kpi, di indici di prestazione, ma conoscere il proprio corpo è essenziale per qualsiasi sportivo, conoscere la propria soglia inferiore e superiore (la mia 125 – 155 battiti al min) è indispensabile per regolare la propria velocità, conoscere le prestazioni di un sistema organizzativo consente di prevedere le date di consegna in modo prevedibile ad esempio, oppure di regolare i fabbisogni.
Si è accesa una lampadina
E’ una frase detta da molto atleti, oltre al sottoscritto, sia in senso positivo che negativo quando riescono ad ottenere una prestazione valida o no; basta leggere la gazzetta di questi giorni dai campionati europei di nuoto: ieri ad esempio (27 maggio 2012) si è spenta la lampadina di Federica [Pellegrini] stanchissima, mentre l’altro giorno si era accesa ad altri Arianna [Barbieri], la nuova stella dei 100 dorso. Si è accesa una lampadina e’ la stessa frase che si dice quando si crea un’idea innovativa; il concetto espresso dalla “Serendipity”, visione positiva delle cose e lampo di idee oppure scoperte improvvise.
La resilienza è la capacità di resistere agli urti in termini meccanici (misurata dal pendolo di Charpy); è anche la capacità reattiva delle persone alle reattività, in termini psicologici.
In psicologia connota proprio la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà; questo atteggiamento positivo, si trova sia nell’ambito sportivo, nuoto, sport di resistenza e di squadra, che nella scintilla delle idee (serendipity). In sintesi RESILIENZA presuppone: IMPEGNO, tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività; CONTROLLO, la convinzione di poter dominare le iniziative che si prendono; il GUSTO PER LE SFIDE, la predisposizione ad accettare i cambiamenti. Quante similitudini!
Lavorare in flusso
Lavorare in flusso è la nuova scommessa delle organizzazioni; è un nuovo paradigma per gestire la variabilità dei prodotti ai giorni d’oggi e per poter tener testa ai concorrenti e clienti.
Attuare il Flow nelle organizzazioni è molto più difficile che nello sport, per le molte variabili in gioco, ma l’atteggiamento deve essere sempre lo stesso: positivo! Serve il mezzo bicchiere pieno, come diceva Azuma sul significato di Zen.
Lean Product Development di Donald G. Reinertsen nel quale l’autore spiega il nuovo approccio nello sviluppo dei prodotti, facendo il confronto con l’ortodossia classica.
Per capire il Flow è necessario salire su un elicottero [metaforicamente] e vedere le cose dall’alto, per capire l’influenza di ogni azione sulle altre, con le relative code (immaginate di vedere un’auto ferma ad un incrocio e la relativa coda che innesca)…per questo si sono avviate le rotonde con notevoli vantaggi in termini di flusso.
Ma cos’è il Flow ?
E’ il flusso delle idee, il flusso dei materiali, delle modifiche, il flusso dei pensieri, il flusso delle relazioni, il flusso del nuotatore, il flusso di tutto ciò che è in movimento, il flusso della vita.
E non vi par poco…! Comunicazione + Partecipazione.
Rimando ad un libro attuale e chiaro The Principles of Product Development FLOW: Second Generation