4 Grazia irresistibile

4. Grazia irresistibile

(Leggi Giovanni 10:1-30)

Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso:

Equivoci e presentazioni falsate della grazia irresistibile

Il ministero della grazia irresistibile

Il significato di grayia irresistibile

"Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo" (Eb. 8:1).

In primo luogo tutta l'umanità è totalmente depravata e quindi deprivata di ogni bene agli occhi di Dio (Ro. 3:10-12). Impotente e priva di speranza (Sl. 49:7). Le creature umane non hanno desiderio alcuno per Dio (Gb. 21:14).

In secondo luogo, se Dio l'avesse lasciata in questa terribile condizione, destinata com'è alle "pene eterne" (Mt. 25:46), Egli sarebbe stato solo giusto e retto nel farlo. Questo, però, Dio non l'ha fatto. Per la Sua misericordia Egli ha eletto una parte di questa razza decaduta di esseri umani per una "salvezza eterna" (45:17), "a lode e gloria della Sua grazia" (Ef. 1:4-6). Il resto Egli lo lascia nei loro peccati alla gloria della Sua giustizia.

In terzo luogo, in favore di questi eletti, Gesù Cristo è venuto nel mondo ed è morto (Ro. 5:8) per i loro peccati (1 Co. 15:3), come loro Sostituto (1 Pi. 2:24). Cristo si è caricato dei loro peccati e dà loro in cambio la Sua giustizia (2 Co. 5:21).

In questo modo, fino a questo punto, tutto è posto in bell'ordine da un Dio innipotente e onnisciente, che fa tutto ciò che Gli piace (Sl. 155:3). Ci fermeremo ora qui e diremo che da qui in avanti tutto sia lasciato alla volontà ed ai capricci del volubile essere umano? L'esito di tutta quest'opera, così, sarà piuttosto incerto. Di conseguenza, se questa salvezza - così meticolosamente e faticosamente operata da Dio, venisse lasciata ora alla responsabilità dell'uomo peccatore, potrebbe ben darsi che egli la rovinasse e la rinnegasse, e così Dio verrebbe sconfessato e sconfitto. Le mani di Dio sarebbero legate. Avrebbe fallito. No, noi non diremo una tale bestemmia!

Iddio che così ci raccomanda: "Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine? Che talora, avendo posto il fondamento e non potendola finire, tutti coloro che la vedono non comincino a beffarsi di lui" (Lu. 14:28,29), potrebbe essere accusato a sua volta di poca previdenza. Non sia mai.

Dio non è come quel re che, andando a far guerra contro un altro re, non si sia prima seduto "a determinare se può con diecimila affrontare colui che gli viene contro con ventimila?" (Lu. 14:28,29). Egli non ha sferrato un attacco contro la fiera cittadella dell'uomo rebelle con le armi dell'elezione, della precognizione, della predestinazione, e dell'insanguinata croce del Calvario, con tutto il suo carico di ferite, dolore e perdizione, solo per scoprore che l'uomo rifiuta di essere rigenerato e non ha intenzione di convertirsi (Lu. 14:31-33). Dio non ha progettato di costruire un ponte verso la creatura umana, un ponte che arrivi solo a metà per poi aspettare che il resto sia costruito da peccatori "morti nei falli e nei peccati" (Ef. 2:1). Il Dio che ha decretato la salvezza dei Suoi eletti, e che è morto al loro posto, "salverà il Suo popolo dai loro peccati" (Mt. 1:21), lo farà in modo certo e sicuro. Il fatto che Egli lo farà senza tema di essere in alcun modo ostacolato, noi lo chiamiamo grazia irresistibile.

La parola "resistere" deriva dal latino ed è composta da: ir (non) + re (indietro) + sistere (fermarsi). Irresistibile significa così che non è possibile farla fermare indietro, che non è possibile opporvisi, bloccarla, ostacolarla, frustrarla, o con l'inerzia o con una forza attiva, fisica o mentale.

La parola grazia, pure derivante dal latino, significa favore. In teologia significa l'amore ed il favore di Dio in Cristo che, negli eletti, è irresistibile, quando Iddio si compiace di rivelare in loro Suo figlio (Ga. 1:15,16). "Si deve ammettere naturalmente, se la grazia efficace è l'esercizio di un potere onnipotente, che essa sia irresistibile" (Chas. Hodge, Systematic Theology, Vol. II, p. 687). "La potenza della grazia è la potenza di Dio. Questo rende possibile che si possa parlare di grazia irresistibile. Certamente possiamo parlare di un Dio irresistibile" (C. D. Cole, Definitions of Doctrines, p. 84)! "Così egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole"(Rom. 9:18).

Oggi viviamo in un'epoca di evangelizzazione superficiale, dove "l'evangelo della gloria del beato Dio" (1 Ti. 1:11) viene cotto a fuoco lento e "semplificato" per essere solo (nel suo uso primario e iniziale) un'anticipazione divina di salvezza e non "la potenza di Dio per la salvezza" (Ro. 1:16). Notate come sia l'Evangelo e non la fede del credente, a portare salvezza al credente eletto (Gm. 1:18; 1c Pi. 1:23). Lo ripetiamo, l'Evangelo di Cristo è la potenza di Dio per la salvezza! Nulla lo può ostacolare o fermare, Se un uomom predicasse un qualsiasi altro Evangelo, questi sia maledetto (Ga. 1:6-9). Se fosse possibile resistere con successo alla grazia, Dio potrebbe essere sconfitto, e il vostro dio non sarebbe più grande di quello fittizio, fallace, debole, e smagrito di quello scrittore che disse: "E' persino possibile che Dio faccia esperienza dell'inferno. Dio è all'inferno ogni qual volta che le sue frustrazioni prevalgono sui suoi propositi… Dio non può salvare un uomo dal male più di quanto egli stesso non riesca a salvarsi da esso" (Vergilius Ferm, in Ernest Gordon, An Ecclesiastical Octopus, pp. 152-153, quoting from the Crozier Quarterly, Jan. 1946).

Al contrario, il nostro Redentore risorto dichiara: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra" (Mt. 28:18). Uomini malvagi, demoni, e il Diavolo stesso non hanno potere alcuno se non quello che Dio, nei Suoi propositi sovrani, permetta loro di avere, un potere di cui essi stessi abusano per i loro fini malvagi". "Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto" (Gv. 19:11). Qualcuno ha detto che il diavolo non potrebbe neppure battere ciglio se Dio non gli dasse il potere di farlo.

Dato che il Figlio di Dio possiede ogni podestà, guardate come sia trionfante la Sua grazia salvifica verso i Suoi eletti. Gesù disse: "Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest'ovile; anche quelle io devo raccogliere" (Gv. 10:16). Egli non dice "cercherò di raccogliere". "Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio" (1 Pi. 3:18), non "per cercare di condurci a Dio". "quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me" (Gv. 12:32), non "cercherò di attîrare tutti a me". Cristo lo farà, non tenterà di farlo. Dato che non tutti gli uomini senza eccezione sono attirati al Salvatore, se ne deduce che ogni essere umano, senza distinzione di razza, classe, condizione o colore, o, tutti gli eletti di Dio saranno attirati a Cristo. Le pecore udranno la voce di Cristo (Gv. 10:16,27), non "forse udranno". Tutto quello che il Padre Gli dà, verrà a Lui (Gv. 6:37), non "forse verrà a Lui". Tutti coloro che a questo sono destinati verranno senza ritardo. "La natura della bontà divina non è solo aperta a quelli che bussano, ma fa in modo che essi bussino e chiedano" (Agostino).

"Beato l'uomo che tu scegli (elezione) e fai avvicinare a te (grazia irresistibile), perché abiti nei tuoi cortili" (Sl. 65:4)

"Tutti coloro che erano preordinati alla vita eterna credettero" (At. 13:48), come pure: tutti quelli che sono preordinati alla vita eterna crederanno. "Questa preordinazione è un atto di Dio". Il greco ha qui una voce passiva, e non la media. Essa non può quindi riferirsi ad un atto di quelli che credono. E l'atto è un atto efficace, dato che tutti questi erano stati preordinati… Thayer dice che questo brano si riferisce a quanti sono stati destinati ad ottenere vita eterna, o coloro che Dio ha decretato debbano ottenere vita eterna" (Thomas Paul Simmons, The Bible Doctrine of Election, p. 18).

Dio chiama tutti coloro che Egli ha predestinato, e ciascuno di loro Egli giustifica (Ro. 8:29,30), il che pure significa che Cristo versò per loro il Suo sangue, per quelli che sono "giustificati nel suo sangue" (Ro. 5:9), e che essi (ciascuno di loro senza dubbio)crederanno in Cristo, perché altrimenti essi non sarebbero giustificati (Ro. 5:1).

La grazia irresistibile di Dio può trovare pure un'illustrazione quando Cristo chiama i Suoi discepoli all'apostolato: "Poi egli salì sul monte, chiamò presso di sé quelli che volle; ed essi si avvicinarono a lui" (Mr. 3:13). Chiunque Dio chiami Egli da la capacità di venire.

Ma il peccatore non riceve Cristo di sua propria volontà? Nella sua propria volontà naturale? No. "a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio" (Gv. 1:12,13). Il peccatore è solo carne (Ro. 8:7,8). Fintanto che non nasca di nuovo per volontà dello Spirito Santo (Gv. 3:6-8), egli ha un'unica natura. Fino ad allora non è che carne, carne che vuole questo o quello. Secondo Giovanni 1:13 egli non può volere la sua nascita da Dio o volere ricevere Cristo come suo Salvatore, dato che non è che carne fintanto che non rinasca da Dio. Quando Cristo chiamò Zaccheo, che era salito su un albero per meglio vedere Gesù, "egli scese in fretta e lo ricevette con gioia" (Lu. 19:6). Cristo dà vita eterna a tutti quelli che il Padre Gli ha dato (Gv. 17:2). Egli non "offre" semplicemente la salvezza a peccatori morti (Ef. 2:1), perché questo sarebbe inutile ed insensato. Al contrario, il Redentore gli ridà vita, li vivifica, secondo la Sua volontà (Gv. 5:21). Cristo non sta fuori dal loro cuore peccaminoso, triste ed implorante. Il Signoreapre il loro cuore con forza (come con Lidia, At. 16:14). Apocalisse 3:20 è rivolto non a peccatori, ma "alle chiese" (v. 22). Cristo lo fa e lo fa fino in fondo! Soli Deo Gloria! A Dio soltanto sia ogni onore e gloria (1 Cor. 10:31).

La concezione corretta. "La grazia irresistibile non porta via la libertà naturale che la volontà ha per disegno creativo, ma solo la sua depravazione, facendo cadere le sue catene, non distruggendone la natura (Christopher Ness, An Antidote Against Arminianism, p. 85). Qui non c'è alcun fatalismo. "Secondo lo schema agostiniano, i non eletti hanno tutti i vantaggi e le opportunità di assicurarsi la salvezza che, secondo qualsiasi altro schema, viene concessa indiscriminatamente all'umanità" (Charles Hodge, Systematic Theology, Vol. 2, p. 643).

Si obietta che la grazia di Dio possa essere resistita. Questo lo ammettiamo, perché la stessa Scrittura lo insegna. Non abbiamo mai detto altrimenti. Stefano non si sbagliava quando diceva a quei Giudei dalla testa dura che respingevano Cristo: "Uomini di collo duro ed incirconcisi di cuore e di orecchi, voi resistete sempre allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi" (At. 7:51). Sosteniamo però che lo Spirito Santo non possa essere resistito con successo. "La grazia salvifica di Dio e la chiamata efficace sono irresistibili, non nel senso che ad esse mai si possa resistere, ma nel senso che non si possa loro resistere con successo" (A. H. Strong, Systematic Theology, p. 793).

La concezione contraria. Che "la grazia salvifica è una grazia universale" (F. Pieper, Christian Dogmatics, Vol. II, p. 21). Allora non sarebbe grazia salvifica, e se non è una grazia salvifica, non si tratta affatto di grazia! Questo Pieper lo ammette (Ibid. p. 32): "La Scrittura, però, insegna che la grazia non solo renda possibile all'uomo di credere, dandogli la capacità di credere, ma che essa crea l'atto stesso della fede (Fl. 1:29: "Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui"). Se la grazia fa questo, ed è grazia universale (cioè rivolta non solo agli eletti), allora perché non crea in tutti fede salvifica?

A questo però si replica: "Quando Dio opera attraverso dei mezzi, Egli può essere resistito… Quando Dio tratta con l'uomo attraverso la Sua Parola e dice loro: Venite a me (Mt. 11:28), la resistenza è possibile; per questo Cristo dice: "Voi non volete"I (Mt. 23:37). Quando però Cristo comparirà nel giorno del giudizio in tutta la Sua splendente gloria, ogni resistenza sarà esclusa, perché 'davabti a Lui si raccoglieranno le nazioni', ecc. (Mt. 25:31,32)" (Pieper, Ibid, p. 30). Vedete la contraddizione? Quando Cristo chianma: "Venite a me", nella salvezza, Egli può essere resistito, perché usa il mezzo della Sua Parola; ma quando Cristo chiama: +State di fronte a me e siate giudicati", nell'ultimo giorno, Egli non può essere resistito, perché sta usando il mezzo della Sua Parola! Supponete si possa allora dire dei malvagi: "Voi non volete!". Forse che la chiamata di Cristo al giudizio è più intensa della Sua chiamata alla salvezza? Esalteremo noi il potere della Sua giustizia al di sopra del Suo potere a salvare? Se si può resistere alla chiamata di Cristo alla salvezza, perché non si potrà resistere alla Sua chiamata al giudizio?

Come vedete, questa teologia della grazia salvifica universale è una teologia contradditoria. Dispiace che un tale uomo pio e buono come Martin Lutero non l'abbia visto quando scrisse una lettera nel 1528 a una persona sconosciuta dicendo che Dio onnipotente "conosce ogni cosa e che tutte le azioni ed i pensieri delle sue creature devono passare secondo la Sua volontà", per poi aggiungere: "E' però Sua volontà sincera, e indubbiamente il Suo comando, decretato da ogni eternità, di salvare tutti gli uomini … (Ez. 18:23) "(F. Pieper, Ibid., p. 43). Ecco un'evidente contraddizione. Se volomtà, proposito, comando, decreto, da ogni eternità di Dio è quello di salvare tutti gli uomini, allora tutti gli uomini saranno salvati, perché " che tutte le azioni ed i pensieri delle sue creature devono passare secondo la Sua volontà". Eppure questo non avviene. L'errore sta nella teoria della grazia universale della grazia resistibile. Al fine di obliterare questo, Lutero ci chiede di credere che questa contraddizione sia solo apparente! (Dorner, Geshichte der protestantischen Theologie, p. 206).

Come ora sarete ormai consapevoli, la Chiesa luterana abbraccia l'idea di questa grazia universale resistibile. Come la spiega questa chiesa? La Chiesa luterana non lo spiega! "Perché allora, non tutti gli uomini si convertono e sono salvati?" … La chiesa luterana si rifiuta di rispondere a questa domanda". Indubbiamente questo fa riflettere chiunque possa e voglia rispondere a questa domanda, dicendo: "Nessun teologo maturo indulgerebbe in tali speculazioni!" (Pieper, Ibid., pp. 32-33).

Quanto questa teoria sia calamitosa. Fa si che Dio dica qualcosa del genere: "Io vorrei che tutti, fino all'ultimo peccatore, fossero salvati, sia però non quello che voglio io, ma quello che vogliono loro" (Loraine Boettner, The Reformed Doctrine of Predestination, p. 171)! "Io vorrei in verità aiutarli ben volentieri, per questo mando loro mio Figlio; ma il loro cuore indurito si oppone alla mia volontà ed alla loro (Lutero, S. luca, VII:195). Questo però significa sovvertire le Scritture, farle dire: "Non dipende dunque da Dio che fa misericordia, perché la Sua misericordia è impotente e contrastabile e significa ben poco; ma dipende da chi vuole e da chi corre"(Ro. 9:16). E dato che per natura le creature umane "si oppongono alla volontà di Dio e alla salvezza", nessuno mai andrà a Cristo e vivrà (Gv. 5:40). Se la grazia di Dio non è irresistibile, e tutti per natura resistono all'offerta di misericordia da parte di Dio, in che modo saranno salvati gli eletti? Questa concezione risponderebbe (o dovrebbe rispondere) permettendo alla persona salvata di rispondere: "O Signore, io Ti ringrazio che Tu mi hai dato la capacità di volere (tu l'hai data anche a Giuda), ma ringrazio me stesso per quest'atto di disponibilità, vedendo che io ricevo da Te nulla di più di quello che Giuda ricevette" (Christopher Ness, Ibid., p. 82). Vogliamo dire a tutti coloro che sostengono la concezione della grazia universale resistibile, di non pregare più Dio così: "Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge" (Sl. 119:18); aprite i vostri propri occhi!

Giacomo e Giovanni sono entrambi peccatori. Giacomo giunge alla fede e Giovanni rimane un incredulo. L'idea popolare di tanto fondamentalismo, oggi, è: Giacomo ha voluto credere e Giovanni ha voluto respingere Cristo; o, Giacomo a cominciato a sforzarsi di credere ed è stato aiutato, e Giovanni non ha fatto sforzo alcuno; o, Giacomo ha cooperato con la grazia di Dio, e Giovanni non l'ha fatto; o (come i luterani) entrambi erano del tutto incapaci di cooperare, ma Giovanni persistentemente resiste alla grazia, ma Giacomo alla fine ha ceduto. Il calvinista dice: è perché Giacomo è stato rigenerato dalla grazia salvifica della volontà sovrana di Dio, che egli è giunto alla fede, e Giovanni non lo è stato (A. A. Hodge, Outlines of Theology, pp. 447-448).

Amen.

(4, continua)